Sono pazza
di
Della Morte della Vita
genere
masturbazione
L'altro giorno è stato tutto così improvviso… che l'orgasmo è arrivato veloce e imprevisto. Ho rimesso a posto quel tubo e tutto è finito lì. Ma quell'episodio ha riaperto il mio vaso di Pandora e ora ho voglia. Ho tanta voglia da recuperare e… quasi mi fa paura.
La verità è che ho voglia di essere presa e… perdonatemi il linguaggio, di essere sbattuta con forza, di sentirmi presa dall'uomo, di sentirmi sua vittima, se così vogliamo dire. Ma non c'è nessuno uomo, non c'è più nessuno. Quello che posso fare è masturbarmi. L'ho fatto anche ieri notte. Non so che sogno avessi fatto, ma mi sono svegliata nell'oscurità piena di voglia. E bagnata. Quando ho allungato un dito ero già bagnata. Non umida… non ero solo umida, ero davvero bagnata.
Mi sono masturbata.
Avrei voluto gemere, ansimare, gridare e urlare mentre le mie dita si muovevano dentro il mio sesso. Avrei voluto sentire due mai forte che mi aprivano le gambe e sentire un grosso membro farsi largo dentro di me. Il più grosso che abbia mai preso, capace di farmi godere e soddisfarmi, ma al tempo stesso farmi male e punirmi per la mia incapacità di controllare il piacere.
Ma nulla di tutto questo è successo.
Ho dovuto fare piano, mordere il cuscino e, silenziosa come un fantasma, rubare un dannato orgasmo al mondo, ficcandomi due dita dentro la carne e scopandomi con quelle. Ho goduto? Certo. Ma è stata una cosa rubata e silenziosa, controllata. Non quello che vorrei ora, persino mentre scrivo.
Almeno questa mattina sono libera, il mio secondino non c'è. Sono ancora umida quando mi sveglio. L'orgasmo della notte non mi ha calmata, ha avuto l'effetto contrario. Non ci vuole molto prima che il tubo della schiuma da barba di mio zio sia tra le mani. In realtà è uno vecchio e vuoto, che lui aveva buttato via e io ho salvato. Devo stare attenta, se lo scoprisse sarebbe un vero casino, ma forse sarebbe ancora peggio se, per qualche stupida disattenzione mia, sentisse l'odore del mio sesso mentre si fa la barba…
Sono mesi che non gioco, che non combino una delle mie porcate, che non scopo. Quasi una vita di clausura.
Sono emozionata tanto che mi tremano le mani, il cuore batte impazzito. Tra le gambe la situazione è fuori controllo. E ora vorrei ci fosse qualcuno a guardarmi, che mi guardasse in faccia mentre godo e guardasse la mia figa mentre si apre e accoglie quel tubo immenso.
Sono sola.
Fosse un dildo ci sarebbe meno difficoltà. Questo ha la punta piatta. Non è certo pensato per questo uso improprio. Sorrido, penso che dovrei scrivere alla nivea. “Fate i tubi della schiuma da barba più ergonomici.” La parte del tappo ha la spigolo vivo, mi fa paura. Lo giro a contrario posandolo a terra davanti al grande specchio che ho in camera. Il fondo ha gli spigoli leggermente mussati. Sono pazza guardare questi dettagli, sono pazza a voler fare questa cosa.
Sarò spettatrice di me stessa.
Bene. E ora?
Sono agitata. Per mille motivi. Sono eccitata.
Posso fermarmi. Posso far sparire tutto, farmi una doccia, e tutto sarà tranquillo. A parte me.
Sono davanti allo specchio, in piedi, sopra al tubo, che punta oscenamente al mio sesso. Un sesso bagnato e voglioso. Quando ci metto due dita quasi mi spavento per le condizioni in cui lo trovo. La mia povera vagina…
Guardo il riflesso del cilindro. Mi sembra ancora più grande di prima… è enorme. Non entrerà mai.
Mi inginocchio, il tubo tra le mie cosce, il culo sui talloni, i piedi perpendicolari al suolo. Non è proprio una posizione comoda. I capezzoli sono drittissimi. Inizio ad accarezzarmi, la mano che si muove sul mio sesso, le dita che si concentrano sul clitoride, i brividi che mi salgono a cervello… potrei venire così… un orgasmo ora subito veloce.
Mi alzo sulle ginocchia e mi faccio avanti. Cristo… quanto è alto… dritta sulle ginocchia e questo coso quasi mi sbatte sul pube. Devo impegnarmi, allungarmi e muovere il bacino per riuscire a portarmi in posizione. Non è facile. Non è comodo. È mortalmente eccitante. La mia figa sta colando senza ritegno. Con le dita apro le labbra e cerco, se possibile, che quel coso, si appoggi direttamente al mio buchino…
Lo sento. È freddo. È grosso.
Non è più un qualsiasi coso… ora è il mio cazzo di acciaio. Non sono più sicura di volerlo dentro.
Forse… vorrei qualcuno, ora, che mi posasse le mani sulle spalle e mi spingesse giù. Probabilmente morirei.
Guardatemi.
Inspiro a fondo. Butto tutto fuori.
Scendo.
Lo sento… ma non va bene… non entra. Scappa via.
Tutto da rifare. Merda. Sarebbe stato bello.
In un attimo tutto torna al suo posto.
Questa volta, però, mi piego in avanti e tengo il cazzo con una mano. Fatico a guardarmi allo specchio…
Sono pronta.
Abbasso un poco le gambe.
Sì… lo sento…
Aggiusto la posizione muovendo il bacino… cerco di aprirmi… rilascio ancora un poco le gambe…
Ecco.
Lo sento. Sta spingendo contro la mia carne. I bordi sono in tensione. La mia figa fa resistenza.
Lo so che lo vuole anche lei…
Continuo a muovere il bacino sulla cima del gigante… gli umori colano, lo stanno lubrificando, io sto convincendo la mia carne ad aprirsi… è solo questione di tempo. E l'idea che tra poco questo mostro sarà dentro di me mi elettrizza, mi eccita e mi spaventa allo stesso tempo.
Alzo gli occhi. Eccomi nello specchio. Sono indecente e vergognosa. Se fosso un uomo mi ecciterei a guardarmi, ma non so se poi mi scoperei.
“Vaffanculo, non mi serve il cazzo.”
Faccio forza con le gambe per alzarmi un poco e poi…. Poi mi rilasso. Il mio corpo scende. La mia figa si apre. Lo sento. Mi sembra enorme. Sento resistenza ancora per un instante e poi… di colpo… è dentro. Spalanco gli occhi, grido, fa male. Per la sorpresa scivolo in indietro, cado.
Respiro affannata. Sento come mi stessero tirando i bordi del sesso. Fa male.
Alzo la testa.
Sono oscena, stesa a terra con le gambe divaricate, nuda, e quel tubo dentro di me. Anche se di poco, è dentro.
E ora dovrei spingerlo? No… impossibile.
Allungo le mani, inizio a toccarmi il clitoride.
E mentre mi tocco, mentre mi do piacere, come le altre volte, la mia mente viaggia. Immagina due uomini a tenermi ferme le gambe e le braccia. Io cerco di divincolarmi, di ribellarmi, ma loro sono troppo forti. Non lo so… non so se mi sto ribellando veramente o solo per gioco, perché so che così facendo li eccito. E poi ne arriva un terzo, si porta tra le mie cosce.
“Tenetela ferma, dobbiamo prepararla.”
Li supplico di fermarsi, inutilmente.
E mentre mi tengono ferma, a turni, mi mettono la lingua in bocca. E io lo bacio con foga con passione.
“Iniziamo.”
“Vi prego… no…”
“Dobbiamo farlo, lo sai.”
“No… non lo so.. perché?”
Mi stanno scopando con tre dita. Sto godendo.
Quello alla mia destra mi sorride.
“Dobbiamo aprirti. E dopo ti fotteremo insieme.”
“Potete già farlo.”
Si piega, mi bacia.
“Non hai capito. Contemporaneamente.”
Sgrano gli occhi.
“No… vi prego… no… mi ucciderete…”
In realtà non vedo l'ora. L'idea mi eccita fuori misura.
E quando il terzo tira fuori il tubo e inizia a spingere, il mio orgasmo esplode e mi travolge.
La verità è che ho voglia di essere presa e… perdonatemi il linguaggio, di essere sbattuta con forza, di sentirmi presa dall'uomo, di sentirmi sua vittima, se così vogliamo dire. Ma non c'è nessuno uomo, non c'è più nessuno. Quello che posso fare è masturbarmi. L'ho fatto anche ieri notte. Non so che sogno avessi fatto, ma mi sono svegliata nell'oscurità piena di voglia. E bagnata. Quando ho allungato un dito ero già bagnata. Non umida… non ero solo umida, ero davvero bagnata.
Mi sono masturbata.
Avrei voluto gemere, ansimare, gridare e urlare mentre le mie dita si muovevano dentro il mio sesso. Avrei voluto sentire due mai forte che mi aprivano le gambe e sentire un grosso membro farsi largo dentro di me. Il più grosso che abbia mai preso, capace di farmi godere e soddisfarmi, ma al tempo stesso farmi male e punirmi per la mia incapacità di controllare il piacere.
Ma nulla di tutto questo è successo.
Ho dovuto fare piano, mordere il cuscino e, silenziosa come un fantasma, rubare un dannato orgasmo al mondo, ficcandomi due dita dentro la carne e scopandomi con quelle. Ho goduto? Certo. Ma è stata una cosa rubata e silenziosa, controllata. Non quello che vorrei ora, persino mentre scrivo.
Almeno questa mattina sono libera, il mio secondino non c'è. Sono ancora umida quando mi sveglio. L'orgasmo della notte non mi ha calmata, ha avuto l'effetto contrario. Non ci vuole molto prima che il tubo della schiuma da barba di mio zio sia tra le mani. In realtà è uno vecchio e vuoto, che lui aveva buttato via e io ho salvato. Devo stare attenta, se lo scoprisse sarebbe un vero casino, ma forse sarebbe ancora peggio se, per qualche stupida disattenzione mia, sentisse l'odore del mio sesso mentre si fa la barba…
Sono mesi che non gioco, che non combino una delle mie porcate, che non scopo. Quasi una vita di clausura.
Sono emozionata tanto che mi tremano le mani, il cuore batte impazzito. Tra le gambe la situazione è fuori controllo. E ora vorrei ci fosse qualcuno a guardarmi, che mi guardasse in faccia mentre godo e guardasse la mia figa mentre si apre e accoglie quel tubo immenso.
Sono sola.
Fosse un dildo ci sarebbe meno difficoltà. Questo ha la punta piatta. Non è certo pensato per questo uso improprio. Sorrido, penso che dovrei scrivere alla nivea. “Fate i tubi della schiuma da barba più ergonomici.” La parte del tappo ha la spigolo vivo, mi fa paura. Lo giro a contrario posandolo a terra davanti al grande specchio che ho in camera. Il fondo ha gli spigoli leggermente mussati. Sono pazza guardare questi dettagli, sono pazza a voler fare questa cosa.
Sarò spettatrice di me stessa.
Bene. E ora?
Sono agitata. Per mille motivi. Sono eccitata.
Posso fermarmi. Posso far sparire tutto, farmi una doccia, e tutto sarà tranquillo. A parte me.
Sono davanti allo specchio, in piedi, sopra al tubo, che punta oscenamente al mio sesso. Un sesso bagnato e voglioso. Quando ci metto due dita quasi mi spavento per le condizioni in cui lo trovo. La mia povera vagina…
Guardo il riflesso del cilindro. Mi sembra ancora più grande di prima… è enorme. Non entrerà mai.
Mi inginocchio, il tubo tra le mie cosce, il culo sui talloni, i piedi perpendicolari al suolo. Non è proprio una posizione comoda. I capezzoli sono drittissimi. Inizio ad accarezzarmi, la mano che si muove sul mio sesso, le dita che si concentrano sul clitoride, i brividi che mi salgono a cervello… potrei venire così… un orgasmo ora subito veloce.
Mi alzo sulle ginocchia e mi faccio avanti. Cristo… quanto è alto… dritta sulle ginocchia e questo coso quasi mi sbatte sul pube. Devo impegnarmi, allungarmi e muovere il bacino per riuscire a portarmi in posizione. Non è facile. Non è comodo. È mortalmente eccitante. La mia figa sta colando senza ritegno. Con le dita apro le labbra e cerco, se possibile, che quel coso, si appoggi direttamente al mio buchino…
Lo sento. È freddo. È grosso.
Non è più un qualsiasi coso… ora è il mio cazzo di acciaio. Non sono più sicura di volerlo dentro.
Forse… vorrei qualcuno, ora, che mi posasse le mani sulle spalle e mi spingesse giù. Probabilmente morirei.
Guardatemi.
Inspiro a fondo. Butto tutto fuori.
Scendo.
Lo sento… ma non va bene… non entra. Scappa via.
Tutto da rifare. Merda. Sarebbe stato bello.
In un attimo tutto torna al suo posto.
Questa volta, però, mi piego in avanti e tengo il cazzo con una mano. Fatico a guardarmi allo specchio…
Sono pronta.
Abbasso un poco le gambe.
Sì… lo sento…
Aggiusto la posizione muovendo il bacino… cerco di aprirmi… rilascio ancora un poco le gambe…
Ecco.
Lo sento. Sta spingendo contro la mia carne. I bordi sono in tensione. La mia figa fa resistenza.
Lo so che lo vuole anche lei…
Continuo a muovere il bacino sulla cima del gigante… gli umori colano, lo stanno lubrificando, io sto convincendo la mia carne ad aprirsi… è solo questione di tempo. E l'idea che tra poco questo mostro sarà dentro di me mi elettrizza, mi eccita e mi spaventa allo stesso tempo.
Alzo gli occhi. Eccomi nello specchio. Sono indecente e vergognosa. Se fosso un uomo mi ecciterei a guardarmi, ma non so se poi mi scoperei.
“Vaffanculo, non mi serve il cazzo.”
Faccio forza con le gambe per alzarmi un poco e poi…. Poi mi rilasso. Il mio corpo scende. La mia figa si apre. Lo sento. Mi sembra enorme. Sento resistenza ancora per un instante e poi… di colpo… è dentro. Spalanco gli occhi, grido, fa male. Per la sorpresa scivolo in indietro, cado.
Respiro affannata. Sento come mi stessero tirando i bordi del sesso. Fa male.
Alzo la testa.
Sono oscena, stesa a terra con le gambe divaricate, nuda, e quel tubo dentro di me. Anche se di poco, è dentro.
E ora dovrei spingerlo? No… impossibile.
Allungo le mani, inizio a toccarmi il clitoride.
E mentre mi tocco, mentre mi do piacere, come le altre volte, la mia mente viaggia. Immagina due uomini a tenermi ferme le gambe e le braccia. Io cerco di divincolarmi, di ribellarmi, ma loro sono troppo forti. Non lo so… non so se mi sto ribellando veramente o solo per gioco, perché so che così facendo li eccito. E poi ne arriva un terzo, si porta tra le mie cosce.
“Tenetela ferma, dobbiamo prepararla.”
Li supplico di fermarsi, inutilmente.
E mentre mi tengono ferma, a turni, mi mettono la lingua in bocca. E io lo bacio con foga con passione.
“Iniziamo.”
“Vi prego… no…”
“Dobbiamo farlo, lo sai.”
“No… non lo so.. perché?”
Mi stanno scopando con tre dita. Sto godendo.
Quello alla mia destra mi sorride.
“Dobbiamo aprirti. E dopo ti fotteremo insieme.”
“Potete già farlo.”
Si piega, mi bacia.
“Non hai capito. Contemporaneamente.”
Sgrano gli occhi.
“No… vi prego… no… mi ucciderete…”
In realtà non vedo l'ora. L'idea mi eccita fuori misura.
E quando il terzo tira fuori il tubo e inizia a spingere, il mio orgasmo esplode e mi travolge.
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