L'inizio delle mie perversioni (1° Parte)
di
Pam
genere
trans
Tante cose erano successe dopo la storia con il mio collega, avevo quasi chiuso il mio rapporto con Luca e stavo traslocando in una casa più in periferia visto che il mio stipendio non bastava più per l’affitto in centro di un appartamento da viverci da sola.
Dopo circa un mese di lavori forzati il mio “nuovo” appartamento era finalmente abitabile, finito di lavorare in ufficio passai per il cinese a prendermi una porzione di gamberi e decisi di fare finalmente rientro.
Era ufficialmente la prima serata in quel palazzo abbastanza nuovo come facciata, entrai in casa trovando ancora qualche cosa da sistemare, feci una bella doccia e poi eccomi davanti a gamberoni e insalata, un modo come un altro per iniziare l’avventura.
Il mio amico e collega Franco provò la carta della nuova casa con un messaggio, secondo me non ne valeva la pena di iniziare con una scopata e fuga come avrebbe voluto lui, risposi che ero troppo stanca.
Mi guardai tre episodi filati di Sex and the City prima di addormentarmi candidamente sul divano, ero stanca morta, mi svegliai verso mezzanotte e presi una paglia mettendomi alla finestra a fumare.
Era una nottata serena e non era freddo, se avessi avuto un cane l’avrei portato di sicuro a fare pipì, la strada davanti a casa era deserta, anche se sapevo che era frequentata da spacciatori, trans e puttane, forse erano già tutti impegnati mi venne da pensare.
La calma passò in un attimo quando lo stridere di gomme mi fece vedere il procedere a strattoni di una macchina si fermò quasi davanti al mio cancello e sentivo urlare e la macchina sobbalzava.
Rimasi impietrita a guardare, poi la macchina ripartì a folle velocità, la mia paglia era ancora accesa e decisi di prendere un calice di vino per finire in bellezza la serata.
Ero sveglia, mi ero riposata per bene e sfilai la seconda sigaretta, un goccio di vino ed ecco ancora la macchina arrivare, stavolta si fermò più lontano ma dentro continuava la battaglia, trascorsero secondi infiniti quando da dietro vidi spuntare un ragazzo che aprì lo sportello del lato passeggero con la macchina che si muoveva lentamente.
Alcuni strattoni e poi un corpo cadde dalla macchina, vidi distintamente l’uomo che prendeva a calci qualcosa, si sentirono risate miste a imprecazioni e la macchina si dileguò velocemente.
Sull’asfalto quasi davanti al mio cancello c’era un corpo di ragazza steso al suolo, mi infilai velocemente le scarpe e scesi, aprì il cancello e mi resi conto che per terra c’era un trans, l’arnese usciva dalla minigonna.
Cercai di aiutarlo “Ehi come stai?” la sua voce era terrorizzata credendo forse che fossi uno dei due che l’aveva ridotto così, faceva fatica a stare in piedi, mi misi sotto la sua ascella accompagnandolo su dalle scale verso il mio appartamento.
Il suo peso era davvero tanto da portare su per le scale, era una ragazzo alto quasi due metri, finalmente arrivammo in casa dove lo feci accomodare sul divano.
Rimasi a guardarlo, aveva una escoriazione profonda ad un ginocchio e anche al braccio, presi il kit medico di pronto soccorso, mi inginocchiai mettendo la sua gamba sul mio ginocchio iniziando delicatamente a pulire la ferita, il mio sguardo cadde su quell’attrezzo bello grosso e nero, era floscio al momento ma aveva di sicuro una bella dimensione.
Finito il mio lavoro di infermiera ecco segni di ripresa di quel nero sconosciuto, “Cosa mi è successo? Cosa ci faccio qui? Chi sei tu?” tante domande a cui diedi una risposta a tutto, spiegando come erano andate le cose.
Lui iniziò a ringraziarmi e guardandosi la gamba mi chiese se ero stata io “Si, spero che vada bene, non sono un’infermiera! Vuoi farti una doccia?” lui mi disse di si e lo accompagnai lentamente alla doccia.
Passarono minuti in cui la mia testa chiedeva come avevo potuto arrivare a portarlo in casa, poi mi calmai e presi un bel bicchiere di vino riempiendone uno anche per Patrik.
Quando uscì dal bagno aveva addosso uno striminzito asciugamano, senza la parrucca, senza il trucco era un bellissimo ragazzo, con due tette incredibilmente belle.
Persi il senso delle cose, un uomo con le tette e con un cazzo di quelle dimensioni mi fecero sobbalzare e pensare alle peggio cose “Scusa, ma il cerotto si è staccato!” gli andai in contro “Ne mettiamo un altro non preoccuparti!” mi disse di essere brasiliano e di essere in Italia da 10 anni, il suo italiano infatti era buono e si capiva tutto, mi raccontò del suo viaggio e delle sue esperienze, poi mi chiese di poter chiamare suo fratello “Quei bastardi mi hanno rubato il telefono e i soldi!”.
Lo feci chiamare e sentivo parlare una lingua a me sconosciuta “Scusami, può venire qui?” mi chiese io dissi di si con la testa.
Passarono dieci minuti e il campanello suonò, era l’una e trenta di notte, vidi comparire davanti a me la fotocopia di Patrik, erano due fratelli gemelli.
“Piacere Sebastiao!” mi disse porgendomi la mano, entrò abbracciando il fratello parlarono stretto loro due e poi ci mettemmo in divano a parlare.
Anche Sebastiao aveva un bel paio di tette che si vedevano sotto la tuta, lui però mi sembrava fuori “servizio” visto così senza trucco.
Patrik, il suo vero nome era Patricio, non faceva che ringraziarmi e suo fratello non poteva fare a meno di farlo anche lui, gli diedi del vino a entrambi, la calma e tranquillità portò entrambi a parlare della loro vita e di tutte le difficoltà.
Poi decisero di andarsene “Avete una casa dove dormire?” chiesi a Sebastiao “Un casolare fuori città dove ci sono amici e amiche, un piccolo casolare sporco e maltenuto!” io diventai la crocerossina per l’ennesima volta “Restate a dormire qui!” loro dissero di no, io insistetti fino a farli desistere dal loro intento.
Ormai erano le tre della notte, si riaccomodarono in divano e iniziammo stavolta a bere rhum e raccontarci le esperienze sessuali, erano davvero divertenti e gentili.
Eravamo tutti stanchi morti e decidemmo di andare a letto, iniziarono loro passando per il bagno e infilandosi nel letto, poi andai io.
La testa mi esplodeva, mi chinai sul bidet per lavarmi e sentii il clitoride esplodermi dalla voglia, pensai a quei due maschioni nudi nel mio letto, mi lavai per bene e mi presentai in camera da letto.
“E io dove dormo?” entrambi con le mani mi fecero segno di accomodarmi tra loro due, Sebastiao rise “Ehi non verrai mica a letto vestita, noi siamo nudi!” io risi ma Patrik mi riprese “Dai, facci uno spogliarello!” e iniziarono a canticchiare la canzoncina di 9 settimane e mezzo, io iniziai a spogliarmi.
La maglietta volò via in un attimo tra gli olè dei ragazzi, poi mi girai facendo saltare il reggiseno e tirandolo a Sebastiao “Ma cosa siete anche senza mutande?” loro tirarono giù il lenzuolo facendomi vedere quei due arnesi neri e abbastanza in tiro, così feci scivolare le mutandine fino ai piedi e mi buttai nel lettone.
Qui inizia la nuova avventura, la nuova Pam in mezzo a due trans.
Luci spente e silenzio, credevo che mi avessero presa e scoperchiata, invece se ne stavano buoni, i discorsi che avevamo fatto prima mi avevano fatto credere che fosse tutto normale, loro mi avevano ripetuto che la maggior parte delle volte i loro clienti volevano essere inculati e credevo che avrei passato momenti indimenticabili, il mio pensiero si rivelò giusto, ma ci volle un po’ di tempo.
Il contatto accidentale di un mio braccio con le finte tette di Patrik fece scoppiare quest’ultimo “Ehi attenta non sai quanto mi sono costate!” e giù a ridere “Di solito dormo con uomini senza tette!” risposi ridendo.
“E poi vuoi mettere con due tette vere?” dissi ridendo e li Patrik iniziò a toccarmele “Ti piacciono eh?” dissi soddisfatta, Sebastiao “Ehi due porcelloni cosa fate?” io ridendo “Tuo fratello mi sta toccando le tette!” lui rise e mettendomi le mani sul culo disse “Allora io gioco con il culo!” ridemmo tutti e da lì esplose la serata di sesso.
Le loro mani iniziarono ad esplorare velocemente il mio corpo, io baciai il primo e le mie mani caddero sul seno, iniziai a toccarlo come se non avessi mai sentito uno, le tette in mano e un cazzo che mi premeva contro la pancia, contemporaneamente uno che premeva sulle natiche, ero in estasi.
Mi abbassai toccando con mano il cazzo duro di Patrik, era un bestione, la scarsa luce non mi faceva capire bene ma quando provai a infilarmelo in bocca mi resi conto che mi ero sbagliata, era ancora più grande dell’immaginato.
Chiesi gentilmente di accendere la luce per godermi lo spettacolo e fui accontentata, la luce della abat-jour anche se flebile mi faceva apprezzare quell’arnese che stavo succhiando.
Dietro Sebastiao iniziò un sublime lavoro di lingua che comprendeva la mia amichetta e il mio buchetto del culo, durò abbastanza e poi eccolo bussare alla mia porta, due colpetti ed ecco il bisonte aprirsi la strada nella mia fighetta.
Un nuovo mondo si stava per aprire davanti e dentro di me… (Continua)
Dopo circa un mese di lavori forzati il mio “nuovo” appartamento era finalmente abitabile, finito di lavorare in ufficio passai per il cinese a prendermi una porzione di gamberi e decisi di fare finalmente rientro.
Era ufficialmente la prima serata in quel palazzo abbastanza nuovo come facciata, entrai in casa trovando ancora qualche cosa da sistemare, feci una bella doccia e poi eccomi davanti a gamberoni e insalata, un modo come un altro per iniziare l’avventura.
Il mio amico e collega Franco provò la carta della nuova casa con un messaggio, secondo me non ne valeva la pena di iniziare con una scopata e fuga come avrebbe voluto lui, risposi che ero troppo stanca.
Mi guardai tre episodi filati di Sex and the City prima di addormentarmi candidamente sul divano, ero stanca morta, mi svegliai verso mezzanotte e presi una paglia mettendomi alla finestra a fumare.
Era una nottata serena e non era freddo, se avessi avuto un cane l’avrei portato di sicuro a fare pipì, la strada davanti a casa era deserta, anche se sapevo che era frequentata da spacciatori, trans e puttane, forse erano già tutti impegnati mi venne da pensare.
La calma passò in un attimo quando lo stridere di gomme mi fece vedere il procedere a strattoni di una macchina si fermò quasi davanti al mio cancello e sentivo urlare e la macchina sobbalzava.
Rimasi impietrita a guardare, poi la macchina ripartì a folle velocità, la mia paglia era ancora accesa e decisi di prendere un calice di vino per finire in bellezza la serata.
Ero sveglia, mi ero riposata per bene e sfilai la seconda sigaretta, un goccio di vino ed ecco ancora la macchina arrivare, stavolta si fermò più lontano ma dentro continuava la battaglia, trascorsero secondi infiniti quando da dietro vidi spuntare un ragazzo che aprì lo sportello del lato passeggero con la macchina che si muoveva lentamente.
Alcuni strattoni e poi un corpo cadde dalla macchina, vidi distintamente l’uomo che prendeva a calci qualcosa, si sentirono risate miste a imprecazioni e la macchina si dileguò velocemente.
Sull’asfalto quasi davanti al mio cancello c’era un corpo di ragazza steso al suolo, mi infilai velocemente le scarpe e scesi, aprì il cancello e mi resi conto che per terra c’era un trans, l’arnese usciva dalla minigonna.
Cercai di aiutarlo “Ehi come stai?” la sua voce era terrorizzata credendo forse che fossi uno dei due che l’aveva ridotto così, faceva fatica a stare in piedi, mi misi sotto la sua ascella accompagnandolo su dalle scale verso il mio appartamento.
Il suo peso era davvero tanto da portare su per le scale, era una ragazzo alto quasi due metri, finalmente arrivammo in casa dove lo feci accomodare sul divano.
Rimasi a guardarlo, aveva una escoriazione profonda ad un ginocchio e anche al braccio, presi il kit medico di pronto soccorso, mi inginocchiai mettendo la sua gamba sul mio ginocchio iniziando delicatamente a pulire la ferita, il mio sguardo cadde su quell’attrezzo bello grosso e nero, era floscio al momento ma aveva di sicuro una bella dimensione.
Finito il mio lavoro di infermiera ecco segni di ripresa di quel nero sconosciuto, “Cosa mi è successo? Cosa ci faccio qui? Chi sei tu?” tante domande a cui diedi una risposta a tutto, spiegando come erano andate le cose.
Lui iniziò a ringraziarmi e guardandosi la gamba mi chiese se ero stata io “Si, spero che vada bene, non sono un’infermiera! Vuoi farti una doccia?” lui mi disse di si e lo accompagnai lentamente alla doccia.
Passarono minuti in cui la mia testa chiedeva come avevo potuto arrivare a portarlo in casa, poi mi calmai e presi un bel bicchiere di vino riempiendone uno anche per Patrik.
Quando uscì dal bagno aveva addosso uno striminzito asciugamano, senza la parrucca, senza il trucco era un bellissimo ragazzo, con due tette incredibilmente belle.
Persi il senso delle cose, un uomo con le tette e con un cazzo di quelle dimensioni mi fecero sobbalzare e pensare alle peggio cose “Scusa, ma il cerotto si è staccato!” gli andai in contro “Ne mettiamo un altro non preoccuparti!” mi disse di essere brasiliano e di essere in Italia da 10 anni, il suo italiano infatti era buono e si capiva tutto, mi raccontò del suo viaggio e delle sue esperienze, poi mi chiese di poter chiamare suo fratello “Quei bastardi mi hanno rubato il telefono e i soldi!”.
Lo feci chiamare e sentivo parlare una lingua a me sconosciuta “Scusami, può venire qui?” mi chiese io dissi di si con la testa.
Passarono dieci minuti e il campanello suonò, era l’una e trenta di notte, vidi comparire davanti a me la fotocopia di Patrik, erano due fratelli gemelli.
“Piacere Sebastiao!” mi disse porgendomi la mano, entrò abbracciando il fratello parlarono stretto loro due e poi ci mettemmo in divano a parlare.
Anche Sebastiao aveva un bel paio di tette che si vedevano sotto la tuta, lui però mi sembrava fuori “servizio” visto così senza trucco.
Patrik, il suo vero nome era Patricio, non faceva che ringraziarmi e suo fratello non poteva fare a meno di farlo anche lui, gli diedi del vino a entrambi, la calma e tranquillità portò entrambi a parlare della loro vita e di tutte le difficoltà.
Poi decisero di andarsene “Avete una casa dove dormire?” chiesi a Sebastiao “Un casolare fuori città dove ci sono amici e amiche, un piccolo casolare sporco e maltenuto!” io diventai la crocerossina per l’ennesima volta “Restate a dormire qui!” loro dissero di no, io insistetti fino a farli desistere dal loro intento.
Ormai erano le tre della notte, si riaccomodarono in divano e iniziammo stavolta a bere rhum e raccontarci le esperienze sessuali, erano davvero divertenti e gentili.
Eravamo tutti stanchi morti e decidemmo di andare a letto, iniziarono loro passando per il bagno e infilandosi nel letto, poi andai io.
La testa mi esplodeva, mi chinai sul bidet per lavarmi e sentii il clitoride esplodermi dalla voglia, pensai a quei due maschioni nudi nel mio letto, mi lavai per bene e mi presentai in camera da letto.
“E io dove dormo?” entrambi con le mani mi fecero segno di accomodarmi tra loro due, Sebastiao rise “Ehi non verrai mica a letto vestita, noi siamo nudi!” io risi ma Patrik mi riprese “Dai, facci uno spogliarello!” e iniziarono a canticchiare la canzoncina di 9 settimane e mezzo, io iniziai a spogliarmi.
La maglietta volò via in un attimo tra gli olè dei ragazzi, poi mi girai facendo saltare il reggiseno e tirandolo a Sebastiao “Ma cosa siete anche senza mutande?” loro tirarono giù il lenzuolo facendomi vedere quei due arnesi neri e abbastanza in tiro, così feci scivolare le mutandine fino ai piedi e mi buttai nel lettone.
Qui inizia la nuova avventura, la nuova Pam in mezzo a due trans.
Luci spente e silenzio, credevo che mi avessero presa e scoperchiata, invece se ne stavano buoni, i discorsi che avevamo fatto prima mi avevano fatto credere che fosse tutto normale, loro mi avevano ripetuto che la maggior parte delle volte i loro clienti volevano essere inculati e credevo che avrei passato momenti indimenticabili, il mio pensiero si rivelò giusto, ma ci volle un po’ di tempo.
Il contatto accidentale di un mio braccio con le finte tette di Patrik fece scoppiare quest’ultimo “Ehi attenta non sai quanto mi sono costate!” e giù a ridere “Di solito dormo con uomini senza tette!” risposi ridendo.
“E poi vuoi mettere con due tette vere?” dissi ridendo e li Patrik iniziò a toccarmele “Ti piacciono eh?” dissi soddisfatta, Sebastiao “Ehi due porcelloni cosa fate?” io ridendo “Tuo fratello mi sta toccando le tette!” lui rise e mettendomi le mani sul culo disse “Allora io gioco con il culo!” ridemmo tutti e da lì esplose la serata di sesso.
Le loro mani iniziarono ad esplorare velocemente il mio corpo, io baciai il primo e le mie mani caddero sul seno, iniziai a toccarlo come se non avessi mai sentito uno, le tette in mano e un cazzo che mi premeva contro la pancia, contemporaneamente uno che premeva sulle natiche, ero in estasi.
Mi abbassai toccando con mano il cazzo duro di Patrik, era un bestione, la scarsa luce non mi faceva capire bene ma quando provai a infilarmelo in bocca mi resi conto che mi ero sbagliata, era ancora più grande dell’immaginato.
Chiesi gentilmente di accendere la luce per godermi lo spettacolo e fui accontentata, la luce della abat-jour anche se flebile mi faceva apprezzare quell’arnese che stavo succhiando.
Dietro Sebastiao iniziò un sublime lavoro di lingua che comprendeva la mia amichetta e il mio buchetto del culo, durò abbastanza e poi eccolo bussare alla mia porta, due colpetti ed ecco il bisonte aprirsi la strada nella mia fighetta.
Un nuovo mondo si stava per aprire davanti e dentro di me… (Continua)
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