Gita al mare
di
Eva Torino
genere
etero
Sto guidando di ritorno da una cena al mare a base di pesce al forno e patate annaffiata di vino bianco e conclusa con un passito dolcissimo. Siamo felici e soddisfatti per la bella giornata e il vento fresco che entra dal finestrino mi fa ondeggiare i capelli. Sento il corpo abbronzato e morbido e tutto è piacevole stasera. Ridiamo e lui per scherzare mi mette un dito sul naso e poi sulla bocca. Io lo mordo un po' più forte di quanto dovrei. Mi piace guidare mi è sempre piaciuto, mi fa sentire al sicuro più che di quanto guida un altro. Alla radio stupide canzoni estiva spagnole e il motore che romba tranquillo.
Lui mi guarda e sorride con quella faccia che ormai conosco bene.
Cosa hai in mente? Gli chiedo. Lui appoggia le dita della mano destra sul mio ginocchio e poi risale lungo la coscia fino alle mutandine. Schiudo le gambe, ancora non ha fatto niente e mi sto già bagnando.
Sposta un po' le mutandine e riesce a mettermi un dito dentro.
Amore... sussurro, sto guidando.
Sei fradicia, dice lui compiaciuto.
Appoggio la testa allo schienale mentre lui inizia ad andare su e giù col dito. Mi piace tantissimo ma non riesco, non posso andare avanti. Gli fermo la mano e dico, Aspetta, aspetta un attimo, così ci ammazziamo. Lui ride, ma non toglie il dito. Vedo una stradina sulla destra, metto la freccia, esco e finalmente accosto.
Spengo la macchina e mi abbandono con le braccia sopra la testa. Lui allora fa entrare il dito più in profondità. Lo muove sempre più velocemente toccandomi anche il clitoride con il pollice. Gemo sempre più forte, cerco la sua bocca e le nostre lingue guizzano insieme, vorrei morderlo. Sento il buco del culo che si contrae e pulsa dal desiderio e vorrei che mi penetrasse anche lì. La sua bocca si sposta e si insinua mordendomi il capezzolo attraverso lastoffa leggera. Muovo il bacino accompagnando i movimenti della sua mano, sento che sto per venire. Spingo con la mia mano la sua mano sulla mia fica con forza. Ancora, amore, ancora dico. Finalmente arriva l'orgasmo, il bacino si scuote con le dolci contrazioni involontarie che conosco bene, mi stringo al suo braccio e tremo gemendo forte. Mi abbandono sul sedile, respiro. Lui toglie il dito dalla mia fica dolcemente e lo succhia guardandomi. Lo osservo con gli occhi socchiusi, non riesco a dire niente. Poi mi bacia a lungo. Grazie riesco a dire riconoscente. Lui sorride, non mi devi ringraziare sciocca.
Adesso è il mio turno, voglio farlo godere, per me è importante dargli piacere. Gli metto una mano sul cavallo e sento che è durissimo. Gli sbottono i pantaloni impaziente, strattonandoli. Lui ride dicendo: Ei ragazzina. Sorrido, con calma riesco ad aprire anche l'ultimo bottone. Li tirò in basso, lui alza il bacino per aiutarmi. Tolgo anche le mutande e finalmente vedo il suo cazzo eretto e lo afferro con la mano destra. Prima lecco gentilmente la punta, come mi ha insegnato, poi lo prendo in bocca andando sempre più in profondità, fino a spingermelo in gola. Mi sputo su una mano e delicatamente comincio ad andare su e giù. Mi prendo un attimo di pausa per guardarlo, è bellissimo mentre sta godendo. Poi torno a prendere il cazzo in bocca continuando a muovere la mano su e giù. Oh, amore come mi fai godere. Gli sento dire. La sua voce diventa diversa durante il sesso, più dolce. Decido di sbottonarmi il vestito e tirare giù il reggiseno. Prendo gentilmente il cazzo e lo inserisco tra le tette sudate. Continuo a leccare la punta. Così mi fai venire subito, dice. Stringo le tette sopra il cazzo e le spingo su e giù. Lo sento gemere. A un certo punto lo prende in mano menandoselo da solo e dice: vengo. Non faccio in tempo a riprenderlo in bocca e lo sperma esce a fiotti bagnandomi le tette e la bocca. Lecco via tutto per pulire come un gattino, e alla fine lo riprendo in bocca. Lui geme ma non si muove. Appoggio la testa con la fronte nell'incavo del suo collo, annuso il suo odore, un profumo che ormai conosco così bene e amo così tanto. Con la mano sinistra gli stringo forte il braccio destro. Sei solo mio, vorrei dirgli, mio e nessuna altra può averti. Ma non posso. Con una punta di dolore penso a sua moglie con cui dice di non avere più rapporti sessuali. Ma io so che è una bugia perché lei è una donna esigente e sa ben come ottenere quello che vuole. E così in questo momento di pace si insinua la tristezza. Ascolto il suo respiro e mi chiedo quando lo potrò vedere ancora. Tra quanti giorni, quante ore, quanti minuti. Quante notti a letto da sola passerò chiedendomi se in quel preciso istante sta scopando con sua moglie e odiandomi per questo. La mia bocca si piega in una smorfia, ma cerco di non farmi accorgere di niente, rischio di farlo innervosire e non voglio, voglio che tutto sia perfetto adesso, almeno fino a quando potrò.
Lui mi guarda e sorride con quella faccia che ormai conosco bene.
Cosa hai in mente? Gli chiedo. Lui appoggia le dita della mano destra sul mio ginocchio e poi risale lungo la coscia fino alle mutandine. Schiudo le gambe, ancora non ha fatto niente e mi sto già bagnando.
Sposta un po' le mutandine e riesce a mettermi un dito dentro.
Amore... sussurro, sto guidando.
Sei fradicia, dice lui compiaciuto.
Appoggio la testa allo schienale mentre lui inizia ad andare su e giù col dito. Mi piace tantissimo ma non riesco, non posso andare avanti. Gli fermo la mano e dico, Aspetta, aspetta un attimo, così ci ammazziamo. Lui ride, ma non toglie il dito. Vedo una stradina sulla destra, metto la freccia, esco e finalmente accosto.
Spengo la macchina e mi abbandono con le braccia sopra la testa. Lui allora fa entrare il dito più in profondità. Lo muove sempre più velocemente toccandomi anche il clitoride con il pollice. Gemo sempre più forte, cerco la sua bocca e le nostre lingue guizzano insieme, vorrei morderlo. Sento il buco del culo che si contrae e pulsa dal desiderio e vorrei che mi penetrasse anche lì. La sua bocca si sposta e si insinua mordendomi il capezzolo attraverso lastoffa leggera. Muovo il bacino accompagnando i movimenti della sua mano, sento che sto per venire. Spingo con la mia mano la sua mano sulla mia fica con forza. Ancora, amore, ancora dico. Finalmente arriva l'orgasmo, il bacino si scuote con le dolci contrazioni involontarie che conosco bene, mi stringo al suo braccio e tremo gemendo forte. Mi abbandono sul sedile, respiro. Lui toglie il dito dalla mia fica dolcemente e lo succhia guardandomi. Lo osservo con gli occhi socchiusi, non riesco a dire niente. Poi mi bacia a lungo. Grazie riesco a dire riconoscente. Lui sorride, non mi devi ringraziare sciocca.
Adesso è il mio turno, voglio farlo godere, per me è importante dargli piacere. Gli metto una mano sul cavallo e sento che è durissimo. Gli sbottono i pantaloni impaziente, strattonandoli. Lui ride dicendo: Ei ragazzina. Sorrido, con calma riesco ad aprire anche l'ultimo bottone. Li tirò in basso, lui alza il bacino per aiutarmi. Tolgo anche le mutande e finalmente vedo il suo cazzo eretto e lo afferro con la mano destra. Prima lecco gentilmente la punta, come mi ha insegnato, poi lo prendo in bocca andando sempre più in profondità, fino a spingermelo in gola. Mi sputo su una mano e delicatamente comincio ad andare su e giù. Mi prendo un attimo di pausa per guardarlo, è bellissimo mentre sta godendo. Poi torno a prendere il cazzo in bocca continuando a muovere la mano su e giù. Oh, amore come mi fai godere. Gli sento dire. La sua voce diventa diversa durante il sesso, più dolce. Decido di sbottonarmi il vestito e tirare giù il reggiseno. Prendo gentilmente il cazzo e lo inserisco tra le tette sudate. Continuo a leccare la punta. Così mi fai venire subito, dice. Stringo le tette sopra il cazzo e le spingo su e giù. Lo sento gemere. A un certo punto lo prende in mano menandoselo da solo e dice: vengo. Non faccio in tempo a riprenderlo in bocca e lo sperma esce a fiotti bagnandomi le tette e la bocca. Lecco via tutto per pulire come un gattino, e alla fine lo riprendo in bocca. Lui geme ma non si muove. Appoggio la testa con la fronte nell'incavo del suo collo, annuso il suo odore, un profumo che ormai conosco così bene e amo così tanto. Con la mano sinistra gli stringo forte il braccio destro. Sei solo mio, vorrei dirgli, mio e nessuna altra può averti. Ma non posso. Con una punta di dolore penso a sua moglie con cui dice di non avere più rapporti sessuali. Ma io so che è una bugia perché lei è una donna esigente e sa ben come ottenere quello che vuole. E così in questo momento di pace si insinua la tristezza. Ascolto il suo respiro e mi chiedo quando lo potrò vedere ancora. Tra quanti giorni, quante ore, quanti minuti. Quante notti a letto da sola passerò chiedendomi se in quel preciso istante sta scopando con sua moglie e odiandomi per questo. La mia bocca si piega in una smorfia, ma cerco di non farmi accorgere di niente, rischio di farlo innervosire e non voglio, voglio che tutto sia perfetto adesso, almeno fino a quando potrò.
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