Io e la mamma Incesto infinito 16 - completo lo sfondamento anale della mamma-

di
genere
incesti

Dopo aver sverginato il culo della mamma restammo distesi sul letto mentre io la stringevo dal didietro carezzandola e baciandola sulla nuca, lei si calmò cominciando a respirare con regolarità, cessarono i singhiozzi e anche le pareti del suo ano si rilassarono.
"Mamma stai bene? Senti ancora male?"
"Si amore sto bene, il dolore è sempre tanto, ma comincia a essere più sopportabile,aspetta ancora un po, dopo comincia a muoverti lentamente e, completa lo sfondamento del mio culo, mi hai veramente sfondato sento il tuo cazzo fino in gola, ma sono felice adesso mi sento veramente donna, sei stato tu a farmici diventare, ti amo tanto amore mio"
"Anch'io ti amo tanto, è bellissimo stare nel tuo culo, sento il cazzo completamente avvolto, più di quanto lo sento quando ti scopo la figa, mi hai fatto un dono bellissimo, più di quanto mi abbia dato la nonna."
"Ci credo maialone, la nonna era già avvezza a prenderlo nel culo anche se di misura più piccola, io invece ero vergine, dai comincia a muoverti, prima piano poi lasciati andare e scopami come vuoi tu, sicuramente mi farai ancora male e proverò tantissimo dolore, spero di non morire, se anche fosse sborrami nel culo".
Così feci, la rimisi a pecorina e, cominciai a muovermi prima ritirandomi di qualche centimetro e rientrando nel suo culo fino a sbattere contro le sue chiappe, poi aumentando il ritmo ed estraendo il cazzo sempre di più, fino a cominciare a scoparla per l'intera lunghezza del mio cazzo, lei piangeva e singhiozzava, si capiva che soffriva tanto, ma io, come lei disse, continuai fino a sborrare nel fondo del suo culo, allo stesso momento la mamma cessò di piangere, era svenuta, mi sfilai delicatamente dal suo culo e rimasi a guardarlo, lentamente comincio a richiudersi mentre la mia sborra le colava fuori, presi un asciugamano e la tamponai, dopo toccandomi il cazzo vidi che era sporco di sangue, allora andai in bagno dove in una bacinella misi dell'acqua tiepida e, prese delle salviette tornai dalla mamma.
Lei giaceva sul letto a pancia sotto, sedutomi accanto a lei con le salviette cominciai a pulirla lei al contato della salvietta umida trasalì ed emise un gemito.
"Ti faccio male mamma?"
"Non più di quanto già me ne hai fatto, mi sento distrutta, adesso mi brucia, lascia stare vado in bagno a lavarmi, vieni anche tu, è meglio che ti lavi bene."
Entrati in bagno lei si sedette sul bidet per lavarsi, mentre io appoggiandomi al lavabo cominciai a lavarmi il cazzo, la mamma mi guardava sorridendo.
"Hai proprio un gran cazzo e, sei riuscito a farmelo entrare nel culo, sicuramente da oggi non avrò più problemi di stitichezza."
"Vero mamma anche la nonna ha detto così, l'unica che potrebbe averne è la Giovanna."
"Sei un vero maiale ancora non hai finito di rompere il mio di culo e già pensi a quello della Giovanna, per qualche giorno dovrai occuparti del mio, poi ci sarà tempo per quello della Giovanna, sempre che lei si lasci inculare."
"Penso di si, già un po di volte gliene ho parlato e lei non ha escluso che un giorno, forse, si lascerà inculare."
"Bene, voglio però, assistere per sentirla gridare, adesso vieni qui ho voglia di farti un bocchino e bere la tua sborra."
Mi avvicinai e le misi il cazzo in bocca, lei inizio a succhiarmi con nuovo ardore facendomi venire quasi subito, ingoiata la mia sborra si alzò da bidet e si recò in cucina, nuda con solo le ciabatte ai piedi io la guardai e rimasi ammirato dal suo culo.
"Hai proprio un bel culo, da come lo muovi non sembrerebbe che te lo ho appena rotto".
"Stronzo vorresti vedermi claudicante, invece cammino normale, il dolore e al culo non nelle gambe, adesso facciamoci un be caffè poi andiamo a dormire domattina dobbiamo essere in forma, anche tu devi ricaricare le energie sei venuto due volte, la bestia sarà stanca."
"Va bene mogliettina, andiamo a riposare, quando ci sveglieremo magari ti darò di nuovo la suppostina."
Lei ridendo preparò il caffè, una volta consumato, ci recammo nella sua, nostra, camera da letto dove sotto le coperte ci scambiammo qualche bacio, poi le si girò dandomi le spalle io l'abbracciai aderendo al suo corpo e ci addormentammo.
Era ormai giorno quando mi svegliai, con un'evidente erezione, il mio cazzo era in mezzo alle sue cosce avvolto dalle labbra della sua figa, non capivo se lei era sveglia o dormisse ancora, io arretrai l'inguine e preso il membro in mano lo posizionai sul suo orifizio anale cominciando a spingere, la mamma reagì serrando l'ano e portò una mano dietro afferrandomi il cazzo e lo allontanò dal suo culo.
"No, adesso, niente culo, mi inculerai oggi pomeriggio adesso voglio che mi scopi la figa, come un bravo maritino, voglio far l'amore con te."
Così lei si girò e si stese sulle spalle aprendo le cosce e invitandomi a montarla, io mi stesi su di lei infilandole il cazzo nella figa cominciando a scoparla, fu una lunga e classica scopata, alla missionaria da marito e moglie, infine le sborrai in figa con grande soddisfazione sua e mia.
"E' stato bellissimo e, sarà sempre così, no non toglierlo lascialo dentro, voglio sentirti nella mia pancia, intanto parliamo un po, più tardi verrà la Giovanna a portarci il pranzo, così pranzeremo insieme, dopo pranzo la dovrai scopare, anche le ha bisogno del tuo cazzone, nel pomeriggio riprenderemo il discorso culo, poi andrai a riprendere i tuoi fratelli dalla nonna e, direi che per oggi potrai rinfoderare lo spadone, nel caso avessi ancora energia puoi sempre andare dalla Giovanna e dormire da lei, in caso niente culo mi raccomando, adesso ricomponiamoci e rassettiamo tutto".
"Va bene mamma, ti aiuto, questa nuova vita mi piace tanto".
Verso le 11,30 sentimmo bussare alla porta finestra del giardino, era la Giovanna con una teglia in mano che, recatasi in cucina depositò sul tavolo, già apparecchiato.
"Ecco piccioncini ho portato la pasta al forno adesso vado a prendere il resto poi direi che potremo pranzare, almeno riprendete un po di energia, vi siete sbattuti bene stanotte maialoni".
Cosi pranzammo scambiando quattro chiacchiere e scherzammo sulla nostra situazione.
"Adesso sei un pascià, hai tre mogli che ti adorano e che muoiono dalla voglia di prendere il tuo cazzone;Non hai paura di venir distrutto? visto che siamo molto esigenti".
"Paura no, timore si, comunque per il momento mi sento in forma e sono quasi sempre in tiro e desidero fottervi giorno e notte, del resto sono ancora un ragazzo e le energie non mi mancano".
"Certo maialino che non ti mancano sei sempre con la spina inserita nelle nostre prese":
Cosi tra una battuta e l'altra finimmo di pranzare, poi mentre gustavamo il nostro caffè, sentii che il mio cazzo cominciava a spingere nelle mutande, allora allungai una mano sulle cosce della mamma e una su quelle della Giovanna, loro si guardarono sorridendo.
"Visto Giovanna comincia a tirargli, direi che adesso mentre io sparecchio e sistemo la cucina potrebbe darti una bella ripassata, magari scopate qui in cucina, cosi anch'io, guardandovi e ascoltandovi, potrò goderne".
Alzatomi mi avvicinai alla Giovanna e, dopo averla fatta spostare con la sedia, mi sedetti sulle sue gambe e iniziammo a baciarci e toccarci, lei sentendo il mio cazzo premergli sulla pancia comincio a fremere, appena la mamma ebbe liberato un angolo del tavolo ci invito a prenderne possesso, la feci sedere sul tavolo a gambe aperte e mi ci posizionai in mezzo col cazzo già fuori dalla patta,cominciai a pennellargli la figa fino a sentirla tutta bagnata, poi gli entrai dentro, lei mi strinse cominciando ad ansimare, dopo un po la misi in piedi e girandola la feci appoggiare al tavolo infilandola da dietro e dando dei colpi secchi, che lei gradiva incitandomi a sfondargli la figa.
"Si Angelo si, scopami cosi, più forte voglio che mi spacchi in due, dai è bellissimo dammelo tutto".
"Eccolo bella troiona, prendilo tutto, voglio farti entrare anche le palle".
La mamma si avvicino a noi e messa la testa sulle natiche della Giovanna comincio a toccargliele e leccargliele scendendo sempre più verso il culo, al quale dopo una leccata poggiò la punta del dito premendo contro la rosetta del culo, la Giovanna cominciò a tremare, io alla vista del suo buchetto, violato dal dito della mamma, intensificai il pompaggio preparandomi a sborrare, la mamma accortasi che stavo per venire con agile mossa sfilo il cazzo dalla figa dell'amica e lo imbocco facendomi venire nella sua bocca, infine come già altre volte divise la sborra con la sua amica lasciandosi andare ad un lungo e frenetico lingua in bocca.
Pacati i sensi riprendemmo una parvenza di normalità restando a parlare.
"Clara non credi che i nostri mariti avranno male alla testa?"
"Sicuramente, specialmente il mio, con tutte le corna che gli stiamo mettendo".
"Che troie, siete tremende, non solo tradite i vostri mariti ma li prendete anche per il culo".
Ci fu uno scoppio di risate, dopo circa mezz'ora la Giovanna ci lasciò, restati da soli la mamma propose di andarci a mettere sul divano a guardare la televisione,quando fummo seduti sul divano la televisione era l'ultima cosa che guardavamo, cominciammo ad accarezzarci scambiandoci dei baci, mentre la mamma artiglio il mio cazzo, io portai una mano tra le sue gambe e scivolando lungo la coscia raggiunsi la sua figa, nella quale introdussi due dita cominciando a masturbarla, lei dopo un iniziale piacere, mi guardò e disse:
"Perchè ti fermi sulla figa? Ti ricordi che hai un compito da assolvere? Devi completare lo sfondamento del mio culo, devi toccarlo, prepararlo a ricevere il tuo cazzone".
"Si mia dolcissima mammina finirò di sfondartelo il culone lo renderò un tunnel dove potrà transitare anche un treno"
"Un giorno forse per adesso facci transitare il tuo cazzone"
Cominciai così ad accarezzargli l'ano, nel quale, dopo averlo bagnato con la saliva, introdussi il dito medio seguito subito dopo dall'indice, cominciai a muovere le dita inculandola con esse, dopo qualche minuto di quel trattamento che lei sembrava gradire, anche se ebbi l'impressione che le davano un leggero fastidio, sicuramente avvertiva ancora dolore, lei disse:
"Basta adesso andiamo in camera voglio il cazzo"
Io mi avviai al piano di superiore e raggiunsi il letto, lei, dopo una sosta al bagno,fece lo stesso, entrata in camera inizio a spogliarsi, io la guardavo mentre lei restava nuda e la mia eccitazione cresceva, il cazzo si impennò diventando duro come il ferro, salita sul letto ci abbracciammmo scambiandoci dei focosi baci.
"Dai amore prendi la vaselina voglio ungerti il cazzo".
Dopo avermi unto per bene, si mise a pecora e prelevando un po di crema provvedette da sola ad ungersi l'ano, guardarla mentre si ungeva il culo fu una cosa terribilmente eccitante, vedere la tu donna che si prepara da sola per essere inculata è sconvolgente, capisci quanto sia grande il suo amore e la sua passione per te, se poi è, addirittura, tua madre senti, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che ti legherai alei in eterno.
"Vieni amore prendimi, prendi possesso del mio culo, inculami col tuo cazzone".
"Eccomi mamma, ti inculo"
"Si inculami, fammi godere"
Cosi messomi alle sue spalle puntai il cazzo sull'ano e spinsi, questa volta trovai meno resistenza e cominciai a scivolargli dentro, il passaggio era comunque ancora stretto e mi sentivo il cazzo avvolto dal suo canale, lei, quando ancora ero penetrato per circa metà, emise un lamento e comincio a singhiozzare e, ancora una volta a piangere, io finito di introdurre il cazzo per intero, mi stesi sulla sua schiena e presogli la testa con le mani gliela feci girare e, con la lingua, cominciai a leccargli le sue lacrime, lacrime che lei versava per me, poi ripresi la posizione dritta alle sue spalle e cominciai a pomparla con ritmo, che man mano aumentavano al pari dei suoi singhiozzi e lamenti.
"Ecco mamma ti sto sfondando il culo"
Lei tra le lacrime e i singhiozzi disse:
"Si amore sfondami, rompimi il culo, dai pompa amore pompa, dai è bellissimo, ci sono sto godendo"
A quelle parole intensificai ancora di più i miei colpi preparandomi a sborrare.
"Ecco mamma ci sono ti riempio l'intestino di sborra, vengo amore vengo"
Dopo qualche altro colpo, infilai il cazzo al massimo nel suo culo e cominciai a sborrare.
"Si che bello sento il calore della tua sborra"
Cademmo ancora uniti sul letto, io la strinsi con forza, ad accentuare il possesso del suo corpo.
"Resta cosi amore, non toglierlo, restiamo uniti fino a che il tuo cazzo non si sfilerà da solo"
Lentamente ci mettemmo sul fianco e, ancora uniti ci addormentammo.........

continua
scritto il
2018-04-14
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