Il mondo di Tess

di
genere
dominazione

Questo lungo racconto ad episodi ha la necessità di una spiegazione preventiva.
Il racconto si basa su delle confidenze, volontarie.
Non ho mai conosciuto di persona Tess.
Mai ho desiderato conoscerla, ma mi sono trovato a condividere la sua angoscia.
Spero ancora oggi che abbia trovato un modo di sopravvivere.
Magari di essere felice.
Come osserverete è scritto in parte da me come narratore ed è la parte meno vera, ho dovuto lavorare molto di fantasia.
Lei, Tess… era molto restia a raccontare del nipote, come se temesse più il giudizio negativo sull'incesto che sulla sodomizzazione di gruppo che subiva, quindi in parte è stato ricostruito intervenendo dove mi mancavano i particolari.
Poi le parti invece dove lei parla in prima persona, tutto è più vero.

T.

(Ecco il momento che Tess inizia a raccontarsi in prima persona.)

E’ un giorno di metà luglio…

-Tess… è per te.-.
Mio cognato mi porge il telefono.
-Pronto…-.
-Ciao Tess…-.
Oddio…! E' lui! Aveva promesso che mi lasciava in pace, invece da quel gran bastardo che e'… ma perché non riesco a sbattere giù la cornetta come sarebbe opportuno e logico? Sto lì… imbambolata, incapace di reagire e lui ne approfitta…
-Sento molto la tua mancanza… da quando mi hai lasciato non penso che a te e così ho deciso di chiamarti, ho tanto desiderio di… lo sai cosa… e penso che anche tu…-.
Ancora non riesco a reagire… non riesco a respirare…
-Ti aspetto, ti aspettiamo… sabato alle tre… nel piazzale del supermercato a ****, vieni…-
Con uno sforzo sovrumano riesco a chiudere la comunicazione, il mio viso deve mostrare il mio stato d’animo perché tutti mi fissano, lascio di corsa il soggiorno e mi rifugio in camera mia.
Il cuore mi martella nel petto, le pareti sembrano crollarmi addosso…
Bussano alla porta.
-Tess…?-.
E' mia sorella.
-Tess… tutto bene…?-.
-Va tutto bene… non preoccupatevi-.
Mi riprendo lentamente… devo scendere a cena, altrimenti… sai le mie sorelle!
Ora mi controllo e riesco a nascondere l'agitazione che si e' impadronita di me, finito di cenare aiuto a sparecchiare e a mettere i piatti nella lavastoviglie, poi esco in giardino a prendere una boccata d'aria.
-Tess…-.
E' Giacomo.
-Tess… che e' successo? Era lui…?-.
A Giacomo avevo confidato qualcosa quella sera che avevo risolto i suoi problemi di sesso, non molto… avevo appena accennato che l’uomo che frequentavo mi aveva costretto a rapporti con un amico… lui presente, ma la realtà era ben diversa.
-Si, era lui… mi aveva promesso che mi lasciava in pace…-.
-Mi dispiace molto di vederti in questo stato, se posso fare qualcosa…-.
-Ti ringrazio…-.
Purtroppo solo io posso fare qualcosa e non ne ho la forza.
Salgo in camera, mi spoglio e mi stendo sul letto, sono esausta… agitata e incredibilmente eccitata, mi tasto e mi ritrovo bagnata fino alle cosce, prendo a toccarmi… a penetrarmi con due dita in vagina e poi quando sono bagnate per bene… nel sedere… le giro e rigiro per allentare la morsa del muscolo anale e finalmente riesco a penetrarmi in profondità e intanto penso a lui e… all'altro.
Sapevo cosa avevano intenzione di farmi quella sera e ci andai comunque, i soliti preliminari, i loro membri in bocca… le strizzate di capezzoli sempre più violente e poi… legata ad un tavolino gambe e braccia a pancia in giù… a gambe divaricate. Prima le sculacciate sempre più forti, il sedere mi bruciava, potevo solo guaire dal dolore, guai a gridare… le loro dita nell'ano… e poi a turno il pene dentro a fondo, con determinazione… senza alcuna delicatezza, quando uno aveva goduto era la volta dell'altro e il primo mi porgeva il suo arnese da nettare con la lingua. Per due volte a testa violano il mio posteriore, scaricando nel mio intestino il loro seme caldo… e io… godo di tutto… della loro violenza… dei loro insulti… e alla fine un orgasmo diverso, non vaginale, mi scuote tutta, loro se ne accorgono e ridono di me, di me… che li imploro di fottermi nel culo ancora.
Il rivivere quell'amplesso anche adesso mi causa eccitazione, voglia, desiderio irrefrenabile… e poi sconcerto e umiliazione.
Sabato ci andrò, non posso farne a meno!
Aspetto con ansia il momento e il sabato sono lì prima delle tre, sono già in preda ad un'eccitazione pazzesca, sistemo la macchina e guardo nel parcheggio, ancora non vedo la sua macchina.
Ora entra, gira e parcheggia vicino, abbassa il finestrino e mi fa cenno di raggiungerlo, obbedisco e si apre la portiera posteriore… ma… sono in tre! Perché mi eccita ancora di più la cosa? Perché penso… meglio così…? Lui rimane davanti alla guida gli altri due assieme a me dietro.7
Subisco le loro carezze mentre andiamo. Le loro mani palpano… premono… penetrano. Avvisano lui che guida di quanto sono bagnata, io godo diverse volte. Il viaggio dura una mezz'ora e ho modo di conoscere i loro cazzi duri.
Hanno affittato un cottage vicino al lago, dove dopo andranno a pescare. Arriviamo… mi conducono dentro, mi spogliano… no… mi strappano i vestiti di dosso infoiati come sono e comincia la giostra, li devo prendere in bocca, noto che l’ultimo arrivato… non so il suo nome… ha un pene mostruoso… non lungo… e' normale… ma grosso… largo… veramente grosso. Mi spupazzano qua e là come una bambola di pezza, sono in loro balia… mi fanno godere ancora, ma loro si trattengono dal venire, finalmente arriva la parte che aspettavo con ansia, un tavolo… i cordini… mi legano gambe e braccia a pancia sotto, i miei buchi sono a loro disposizione oscenamente offerti… e comincia la vera festa.
Prima lui… mi prende senza riguardi… spinge fino in fondo… dolore…! Sbatte a lungo contro i miei glutei e poi sento che viene dentro di me con getti di sperma e urla gutturali, poi il cambio.. ancora lo sbattere contro le mie natiche e ancora lo sperma nell'intestino, poi l'ultimo… il più largo, quello dal cazzo enorme! Fa fatica ad entrare da quanto e' grosso.. dio se spinge..! Se insiste..! Ooh..! Si! Come lo sento..! Mi sta aprendo… mi sta sfasciando e comincio a godere del dolore e della penetrazione… e urlo… e smanio… mi riempie anche lui e si ritrae… mi lasciano lì… esposta e con dei rivoli di sperma che sento spandersi fuori dal buco e scivolare sulle cosce.
Loro si complimentano a vicenda, bevono una birra… ridono… si avvicinano e cominciano a fare commenti osceni sul mio culo…
-Le voglio pisciare dentro…-.
-Si… così le puliamo l'intestino a questa troia…-
Sono aperta… sento appoggiarsi la cappella e un liquido caldo irrorarmi… per buona parte esce subito…
-Questa è una vera latrina…-
Ma perché questi insulti… il loro disprezzo… ha questo effetto dirompente nel mio cervello? Godo… godo mentalmente nell'essere trattata così!.
Poi le sculacciate… le cinghiate… le penetrazioni con le dita raccolte nell'ano e in vagina, poi loro sono di nuovo in tiro e ricominciano… a turno me lo mettono in bocca. Mi tengono forte per i capelli e mi fottono la bocca.
Ora tornano di dietro, durano di più… e affondano il loro piolo di carne con maggior forza e a lungo… molto a lungo. Vogliono solo il culo. Nuovamente il dolore e l'umiliazione, condizione che mi da' un godimento eccelso, un orgasmo senza fine… e il senso della impossibilità di sentirmi sazia… ne voglio ancora e ancora… altri uomini… altri cazzi…! Tanti… tantissimi… uno dietro all'altro!!
Mi slegano, mi dicono di sbrigarmi a fare un po' di pulizia e ordine che vogliono andare a pescare, lui mi da un passaggio in paese.
-Ci sentiamo!-.
Mi scarica e via.
Rientro a casa di nascosto, non voglio farmi vedere.
Passata l'eccitazione subentra la vergogna.

Tibet.
di
scritto il
2017-10-29
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