Mia madre e mia sorella sono la mia droga.
di
Q2069
genere
incesti
Non ho mai fatto uso di sostanza stupefacenti; vuoi perché sono ancora molto giovane e non ne ho avuto particolari occasioni, vuoi perché sono di indole un ragazzo tranquillo e che è stato educato a rispettare il proprio corpo.
Tuttavia mi trovo mio malgrado ad essere in una certa misura dipendente dal sesso.
Dovete sapere che sono cresciuto senza padre, come unico maschio di casa, ma nonostante ciò considero la mia infanzia e adolescenza un periodo idilliaco. Ho una bellissima madre che ha avuto la “fortuna” (così dice sempre lei) di rimanere incinta due volte ed entrambe in età giovane: Prima di mia sorella S. e poi, 3 anni dopo, del sottoscritto. Mia madre non mi ha mai fatto mancare niente ed anzi mi ha viziato più che ha potuto. In un certo senso, ad aiutarla a crescermi c’era anche mia sorella, che è sempre stata molto più matura delle sue coetanee. Viviamo tutti e tre in una bella casa in aperta campagna lasciata in eredità dai nonni a mia madre. Isolati da tutti, nostra madre ci ha cresciuti nel modo che riteneva più sano.
E ora veniamo al punto.
Io non mi sono neanche mai masturbato! Non ho mai avuto segreti con la mia famiglia e fin dalla comparsa dei miei primi “pruriti” mia madre si è sempre offerta di buon grado di “prendersi cura dei miei bisogni”.
Sono cresciuto sapendo cosa è un’erezione e quali sono i suoi scopi: godere e fare bambini.
Tra di noi a casa non ci sono norme implicite riguardo all’abbigliamento e quindi può capitare che si giri per casa con poco e niente addosso, ed essendo lontani da occhi indiscreti, spesso con l’arrivo della bella stagione ci aggiriamo dentro e intorno a casa completamente nudi. Questo è anche il motivo per cui mi astengo dallo scrivere anche la località in cui viviamo visto che ahimè, il satellite di Google Maps ha perfino fotografato me e mia sorella mentre stavamo “facendo cose” nudi su un prato.
Comunque sia, mia madre ha un corpo stupendo… Non so con quali altre parole descriverlo! I suoi lunghi capelli lucenti che svolazzano al vento come un velo pregiato; i suoi ampi seni preziosi degni di una qualche Dea della fertilità; i suoi fianchi larghi e le sue lunghe, lunghissime gambe dalle cosce pasciute. Perfino la sua vagina è in un qualche modo aggraziata: come un taglio netto nel corallo rosato.
Anche S. non scherza e sono sicuro che il suo fascino tipico di una ragazzina nel fiore degli anni spingerebbe molti uomini a preferirla addirittura a sua madre. Tuttavia io, pur volendole un bene dell’anima, mi sento maggiormente legato a quella santa di nostra madre.
Probabilmente questo è dovuto anche ad una maggiore intimità che caratterizza i nostri amplessi. Infatti se con mia sorella S. (che si, scopo comunque regolarmente) non mi è concesso di venirle dentro, con mia madre posso rimanere avvolto nel suo caldo abbraccio anche al culmine del rapporto, vale a dire mentre il mio cazzo spara fiotti di sborra direttamente nelle profondità umide del suo grembo.
Il motivo di questa regola (una delle pochissime cose che ci ha imposto nostra madre) sta nel fatto che in virtù della sua età S. è all’apice della fertilità, mentre nostra madre al seguito della seconda gravidanza “ricevuta in dono” da uno sconosciuto ha deciso di optare
per la chiusura delle tube.
Oltre ai rispettivi impegni di scuola e di lavoro, in casa nostra ognuno contribuisce all’ordine e alla pulizia dell’abitazione. E tra i compiti e gli obblighi reciproci che abbiamo c’è anche quello di essere sempre disponibile per chi avesse bisogno di esplicare certi tipi di bisogni. Devo ammettere che fin da ragazzino sono sempre stato io quello che richiedeva più attenzioni e dedizioni dal punto di vista sessuale. Ma del resto come potrebbe un maschio in piena tempesta ormonale convivere con due favolose fate abituate a girare senza preoccuparsi di coprir le loro grazie senza avere come reazione un’erezione ogni due minuti?
Poi tra l’altro l’avere un maschio arrapato che gli ronza intorno tutto il giorno e le palpeggia a suo piacimento non può che far eccitare le due donne. Così si instaura un circolo vizioso di sesso che si interrompe solo quando tutti e tre siamo letteralmente esausti.
Un esempio di ciò è quello che è avvenuto se non erro venerdì scorso:
Era tardo pomeriggio. Mia sorella è rientrata a casa e ha trovato me e la mamma che ci accoppiavamo come cani in salotto. Già, lei sporgeva verso l’alto il suo grosso culo mentre era a quattro zampe sul tappeto villoso al centro della sala e io la stavo montando da dietro con gran foga. In preda alla frenesia entrambi facevamo versi bestiali ed essendo le finestre spalancate per il gran caldo è probabile che S. sapesse già cosa stavamo combinando ben prima di varcare la soglia della porta. Fatto sta che lei ci saluta e ci passa davanti con tranquillità. Poggia sul tavolo la sua borsa e il maglione dopo averlo piegato con cura. Mentre ci guarda si sbottona i primi tre bottoni della camicetta bianca, lancia uno sbuffo dalle labbra socchiuse ad O e dice qualcosa tra sé e sé lamentandosi del caldo che fa fuori.
Misteriosamente non si toglie le scarpe, però in compenso si infila entrambe le mani dalle lunghe unghia colorate sotto la gonna e si sfila le mutandine color lilla. Lo fa in silenzio mentre ci osserva; solleva una gamba dopo l’altra senza bisogno di guardare cosa stava facendo. Abbandonate le mutandine con noncuranza a fianco al maglione, si è diretta verso di noi. Giunta di fronte alla mamma ancora a quattro zampe si solleva la minigonna fin sopra alla vita trasformandola in una cintura di stoffa nera. Si mette a sedere a gambe larghe davanti al volto deformato dalle smorfie di piacere di sua madre. Il culo nudo di S. stava poggiato al suolo con i suoi tonici glutei a contatto con il soffice pelo del tappeto. La sua fighetta perfettamente rasata era a pochi centimetri dalla bocca della madre, tanto da far sì che l’umida superficie mucosa che ricopriva la sensibile carne delle labbra dischiuse si elettrificasse al contatto con i caldi vapori che nostra madre emetteva con il suo ansimare lussurioso. Ogni folata di quel vento scaturito direttamente dal secondo dei cerchi dell’inferno le si incanalava in quella stretta fessura e per lei era come se le risalisse tutto il corpo facendosi strada tra le sue scosse membra fino a gonfiarle il cuore e le tempie. Con due dita messe a forca S. si dischiuse ancor più anche le piccole labbra invitando esplicitamente la madre a placare la sua sete praticandole sesso orale.
Mia madre… sia madre, glie l’ha leccata a fondo alternando colpi di lingua fulminei come quelli di un gatto che beve dalla ciotola a profonde esplorazioni praticate usando la propria lingua come sonda. In tutto questo io stavo continuando a scopare il più a fondo possibile la figa della donna che più di tutte amo mentre nel frattempo eravamo diventati in tre a godere come animali.
Credo che mia madre sia riuscita a far venire mia sorella con il solo uso della lingua; questo perché una volta che io ebbi finito con la figa della mamma, S. non fece alcun tentativo di convincermi a dare una ripassata anche a lei. E questa fu una bella fortuna per me, visto che quella figa l’avevo riempita con tutta la sborra che avevo in corpo, fino a farla traboccare e gocciolare sul tappeto. Non ne avevo più per un altro round (quel giorno ero già venuto tre volte e prima di andare a dormire mi sarebbe spettata anche una quarta!).
S. però si limitò gentilmente a ciucciarmi un po' il pene smosciato e a leccarlo in lungo e in largo per ripulirlo dai residui appiccicosi del mio sperma e dalla viscida mucosa di nostra madre che lo ricoprivano. Lei faceva ciò mentre io steso a quattro di bastoni fissavo il soffitto e mentre nostra madre stesa a pancia in sotto riprendeva affannosamente fiato (e mentre la figa continuava a sgocciolare il mio seme fuori dalla sua figa ormai inutile). Una volta ripresasi dall’esperienza estatica nostra madre si è tirata su e si è messa alla finestra in cerca di un po’ di refrigerio. Finito di leccarmi il cazzo e un po' anche le palle, S. si alzò, si tolse anche i pochi indumenti che le restavano addosso (camicetta ormai interamente sbottonata, ampio reggiseno nero, quella gonnina spiegazzata e le scarpe) per poi andare verso la madre e baciarla in modo lascivo, con tanto di lingua come era sempre stata solita fare da finché ne o ricordo (un gesto d’affetto come tanti altri, di cui neanche io mi astengo). Le due signore si sono poi messe a sedere sul divano e a chiacchierare, mentre a me quel giorno è toccato lavare anche il tappeto.
Perché ho raccontato tutto ciò?
Semplicemente per spiegare tramite un esempio come mai io sia dipendente dal sesso. E non parlo del brivido che deriva dall’orgasmo che scuote le sinapsi, ma proprio dall’atto sessuale nella sua dimensione di reciprocità con l’altro. Sono stato educato (ed abituato) fin troppo bene, e adesso che per studio mi ritrovo lontano da casa da appena una manciata di giorni già mi sento morire per via dell’astinenza.
Come dite? Dovrei farmi una bella sega?!
C’ho provato. Ma mia madre mi ha sempre parlato male del porno, dicendo che è un’industria malata e che lì non c’è vero amore. Allora ho provato con la letteratura; ho provato a leggere racconti di fantasia o testimonianze di atti di vero amore carnale. Tuttavia alla fine la mia dipendenza verso la mia adorata sorella e la mia amatissima madre fa sì che io trovi un minimo di sollievo unicamente nel ricordo della mia vita con loro.
E quindi eccomi qui… in piena notte seduto a scrivere delle righe che non so neanche se farò mai leggere a qualcuno.
Tuttavia mi trovo mio malgrado ad essere in una certa misura dipendente dal sesso.
Dovete sapere che sono cresciuto senza padre, come unico maschio di casa, ma nonostante ciò considero la mia infanzia e adolescenza un periodo idilliaco. Ho una bellissima madre che ha avuto la “fortuna” (così dice sempre lei) di rimanere incinta due volte ed entrambe in età giovane: Prima di mia sorella S. e poi, 3 anni dopo, del sottoscritto. Mia madre non mi ha mai fatto mancare niente ed anzi mi ha viziato più che ha potuto. In un certo senso, ad aiutarla a crescermi c’era anche mia sorella, che è sempre stata molto più matura delle sue coetanee. Viviamo tutti e tre in una bella casa in aperta campagna lasciata in eredità dai nonni a mia madre. Isolati da tutti, nostra madre ci ha cresciuti nel modo che riteneva più sano.
E ora veniamo al punto.
Io non mi sono neanche mai masturbato! Non ho mai avuto segreti con la mia famiglia e fin dalla comparsa dei miei primi “pruriti” mia madre si è sempre offerta di buon grado di “prendersi cura dei miei bisogni”.
Sono cresciuto sapendo cosa è un’erezione e quali sono i suoi scopi: godere e fare bambini.
Tra di noi a casa non ci sono norme implicite riguardo all’abbigliamento e quindi può capitare che si giri per casa con poco e niente addosso, ed essendo lontani da occhi indiscreti, spesso con l’arrivo della bella stagione ci aggiriamo dentro e intorno a casa completamente nudi. Questo è anche il motivo per cui mi astengo dallo scrivere anche la località in cui viviamo visto che ahimè, il satellite di Google Maps ha perfino fotografato me e mia sorella mentre stavamo “facendo cose” nudi su un prato.
Comunque sia, mia madre ha un corpo stupendo… Non so con quali altre parole descriverlo! I suoi lunghi capelli lucenti che svolazzano al vento come un velo pregiato; i suoi ampi seni preziosi degni di una qualche Dea della fertilità; i suoi fianchi larghi e le sue lunghe, lunghissime gambe dalle cosce pasciute. Perfino la sua vagina è in un qualche modo aggraziata: come un taglio netto nel corallo rosato.
Anche S. non scherza e sono sicuro che il suo fascino tipico di una ragazzina nel fiore degli anni spingerebbe molti uomini a preferirla addirittura a sua madre. Tuttavia io, pur volendole un bene dell’anima, mi sento maggiormente legato a quella santa di nostra madre.
Probabilmente questo è dovuto anche ad una maggiore intimità che caratterizza i nostri amplessi. Infatti se con mia sorella S. (che si, scopo comunque regolarmente) non mi è concesso di venirle dentro, con mia madre posso rimanere avvolto nel suo caldo abbraccio anche al culmine del rapporto, vale a dire mentre il mio cazzo spara fiotti di sborra direttamente nelle profondità umide del suo grembo.
Il motivo di questa regola (una delle pochissime cose che ci ha imposto nostra madre) sta nel fatto che in virtù della sua età S. è all’apice della fertilità, mentre nostra madre al seguito della seconda gravidanza “ricevuta in dono” da uno sconosciuto ha deciso di optare
per la chiusura delle tube.
Oltre ai rispettivi impegni di scuola e di lavoro, in casa nostra ognuno contribuisce all’ordine e alla pulizia dell’abitazione. E tra i compiti e gli obblighi reciproci che abbiamo c’è anche quello di essere sempre disponibile per chi avesse bisogno di esplicare certi tipi di bisogni. Devo ammettere che fin da ragazzino sono sempre stato io quello che richiedeva più attenzioni e dedizioni dal punto di vista sessuale. Ma del resto come potrebbe un maschio in piena tempesta ormonale convivere con due favolose fate abituate a girare senza preoccuparsi di coprir le loro grazie senza avere come reazione un’erezione ogni due minuti?
Poi tra l’altro l’avere un maschio arrapato che gli ronza intorno tutto il giorno e le palpeggia a suo piacimento non può che far eccitare le due donne. Così si instaura un circolo vizioso di sesso che si interrompe solo quando tutti e tre siamo letteralmente esausti.
Un esempio di ciò è quello che è avvenuto se non erro venerdì scorso:
Era tardo pomeriggio. Mia sorella è rientrata a casa e ha trovato me e la mamma che ci accoppiavamo come cani in salotto. Già, lei sporgeva verso l’alto il suo grosso culo mentre era a quattro zampe sul tappeto villoso al centro della sala e io la stavo montando da dietro con gran foga. In preda alla frenesia entrambi facevamo versi bestiali ed essendo le finestre spalancate per il gran caldo è probabile che S. sapesse già cosa stavamo combinando ben prima di varcare la soglia della porta. Fatto sta che lei ci saluta e ci passa davanti con tranquillità. Poggia sul tavolo la sua borsa e il maglione dopo averlo piegato con cura. Mentre ci guarda si sbottona i primi tre bottoni della camicetta bianca, lancia uno sbuffo dalle labbra socchiuse ad O e dice qualcosa tra sé e sé lamentandosi del caldo che fa fuori.
Misteriosamente non si toglie le scarpe, però in compenso si infila entrambe le mani dalle lunghe unghia colorate sotto la gonna e si sfila le mutandine color lilla. Lo fa in silenzio mentre ci osserva; solleva una gamba dopo l’altra senza bisogno di guardare cosa stava facendo. Abbandonate le mutandine con noncuranza a fianco al maglione, si è diretta verso di noi. Giunta di fronte alla mamma ancora a quattro zampe si solleva la minigonna fin sopra alla vita trasformandola in una cintura di stoffa nera. Si mette a sedere a gambe larghe davanti al volto deformato dalle smorfie di piacere di sua madre. Il culo nudo di S. stava poggiato al suolo con i suoi tonici glutei a contatto con il soffice pelo del tappeto. La sua fighetta perfettamente rasata era a pochi centimetri dalla bocca della madre, tanto da far sì che l’umida superficie mucosa che ricopriva la sensibile carne delle labbra dischiuse si elettrificasse al contatto con i caldi vapori che nostra madre emetteva con il suo ansimare lussurioso. Ogni folata di quel vento scaturito direttamente dal secondo dei cerchi dell’inferno le si incanalava in quella stretta fessura e per lei era come se le risalisse tutto il corpo facendosi strada tra le sue scosse membra fino a gonfiarle il cuore e le tempie. Con due dita messe a forca S. si dischiuse ancor più anche le piccole labbra invitando esplicitamente la madre a placare la sua sete praticandole sesso orale.
Mia madre… sia madre, glie l’ha leccata a fondo alternando colpi di lingua fulminei come quelli di un gatto che beve dalla ciotola a profonde esplorazioni praticate usando la propria lingua come sonda. In tutto questo io stavo continuando a scopare il più a fondo possibile la figa della donna che più di tutte amo mentre nel frattempo eravamo diventati in tre a godere come animali.
Credo che mia madre sia riuscita a far venire mia sorella con il solo uso della lingua; questo perché una volta che io ebbi finito con la figa della mamma, S. non fece alcun tentativo di convincermi a dare una ripassata anche a lei. E questa fu una bella fortuna per me, visto che quella figa l’avevo riempita con tutta la sborra che avevo in corpo, fino a farla traboccare e gocciolare sul tappeto. Non ne avevo più per un altro round (quel giorno ero già venuto tre volte e prima di andare a dormire mi sarebbe spettata anche una quarta!).
S. però si limitò gentilmente a ciucciarmi un po' il pene smosciato e a leccarlo in lungo e in largo per ripulirlo dai residui appiccicosi del mio sperma e dalla viscida mucosa di nostra madre che lo ricoprivano. Lei faceva ciò mentre io steso a quattro di bastoni fissavo il soffitto e mentre nostra madre stesa a pancia in sotto riprendeva affannosamente fiato (e mentre la figa continuava a sgocciolare il mio seme fuori dalla sua figa ormai inutile). Una volta ripresasi dall’esperienza estatica nostra madre si è tirata su e si è messa alla finestra in cerca di un po’ di refrigerio. Finito di leccarmi il cazzo e un po' anche le palle, S. si alzò, si tolse anche i pochi indumenti che le restavano addosso (camicetta ormai interamente sbottonata, ampio reggiseno nero, quella gonnina spiegazzata e le scarpe) per poi andare verso la madre e baciarla in modo lascivo, con tanto di lingua come era sempre stata solita fare da finché ne o ricordo (un gesto d’affetto come tanti altri, di cui neanche io mi astengo). Le due signore si sono poi messe a sedere sul divano e a chiacchierare, mentre a me quel giorno è toccato lavare anche il tappeto.
Perché ho raccontato tutto ciò?
Semplicemente per spiegare tramite un esempio come mai io sia dipendente dal sesso. E non parlo del brivido che deriva dall’orgasmo che scuote le sinapsi, ma proprio dall’atto sessuale nella sua dimensione di reciprocità con l’altro. Sono stato educato (ed abituato) fin troppo bene, e adesso che per studio mi ritrovo lontano da casa da appena una manciata di giorni già mi sento morire per via dell’astinenza.
Come dite? Dovrei farmi una bella sega?!
C’ho provato. Ma mia madre mi ha sempre parlato male del porno, dicendo che è un’industria malata e che lì non c’è vero amore. Allora ho provato con la letteratura; ho provato a leggere racconti di fantasia o testimonianze di atti di vero amore carnale. Tuttavia alla fine la mia dipendenza verso la mia adorata sorella e la mia amatissima madre fa sì che io trovi un minimo di sollievo unicamente nel ricordo della mia vita con loro.
E quindi eccomi qui… in piena notte seduto a scrivere delle righe che non so neanche se farò mai leggere a qualcuno.
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