Un giorno d'agosto in Libreria
di
Eva Torino
genere
etero
È estate e sto camminando nel centro di Firenze. Fa veramente molto caldo, quasi non si respira, sento il sudore che mi scivola lungo la schiena così decido di visitare una libreria in cerca di aria condizionata. Entro e mi perdo tra gli scaffali osservando copertine e titoli. Il luogo è praticamente deserto, il cassiere appoggiato alla scrivania sembra addormentato. Un libro attira la mia attenzione, è il catalogo di una mostra di qualche anno fa sulla pittura giapponese Ukiyo-e. Ho sempre ammirato la capacità dei pittori giapponesi di descrivere così minuziosamente e con grazia immagini terrificanti. Mi soffermo sulla grande onda anomala di Hokusai. Volto pagina e un'immagine mi lascia senza fiato, è "The Dream of the Fisherman's Wife". Si vede una donna distesa a gambe aperte, gli occhi chiusi, completamente abbandonata, mentre un'enorme creatura marina, un gigantesco polpo le sta dando piacere con la bocca e con i suoi molti tentacoli. In realtà, mi accorgo che i polpi sono due, uno più piccolo la bacia quasi timidamente sulle labbra. Se già il quadro non fosse abbastanza esplicito, l'artista ha inserito una didascalia in cui imita il rumore di una bocca che succhia e i gemiti della donna, è un dialogo tra i due in cui esprimono la loro passione impossibile da arginare. Mi chiedo chi sia questa donna, se è veramente esistita.
Una voce mi sorprende alle spalle: “I giapponesi sono un popolo davvero incredibile.” Mi giro e ti vedo accanto a me, come sempre quando sei a distanza ravvicinata non riesco ad articolare un pensiero logico. È come se le onde cerebrali si spostassero su un’altra frequenza e tutto accade velocemente.
Cerco la tua bocca e la tua lingua sempre così generosa. Una volta ho sognato che ero diventata piccolissima, mi tenevi nella tua mano e con la tua lingua enorme mi leccavi tutta intera dai piedi fino ai capelli facendomi rabbrividire.
Mi infili una mano tra le gambe e risali lentamente. “Ma cosa fai?” riesco a chiedere. Le tue dita si infilano nelle mutandine e iniziano a toccarmi con delicatezza. Mi sfiorano il clitoride facendomi vedere le stelle. Mi fai bagnare e le mie gambe cominciano a tremare. Ci spostiamo in un angolo. Mi appoggio al muro, ti inginocchi davanti a me, mi apri le gambe e inizi a leccarmela, come sai fare così bene, finchè non resisto più e tirandoti per i capelli ti dico "per favore dammelo". Allora ti apri i pantaloni, con un gesto deciso mi tiri giù le mutandine e me lo infili dentro tenendo sollevata una gamba. Inizi a muoverti piano poi sempre più veloce. Il piacere è enorme e non riesco a non gemere, così mi metti una mano sulla bocca e questo aumenta il piacere. Poi ti avvicini al mio orecchio e mi dici "fammi sentire come vieni", mi arriva come una scarica elettrica nel cervello e non capisco più nulla, arriva l'orgasmo e il mio corpo si muove da solo in un modo che non posso controllare. Quando riapro gli occhi mi prendi per i capelli e mi giri. Appoggio le mani sulla libreria, alcuni libri cadono. Mi afferri i fianchi e me lo metti nel culo, mi piace moltissimo anche così. Il mio corpo con te si apre al solo sfiorarlo, è tutto così piacevole. Inizio a toccarmi da sola con una mano e questa cosa mi fa godere tantissimo. Poi sento che il tuo respiro cambia, si fa più affannato. Mi sbatti sempre più forte, finchè non ti sento venire. E' sempre un peccato non poterti vedere, perché quando vieni sei al massimo della tua bellezza e potenza, è come se tu provenissi da un altro mondo.
Una voce mi sorprende alle spalle: “I giapponesi sono un popolo davvero incredibile.” Mi giro e ti vedo accanto a me, come sempre quando sei a distanza ravvicinata non riesco ad articolare un pensiero logico. È come se le onde cerebrali si spostassero su un’altra frequenza e tutto accade velocemente.
Cerco la tua bocca e la tua lingua sempre così generosa. Una volta ho sognato che ero diventata piccolissima, mi tenevi nella tua mano e con la tua lingua enorme mi leccavi tutta intera dai piedi fino ai capelli facendomi rabbrividire.
Mi infili una mano tra le gambe e risali lentamente. “Ma cosa fai?” riesco a chiedere. Le tue dita si infilano nelle mutandine e iniziano a toccarmi con delicatezza. Mi sfiorano il clitoride facendomi vedere le stelle. Mi fai bagnare e le mie gambe cominciano a tremare. Ci spostiamo in un angolo. Mi appoggio al muro, ti inginocchi davanti a me, mi apri le gambe e inizi a leccarmela, come sai fare così bene, finchè non resisto più e tirandoti per i capelli ti dico "per favore dammelo". Allora ti apri i pantaloni, con un gesto deciso mi tiri giù le mutandine e me lo infili dentro tenendo sollevata una gamba. Inizi a muoverti piano poi sempre più veloce. Il piacere è enorme e non riesco a non gemere, così mi metti una mano sulla bocca e questo aumenta il piacere. Poi ti avvicini al mio orecchio e mi dici "fammi sentire come vieni", mi arriva come una scarica elettrica nel cervello e non capisco più nulla, arriva l'orgasmo e il mio corpo si muove da solo in un modo che non posso controllare. Quando riapro gli occhi mi prendi per i capelli e mi giri. Appoggio le mani sulla libreria, alcuni libri cadono. Mi afferri i fianchi e me lo metti nel culo, mi piace moltissimo anche così. Il mio corpo con te si apre al solo sfiorarlo, è tutto così piacevole. Inizio a toccarmi da sola con una mano e questa cosa mi fa godere tantissimo. Poi sento che il tuo respiro cambia, si fa più affannato. Mi sbatti sempre più forte, finchè non ti sento venire. E' sempre un peccato non poterti vedere, perché quando vieni sei al massimo della tua bellezza e potenza, è come se tu provenissi da un altro mondo.
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