Amore Proibito (16) Ultimi Giochi
di
Sexysheriff
genere
incesti
Amore Proibito (16) Ultimi Giochi
di sexysheriff
CAPITOLO 16
Quindici giorni dopo Sara andò a fare la spesa il sabato mattina, Federico dormiva ancora. Quando rientrò lo trovò al tavolo da studio, la testa china sui libri e gli diede un bacio sulla nuca.
- Un altro esame?
Lui si girò e la prese per i fianchi, facendola sedere sulle sue ginocchia, baciandola sulle labbra.
- Tra un mese, ho tutto il tempo. Che cosa hai comprato?
- Vieni a darmi una mano a mettere via, così vedi.
Lui la seguì in cucina e la aiutò a mettere le cose a posto, rimanendo poi con un barattolo di panna spray in mano.
- E questo? A che ti serve?
- Ho visto la ricetta di un dolce su un giornale, domani vorrei provare a farlo.
Lui rise, divertito.
- Sara, amore mio, sai bene che sei negata per i dolci!
- Ma questo è semplicissimo, sono sicura che verrà bene!
Federico rimase seduto su una sedia, guardandola andare avanti e indietro, fino a che disse, la voce leggermente impaziente.
- Hai intenzione di girare per casa tutto il giorno?
Lei lo guardò, lo sguardo ingenuo.
- Perché? Cos’altro c’è da fare?
Lui la prese per un braccio e la attirò a sé, baciandola e infilandole una mano dentro alla maglia, strizzandole un seno.
- Perché non facciamo qualcosa di utile?
Lei lo prese in giro, gli occhi dolci.
- Per esempio?
- Per esempio potresti spogliarti e venire in camera, sono due giorni che mi lasci a digiuno!
Lei rise, divertita.
- Sono due giorni che crolli dopo due minuti, amore!
Poi divenne seria di colpo, gli passò una mano sul viso.
- Sei stanco, Federico, stai chiedendo troppo alle tue forze! Lo studio, lo sport e…me! Devi rilassarti, riposare, non hai bisogno di dimostrarmi ogni giorno che mi ami, io lo so anche se salti qualche volta!
Lui la baciò ancora dolcemente, commosso.
- Sara, Sara, dolcissima Sara mia! Il fatto è che sei tu la mia forza e se non posso attingerne da te, sono finito! Perciò, da brava, spogliati e vai a letto, io ti raggiungo subito.
Lei sorrise e cominciò a slacciare la gonna, avviandosi.
- Forse sarebbe meglio mangiare adesso, così dopo abbiamo tutto il pomeriggio….
Lui la spinse in camera, ridendo.
- Ma io ora vengo a mangiare da te! Voglio mangiare te, tutta intera!
Lei rise e chiuse la porta, spogliandosi in fretta, il sangue che già le correva veloce nelle vene e le dava un calore languido in tutto il corpo. Si guardò allo specchio, aveva i capezzoli già eretti, duri e turgidi e se li accarezzò piano, scendendo poi con la mano fino al pube, entrando nella vagina e massaggiandola, fino a che la sentì umida e calda. Si distese allora a letto, aspettando il fratello, il cuore che saltava un battito, l’eccitazione che le prendeva la gola, come se fosse stata la prima volta.
Federico entrò e disse, un sorriso strano sul viso.
- Sara, dovrei bendarti, ma so che non ti piace…. Potresti chiudere gli occhi, allora?
Lei si irrigidì, ma il giovane si sedette al suo fianco, divertito.
- Non devi aver paura di me! Ma ho voglia di…. mangiarti, te l’ho detto! Su, da brava, chiudi gli occhi e non li riaprire fino a che non te lo dico io, d’accordo?
Lei rimase incerta solo un momento, poi gli obbedì e lui la accarezzò dal collo al pube, una lunga carezza sensuale che la fece fremere.
- Così ti voglio, calda e fremente!
Continuò a passarle le mani sul corpo in lunghe carezze erotiche fino a che Sara si sentì quasi svenire e allora sentì un rumore strano e qualcosa di gelido che le si posava sui seni. Sobbalzò e lui la calmò con la voce, con le mani.
- Buona, non è niente di pericoloso, sto solo preparandoti per il mio pasto!
La bocca di Federico si appoggiò al suo seno e lo succhiò avidamente e lei sentì che persino la sua pelle ne veniva risucchiata e che i capezzoli diventavano di ferro.
- Che accidenti…. cosa mi hai messo addosso?
Lui mugolò, soddisfatto.
- Mmmmh, buono! Lasciami riprovare!
Di nuovo il rumore insolito, come di uno spruzzo e di nuovo qualcosa di gelato, questa volta sul ventre. Sara fece un grido e la bocca di lui fu subito sopra il suo ventre, succhiando, la lingua che saettava, togliendole ciò che era freddo, sostituendolo col calore della sua lingua. Sara disse, perentoria.
- Adesso apro gli occhi!
- E io te li chiudo con una calza nera!
- Voglio sapere cosa mi stai facendo!
- Tu devi solo dire se ti piace!
Le aveva sollevato una gamba e ora le stava spruzzando la cosa gelata dritto nella vagina e lei gridò, cercando di sottrarsi, ma lui la teneva solidamente e ora si chinò la bocca e la lingua su di lei che succhiavano avidamente, leccandola, facendola quasi svenire dalle ondate di orgasmo. Disse con un filo di voce.
- Ti prego, dimmi cos’è!
Federico rise, spruzzandola di nuovo, tornando a succhiarla.
- E’ il tuo dolce di domani, sorellina! Secondo me questo è un uso migliore, dato che non riusciresti a fare un dolce decente!
Lei spalancò gli occhi, in tempo per vedere il barattolo di panna spray buttato sul letto e fece un grido, mentre Federico si tuffava a succhiarle la vagina piena di panna.
Scoppiò a ridere e cercò di rubargli il barattolo e nel giro di dieci minuti erano tutti e due impiastricciati di panna e si stavano leccando a vicenda, succhiandosi e spruzzandosi la panna gelida. Sara cedette per prima, alzando le braccia, mentre il fratello la inondava di panna sotto alle ascelle, sui seni e poi la succhiava, la leccava, spalmandole la panna con le mani e lei rideva come una pazza, gli orgasmi che si susseguivano, la vagina morbida di panna gelata. Gli prese il pene e glielo fece diventare un grosso gelato che cominciò a succhiare avidamente, fino a che lui ricadde all’indietro gemendo, l’orgasmo che lo scuoteva. Proseguirono fino a che il barattolo fu vuoto e allora lui si distese sopra di lei, gli occhi ridenti e le passò le mani lungo il corpo appiccicoso, strizzandole i seni; senza parlare si posizionò col membro sulla vagina ancora piena di panna ed entrò, facendo schizzare fuori la panna e spingendo, fissandola negli occhi. Lei aprì al massimo le gambe, sollevando il bacino e movendo le anche, accogliendolo dentro di sé, il corpo che esultava e godeva in perfetta sintonia con quello del fratello. Lui si mosse dentro di lei, dapprima adagio e poi sempre più veloce, fino a che la prese per le natiche e la tirò verso di sé, per entrare ancora più a fondo, per trovare il punto di non ritorno. Gridarono all’unisono, l’orgasmo che li scuoteva, il seme di lui che si confondeva con la panna e con l’umore di lei e poi ricaddero, ansanti. Dopo lunghi minuti lei mormorò.
- Dove le trovi certe idee….
Lui rise, rilassato sopra di lei, leccandole ogni tanto il collo, il viso ancora impiastricciati di panna.
- E’ da un po’ che ho voglia di…. mangiarti! Avevo pensato di farlo con la marmellata…. Con la Nutella…. Ma quando ho visto la panna non ho saputo resistere!
Lei disse, sognante.
- Con la marmellata? La Nutella?
Federico confermò, il viso accanto al suo, la voce un sussurro.
- Sì, il tuo monte di venere spalmato di marmellata…. La tua fessurina riempita di Nutella…. Il tuo piccolo ano pieno di marmellata…. E io che ti mangio, che ti degusto, come un dolcetto….
Lei mugolò, dondolando il bacino.
- E il tuo grosso membro spalmato di Nutella…. Di marmellata… come un grosso gelato, da succhiare fino a farti piangere!
Federico rise, rotolandosi con lei.
- Vieni, andiamo a fare una doccia, appiccichi da far paura!
Si lavarono ridendo, fecero all’amore sotto all’acqua scrosciante e poi tornarono a letto e Sara brontolò.
- Bisogna cambiare le lenzuola, sono tutte piene di panna!
Rifecero il letto e poi tornarono a distendersi, abbracciandosi. Lei gli passò una mano sui capelli, dolcemente.
- Il mio fratellino tutto matto!
Lui la baciò sulla bocca, la mano che vagava sul suo corpo, teneramente.
- La mia sorellina depravata!
- Sei tu che mi hai fatto diventare depravata!
- Non dare la colpa a me! Sei tu quella che mi guardava e mi toccava da bambino! Sei tu quella che mi ha sedotto a diciassette anni!
Sara lo guardò, seria.
- E’ davvero accaduto così? Sono stata io a provocarti?
Federico le passò una mano tra le gambe, le strinse piano la vulva, le dita frementi.
- No, non mi hai provocato. Ero io che non ce la facevo più e tu l’hai capito. Non devi sentirti in colpa, Sara, lo volevo da così tanto tempo che non so come avrei resistito ancora.
Lei taceva, pensierosa e il giovane le allargò appena le gambe, le si insinuò nella vagina umida.
- Eri calda e umida anche quel giorno, come adesso!
Lei strinse le gambe, imprigionando la sua mano dentro di sé, prendendogli il pene e stringendolo con forza.
- Con te lo sono sempre! Basta che mi vieni vicino e mi sento bagnata e calda, pronta ad un orgasmo! Non mi è mai accaduto con nessun altro e non credo mi accadrà mai, solo con te.
- Nemmeno con Marcel?
Lei ci pensò su un attimo e poi negò, tranquilla.
- No, nemmeno con lui. Oh, mi piace, indiscutibilmente, ha un corpo bellissimo e mi sa dare delle emozioni particolari, ma…. deve scaldarmi, prima. Con te, invece, appena ti vedo sono già pronta! Se poi mi tocchi…. sono finita!
Lui spinse le dita dentro di lei mormorando.
- Come adesso?
Sara annuì e si chinò a prendere in bocca il membro eretto, gustando la consistenza, assaporando il calore che le gonfiava la bocca, mentre Federico scavava dentro la sua vagina, sempre più a fondo. Lo sentì venire dentro la sua bocca, in gola e ingoiò con forza, avidamente, era l’essenza stessa del fratello che entrava in lei, che diventava parte di sé. Lasciò libero sfogo al suo orgasmo, gemendo e alzando il bacino, affinchè anche lui sentisse il suo godimento e poi si fermò, lasciando che le emozioni svanissero lentamente, lasciandola piena di gioia, il corpo caldo e tremante.
di sexysheriff
CAPITOLO 16
Quindici giorni dopo Sara andò a fare la spesa il sabato mattina, Federico dormiva ancora. Quando rientrò lo trovò al tavolo da studio, la testa china sui libri e gli diede un bacio sulla nuca.
- Un altro esame?
Lui si girò e la prese per i fianchi, facendola sedere sulle sue ginocchia, baciandola sulle labbra.
- Tra un mese, ho tutto il tempo. Che cosa hai comprato?
- Vieni a darmi una mano a mettere via, così vedi.
Lui la seguì in cucina e la aiutò a mettere le cose a posto, rimanendo poi con un barattolo di panna spray in mano.
- E questo? A che ti serve?
- Ho visto la ricetta di un dolce su un giornale, domani vorrei provare a farlo.
Lui rise, divertito.
- Sara, amore mio, sai bene che sei negata per i dolci!
- Ma questo è semplicissimo, sono sicura che verrà bene!
Federico rimase seduto su una sedia, guardandola andare avanti e indietro, fino a che disse, la voce leggermente impaziente.
- Hai intenzione di girare per casa tutto il giorno?
Lei lo guardò, lo sguardo ingenuo.
- Perché? Cos’altro c’è da fare?
Lui la prese per un braccio e la attirò a sé, baciandola e infilandole una mano dentro alla maglia, strizzandole un seno.
- Perché non facciamo qualcosa di utile?
Lei lo prese in giro, gli occhi dolci.
- Per esempio?
- Per esempio potresti spogliarti e venire in camera, sono due giorni che mi lasci a digiuno!
Lei rise, divertita.
- Sono due giorni che crolli dopo due minuti, amore!
Poi divenne seria di colpo, gli passò una mano sul viso.
- Sei stanco, Federico, stai chiedendo troppo alle tue forze! Lo studio, lo sport e…me! Devi rilassarti, riposare, non hai bisogno di dimostrarmi ogni giorno che mi ami, io lo so anche se salti qualche volta!
Lui la baciò ancora dolcemente, commosso.
- Sara, Sara, dolcissima Sara mia! Il fatto è che sei tu la mia forza e se non posso attingerne da te, sono finito! Perciò, da brava, spogliati e vai a letto, io ti raggiungo subito.
Lei sorrise e cominciò a slacciare la gonna, avviandosi.
- Forse sarebbe meglio mangiare adesso, così dopo abbiamo tutto il pomeriggio….
Lui la spinse in camera, ridendo.
- Ma io ora vengo a mangiare da te! Voglio mangiare te, tutta intera!
Lei rise e chiuse la porta, spogliandosi in fretta, il sangue che già le correva veloce nelle vene e le dava un calore languido in tutto il corpo. Si guardò allo specchio, aveva i capezzoli già eretti, duri e turgidi e se li accarezzò piano, scendendo poi con la mano fino al pube, entrando nella vagina e massaggiandola, fino a che la sentì umida e calda. Si distese allora a letto, aspettando il fratello, il cuore che saltava un battito, l’eccitazione che le prendeva la gola, come se fosse stata la prima volta.
Federico entrò e disse, un sorriso strano sul viso.
- Sara, dovrei bendarti, ma so che non ti piace…. Potresti chiudere gli occhi, allora?
Lei si irrigidì, ma il giovane si sedette al suo fianco, divertito.
- Non devi aver paura di me! Ma ho voglia di…. mangiarti, te l’ho detto! Su, da brava, chiudi gli occhi e non li riaprire fino a che non te lo dico io, d’accordo?
Lei rimase incerta solo un momento, poi gli obbedì e lui la accarezzò dal collo al pube, una lunga carezza sensuale che la fece fremere.
- Così ti voglio, calda e fremente!
Continuò a passarle le mani sul corpo in lunghe carezze erotiche fino a che Sara si sentì quasi svenire e allora sentì un rumore strano e qualcosa di gelido che le si posava sui seni. Sobbalzò e lui la calmò con la voce, con le mani.
- Buona, non è niente di pericoloso, sto solo preparandoti per il mio pasto!
La bocca di Federico si appoggiò al suo seno e lo succhiò avidamente e lei sentì che persino la sua pelle ne veniva risucchiata e che i capezzoli diventavano di ferro.
- Che accidenti…. cosa mi hai messo addosso?
Lui mugolò, soddisfatto.
- Mmmmh, buono! Lasciami riprovare!
Di nuovo il rumore insolito, come di uno spruzzo e di nuovo qualcosa di gelato, questa volta sul ventre. Sara fece un grido e la bocca di lui fu subito sopra il suo ventre, succhiando, la lingua che saettava, togliendole ciò che era freddo, sostituendolo col calore della sua lingua. Sara disse, perentoria.
- Adesso apro gli occhi!
- E io te li chiudo con una calza nera!
- Voglio sapere cosa mi stai facendo!
- Tu devi solo dire se ti piace!
Le aveva sollevato una gamba e ora le stava spruzzando la cosa gelata dritto nella vagina e lei gridò, cercando di sottrarsi, ma lui la teneva solidamente e ora si chinò la bocca e la lingua su di lei che succhiavano avidamente, leccandola, facendola quasi svenire dalle ondate di orgasmo. Disse con un filo di voce.
- Ti prego, dimmi cos’è!
Federico rise, spruzzandola di nuovo, tornando a succhiarla.
- E’ il tuo dolce di domani, sorellina! Secondo me questo è un uso migliore, dato che non riusciresti a fare un dolce decente!
Lei spalancò gli occhi, in tempo per vedere il barattolo di panna spray buttato sul letto e fece un grido, mentre Federico si tuffava a succhiarle la vagina piena di panna.
Scoppiò a ridere e cercò di rubargli il barattolo e nel giro di dieci minuti erano tutti e due impiastricciati di panna e si stavano leccando a vicenda, succhiandosi e spruzzandosi la panna gelida. Sara cedette per prima, alzando le braccia, mentre il fratello la inondava di panna sotto alle ascelle, sui seni e poi la succhiava, la leccava, spalmandole la panna con le mani e lei rideva come una pazza, gli orgasmi che si susseguivano, la vagina morbida di panna gelata. Gli prese il pene e glielo fece diventare un grosso gelato che cominciò a succhiare avidamente, fino a che lui ricadde all’indietro gemendo, l’orgasmo che lo scuoteva. Proseguirono fino a che il barattolo fu vuoto e allora lui si distese sopra di lei, gli occhi ridenti e le passò le mani lungo il corpo appiccicoso, strizzandole i seni; senza parlare si posizionò col membro sulla vagina ancora piena di panna ed entrò, facendo schizzare fuori la panna e spingendo, fissandola negli occhi. Lei aprì al massimo le gambe, sollevando il bacino e movendo le anche, accogliendolo dentro di sé, il corpo che esultava e godeva in perfetta sintonia con quello del fratello. Lui si mosse dentro di lei, dapprima adagio e poi sempre più veloce, fino a che la prese per le natiche e la tirò verso di sé, per entrare ancora più a fondo, per trovare il punto di non ritorno. Gridarono all’unisono, l’orgasmo che li scuoteva, il seme di lui che si confondeva con la panna e con l’umore di lei e poi ricaddero, ansanti. Dopo lunghi minuti lei mormorò.
- Dove le trovi certe idee….
Lui rise, rilassato sopra di lei, leccandole ogni tanto il collo, il viso ancora impiastricciati di panna.
- E’ da un po’ che ho voglia di…. mangiarti! Avevo pensato di farlo con la marmellata…. Con la Nutella…. Ma quando ho visto la panna non ho saputo resistere!
Lei disse, sognante.
- Con la marmellata? La Nutella?
Federico confermò, il viso accanto al suo, la voce un sussurro.
- Sì, il tuo monte di venere spalmato di marmellata…. La tua fessurina riempita di Nutella…. Il tuo piccolo ano pieno di marmellata…. E io che ti mangio, che ti degusto, come un dolcetto….
Lei mugolò, dondolando il bacino.
- E il tuo grosso membro spalmato di Nutella…. Di marmellata… come un grosso gelato, da succhiare fino a farti piangere!
Federico rise, rotolandosi con lei.
- Vieni, andiamo a fare una doccia, appiccichi da far paura!
Si lavarono ridendo, fecero all’amore sotto all’acqua scrosciante e poi tornarono a letto e Sara brontolò.
- Bisogna cambiare le lenzuola, sono tutte piene di panna!
Rifecero il letto e poi tornarono a distendersi, abbracciandosi. Lei gli passò una mano sui capelli, dolcemente.
- Il mio fratellino tutto matto!
Lui la baciò sulla bocca, la mano che vagava sul suo corpo, teneramente.
- La mia sorellina depravata!
- Sei tu che mi hai fatto diventare depravata!
- Non dare la colpa a me! Sei tu quella che mi guardava e mi toccava da bambino! Sei tu quella che mi ha sedotto a diciassette anni!
Sara lo guardò, seria.
- E’ davvero accaduto così? Sono stata io a provocarti?
Federico le passò una mano tra le gambe, le strinse piano la vulva, le dita frementi.
- No, non mi hai provocato. Ero io che non ce la facevo più e tu l’hai capito. Non devi sentirti in colpa, Sara, lo volevo da così tanto tempo che non so come avrei resistito ancora.
Lei taceva, pensierosa e il giovane le allargò appena le gambe, le si insinuò nella vagina umida.
- Eri calda e umida anche quel giorno, come adesso!
Lei strinse le gambe, imprigionando la sua mano dentro di sé, prendendogli il pene e stringendolo con forza.
- Con te lo sono sempre! Basta che mi vieni vicino e mi sento bagnata e calda, pronta ad un orgasmo! Non mi è mai accaduto con nessun altro e non credo mi accadrà mai, solo con te.
- Nemmeno con Marcel?
Lei ci pensò su un attimo e poi negò, tranquilla.
- No, nemmeno con lui. Oh, mi piace, indiscutibilmente, ha un corpo bellissimo e mi sa dare delle emozioni particolari, ma…. deve scaldarmi, prima. Con te, invece, appena ti vedo sono già pronta! Se poi mi tocchi…. sono finita!
Lui spinse le dita dentro di lei mormorando.
- Come adesso?
Sara annuì e si chinò a prendere in bocca il membro eretto, gustando la consistenza, assaporando il calore che le gonfiava la bocca, mentre Federico scavava dentro la sua vagina, sempre più a fondo. Lo sentì venire dentro la sua bocca, in gola e ingoiò con forza, avidamente, era l’essenza stessa del fratello che entrava in lei, che diventava parte di sé. Lasciò libero sfogo al suo orgasmo, gemendo e alzando il bacino, affinchè anche lui sentisse il suo godimento e poi si fermò, lasciando che le emozioni svanissero lentamente, lasciandola piena di gioia, il corpo caldo e tremante.
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