A casa

di
genere
incesti

Mentre torniamo verso casa ho quasi male al sedere da quanto ha cercato di allargarmi, ma non mi interessa. Da lui potrei farmi fare qualsiasi cosa.
Lo osservo mentre guida. È bello. È mio pensare di doverlo dividere con altre donne mi fa male al cuore, ma so che succede e succederà ancora. È inevitabile. Ma questo non fa meno male. Metto una mano sulla sua, sul cambio, e intreccio le dita.
“Amore…”
Lui gira un attimo il capo verso di me e mi sorride. Oddio… ho già voglia di lui. Sento un fremito, il cuore batte a mille, mi viene d'istinto chiudere le gambe, sentire il clitoride pulsare…
“Tutto bene?”
Un istante solo mi guarda, e io vorrei aprire le cosce e che mi saltasse addosso e mi sbattesse con tutta la sua forza, che mi facesse sentire che sono sua. Che mi faccia anche male, non mi interessa, solo con lui mi senti completa.
“Io… non lo so…”
Allunga la mano, mi accarezza la guancia. Io chiudo gli occhi e mi lascio coccolare.
“Tesoro, che succede?”
Mi muovo sul sedile e, in quel momento, sento il suo sperma colare da dentro di me. Non c’è nulla di più… sconvolgente. Gli bacio il palmo della mano, iniziò a leccarlo. Vorrei leccare altro…
“Mi manchi…”
“A casa rimedio.”
“Grazie.”
Non ce la faccio, sono malata probabilmente, porto due dita dentro la mia carne, raccolgo il suo sperma e poi… lo bevo. È il sapore più buono della terra.
“Sorella cosa…”
“Ti voglio… sempre…”
“Mi avrai, tutte le volte che vuoi.”
Queste sue parole sono quasi un orgasmo per me. Non resisto, inizio a toccarmi. E farlo mentre ho il suo sperma dentro è…
“E tu avrai me, ogni volta che lo vorrai.”
Lui ride quando capisce che mi sto toccando.
“Se ti lascio un attimo sola temo ti scoperesti anche il cambio.”
Affondo le dita dentro di me, apro le cosce.
“Se serve a tenerti mio sì, lo farò.”
“Sul serio?”
Le dita si muovo dentro e fuori dal mio corpo, stringo la sua mano.
“Tienimi tua e farò quello che vuoi.”
“A casa ti sfondo.”
L'orgasmo mi esplode improvviso, nemmeno me l'aspettavo, non riesco a tenere fermo il bacino, pare che abbia le convulsioni. In realtà ho appena goduto da morire… chi se ne frega di cosa indosso, chi se ne frega della sicurezza stradale… slaccio la cintura e mi accoccolo sulla sua coscia.
“Ti amo.”
Mi accarezza dolcemente.
“Ti amo anche io.”
Arriviamo a casa, entriamo zitti zitti per non svegliare i miei e andiamo diretti in camera mia. Gli salto addosso e gli metto la lingua in bocca. Lui mi solleva dal culo e mi sbatte contro il muro. Adoro sentirlo contro di me. Il suo corpo, il suo peso, addosso a me mi trasmette un senso di protezione… mi fa stare bene, mi fa stare serena. Mi spoglio in un attimo, mi butto sul letto e apro le gambe. Sono oscena, sono porca, voglio lui.
Faccio fatica a non urlare quando mi penetra. Sono talmente fradicia che affonda tutto subito.
“Sorella tu il cazzo me lo divori!”
“Lo voglio solo per me.”
“Tu sei pazza, ma ti amo.”
Apro le gambe ancora di più, intreccio i piedi dietro i suoi fianchi e lo incito.
“Sfondami fratello.”
Lui spinge con tutta la sua forza, lo sento penetrarmi con foga, affonda dentro di me senza pietà. Il suo corpo sbatte contro il mio clitoride da far male. Per me è piacere. Vorrei urlare, mi scappa un urletto.
“Sshh…”
“Non ce la faccio.”
Ogni affondo lo sento sempre più dentro. Esce quasi tutto e poi torna dentro con una spinta, un vigore, un’energia che mi sento… non lo so… non ho parole per descriverlo.
Mi porge la mano. Di taglio. Non capisco.
“Non urlare. Se vi scoprono i vecchi siamo rovinati. Mordi.”,
“Cosa?”
“Mordimi la mano.”
È la cosa più bella che mi abbia mai detto. All'inizio faccio piano, ho paura di fargli male. Ma poi Teo ricomincia a sbattermi con vigore, con forza e addio neuroni.
Quando poi appoggia la mano libera sul mio ventre per tenermi schiacciata giù, per me è la fine. Nemmeno mi rendo conto che i miei denti stanno stringendo la sua carne. Sono annebbiata dal piacere, perdo la connessione con la realtà e non so dire quante volte il mio corpo esplode. Una? Tre? Cento? Mille? È un orgasmo unico e costante e infinito.
Quando mi riprendo siamo stesi nel letto, Teo mi tiene abbracciata e io sto con la testa sul suo petto.
“Domani avrò male alla passera da non riuscire a camminare.”
Mi bacia. Sono felice.
“E allora la cureremo e le faremo un'altra iniezione di amore.”
Rido. Lo bacio.
Vorrei dormisse qui con me, ma non possiamo.
scritto il
2017-11-17
2 2 . 3 K
visite
1
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

In Auto

racconto sucessivo

Un paio di mutande - 1 -
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.