Corvo
di
scura è la notte
genere
dominazione
Piove , Flavia prepara le lucerne per la notte non manca molto al tramonto , le rabbocca d'olio con mano ferma .
-”quella piccola di bronzo rimettila dove l'hai trovata”-
Ecco la sua ora , le ultime luci del giorno cedono la terra a una notte senza luna , lui si prepara . Ora è come olio nell'acqua , nessuno gli rivolge parola ne uno sguardo si posa su di lui . Nudo accende la piccola lucerna di bronzo , l'olio da vita a una fiamma scura , porpora , incomincia la danza di un sottile filo di fumo nero . Indossa la nera tunica , calmo respira . Pronto porta il suo gladio sulla debole fiamma , interrompe la danza del sottile fumo . Lui osserva la lucente lama far suo il nero fumo , lo guarda spandersi come un male incurabile . Con le dita raccoglie quel denso nero e abbandonando se stesso le passa sulla sua pelle . Prima il suo volto , prima le sue palpebre , si prende il tempo . Non una preghiera , non una richiesta sale al cielo dalla sua bocca , in silenzio di dona alla notte buia ricoprendo il suo corpo . Finito con questo brunisce ogni parte del suo gladio , lento , metodico , osserva il risultato . Con la sua arma in mano cammina , le sentinelle al suo passare si voltano , il grande portone gli viene aperto . Lui ora è a caccia . Con il rumore del portone che si chiude il vociare dei soldati riprende , sollevati forse . La foresta lo accoglie , la notte lo nasconde , silenzioso si muove ,aspettando un rumore rivelatore . Poveri stolti vi ha sentito , solo il suono di passi leggeri è bastato . Immobile chiude gli occhi , ora anche quel poco bianco rimasto scompare mentre gli camminate affianco, ignari lo superate . Siete già morti. Il primo sente come un battito d'ali ma è il suo gladio che taglia l'aria e il collo , non emette suono umano , solo quello di un corpo che cade in ginocchio . Il secondo si volta verso il rumore , il tatuaggio blu sulla sua gola si squarcia , sangue e urina bagnano la terra . Il terzo chiama piano i compagni , si pente subito del suo errore , la punta del gladio gli spacca il cuore . Il quarto scappa , lui insegue la sua preda , non va lontano , quell'ombra è puro terrore , cade , a terra brandisce un pugnale . È una donna nota lui . Lei in ginocchio agita il pugnale verso di lui , l'ombra le cammina intorno sussurra qualcosa , forse gli promette valva la vita . La guerriera con i capelli color del grano maturo , tatuata , occhi colmi di orrore si taglia gli abiti di pelle col pugnale . Costretta carponi lui la possiede come un animale , viene violata contro natura con ferocia . Schizza il suo seme sul suo volto , gli urina addosso . Lui la strattona per i capelli , in piedi gli sussurra qualcosa all'orecchio , lei sembra ripetere qualcosa , la strattona violentemente ancora , lei ripete fino a quando lui non è soddisfatto . Lui lascia presa , lei scatta come una lepre inseguita da un lupo e urla . Urla in modo disperato , folle , spaventoso , sempre la stessa frase . Le urla lontane della donna fanno rabbrividire anche le sentinelle di guardia , gli pare di distinguere delle parole , CORVO UCCIDERÀ TUTTI, ma loro già le conoscono. Lui guarda le stelle , ha ancora tempo . Sceglie un albero , si arrampica , aspetta . Altri stolti arriveranno , prede in cerca di vendetta , offuscati dalla rabbia . Il sole è appena sorto quando lui torna al suo all'accampamento , il nero opaco si mischia al rosso del sangue delle sue prede . Non una parola , non uno sguardo su di lui . Tutti i soldati romani temono i Pitti ma ancora di più temono lui , optio Corvo.
-”....padrone...”-
-”quella piccola di bronzo rimettila dove l'hai trovata”-
Ecco la sua ora , le ultime luci del giorno cedono la terra a una notte senza luna , lui si prepara . Ora è come olio nell'acqua , nessuno gli rivolge parola ne uno sguardo si posa su di lui . Nudo accende la piccola lucerna di bronzo , l'olio da vita a una fiamma scura , porpora , incomincia la danza di un sottile filo di fumo nero . Indossa la nera tunica , calmo respira . Pronto porta il suo gladio sulla debole fiamma , interrompe la danza del sottile fumo . Lui osserva la lucente lama far suo il nero fumo , lo guarda spandersi come un male incurabile . Con le dita raccoglie quel denso nero e abbandonando se stesso le passa sulla sua pelle . Prima il suo volto , prima le sue palpebre , si prende il tempo . Non una preghiera , non una richiesta sale al cielo dalla sua bocca , in silenzio di dona alla notte buia ricoprendo il suo corpo . Finito con questo brunisce ogni parte del suo gladio , lento , metodico , osserva il risultato . Con la sua arma in mano cammina , le sentinelle al suo passare si voltano , il grande portone gli viene aperto . Lui ora è a caccia . Con il rumore del portone che si chiude il vociare dei soldati riprende , sollevati forse . La foresta lo accoglie , la notte lo nasconde , silenzioso si muove ,aspettando un rumore rivelatore . Poveri stolti vi ha sentito , solo il suono di passi leggeri è bastato . Immobile chiude gli occhi , ora anche quel poco bianco rimasto scompare mentre gli camminate affianco, ignari lo superate . Siete già morti. Il primo sente come un battito d'ali ma è il suo gladio che taglia l'aria e il collo , non emette suono umano , solo quello di un corpo che cade in ginocchio . Il secondo si volta verso il rumore , il tatuaggio blu sulla sua gola si squarcia , sangue e urina bagnano la terra . Il terzo chiama piano i compagni , si pente subito del suo errore , la punta del gladio gli spacca il cuore . Il quarto scappa , lui insegue la sua preda , non va lontano , quell'ombra è puro terrore , cade , a terra brandisce un pugnale . È una donna nota lui . Lei in ginocchio agita il pugnale verso di lui , l'ombra le cammina intorno sussurra qualcosa , forse gli promette valva la vita . La guerriera con i capelli color del grano maturo , tatuata , occhi colmi di orrore si taglia gli abiti di pelle col pugnale . Costretta carponi lui la possiede come un animale , viene violata contro natura con ferocia . Schizza il suo seme sul suo volto , gli urina addosso . Lui la strattona per i capelli , in piedi gli sussurra qualcosa all'orecchio , lei sembra ripetere qualcosa , la strattona violentemente ancora , lei ripete fino a quando lui non è soddisfatto . Lui lascia presa , lei scatta come una lepre inseguita da un lupo e urla . Urla in modo disperato , folle , spaventoso , sempre la stessa frase . Le urla lontane della donna fanno rabbrividire anche le sentinelle di guardia , gli pare di distinguere delle parole , CORVO UCCIDERÀ TUTTI, ma loro già le conoscono. Lui guarda le stelle , ha ancora tempo . Sceglie un albero , si arrampica , aspetta . Altri stolti arriveranno , prede in cerca di vendetta , offuscati dalla rabbia . Il sole è appena sorto quando lui torna al suo all'accampamento , il nero opaco si mischia al rosso del sangue delle sue prede . Non una parola , non uno sguardo su di lui . Tutti i soldati romani temono i Pitti ma ancora di più temono lui , optio Corvo.
-”....padrone...”-
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