Marta a New York
di
IlMonello
genere
etero
PROLOGO – in chat
“Notizia fighissima! Vado a New York!”
“Bello! Vacanza?”
“No, c’è l’incontro mondiale della mia azienda e quest’anno si fa lì.. e hanno scelto anche me! E pure Stefania.”
Marta non sta più nella pelle, so che le sarebbe sempre piaciuto andare a visitare la Grande Mela e il fatto che nell’ufficio della multinazionale per cui lavora la abbiano scelta le fa doppiamente piacere. Ma poi ecco la richiesta: “Tu non riusciresti a venire?”
“Sarebbe bello… ma, ammesso che riesca a liberarmi, che vengo a fare? Tra riunioni, cene aziendali e impegni coi colleghi non avrai mai tempo per me. E non puoi certo presentarmi a tutti come il tuo amante…”
“Dai bimbo, tu cerca di venire e io ti prometto che ti dedico due ore al giorno tutte per te…”
“Sei troppo ottimista”
“Due ore in cui puoi fare di me TUTTO ciò che vuoi…” e una faccina con l’occhiolino, nel caso quel TUTTO non fosse stato bene inteso.
Di fronte a una simile proposta ho fatto i salti mortali per liberarmi con una scusa piuttosto articolata e sono riuscito a prenotare lo stesso aereo con cui avrebbero viaggiato Marta e i suoi colleghi e soprattutto lo stesso albergo.
SI PARTE – in aereo
Arriva il sospirato giorno della partenza. Siamo in aeroporto, nei dintorni del gate: io confuso tra i tanti viaggiatori e Marta assieme al gruppo del suo ufficio. Ecco anche la sua amica Stefania, è la prima a notarmi e mi fa l’occhiolino. Marta è più distratta, impegnata com’è a chiacchierare ma poi mi vede. Speravo di vederla vestita più sexy ma si vede che ha deciso di viaggiare comoda: una maglia con una bella scollatura che mette in mostra le tette, un paio di jeans aderenti che fanno risaltare quel suo culetto delizioso, scarpe da ginnastica.
Ci teniamo d’occhio da lontano in mezzo alla gente e poi poco a poco imbarchiamo e saliamo sull’aereo. Non siamo molto vicini, ma iniziamo a messaggiarci quando siamo ancora a terra.
“Sei bellissima, ti voglio”. Le dico, senza girare troppo attorno alla cosa.
“Ma adesso in aereo e tutta questa gente come si fa?”
“Lo abbiamo già fatto ti ricordo”
“Ma si viaggiava assieme, era un poco più facile”
“Mi hai promesso 2 ore al giorno, oggi è il primo giorno, arriveremo a New York a tarda sera quindi la tua unica occasione di non infrangere la promessa è questa… In volo ci sarà la wifi, teniamoci in contatto qui su Whatsapp”
E si parte. Servono da mangiare e poi in molti cercano di dormire, guardano i film, sono tutti molto distratti. E’ il momento.
“Allora, ecco le istruzioni da seguire: vai in bagno, non quello più vicino a te. Vai verso la coda dell’aereo, nei bagni dopo la fila 65. Entra nel bagno di sinistra, chiudi la porta senza bloccarla, abbassati pantaloni e mutandine, mettiti a 90 gradi in modo che chi entra si trovi il tuo culetto davanti e aspettami.”
“Ma… sei matto? E se entra qualcun altro??”
“Bisognerà pur correre qualche rischio. E’ un ordine, devo ricordarti cosa hai promesso?”
“Ok”
La vedo alzarsi, mi passa davanti con sguardo di sfida e si infila nel bagno. Io la seguo a ruota senza che se ne accorga. Ma non entro subito, resto lì davanti alla porta. Tutto è molto tranquillo attorno, nessuno sembra intenzionato ad usare i servizi, così resto fuori un paio di minuti.
Mi immagino la tensione di Marta, con la fighetta per aria senza sapere cosa succederà e chi aprirà la porta. E soprattutto mi immagino la sua fighetta, così calda, così accogliente e sento l’erezione crescere nei miei pantaloni.
Poi finalmente entro e richiudo velocemente la porta. Altrettanto rapidamente estraggo il mio cazzo duro e lo appoggio sulla sua figa. “Ciao Marta, mi sei mancata”. “Anche tu” mi dice lei, mentre inizio a penetrarla. Che bello toccare il suo sedere e palpare il suo corpo mentre mi muovo dolcemente dentro di lei. Poi le stringo le tette, mi curvo su di lei e le bacio il collo mentre aumento il ritmo. Lei gira il viso e le nostre lingue distese riescono a toccarsi. Quanta voglia avevo di lei…
Scopiamo con entusiasmo crescente ma la voglia è troppa, non riesco a resistere a lungo. “Sto per venire” le dico. Lei velocemente, malgrado il poco spazio a disposizione, riesce a girarsi e a prendermelo in bocca un attimo prima che io venga. Sborro a lungo e lei me lo succhia con passione. Poi finalmente si alza in piedi e ci baciamo, ed è allora che mi riversa in bocca tutta la mia sborra. Ci continuiamo a baciare mentre le nostre lingue appassionate si dividono il mio nettare.
Poi restiamo lì, abbracciati coi calzoni calati nel microscopico bagno dell’aereo, a sorriderci e a chiacchierare. Infine ci rivestiamo e sgusciamo fuori dal bagno, per fortuna senza che nessuno ci noti. Si torna ai posti e si prosegue il volo.
Dopo l’atterraggio ci aspettano il controllo passaporti e il recupero dei bagagli. Approfittando della calca attorno al nastro delle valigie riesco a toccare il culo di Marta, come un perfetto maniaco, non visto da nessuno tranne che da lei.
Marta e i suoi colleghi hanno un pullmino ad aspettarli, io mi metto in fila per un taxi e arrivo dopo di loro.
“Io sono in stanza con Stefania, 1412. Andiamo subito a dormire, domattina dobbiamo essere operative presto.”
“Non ti preoccupare, mi hanno dato chiavi ora: 2518 la mia. Baci”
GIORNO 1
Mentre Marta è impegnata nei lavori della sua conferenza io gironzolo per New York e faccio anche un po’ di acquisti utili. Poi lei va in giro con alcuni colleghi, cena con loro, come è normale in queste occasioni.
“Dovrei essere libera per le 23” mi scrive.
“Va benissimo, ti aspetto in camera mia.”
Io mi faccio una bella doccia e preparo tutto per le nostre due ore di passione.
Mi faccio trovare con addosso solo un paio di boxer quando Marta bussa. La faccio entrare, ci baciamo e mi stringe forte “Non vedevo l’ora” mi dice.
“Neanche io ma ci sono alcune procedure da rispettare. Lascia fare a me.”
Prendo la benda nera che avevo preparato e gliela cingo attorno alla testa in modo da coprirle gli occhi.
Le sbottono la camicetta e gliela sfilo.
Le apro la cerniera della gonna e la faccio scivolare lungo le sue gambe.
Le sgancio il reggiseno e le bacio i capezzoli.
Le sfilo il perizoma e le bacio il sedere.
Le tolgo i sandali e le bacio i piedini.
Poi tocca a me togliermi i boxer, la abbraccio da dietro, le mie mani sul suo seno, il mio pisello a contatto con le sue chiappe sode.
Le bacio il collo e prendo un braccio portandoglielo dietro la schiena, poi prendo anche l’altro e li metto assieme. Poi allungo la mano libera e afferro le manette che ho comprato al mattino. Click, click. Marta adesso è davvero in mano mia.
La porto sul letto e la sdraio lì. Inizio a baciare il suo corpo… dalle labbra, scendo lentamente giù, bacio il seno e succhio i suoi capezzoli, bacio la pancia e faccio guizzare la mia lingua nel suo ombelico, bacio le ginocchia mentre le accarezzo i fianchi, le bacio nuovamente i piedi e succhio a lungo le sue dita. Poi risalgo facendo il percorso inverso. Le bacio la fronte, le labbra, il collo. Poi mi accuccio a fianco al suo viso e le tocco il naso e le guance con la mia cappella. Poi la appoggio sulle sue labbra, me la lecca con passione e voracità. Poi scorre l’asta con la lingua, brama il mio cazzo ma non è ancora ora di farglielo avere. Mi accuccio su di lei in modo da farmi leccare i testicoli e la sua lingua non esita un momento, me li prende in bocca. Poi le porgo il mio culetto e lei lecca anche quello. “Lecca bene e poi leccherò il tuo culetto come piace a te”. L’idea la eccita ancora di più e sento la sua lingua stuzzicare furiosamente il mio buchino fino a farmi venire i brividi. Ora è il momento di darle qualcosa in più.
La sposto sul bordo del letto, mi inginocchio per terra tenendo le sue gambe sulle mie spalle e inizio a leccarle la figa. Come mi avvicino mi rendo conto di quanto sia bagnata. Mi gusto il suo sapore mentre la mia lingua allarga le sue piccole labbra. E poi ci ripassa. E ancora, e ancora. La lingua si infila dentro di lei ricompensandomi per la lunga attesa. Poi le stuzzico il clitoride, ci giro attorno, poi sopra, poi veloce, sempre più veloce e quando con un dito la penetro arriva il suo orgasmo. La lecco con maggiore passione per assaporarla tutta.
Ma non mi fermo qua, continuo a leccarla mentre le dita che la penetrano diventano due e poi tre. E poi diventano quattro e a poco a poco tutta la mia mano, quella mano che a lei piace tanto, si insinua in lei. Geme e mugola sempre di più mentre io spingo ancora, arrivo fino al polso. Poi accelero il ritmo a cui la scopo con la mia mano, sempre più veloce, ancora più veloce.
Viene un’altra volta, urlando il mio nome a più riprese, bagna tutto attorno … rallento il ritmo, ruoto la mano un po’ a destra, un po’ a sinistra… la estraggo, piena dei suoi umori, densissimi. Lecco la mano e mi gusto quel suo sapore così profondo, poi la porgo alla sua bocca perché anche lei si assapori.. poi finalmente le tolgo la benda. “Grazie, è stato bellissimo ma ora sono contenta di vederti”. Ci baciamo. “Ehm.. e le manette?”. “Quelle no, mi servono ancora un poco…” e la metto a pancia in giù.
Ora le bacio la schiena, la mia lingua segue il profilo della sua colonna vertebrale. Arrivo alle mani ammanettate e le succhio le dita con passione. Scendo ancora, bacio il suo sedere, così sodo e così invitante. Allargo le sue chiappe e mi dirigo con la lingua verso il suo buchino. Devo mantenere fede all’impegno preso. Stuzzico un po’ il buchino con la lingua e poi la spingo nel suo posto proibito. Quanto mi piace, la leccherei tutta per giorni e giorni. Le lecco il culetto per svariati minuti poi anche il mio pisello vuole la sua parte e mi sdraio su di lei. La penetro agevolmente.
“Ti piace il mio culetto vero?” mi chiede.
“Oh sì, lo adoro! Si sente che non aspetta che me”
Mi muovo su e giù dentro di lei per un po’ poi cambio posizione. Mi sdraio io mentre lei si deve accovacciare su di me e, visto che è ancora ammanettata, sono io a decidere quanto mi deve sentire… così riesco a penetrarla a fondo, vedo il mio cazzo scomparire completamente nel suo culetto e la spingo su e giù velocemente. Lei ha un altro orgasmo e subito dopo vengo anche io vuotandole dentro tutto quello che posso… ed è un bel po’… resto dentro di lei e ci sdraiamo sul fianco… ansanti e sudati ma felici…
“Adoro quando mi vieni dentro, sai?”
“E io adoro riempirti”
“Però… quando sono entrata, avevo una voglia incredibile di farmi venire in bocca… “
“E ce l’hai ancora?”
Non mi risponde ma il suo sguardo è più che eloquente.
Prendo le chiavi per aprire le manette e mi sdraio lasciandole campo libero. Il mio pisello è ancora bagnato della mia sborra e lei si mette tra le mie gambe a succhiarlo per farlo riprendere,
E ci riesce. Con pazienza, succhiate sapienti e leccate da capogiro ritorna sempre più duro. Lo stringe in mezzo alle sue tette, lo succhia ancora, poi inizia a menarlo con la mano, sempre più veloce mentre la lingua ruota vorticosamente attorno alla cappella e infine riesce a farmi godere. Marta accoglie in bocca tutta la mia sborra e poi si sdraia su di me e mi bacia. Questa volta però non c’è più traccia di ciò che ho prodotto se non il sapore sulla sua lingua.
Ci baciamo appassionatamente e ci addormentiamo lì, uno accanto all’altro.
GIORNO 2
Bip-bip-bip la sveglia del telefono di Marta ci richiama alla realtà.
“Meno male che l’ho messa prima di venire qui ieri sera.”
“Già che fortuna” biascico io.
“Dai che non posso mancare, sto lavorando in questi giorni sai?? E poi tu puoi dormire in attesa delle due ore che ti toccano stasera!”
Sorrido. Ci baciamo e ci salutiamo mentre lei si riveste e corre verso la sua stanza.
Durante la giornata penso a cosa inventare per la serata e le mie due ore di possesso di Marta quando lei mi scrive qualcosa che mi spinge a rivedere i miei piani:
“Ho una brutta notizia e una buona”
“Sentiamole”
“La brutta è che domani tra i lavori di conclusione della conferenza, una gita alla statua della libertà organizzata dai colleghi e la cena ufficiale finale non avrò tempo da dedicarti…”
“Ah… e la buona notizia quale sarebbe?”
“Stasera mi libero dai colleghi con un pretesto per l’ora di cena e così ti dedico 4 ore”
“Beh poteva andare peggio. A più tardi allora, baci!”
Adesso so cosa organizzare per oggi… e anche per domani in effetti!
Alla sera dopo che i suoi colleghi sono usciti e lei ha finto di restare in hotel ci troviamo nella hall e usciamo assieme a spasso per New York. Andiamo fino nel Village, zona più frequentata dai newyorchesi che dai turisti, non dovremmo incontrare nessuno lì.
Entriamo in un locale dove ordiniamo da bere del vino e qualcosa per cena.
“Adesso devi fare qualcosa per me…” le dico.
“Qui dentro? Cosa??”
“Prendi questo zainetto. Giù in fondo alla stanza c’è il bagno. Vai lì, ti spogli completamente ed esci indossando solo il contenuto dello zainetto.”
“E cosa c’è dentro?”
“Lo scoprirai là… vai adesso!”
Non è molto convinta ma parte lo stesso. Dopo un minuto mi scrive su Whatsapp: “Ma no dai!”.
“Hai detto tu che facevi qualunque cosa…. io adesso voglio valorizzarti un po’… indossa quello che ti ho preso”.
E lo fa. Dopo qualche minuto esce dal bagno. Ha indosso un abitino nero di similpelle, corto, cortissimo, con una scollatura generosa e chiuso sulla schiena da dei laccetti; un paio di sandali tacco 15 neri, col plateau; un perizoma nero di pizzo. Il perizoma non si vede ma, essendo il vestito davvero molto corto, immagino che non sia difficile vederlo prima o poi.
E’ veramente sexy adesso, sento qualcosa muoversi nei miei pantaloni solo a vederla mentre cammina verso di me. Tutti i clienti del locale si girano a guardarla… obiettivamente il suo look è più adatto a un bordello che a un ristorante ma se non si approfitta della trasferta per vivere certe emozioni…
“Oddio che vergogna” mi dice sedendosi.
“Sei bellissima!” e la bacio.
Cerca di aggiustarsi il vestito in qualche maniera da seduta ma è davvero troppo corto e le sue cosce restano scoperte fino alle chiappe.
Arriva la cena, il vino scorre nei bicchieri e ora Marta è molto più rilassata. Si agita un po’ quando scopre che intendo riportarla in albergo vestita così ma poi cede ed usciamo dal locale sottobraccio. La serata è calda e la passeggiata fino alla metro è piacevole. Tutti gli uomini che incrociamo fissano Marta con malcelato desiderio, gli sguardi delle donne sono più carichi di disapprovazione. Sulle scale mobili dei ragazzini più sotto si girano a guardarla a più riprese… dal loro punto di vista il perizoma è sicuramente visibile.
Sono poche fermate fino all’albergo. Mentre saliamo le scale per tornare sulla strada mi faccio precedere da lei e posso così anche io ammirare lo spettacolo di lei che ancheggia sugli scalini mettendo in mostra il suo sedere solo parzialmente coperto.
Prima di entrare nella hall sbirciamo per assicurarci che non ci siano presenze di colleghi in giro e poi entriamo alla svelta diretti all’ascensore. Il personale dell’albergo ci guarda perplessi.
Saliamo fino al mio piano. “Visto? Ce l’abbiamo fatta” le dico. “Che vergogna… e che paura di essere beccati!” “Vergogna di cosa? Ti hanno desiderato tutti, sei stupenda!” e le do un bacetto.
Le porte si aprono e mentre siamo nel corridoio sentiamo dietro l’angolo un crescente e confuso vociare in italiano… apriamo la porta delle scale di emergenza e ci nascondiamo al volo lì mentre i colleghi di Marta girano l’angolo.
“Per un pelo!” ci sussurriamo a vicenda. Ci abbracciamo.
I colleghi si fermano a chiacchierare proprio davanti alla porta delle scale.
“Non ti preoccupare” le dico “Siamo al 25mo piano, nessuno prende le scale” la bacio. Ci baciamo appassionatamente, la stringo a me con una mano mentre l’altra le palpa cosce e culo.
E’ insolito averla quasi alla mia altezza, potenza dei tacchi.
Decido di approfittarne e la giro contro il muro, estraggo il mio cazzo gonfio di desiderio, le sposto appena il perizoma e la prendo lì… mentre mi muovo avanti e indietro nella sua figa bagnata le mordicchio il lobo dell’orecchio e le sussurro:
“Hai paura che scoprano quanto sei porca non è vero?”
“Sì un sacco…”
“Ma sei porca, non devi nasconderlo”
“Solo con te”
“Cosa?”
“Lo sono solo con te… farei qualunque cosa per te… mi trasformi…”
Le lecco il collo, gioco con la sua lingua che sporge dalle sue labbra e poi esco da lei.
La faccio accucciare davanti a me e le porgo il mio cazzo perché lo succhi.
Non si fa pregare e incomincia a darsi da fare mentre le tengo le mani sulla nuca invitandola a succhiare più a fondo.
Fuori finalmente il vociare dei suoi colleghi termina. Lascio che Marta me lo succhi ancora un po’ poi la invito ad alzarsi. Probabilmente se ne sono andati. Sbircio fuori e confermo che abbiamo campo libero. Possiamo trasferirci in camera mia, anche se non stavamo male nel vano scale…
Appena entriamo le tolgo vestito e perizoma, ma le chiedo di tenere i tacchi, mi eccita parecchio vederglieli addosso. Poi mi spoglio anche io e ci buttiamo sul letto. Le faccio mettere i piedi sulle mie spalle e inizio ad affondare nella sua figa con gran forza, poi rallento il ritmo e le bacio i piedi, mi piego maggiormente su di lei e ci baciamo. Poi lei si mette sopra di me e inizia a danzare sul mio cazzo. Facciamo pausa e apriamo del whisky nel minibar, ora siamo un po’ più brilli, lei si siede sulla mia faccia per farsi leccare la figa e io diligentemente eseguo… non ho neanche bisogno di infilarle un dito dentro per farla arrivare ad un lungamente atteso orgasmo.
Infine la metto a 90 e mi prendo il suo culetto. La sbatto con violenza, fino a che non le vengo dentro e poi ci accasciamo uno sull’altro. Ci baciamo con passione, poi più delicatamente e poi, per la seconda sera di fila, ci addormentiamo così.
GIORNO 3
Filtra un po’ di luce dalla finestra, guardo l’orologio ma non è ancora ora di alzarsi per Marta. La guardo dormire, nuda, ha ancora i tacchi addosso… è davvero bellissima… quanto la desidero… anche in questo momento, sento di volerla un’altra volta…
Mi sdraio su di lei, il mio cazzo scivola agevolmente nella sua figa sempre umida… che bello trovarsela a fianco nel letto… starà dormendo? Si sarà resa conto di qualcosa? A togliermi ogni dubbio ci pensa lei stessa, senza aprire gli occhi mi cinge con le gambe… inizio a spingere con più decisione, le do un po’ di bacetti sul volto .. continuo a spingere e non ci metto molto ad arrivare all’orgasmo… mi tiro fuori e le vengo sulla pancia…
“Vorrei tanto potessi venirmi dentro” mi dice lei.
“Piacerebbe anche a me, tesoro” le dico baciandola, mentre con la mano le spalmo la sborra sulla pancia e sulle tette con estrema cura, fino a che non è completamente asciutta.
Dormiamo ancora un pochino poi la solita sveglia ci fa tirare su.
“Okay puoi rimetterti i tuoi vestiti normali per tornare in camera”
“Oh grazie!”
“Ma tienili gli altri mi raccomando! Dalli a Stefania che li porti su in montagna.. se ci torniamo possono venirci buoni.. “
“Monellaccio!”
“Ah un’altra cosa, passami il telefono”
“Perché?”
“Aspetta e vedrai”
Smanetto sul cellulare e poi glielo rendo. “Ecco fatto! Ti ho installato una app”.
“Che app??”
“Questa, vedi? Stasera quando sei alla festa… aspetta”
Prendo una scatolina che avevo messo nel cassetto ed estraggo uno strano oggetto, una specie di ovetto color rosa shocking.
“E questo cos’è?”
“Facile, te lo infili nella topa questa sera… io da qua usando quella app lo faccio vibrare a piacere.. così mentre sei alla serata della tua compagnia mi penserai!”
“Ganzo! Ma non lo farai vibrare ininterrottamente tutta la sera?”
“No no, un uso ragionevole tranquilla! E non fa nessun rumore non ti preoccupare.”
“Va bene, lo metto!”
Ci salutiamo con due lunghi baci e poi Marta corre via verso la sua stanza.
La giornata per me è piacevole, faccio il turista in solitudine gustandomi angolini secondari di New York. Alla sera mi siedo nella hall, aspettando di vedere Marta uscire coi colleghi. Eccola lì nel gruppo assieme a Stefania, sono tutte e due in gran tiro per la serata finale della convention. Avrà davvero l’ovetto dentro di lei? Attivo la app e faccio vibrare per alcuni secondi. Sta chiacchierando e non reagisce. Appena salgono sul minibus che li aspetta insisto ancora un po’ poi vado a cena.
Tra una portata e l’altra invio un po’ di sequenze di vibrazioni… chissà cosa sta provando in questo momento? Ci siamo detti di non scriverci, non voglio feedback durante la serata.
Torno in camera, la situazione mi eccita così decido di masturbarmi mentre le faccio vibrare l’ovetto con intensità ora maggiore ora minore, a seconda del ritmo della mia mano. Dopo molti minuti vengo…. riduco così la stimolazione ancora un po’ e poi, come alla conclusione di uno spettacolo di fuochi d’artificio, mando ancora tre colpi decisi. Poi interrompo le comunicazioni e mi metto a dormire soddisfatto.
GIORNO 4
Toc-toc. Toc-toc.
Bussano, abbastanza decisamente. Sbircio l’ora, sono le 2 del mattino.
Salto giù dal letto e apro la porta.
Mi trovo davanti Marta e Stefania, vistosamente brille.
“Ciao! Che ci fate qui?”
E’ Stefania a prendere la parola “Lei credo che voglia dormire qui. Io invece volevo ringraziarti per una serata indimenticabile” detto ciò mi stampa un bacio sulla guancia prima di tornare verso l’ascensore sculettando (o barcollando per colpa dell’alcool, o tutte e due le cose).
Faccio entrare Marta. La abbraccio e ci baciamo. “Sono contento di vederti ma devo ammettere di non aver capito nulla, se non che avete bevuto troppo.”
“Beh… sai l’ovetto… al momento di uscire ero un po’ preoccupata dal fatto di usarlo e allora… lo ha preso Stefania…”.
“Ma… “ e poi rido, in fin dei conti la situazione è piuttosto buffa. Poi la guardo con aria forzatamente seriosa e le dico “Sei stata molto birichina!”. “Puoi sempre punirmi…”.
Ci baciamo con trasporto mentre le mie mani le sbottonano il vestitino e le sganciano il reggiseno. Lei mi abbassa i boxer e in poco tempo siamo completamente nudi, avvinghiati sul letto. La penetro senza perdere tempo mentre le bacio il collo e le lecco le orecchie. Entro ed esco da lei mentre le succhio i capezzoli e mentre ci baciamo appassionatamente. La giro a pecorina e la prendo da dietro con forza, Marta gode una prima volta, poi rallento mentre le infilo un dito nel culetto. Mi piace sentire il mio cazzo al di là della sottile parete. Aggiungo un secondo dito e le allargo bene il buchino… faccio colare un po’ di saliva per rendere più facile l’opera, poi appoggio la punta del mio cazzo sul buco che le dita tengono largo e la penetro agevolmente… il suo culetto mi stringe il pisello regalandomi quella sensazione che adoro… mi sollevo in modo da penetrarla fino in fondo e inizio a scoparla con decisione. Marta arriva di nuovo all’orgasmo. Quando sono decisamente provato rallento il ritmo e mi tiro fuori. Le bacio il culetto e passo la mia lingua sul suo buchino dilatato… la sento avere un brivido… “Ti piace eh?” “Da morire… ma adesso leccami di là”.
Mi sdraio sotto di lei in modo che capisca chiaramente che voglio anche io la mia parte e mentre mi succhia il cazzo con trasporto la mia lingua inizia a insinuarsi nella sua fighetta dal sapore delizioso. Poi lecco il suo clitoride e glielo succhio delicatamente… sento che non si sta concentrando tanto nel pompino, segno che sto lavorando bene, accelero il ritmo della mia lingua, continuo e continuo fino a che non arriva a un terzo orgasmo. Marta si accascia “Basta bimbo, è fantastico ma non ce la faccio più”. Immediate le mie rimostranze “E io?” “Stavolta fai da solo”. “Vabbe’, però ti voglio partecipativa”. La faccio sdraiare a gambe larghe mentre con le dita si allarga la figa facendomela vedere ben aperta. Mi metto lì davanti a lei e inizio a masturbarmi, con lo sguardo ora perso nei suoi occhi bellissimi, ora concentrato su quella deliziosa fighetta, così accogliente, così perfetta per il mio cazzo, così saporita, così buona da leccare, così… finalmente vengo e le sborro addosso con lunghi schizzi sul seno e fino al viso. Poi mi sdraio su di lei e ci baciamo appassionatamente incuranti della sborra che ci impiastriccia.
Ancora una volta ci addormentiamo subito dopo aver fatto l’amore.
Non passa molto che mi risveglio, incomincia a fare chiaro ma non è stato questo a svegliarmi: Marta mi sta baciando il cazzo e vi passa sopra la lingua. Non è difficile immaginare l’esito di questo trattamento… ora lo prende tutto in bocca e inizia ad andare su e giù… si accorge che la guardo “Scusa sai, ma mi sono svegliata sentendomi in colpa per non aver finito stanotte”. “Fai pure, non mi disturbi di certo!”.
Mi succhia a lungo, a tratti con avidità a tratti con delicata maestria. Poi si interrompe, mi viene a baciare e si siede sopra di me infilandosi agevolmente il mio cazzo nella figa bagnatissima… fa tutto lei.. mi cavalca su e giù, poi avanti e indietro. La sensazione della mia cappella che tocca perfettamente il suo collo dell’utero è meravigliosa. “Vengo Marta” faccio per sollevarla ma lei mi scosta le mani e accelera ancora mentre sento il mio orgasmo e la sborra che schizza dentro di lei… rallenta il ritmo e si china su di me “Volevo che mi venissi dentro… ne avevo proprio bisogno….”. “Ma tesoro…” “Mi sta per venire il ciclo, non dovrebbe essere troppo pericoloso… ma è un rischio che avevo davvero bisogno di correre…” Ciò detto mi bacia appassionatamente… sono perplesso e spaventato ma anche eccitato… e come si fa a ribellarsi quando la sua lingua si contorce sulla tua?
Si addormenta così, io ancora dentro di lei. La accarezzo dolcemente per un po’ poi mi addormento pure io.
Il programma della giornata è presto fatto: lei visita guidata a New York coi colleghi, io giornata solitaria in giro per New York. Alla sera aereo per tutti e ritorno a casa. Mi sarebbe piaciuto andare in giro assieme. Quando la sua mano è ormai sulla maniglia della porta per tornare in camera a prepararsi glielo dico… in risposta mi dà un bacio ed esce.
Venti minuti dopo un suo messaggio “Sai una cosa? Ho detto ai miei colleghi che non sto bene e non posso uscire con loro. Tocca a te portarmi in giro allora, ma vedi di farmi visitare la città come si deve!”.
Sono contentissimo.
Passiamo una bella giornata a spasso per la città che ormai conosco piuttosto bene. A Central Park schiviamo per un nonnulla il gruppo dei suoi colleghi, che rischio!
Rientriamo in albergo presto: in ossequio al suo ruolo di malata lei deve farsi trovare in camera quando i suoi colleghi rientreranno. La accompagno fino alla sua camera ma poi la voglia ci assale di nuovo e riprendiamo a baciarci, in un attimo ci sbottoniamo i pantaloni, la sollevo di peso, la appoggio alla parete e mi infilo di nuovo dentro di lei. Non riusciamo davvero a staccarci ma dobbiamo farlo nel momento in cui sentiamo vociare alla porta… corro a nascondermi in bagno mentre Marta si infila sotto le lenzuola… La porta si apre ed entra Stefania alla testa di una delegazione di colleghe venute a vedere come sta la malata. Tutte si preoccupano di Marta e del suo essere così sudata, ignorandone la causa.
Dopo aver sciorinato tutte le possibili diagnosi finalmente tolgono l’assedio e se ne vanno nelle loro stanze a preparare i bagagli. Resta ovviamente solo Stefania, a quel punto esco dal bagno spaventandola a morte, prima di farla scoppiare a ridere “Adesso capisco quell’espressione sconvolta che avevi! Vi abbiamo interrotto… Certo che voi due, neanche i conigli vi tengono dietro!” ridiamo tutti, poi anche io scivolo fuori per andare a preparare la valigia e affrontare il viaggio in aeroporto.
Al check-in sono abbastanza vicino al gruppo di Marta per captare i loro discorsi “Ehi ma quel tizio lì non era anche in albergo con noi?” le dice uno ammiccando nella mia direzione. Marta glissa mentre un altro suo collega fa “Forse era anche in aereo con noi all’andata, piccolo il mondo” e Marta diventa rossa come un peperone provocando l’intervento di un’altra collega “Tesoro non ti senti ancora bene? Hai un’espressione strana…”.
Faccio il possibile per restare serio.
Col check-in online mi sono accertato che il posto di Marta fosse vicino al mio e per fortuna siamo anche lontani dai suoi colleghi “Ma come mai ti hanno messo laggiù? Tutta sola.. se hai bisogno chiamaci”.
IL RIENTRO
Facciamo un buon volo, senza occhi indiscreti possiamo anche evitare di fingere di non conoscerci. Quando le luci sono abbassate e la nostra vicina di posto dorme copro le gambe di Marta con la copertina per poi infilare sotto la mia mano, insinuarla nei suoi jeans e comincio a masturbarla delicatamente… inizialmente ha una gran paura di essere vista da qualcuno poi poco a poco si rilassa e inizia a godersi il lungo trattamento che le riservo… le mie dita stuzzicano le sue labbra, si insinuano dentro di lei.. il ritmo con cui gioco con lei cresce sempre di più, la sento sempre più bagnata, la vedo tendersi sul sedile, trattenere il respiro e finalmente godere… ora posso rallentare sempre più, tiro fuori la mano da sotto la coperta e guardandola fissa negli occhi mi succhio le dita che sanno di lei, quanto adoro questo sapore…
Sonnecchiamo vicini tenendoci per mano.
Atterriamo senza ulteriori vicende. La nostra vicina di posto ci saluta prima di incamminarsi, dubito che possa immaginare cosa è accaduto a fianco a lei nella notte.
Marta si ricongiunge coi suoi colleghi e ci salutiamo così…
Mentre vado verso il nastro bagagli cerco una toilette e vedo uno stanzino aperto… c’è una specie di deposito materiale e qualche inserviente non lo ha chiuso. Non vedo nessuno in giro così scrivo subito a Marta dandole le istruzioni per arrivare lì… “volo!” mi risponde.
Tengo la porta socchiusa e quando la vedo arrivare la faccio entrare subito tirandola dentro… ci possiamo baciare finalmente ma lei ha le idee ben chiare “Devo fare qualcosa anche per te”. Mi si inginocchia davanti e comincia a succhiarmi il cazzo mentre con la mano me lo mena velocemente… non ci metto davvero molto a venire… lei butta giù tutto poi mi bacia dolcemente “Grazie, sono state giornate bellissime” “E’ quello che penso anche io piccola, grazie a te”, poi usciamo fuori dallo stanzino e riprendiamo ognuno la propria strada…
“Notizia fighissima! Vado a New York!”
“Bello! Vacanza?”
“No, c’è l’incontro mondiale della mia azienda e quest’anno si fa lì.. e hanno scelto anche me! E pure Stefania.”
Marta non sta più nella pelle, so che le sarebbe sempre piaciuto andare a visitare la Grande Mela e il fatto che nell’ufficio della multinazionale per cui lavora la abbiano scelta le fa doppiamente piacere. Ma poi ecco la richiesta: “Tu non riusciresti a venire?”
“Sarebbe bello… ma, ammesso che riesca a liberarmi, che vengo a fare? Tra riunioni, cene aziendali e impegni coi colleghi non avrai mai tempo per me. E non puoi certo presentarmi a tutti come il tuo amante…”
“Dai bimbo, tu cerca di venire e io ti prometto che ti dedico due ore al giorno tutte per te…”
“Sei troppo ottimista”
“Due ore in cui puoi fare di me TUTTO ciò che vuoi…” e una faccina con l’occhiolino, nel caso quel TUTTO non fosse stato bene inteso.
Di fronte a una simile proposta ho fatto i salti mortali per liberarmi con una scusa piuttosto articolata e sono riuscito a prenotare lo stesso aereo con cui avrebbero viaggiato Marta e i suoi colleghi e soprattutto lo stesso albergo.
SI PARTE – in aereo
Arriva il sospirato giorno della partenza. Siamo in aeroporto, nei dintorni del gate: io confuso tra i tanti viaggiatori e Marta assieme al gruppo del suo ufficio. Ecco anche la sua amica Stefania, è la prima a notarmi e mi fa l’occhiolino. Marta è più distratta, impegnata com’è a chiacchierare ma poi mi vede. Speravo di vederla vestita più sexy ma si vede che ha deciso di viaggiare comoda: una maglia con una bella scollatura che mette in mostra le tette, un paio di jeans aderenti che fanno risaltare quel suo culetto delizioso, scarpe da ginnastica.
Ci teniamo d’occhio da lontano in mezzo alla gente e poi poco a poco imbarchiamo e saliamo sull’aereo. Non siamo molto vicini, ma iniziamo a messaggiarci quando siamo ancora a terra.
“Sei bellissima, ti voglio”. Le dico, senza girare troppo attorno alla cosa.
“Ma adesso in aereo e tutta questa gente come si fa?”
“Lo abbiamo già fatto ti ricordo”
“Ma si viaggiava assieme, era un poco più facile”
“Mi hai promesso 2 ore al giorno, oggi è il primo giorno, arriveremo a New York a tarda sera quindi la tua unica occasione di non infrangere la promessa è questa… In volo ci sarà la wifi, teniamoci in contatto qui su Whatsapp”
E si parte. Servono da mangiare e poi in molti cercano di dormire, guardano i film, sono tutti molto distratti. E’ il momento.
“Allora, ecco le istruzioni da seguire: vai in bagno, non quello più vicino a te. Vai verso la coda dell’aereo, nei bagni dopo la fila 65. Entra nel bagno di sinistra, chiudi la porta senza bloccarla, abbassati pantaloni e mutandine, mettiti a 90 gradi in modo che chi entra si trovi il tuo culetto davanti e aspettami.”
“Ma… sei matto? E se entra qualcun altro??”
“Bisognerà pur correre qualche rischio. E’ un ordine, devo ricordarti cosa hai promesso?”
“Ok”
La vedo alzarsi, mi passa davanti con sguardo di sfida e si infila nel bagno. Io la seguo a ruota senza che se ne accorga. Ma non entro subito, resto lì davanti alla porta. Tutto è molto tranquillo attorno, nessuno sembra intenzionato ad usare i servizi, così resto fuori un paio di minuti.
Mi immagino la tensione di Marta, con la fighetta per aria senza sapere cosa succederà e chi aprirà la porta. E soprattutto mi immagino la sua fighetta, così calda, così accogliente e sento l’erezione crescere nei miei pantaloni.
Poi finalmente entro e richiudo velocemente la porta. Altrettanto rapidamente estraggo il mio cazzo duro e lo appoggio sulla sua figa. “Ciao Marta, mi sei mancata”. “Anche tu” mi dice lei, mentre inizio a penetrarla. Che bello toccare il suo sedere e palpare il suo corpo mentre mi muovo dolcemente dentro di lei. Poi le stringo le tette, mi curvo su di lei e le bacio il collo mentre aumento il ritmo. Lei gira il viso e le nostre lingue distese riescono a toccarsi. Quanta voglia avevo di lei…
Scopiamo con entusiasmo crescente ma la voglia è troppa, non riesco a resistere a lungo. “Sto per venire” le dico. Lei velocemente, malgrado il poco spazio a disposizione, riesce a girarsi e a prendermelo in bocca un attimo prima che io venga. Sborro a lungo e lei me lo succhia con passione. Poi finalmente si alza in piedi e ci baciamo, ed è allora che mi riversa in bocca tutta la mia sborra. Ci continuiamo a baciare mentre le nostre lingue appassionate si dividono il mio nettare.
Poi restiamo lì, abbracciati coi calzoni calati nel microscopico bagno dell’aereo, a sorriderci e a chiacchierare. Infine ci rivestiamo e sgusciamo fuori dal bagno, per fortuna senza che nessuno ci noti. Si torna ai posti e si prosegue il volo.
Dopo l’atterraggio ci aspettano il controllo passaporti e il recupero dei bagagli. Approfittando della calca attorno al nastro delle valigie riesco a toccare il culo di Marta, come un perfetto maniaco, non visto da nessuno tranne che da lei.
Marta e i suoi colleghi hanno un pullmino ad aspettarli, io mi metto in fila per un taxi e arrivo dopo di loro.
“Io sono in stanza con Stefania, 1412. Andiamo subito a dormire, domattina dobbiamo essere operative presto.”
“Non ti preoccupare, mi hanno dato chiavi ora: 2518 la mia. Baci”
GIORNO 1
Mentre Marta è impegnata nei lavori della sua conferenza io gironzolo per New York e faccio anche un po’ di acquisti utili. Poi lei va in giro con alcuni colleghi, cena con loro, come è normale in queste occasioni.
“Dovrei essere libera per le 23” mi scrive.
“Va benissimo, ti aspetto in camera mia.”
Io mi faccio una bella doccia e preparo tutto per le nostre due ore di passione.
Mi faccio trovare con addosso solo un paio di boxer quando Marta bussa. La faccio entrare, ci baciamo e mi stringe forte “Non vedevo l’ora” mi dice.
“Neanche io ma ci sono alcune procedure da rispettare. Lascia fare a me.”
Prendo la benda nera che avevo preparato e gliela cingo attorno alla testa in modo da coprirle gli occhi.
Le sbottono la camicetta e gliela sfilo.
Le apro la cerniera della gonna e la faccio scivolare lungo le sue gambe.
Le sgancio il reggiseno e le bacio i capezzoli.
Le sfilo il perizoma e le bacio il sedere.
Le tolgo i sandali e le bacio i piedini.
Poi tocca a me togliermi i boxer, la abbraccio da dietro, le mie mani sul suo seno, il mio pisello a contatto con le sue chiappe sode.
Le bacio il collo e prendo un braccio portandoglielo dietro la schiena, poi prendo anche l’altro e li metto assieme. Poi allungo la mano libera e afferro le manette che ho comprato al mattino. Click, click. Marta adesso è davvero in mano mia.
La porto sul letto e la sdraio lì. Inizio a baciare il suo corpo… dalle labbra, scendo lentamente giù, bacio il seno e succhio i suoi capezzoli, bacio la pancia e faccio guizzare la mia lingua nel suo ombelico, bacio le ginocchia mentre le accarezzo i fianchi, le bacio nuovamente i piedi e succhio a lungo le sue dita. Poi risalgo facendo il percorso inverso. Le bacio la fronte, le labbra, il collo. Poi mi accuccio a fianco al suo viso e le tocco il naso e le guance con la mia cappella. Poi la appoggio sulle sue labbra, me la lecca con passione e voracità. Poi scorre l’asta con la lingua, brama il mio cazzo ma non è ancora ora di farglielo avere. Mi accuccio su di lei in modo da farmi leccare i testicoli e la sua lingua non esita un momento, me li prende in bocca. Poi le porgo il mio culetto e lei lecca anche quello. “Lecca bene e poi leccherò il tuo culetto come piace a te”. L’idea la eccita ancora di più e sento la sua lingua stuzzicare furiosamente il mio buchino fino a farmi venire i brividi. Ora è il momento di darle qualcosa in più.
La sposto sul bordo del letto, mi inginocchio per terra tenendo le sue gambe sulle mie spalle e inizio a leccarle la figa. Come mi avvicino mi rendo conto di quanto sia bagnata. Mi gusto il suo sapore mentre la mia lingua allarga le sue piccole labbra. E poi ci ripassa. E ancora, e ancora. La lingua si infila dentro di lei ricompensandomi per la lunga attesa. Poi le stuzzico il clitoride, ci giro attorno, poi sopra, poi veloce, sempre più veloce e quando con un dito la penetro arriva il suo orgasmo. La lecco con maggiore passione per assaporarla tutta.
Ma non mi fermo qua, continuo a leccarla mentre le dita che la penetrano diventano due e poi tre. E poi diventano quattro e a poco a poco tutta la mia mano, quella mano che a lei piace tanto, si insinua in lei. Geme e mugola sempre di più mentre io spingo ancora, arrivo fino al polso. Poi accelero il ritmo a cui la scopo con la mia mano, sempre più veloce, ancora più veloce.
Viene un’altra volta, urlando il mio nome a più riprese, bagna tutto attorno … rallento il ritmo, ruoto la mano un po’ a destra, un po’ a sinistra… la estraggo, piena dei suoi umori, densissimi. Lecco la mano e mi gusto quel suo sapore così profondo, poi la porgo alla sua bocca perché anche lei si assapori.. poi finalmente le tolgo la benda. “Grazie, è stato bellissimo ma ora sono contenta di vederti”. Ci baciamo. “Ehm.. e le manette?”. “Quelle no, mi servono ancora un poco…” e la metto a pancia in giù.
Ora le bacio la schiena, la mia lingua segue il profilo della sua colonna vertebrale. Arrivo alle mani ammanettate e le succhio le dita con passione. Scendo ancora, bacio il suo sedere, così sodo e così invitante. Allargo le sue chiappe e mi dirigo con la lingua verso il suo buchino. Devo mantenere fede all’impegno preso. Stuzzico un po’ il buchino con la lingua e poi la spingo nel suo posto proibito. Quanto mi piace, la leccherei tutta per giorni e giorni. Le lecco il culetto per svariati minuti poi anche il mio pisello vuole la sua parte e mi sdraio su di lei. La penetro agevolmente.
“Ti piace il mio culetto vero?” mi chiede.
“Oh sì, lo adoro! Si sente che non aspetta che me”
Mi muovo su e giù dentro di lei per un po’ poi cambio posizione. Mi sdraio io mentre lei si deve accovacciare su di me e, visto che è ancora ammanettata, sono io a decidere quanto mi deve sentire… così riesco a penetrarla a fondo, vedo il mio cazzo scomparire completamente nel suo culetto e la spingo su e giù velocemente. Lei ha un altro orgasmo e subito dopo vengo anche io vuotandole dentro tutto quello che posso… ed è un bel po’… resto dentro di lei e ci sdraiamo sul fianco… ansanti e sudati ma felici…
“Adoro quando mi vieni dentro, sai?”
“E io adoro riempirti”
“Però… quando sono entrata, avevo una voglia incredibile di farmi venire in bocca… “
“E ce l’hai ancora?”
Non mi risponde ma il suo sguardo è più che eloquente.
Prendo le chiavi per aprire le manette e mi sdraio lasciandole campo libero. Il mio pisello è ancora bagnato della mia sborra e lei si mette tra le mie gambe a succhiarlo per farlo riprendere,
E ci riesce. Con pazienza, succhiate sapienti e leccate da capogiro ritorna sempre più duro. Lo stringe in mezzo alle sue tette, lo succhia ancora, poi inizia a menarlo con la mano, sempre più veloce mentre la lingua ruota vorticosamente attorno alla cappella e infine riesce a farmi godere. Marta accoglie in bocca tutta la mia sborra e poi si sdraia su di me e mi bacia. Questa volta però non c’è più traccia di ciò che ho prodotto se non il sapore sulla sua lingua.
Ci baciamo appassionatamente e ci addormentiamo lì, uno accanto all’altro.
GIORNO 2
Bip-bip-bip la sveglia del telefono di Marta ci richiama alla realtà.
“Meno male che l’ho messa prima di venire qui ieri sera.”
“Già che fortuna” biascico io.
“Dai che non posso mancare, sto lavorando in questi giorni sai?? E poi tu puoi dormire in attesa delle due ore che ti toccano stasera!”
Sorrido. Ci baciamo e ci salutiamo mentre lei si riveste e corre verso la sua stanza.
Durante la giornata penso a cosa inventare per la serata e le mie due ore di possesso di Marta quando lei mi scrive qualcosa che mi spinge a rivedere i miei piani:
“Ho una brutta notizia e una buona”
“Sentiamole”
“La brutta è che domani tra i lavori di conclusione della conferenza, una gita alla statua della libertà organizzata dai colleghi e la cena ufficiale finale non avrò tempo da dedicarti…”
“Ah… e la buona notizia quale sarebbe?”
“Stasera mi libero dai colleghi con un pretesto per l’ora di cena e così ti dedico 4 ore”
“Beh poteva andare peggio. A più tardi allora, baci!”
Adesso so cosa organizzare per oggi… e anche per domani in effetti!
Alla sera dopo che i suoi colleghi sono usciti e lei ha finto di restare in hotel ci troviamo nella hall e usciamo assieme a spasso per New York. Andiamo fino nel Village, zona più frequentata dai newyorchesi che dai turisti, non dovremmo incontrare nessuno lì.
Entriamo in un locale dove ordiniamo da bere del vino e qualcosa per cena.
“Adesso devi fare qualcosa per me…” le dico.
“Qui dentro? Cosa??”
“Prendi questo zainetto. Giù in fondo alla stanza c’è il bagno. Vai lì, ti spogli completamente ed esci indossando solo il contenuto dello zainetto.”
“E cosa c’è dentro?”
“Lo scoprirai là… vai adesso!”
Non è molto convinta ma parte lo stesso. Dopo un minuto mi scrive su Whatsapp: “Ma no dai!”.
“Hai detto tu che facevi qualunque cosa…. io adesso voglio valorizzarti un po’… indossa quello che ti ho preso”.
E lo fa. Dopo qualche minuto esce dal bagno. Ha indosso un abitino nero di similpelle, corto, cortissimo, con una scollatura generosa e chiuso sulla schiena da dei laccetti; un paio di sandali tacco 15 neri, col plateau; un perizoma nero di pizzo. Il perizoma non si vede ma, essendo il vestito davvero molto corto, immagino che non sia difficile vederlo prima o poi.
E’ veramente sexy adesso, sento qualcosa muoversi nei miei pantaloni solo a vederla mentre cammina verso di me. Tutti i clienti del locale si girano a guardarla… obiettivamente il suo look è più adatto a un bordello che a un ristorante ma se non si approfitta della trasferta per vivere certe emozioni…
“Oddio che vergogna” mi dice sedendosi.
“Sei bellissima!” e la bacio.
Cerca di aggiustarsi il vestito in qualche maniera da seduta ma è davvero troppo corto e le sue cosce restano scoperte fino alle chiappe.
Arriva la cena, il vino scorre nei bicchieri e ora Marta è molto più rilassata. Si agita un po’ quando scopre che intendo riportarla in albergo vestita così ma poi cede ed usciamo dal locale sottobraccio. La serata è calda e la passeggiata fino alla metro è piacevole. Tutti gli uomini che incrociamo fissano Marta con malcelato desiderio, gli sguardi delle donne sono più carichi di disapprovazione. Sulle scale mobili dei ragazzini più sotto si girano a guardarla a più riprese… dal loro punto di vista il perizoma è sicuramente visibile.
Sono poche fermate fino all’albergo. Mentre saliamo le scale per tornare sulla strada mi faccio precedere da lei e posso così anche io ammirare lo spettacolo di lei che ancheggia sugli scalini mettendo in mostra il suo sedere solo parzialmente coperto.
Prima di entrare nella hall sbirciamo per assicurarci che non ci siano presenze di colleghi in giro e poi entriamo alla svelta diretti all’ascensore. Il personale dell’albergo ci guarda perplessi.
Saliamo fino al mio piano. “Visto? Ce l’abbiamo fatta” le dico. “Che vergogna… e che paura di essere beccati!” “Vergogna di cosa? Ti hanno desiderato tutti, sei stupenda!” e le do un bacetto.
Le porte si aprono e mentre siamo nel corridoio sentiamo dietro l’angolo un crescente e confuso vociare in italiano… apriamo la porta delle scale di emergenza e ci nascondiamo al volo lì mentre i colleghi di Marta girano l’angolo.
“Per un pelo!” ci sussurriamo a vicenda. Ci abbracciamo.
I colleghi si fermano a chiacchierare proprio davanti alla porta delle scale.
“Non ti preoccupare” le dico “Siamo al 25mo piano, nessuno prende le scale” la bacio. Ci baciamo appassionatamente, la stringo a me con una mano mentre l’altra le palpa cosce e culo.
E’ insolito averla quasi alla mia altezza, potenza dei tacchi.
Decido di approfittarne e la giro contro il muro, estraggo il mio cazzo gonfio di desiderio, le sposto appena il perizoma e la prendo lì… mentre mi muovo avanti e indietro nella sua figa bagnata le mordicchio il lobo dell’orecchio e le sussurro:
“Hai paura che scoprano quanto sei porca non è vero?”
“Sì un sacco…”
“Ma sei porca, non devi nasconderlo”
“Solo con te”
“Cosa?”
“Lo sono solo con te… farei qualunque cosa per te… mi trasformi…”
Le lecco il collo, gioco con la sua lingua che sporge dalle sue labbra e poi esco da lei.
La faccio accucciare davanti a me e le porgo il mio cazzo perché lo succhi.
Non si fa pregare e incomincia a darsi da fare mentre le tengo le mani sulla nuca invitandola a succhiare più a fondo.
Fuori finalmente il vociare dei suoi colleghi termina. Lascio che Marta me lo succhi ancora un po’ poi la invito ad alzarsi. Probabilmente se ne sono andati. Sbircio fuori e confermo che abbiamo campo libero. Possiamo trasferirci in camera mia, anche se non stavamo male nel vano scale…
Appena entriamo le tolgo vestito e perizoma, ma le chiedo di tenere i tacchi, mi eccita parecchio vederglieli addosso. Poi mi spoglio anche io e ci buttiamo sul letto. Le faccio mettere i piedi sulle mie spalle e inizio ad affondare nella sua figa con gran forza, poi rallento il ritmo e le bacio i piedi, mi piego maggiormente su di lei e ci baciamo. Poi lei si mette sopra di me e inizia a danzare sul mio cazzo. Facciamo pausa e apriamo del whisky nel minibar, ora siamo un po’ più brilli, lei si siede sulla mia faccia per farsi leccare la figa e io diligentemente eseguo… non ho neanche bisogno di infilarle un dito dentro per farla arrivare ad un lungamente atteso orgasmo.
Infine la metto a 90 e mi prendo il suo culetto. La sbatto con violenza, fino a che non le vengo dentro e poi ci accasciamo uno sull’altro. Ci baciamo con passione, poi più delicatamente e poi, per la seconda sera di fila, ci addormentiamo così.
GIORNO 3
Filtra un po’ di luce dalla finestra, guardo l’orologio ma non è ancora ora di alzarsi per Marta. La guardo dormire, nuda, ha ancora i tacchi addosso… è davvero bellissima… quanto la desidero… anche in questo momento, sento di volerla un’altra volta…
Mi sdraio su di lei, il mio cazzo scivola agevolmente nella sua figa sempre umida… che bello trovarsela a fianco nel letto… starà dormendo? Si sarà resa conto di qualcosa? A togliermi ogni dubbio ci pensa lei stessa, senza aprire gli occhi mi cinge con le gambe… inizio a spingere con più decisione, le do un po’ di bacetti sul volto .. continuo a spingere e non ci metto molto ad arrivare all’orgasmo… mi tiro fuori e le vengo sulla pancia…
“Vorrei tanto potessi venirmi dentro” mi dice lei.
“Piacerebbe anche a me, tesoro” le dico baciandola, mentre con la mano le spalmo la sborra sulla pancia e sulle tette con estrema cura, fino a che non è completamente asciutta.
Dormiamo ancora un pochino poi la solita sveglia ci fa tirare su.
“Okay puoi rimetterti i tuoi vestiti normali per tornare in camera”
“Oh grazie!”
“Ma tienili gli altri mi raccomando! Dalli a Stefania che li porti su in montagna.. se ci torniamo possono venirci buoni.. “
“Monellaccio!”
“Ah un’altra cosa, passami il telefono”
“Perché?”
“Aspetta e vedrai”
Smanetto sul cellulare e poi glielo rendo. “Ecco fatto! Ti ho installato una app”.
“Che app??”
“Questa, vedi? Stasera quando sei alla festa… aspetta”
Prendo una scatolina che avevo messo nel cassetto ed estraggo uno strano oggetto, una specie di ovetto color rosa shocking.
“E questo cos’è?”
“Facile, te lo infili nella topa questa sera… io da qua usando quella app lo faccio vibrare a piacere.. così mentre sei alla serata della tua compagnia mi penserai!”
“Ganzo! Ma non lo farai vibrare ininterrottamente tutta la sera?”
“No no, un uso ragionevole tranquilla! E non fa nessun rumore non ti preoccupare.”
“Va bene, lo metto!”
Ci salutiamo con due lunghi baci e poi Marta corre via verso la sua stanza.
La giornata per me è piacevole, faccio il turista in solitudine gustandomi angolini secondari di New York. Alla sera mi siedo nella hall, aspettando di vedere Marta uscire coi colleghi. Eccola lì nel gruppo assieme a Stefania, sono tutte e due in gran tiro per la serata finale della convention. Avrà davvero l’ovetto dentro di lei? Attivo la app e faccio vibrare per alcuni secondi. Sta chiacchierando e non reagisce. Appena salgono sul minibus che li aspetta insisto ancora un po’ poi vado a cena.
Tra una portata e l’altra invio un po’ di sequenze di vibrazioni… chissà cosa sta provando in questo momento? Ci siamo detti di non scriverci, non voglio feedback durante la serata.
Torno in camera, la situazione mi eccita così decido di masturbarmi mentre le faccio vibrare l’ovetto con intensità ora maggiore ora minore, a seconda del ritmo della mia mano. Dopo molti minuti vengo…. riduco così la stimolazione ancora un po’ e poi, come alla conclusione di uno spettacolo di fuochi d’artificio, mando ancora tre colpi decisi. Poi interrompo le comunicazioni e mi metto a dormire soddisfatto.
GIORNO 4
Toc-toc. Toc-toc.
Bussano, abbastanza decisamente. Sbircio l’ora, sono le 2 del mattino.
Salto giù dal letto e apro la porta.
Mi trovo davanti Marta e Stefania, vistosamente brille.
“Ciao! Che ci fate qui?”
E’ Stefania a prendere la parola “Lei credo che voglia dormire qui. Io invece volevo ringraziarti per una serata indimenticabile” detto ciò mi stampa un bacio sulla guancia prima di tornare verso l’ascensore sculettando (o barcollando per colpa dell’alcool, o tutte e due le cose).
Faccio entrare Marta. La abbraccio e ci baciamo. “Sono contento di vederti ma devo ammettere di non aver capito nulla, se non che avete bevuto troppo.”
“Beh… sai l’ovetto… al momento di uscire ero un po’ preoccupata dal fatto di usarlo e allora… lo ha preso Stefania…”.
“Ma… “ e poi rido, in fin dei conti la situazione è piuttosto buffa. Poi la guardo con aria forzatamente seriosa e le dico “Sei stata molto birichina!”. “Puoi sempre punirmi…”.
Ci baciamo con trasporto mentre le mie mani le sbottonano il vestitino e le sganciano il reggiseno. Lei mi abbassa i boxer e in poco tempo siamo completamente nudi, avvinghiati sul letto. La penetro senza perdere tempo mentre le bacio il collo e le lecco le orecchie. Entro ed esco da lei mentre le succhio i capezzoli e mentre ci baciamo appassionatamente. La giro a pecorina e la prendo da dietro con forza, Marta gode una prima volta, poi rallento mentre le infilo un dito nel culetto. Mi piace sentire il mio cazzo al di là della sottile parete. Aggiungo un secondo dito e le allargo bene il buchino… faccio colare un po’ di saliva per rendere più facile l’opera, poi appoggio la punta del mio cazzo sul buco che le dita tengono largo e la penetro agevolmente… il suo culetto mi stringe il pisello regalandomi quella sensazione che adoro… mi sollevo in modo da penetrarla fino in fondo e inizio a scoparla con decisione. Marta arriva di nuovo all’orgasmo. Quando sono decisamente provato rallento il ritmo e mi tiro fuori. Le bacio il culetto e passo la mia lingua sul suo buchino dilatato… la sento avere un brivido… “Ti piace eh?” “Da morire… ma adesso leccami di là”.
Mi sdraio sotto di lei in modo che capisca chiaramente che voglio anche io la mia parte e mentre mi succhia il cazzo con trasporto la mia lingua inizia a insinuarsi nella sua fighetta dal sapore delizioso. Poi lecco il suo clitoride e glielo succhio delicatamente… sento che non si sta concentrando tanto nel pompino, segno che sto lavorando bene, accelero il ritmo della mia lingua, continuo e continuo fino a che non arriva a un terzo orgasmo. Marta si accascia “Basta bimbo, è fantastico ma non ce la faccio più”. Immediate le mie rimostranze “E io?” “Stavolta fai da solo”. “Vabbe’, però ti voglio partecipativa”. La faccio sdraiare a gambe larghe mentre con le dita si allarga la figa facendomela vedere ben aperta. Mi metto lì davanti a lei e inizio a masturbarmi, con lo sguardo ora perso nei suoi occhi bellissimi, ora concentrato su quella deliziosa fighetta, così accogliente, così perfetta per il mio cazzo, così saporita, così buona da leccare, così… finalmente vengo e le sborro addosso con lunghi schizzi sul seno e fino al viso. Poi mi sdraio su di lei e ci baciamo appassionatamente incuranti della sborra che ci impiastriccia.
Ancora una volta ci addormentiamo subito dopo aver fatto l’amore.
Non passa molto che mi risveglio, incomincia a fare chiaro ma non è stato questo a svegliarmi: Marta mi sta baciando il cazzo e vi passa sopra la lingua. Non è difficile immaginare l’esito di questo trattamento… ora lo prende tutto in bocca e inizia ad andare su e giù… si accorge che la guardo “Scusa sai, ma mi sono svegliata sentendomi in colpa per non aver finito stanotte”. “Fai pure, non mi disturbi di certo!”.
Mi succhia a lungo, a tratti con avidità a tratti con delicata maestria. Poi si interrompe, mi viene a baciare e si siede sopra di me infilandosi agevolmente il mio cazzo nella figa bagnatissima… fa tutto lei.. mi cavalca su e giù, poi avanti e indietro. La sensazione della mia cappella che tocca perfettamente il suo collo dell’utero è meravigliosa. “Vengo Marta” faccio per sollevarla ma lei mi scosta le mani e accelera ancora mentre sento il mio orgasmo e la sborra che schizza dentro di lei… rallenta il ritmo e si china su di me “Volevo che mi venissi dentro… ne avevo proprio bisogno….”. “Ma tesoro…” “Mi sta per venire il ciclo, non dovrebbe essere troppo pericoloso… ma è un rischio che avevo davvero bisogno di correre…” Ciò detto mi bacia appassionatamente… sono perplesso e spaventato ma anche eccitato… e come si fa a ribellarsi quando la sua lingua si contorce sulla tua?
Si addormenta così, io ancora dentro di lei. La accarezzo dolcemente per un po’ poi mi addormento pure io.
Il programma della giornata è presto fatto: lei visita guidata a New York coi colleghi, io giornata solitaria in giro per New York. Alla sera aereo per tutti e ritorno a casa. Mi sarebbe piaciuto andare in giro assieme. Quando la sua mano è ormai sulla maniglia della porta per tornare in camera a prepararsi glielo dico… in risposta mi dà un bacio ed esce.
Venti minuti dopo un suo messaggio “Sai una cosa? Ho detto ai miei colleghi che non sto bene e non posso uscire con loro. Tocca a te portarmi in giro allora, ma vedi di farmi visitare la città come si deve!”.
Sono contentissimo.
Passiamo una bella giornata a spasso per la città che ormai conosco piuttosto bene. A Central Park schiviamo per un nonnulla il gruppo dei suoi colleghi, che rischio!
Rientriamo in albergo presto: in ossequio al suo ruolo di malata lei deve farsi trovare in camera quando i suoi colleghi rientreranno. La accompagno fino alla sua camera ma poi la voglia ci assale di nuovo e riprendiamo a baciarci, in un attimo ci sbottoniamo i pantaloni, la sollevo di peso, la appoggio alla parete e mi infilo di nuovo dentro di lei. Non riusciamo davvero a staccarci ma dobbiamo farlo nel momento in cui sentiamo vociare alla porta… corro a nascondermi in bagno mentre Marta si infila sotto le lenzuola… La porta si apre ed entra Stefania alla testa di una delegazione di colleghe venute a vedere come sta la malata. Tutte si preoccupano di Marta e del suo essere così sudata, ignorandone la causa.
Dopo aver sciorinato tutte le possibili diagnosi finalmente tolgono l’assedio e se ne vanno nelle loro stanze a preparare i bagagli. Resta ovviamente solo Stefania, a quel punto esco dal bagno spaventandola a morte, prima di farla scoppiare a ridere “Adesso capisco quell’espressione sconvolta che avevi! Vi abbiamo interrotto… Certo che voi due, neanche i conigli vi tengono dietro!” ridiamo tutti, poi anche io scivolo fuori per andare a preparare la valigia e affrontare il viaggio in aeroporto.
Al check-in sono abbastanza vicino al gruppo di Marta per captare i loro discorsi “Ehi ma quel tizio lì non era anche in albergo con noi?” le dice uno ammiccando nella mia direzione. Marta glissa mentre un altro suo collega fa “Forse era anche in aereo con noi all’andata, piccolo il mondo” e Marta diventa rossa come un peperone provocando l’intervento di un’altra collega “Tesoro non ti senti ancora bene? Hai un’espressione strana…”.
Faccio il possibile per restare serio.
Col check-in online mi sono accertato che il posto di Marta fosse vicino al mio e per fortuna siamo anche lontani dai suoi colleghi “Ma come mai ti hanno messo laggiù? Tutta sola.. se hai bisogno chiamaci”.
IL RIENTRO
Facciamo un buon volo, senza occhi indiscreti possiamo anche evitare di fingere di non conoscerci. Quando le luci sono abbassate e la nostra vicina di posto dorme copro le gambe di Marta con la copertina per poi infilare sotto la mia mano, insinuarla nei suoi jeans e comincio a masturbarla delicatamente… inizialmente ha una gran paura di essere vista da qualcuno poi poco a poco si rilassa e inizia a godersi il lungo trattamento che le riservo… le mie dita stuzzicano le sue labbra, si insinuano dentro di lei.. il ritmo con cui gioco con lei cresce sempre di più, la sento sempre più bagnata, la vedo tendersi sul sedile, trattenere il respiro e finalmente godere… ora posso rallentare sempre più, tiro fuori la mano da sotto la coperta e guardandola fissa negli occhi mi succhio le dita che sanno di lei, quanto adoro questo sapore…
Sonnecchiamo vicini tenendoci per mano.
Atterriamo senza ulteriori vicende. La nostra vicina di posto ci saluta prima di incamminarsi, dubito che possa immaginare cosa è accaduto a fianco a lei nella notte.
Marta si ricongiunge coi suoi colleghi e ci salutiamo così…
Mentre vado verso il nastro bagagli cerco una toilette e vedo uno stanzino aperto… c’è una specie di deposito materiale e qualche inserviente non lo ha chiuso. Non vedo nessuno in giro così scrivo subito a Marta dandole le istruzioni per arrivare lì… “volo!” mi risponde.
Tengo la porta socchiusa e quando la vedo arrivare la faccio entrare subito tirandola dentro… ci possiamo baciare finalmente ma lei ha le idee ben chiare “Devo fare qualcosa anche per te”. Mi si inginocchia davanti e comincia a succhiarmi il cazzo mentre con la mano me lo mena velocemente… non ci metto davvero molto a venire… lei butta giù tutto poi mi bacia dolcemente “Grazie, sono state giornate bellissime” “E’ quello che penso anche io piccola, grazie a te”, poi usciamo fuori dallo stanzino e riprendiamo ognuno la propria strada…
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