Una Famiglia "Perversa"

di
genere
incesti

Quanto segue è solo un breve resoconto della mia mattinata di oggi. I nomi sono stati cambiati per ovvi motivi di anonimato; misura necessaria poiché la società benpensante troverebbe indecoroso il modo in cui io e le mie sorelle siamo stati cresciti in casa nostra.
La mia sveglia è suonata alle 8:00 come ogni altra mattina, ma ho impiegato almeno 10 minuti buoni a scrollarmi di dosso il torpore del sonno; durante i quali mi sono rigirato tra le lenzuola ascoltando i gemiti di una delicata voce femminile che provenivano dalla stanza a fianco. Quei versi lascivi, la sensazione del contatto delle setose lenzuola sulla mia pelle nuda (dormo nudo da che ne ho ricordo), e la biologia che mi impone un’erezione mattutina, sono tutti fattori che hanno contribuito a scacciare la sonnolenza dal mio corpo e rimpiazzarla con una grande eccitazione. Mi sono tirato fuori dal letto nudo come un verme e arrapato. Una volta indossato dei comodi vestiti da casa (t-shirt e pantaloncini da calcio) ed esco di stanza.
Nel frattempo che mi vestivo, senza che me ne fossi reso conto i versi di piacere da oltre il muro erano cessati. Infatti appena varcata la porta della stanza mi ritrovo davanti mia sorella Mary, dalla lunga e liscia chioma bionda e dal fisico snello, che completamente nuda mi sfreccia davanti senza neanche salutarmi. La osservo da dietro percorrere tutto il corridoio zampettando in modo strano quasi sulle punte dei piccoli piedi. I suoi capelli in movimento sembrano lasciare dietro di lei la scia di una stella cometa e il suo culo sodo oscilla in un modo che sarebbe quasi comico se non fosse anche così maledettamente arrapante. Non si copriva i seni che immagino stessero ballonzolando anche loro (e perché avrebbe dovuto! In casa la vedo quasi più tempo nuda che vestita!); ma in compenso stava tenendo entrambe le braccia abbassate coprendosi con le mani a coppetta la Passerina. Subito l'ho seguita guidato dal mio cazzo che ritto sotto il sottile tessuto dei pantaloni sporgeva facendomi da apripista. La porta del bagno non era neanche accostata. Lei era accucciata sul bidet intenta a sciacquarsi la figa.
"Buongiorno Matry!" le dico con tono allusivo.
"Che cazzo vuoi?". Era acida come al solito.
Senza dire nulla mi abbasso i pantaloni e come ad effetto molla schizza in alto il mio grosso cazzo, dalle venature sporgenti e la cappella violacea impreziosita da una cristallina goccia di precum. Mi avvicino a lei e faccio per carezzarle un seno (gran bel seno, non ricordo mai se lei porta la terza o la quarta). Ma i miei artigli vengono intercettati dalla sua mano libera, quella con cui non si stava esplorando gli anfratti della sua figa.
"No! Ora non mi va! Ho appena finito con papà e lui mi ha riempita fino all'orlo. Cazzo papà sborra come un cavallo!”
Effettivamente abbassando lo sguardo verso la sua bella passera depilata vedo che ogni volta che delle dita riemergono dall'odoroso anfratto su di esse vi è una patina di denso fluido bianco. È sperma. Sperma che si mischia poi all'acqua del getto del bidet e viene trascinato dello scarico. Le accosto il cazzo alla faccia.
"Dai almeno succhiamelo!"
Lei scuote la testolina a occhi chiusi. Io insisto e le struscio il cazzo pulsante sulla faccia per infastidirla, mentre lei continua a ravanare nella sua figa zuppa.
"Almeno un bacino??"
Acconsente per gioco e pur con le sopracciglia imbronciate mi accosta le carnose labbra alla cappella e mi ci schiocca un bacio sopra. È stato eccitante come ogni volta che lo fa, ma non era ciò che volevo in quel momento; al che mi è venuta un’idea.
"Brava bambina!" e le faccio pat-pat sulla testa come si fa con i cani.
"Coglione, guarda che sono più grande di te!"
"Di appena un anno, ma fisicamente sei molto più bassa di me. Comunque dammene un altro e giuro che me ne vado"
So di essere una brutta persona, ma quando voglio qualcosa mi piace ottenerla; quindi ho approfittato per assestare un affondo in avanti con i miei fianchi ed affondarle metà della mia asta dritta in bocca. Lei ha sgranato gli occhi sorpresa. Presa alla sprovvista non ha reagito quando ho ritirato leggermente il cazzo più in dietro e l'ho rispinto ancora più a fondo. Una, due, tre botte di piacere! Fulminee e sempre più profonde. Alla terza spinta però la mia cappella turgida impattò con la superficie molle del fondo della sua bocca, lì dove inizia la gola. Il mio cazzo scansando la sua ugola che pendeva flaccida lì vicino le causò un conato. Con entrambe le mani, tra cui quella bagnata di acqua, umori e sperma, lei mi spinse indietro di qualche passo e una volta libera si mise a tossire.
"Sei una testa di cazzo!"
"Ok, scusa, ma ti prego dai! Ho le palle piene e tu sei sempre così carina..."
A questo punto mia sorella alzò gli occhi al cielo, o meglio al soffitto del bagno e con tono paternalistico si mise a spiegare:
"Prima papà a momenti non mi ha sfondato la figa. Mi è piaciuto, per carità! Ma ce l'ho ancora tutta arrossata. E tra poco devo uscire per andare in centro con la Sofi e la Fede, quindi non mi va neanche che il mio alito puzzi di cazzo. Va giù da mamma, di sicuro ti aiuterà con il "tuo piccolo problema" (facendo le virgolette con le dita e enfatizzando le ultime parole)"
"È un GRANDE problema" dissi mentre mi risollevavo i pantaloni, per poi voltarmi e sparire incazzato.
Scendo le scale per arrivare al piano terra della nostra graziosa villetta unifamiliare e sulla destra varco la prima porta per entrare nell'ampia cucina. In quel momento l'unica persona nella stanza era proprio mia madre intenta lavorare ai fornelli. Stava scaldando non so cosa in un pentolino, dando le spalle alla porta da cui entravo. Come suo solito indossava una comoda vestaglietta da casa simile ad un kimono giapponese. Era di colore lilla, il suo preferito, ed era abbastanza corta: le arrivava poco sotto le natiche, sempre che non si chinasse a raccogliere qualcosa (e io sapevo che là sotto non indossava niente) Mentre le guardavo pensavo che le sue cosce succulente erano l'unica colazione che mi interessasse in quel momento. Mi avvicinai a lei di soppiatto e le piombai alle spalle cingendole la vita con le mie braccia. Lei sobbalzo per un attimo per lo spavento e lanciò un piccolo sospiro di sorpresa. Prima che avesse tempo di voltarsi ho accostato le mie labbra al suo orecchio sinistro e le ho sussurrato
"Buongiorno mamma"
"Ah sei tu! Che paura che mi hai messa"
In quel momento ho sentito tutti i muscoli tesi del suo corpo rilassarsi addosso ai miei. La stringevo da dietro ed annusavo i capelli profumati, il cui odore aureo si fondeva con quello della cioccolata calda che stava amalgamando nel pentolino. Le facevo sentire la presenza del mio cazzo premuto contro le sue morbide chiappe quasi a farcelo affondare. Lei mi ha chiesto se avessi dormito bene, ma io non avevo bisogno di parlare e la mia bocca era impegnata a stamparle morbidi baci lungo tutto il suo collo inclinato. Lei continua:
"Perché tua sorella non è ancora scesa? Sai dove è?"
Io ho staccato le mie labbra dalla sua pelle dal tenue sapore e mi sono messo a parlare con lei mentre con una mano mi sono messo ad impastarle un seno, così indifeso, e così grosso da non poterlo stringere tutto in una sola mano.
"Sta facendo scolare tutta la roba di papà"
"Ah, dici la sua sborra?"
"Si mamma. Quella con cui ora ti riempirò pur'io"
"Oh tesoro!" Esclama mentre la tiro per i fianchi schiacciando ulteriormente il suo grosso culo tondeggiante contro il mio pube.
A quel punto non c'era più nulla da dire. Alla velocità della luce mi sono sfilato i pantaloni e piegando leggermente le mie ginocchia mi sono abbassato per infilare il mio cazzo sotto la sua calda forcella. Glie lo sto per infilare ma faccio prima cilecca un paio di volte, facendo scivolare il mio cazzo ancora unto della saliva di mia sorella in mezzo alle grandi labbra di mia madre.
"Uuh! Sei tu che sei bagnato o sono già io?"
"No ma', me l'ha succhiato un po’ prima Mary"
Mia madre non ha aggiunto altro, ma si è semplicemente limitata a sporgere il culo un pò più in fuori e a sollevarsi la veste sopra il culo. Una volta inserito finalmente il mio cazzo nella figa di mia madre ho iniziato a godere come desideravo. Il mio bacino lanciava il mio cazzo a ripetizione in mezzo alle strette pareti fatte di carne viva e muscoli che mi stritolavano, con mio sommo piacere. Mentre scopavamo e mentre mia madre iniziava ad emettere i primi flebili gemiti, e mentre la sua vulva iniziava ad allagarsi, non ho potuto non farmi scappare un "Si cazzo! Che bello!".
A quel punto una vocina fastidiosamente acuta perfora i timpani di me e di mia madre facendoci sobbalzare:
"Hei! Hai detto una parolaccia. L'ho sentita!"
Sapevo benissimo a chi apparteneva quella voce, ma comunque mi sono voltato lo stesso; e come me ha fatto anche mia madre. Naturalmente per compiere il mio movimento rotatorio ho dovuto prima sfoderare il mio pene da mia madre e liberare questa dal mio avido abbraccio. E tutto questo solo per poter guardare in faccia quella gnoma fastidiosa della mia sorella minore: Susy.
Susy era lì, nel bel mezzo della cucina senza che nessuno sapesse come ci era arrivata; a fissarci con occhi inquietantemente penetranti e le braccia incrociate. Se ne stava lì impalata, avvolta nella sua lunga camicia da notte turchese, decisamente qualche taglia più grossa, ma che crescendo si spera un giorno riempirà meglio.
"Buongiorno amore" Esclama con naturalezza quella pazza spudorata di mia madre; che le va in contro con la vestaglia tutta aperta perché le si era slacciata durante il nostro atto di passione, per poi chinarsi su di lei e piantarle un bacio sonoro sulla fronte. Tutto questo mentre io rimanevo immobile come un idiota, con il cazzo luccicante che puntava nel vuoto parallelo al suolo; anche lui sembrava sconfortato. Mia madre si è messa a parlare con la mia sorellina mentre io mi sollazzavo per non perdere l'erezione in attesa che tornasse a dirigere le sue attenzioni a me. "Vai cucciola, prendi i biscotti che penso la cioccolata sia ormai pronta".
Mentre la piccola badava alle sue cose, mia madre è tornata davanti ai fornelli, dove ero io, e ha spento la fiamma sotto il pentolino dove fondeva il cioccolato. Stavo per perdere le speranze, quando invece lei si è voltata verso di me, mi ha baciato appassionatamente. Un bacio lungo, anzi, una serie di baci attaccati. Mentre stavamo in pratica limonando lei mi ha anche agguantato con una mano il cazzo e si è messa a stimolarlo lentamente con lenti movimenti di polso, facendolo tornare in breve al vigore e alle dimensioni di prima dell'interruzione. Le sue sensuali labbra si prendono una pausa, lei mi guarda con i suoi grandi occhi da cerbiatto e mi fa "Scusami tesoro. Ora aiutami un attimo a mettere in tavola... Poi finiamo".
penso.
Mi tiro per l'ennesima volta su i pantaloni e aiuto mia madre a versare la cioccolata nelle tazze e a portare queste alla tavola dove Susy l'ingorda aveva già iniziato a fare strage di biscotti senza aspettare nulla in cui inzupparli. Mentre svolgo questo dovere mi domando . Pensieri stupidi. Stupidi e fortunatamente non più necessari. Infatti appena tutte le tazze furono sul tavolo, ad eccezione di una che finì direttamente tra le manine di Susy, mia madre tornò a starmi addosso.
Mi sfilò di colpo la maglietta gettandola via, mi diede quello che non so se fosse stato uno strano bacio o una leccata che mi ricoprì mezza faccia: sentii una strisciata umida comparirmi sul viso dalla mia bocca lungo tutto il naso fino quasi alla fronte.

Con poco sforzo le feci precipitare al suolo il simil-kimono slacciato mentre respiravo il suo alito afrodisiaco. Davanti a me ci sono a portata di mano due soffici cuscini, ma anche sodi ed appetibili come meloni. D'impulso voglio toccarli, ma non faccio in tempo. Neanche ho potuto sollevare le mani che lei si era già accucciata sotto di me. Si è messa a baciare a più riprese la forma del mio cazzo da dietro il sottile tessuto dei pantaloni e ci strusciava anche la faccia.
di
scritto il
2022-03-20
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