Io e la mamma incesto infinito 11 - Continua l'ingravidamento della mamma, la Giovanna pure
di
coccoduro
genere
incesti
Dopo una seconda e soddisfacente scopata, con sborrata nella figa, ci avviammo per il rientro a casa, scambiando qualche parola.
"Sai mamma questa tua decisione di voler essere ingravidata un pò mi spaventa"
"Perchè amore mio,cosa c'è di più bello che coronare un amore con un figlio, siccome noi ci amiamo è giusto che facciamo un figlio, almeno qualcosa sopravviverà al nostro amore"
"Mamma il nostro amore non finirà mai, noi ci ameremo fino a che avremo un alito di fiato, vedrai ti darò il mio cazzo anche quando avrai settant'anni"
"E io ti darò la mia figa, anche se spelacchiata, anche sul letto di morte"
"Ti amo Clara, godiamoci questi momenti"
"Giusto amore, godiamoci l'oggi, per il domani c'è tempo, l'importante che tu continui a sborrarmi in figa, Angelo devi mettermi incinta, mi renderai la donna più felice del mondo"
Così giungemmo a casa, mio padre non c'era, in compenso la Giovanna ci aspettava, in strada, seguendoci entrò in casa.
"Ciao siete tornati, pensavo voleste dormire in campagna"
"Magari", rispose la mamma, "sai che scopate ci saremmo fatto", e si mise a ridere.
"Ridi ridi", disse la Giovanna,"quelle che vi siete fatte questa mattina non vi sono bastate, intanto io sono 3 giorni che non vedo Angelo, e il suo cazzo"
"Hai fame? Vero troia? Vorresti che Angelo ti desse una bella ripassata?"
"Perchè no, se ne ha voglia, tanto il tempo c'è, Mario e Alfredo sono andati in città e, non torneranno prima di sera, naturalmente ubriachi, c'è quindi il tempo di farne anche più di una"
"Cosa sono andati a fare in città?"
"A me non lo hanno detto, ma avevano un'aria misteriosa, l'importante che stiano fuori dai piedi per tutta la giornata"
"Allora se proprio ne hai voglia potreste andare di sopra e farvela una scopata, se andate in camera mia scopate per terra, il letto e rumoroso, io nel frattempo preparo da mangiare, così appena arrivano i bambini possiamo mangiare e, dopo pranzo, tu Giovanna tieni impegnati i bambini in giardino e, io e Angelo facciamo la nostra di scopata"
"Grazie amica mia, mentre mi godrò il cazzone di Angelo penserò a te"
"Stronza; Sfotti?"
"Andiamo Angelo ho un po di arretrati da recuperare"
Ci avviammo per le scale al piano di sopra così io ebbi modo di notare che la Giovanna era senza mutande, una volta in camera della mamma ci abbracciammo e cominciammo a baciarci scambiandoci la saliva lei, d'un tratto, si staccò da me e si guardò intorno, poi individuato quello che cercava, si allontanò andando ad aprire il cassetto della biancheria della mamma e, tirato fuori un reggicalze e un paio di calze della mamma l'indossò, poi disse:
"Con queste addosso avrai l'impressione di scoparti tua madre, magari me ne darai di più, cazzo"
Io afferrandola per le spalle la feci mettere a pecora e la penetrai violentemente, lei emise un gemito.
"Cazzo funzionano, dai sbattimi mio stallone, spacca la figa a questa troia della tua mamma"
Fu una scopata violenta e selvaggia, le sborrai in bocca e lei ingoiò fino all'ultima goccia.
Scesi al piano di sotto la mamma notò le calze che indossava la Giovanna.
"Ma non avevi le calze quando sei salita"
"No non le avevo, sono le tue, le ho messe per farmi fottere come te e, hanno funzionato, me lo ha ficcato in corpo come un animale, mi ha fatto ingoiare un mare di sborra"
Al che la mamma afferrandola per le spalle le girò la testa e disse:
"Ti ha sborrato in bocca? Fammi sentire"
Pose le sue labbra sulla bocca della Giovanna mettendogli la lingua dentro, tenendola stretta per diversi minuti, svuotandogli la bocca della sua saliva.
"Cazzo Clara per poco con la lingua non mi arrivi allo stomaco; Che ti è preso?"
"Volevo sentire il sapore dello sperma di mio figlio, non lo ricordo più"
"Come non lo ricordi più, stamattina in campagna lo hai fatto sborrare per terra?"
"No non per terra, ma nella mia figa"
"Cosa? Ti sei fatta sborrare in figa? Sei matta può metterti incinta"
"E' quello che voglio, che mi metta incinta"
La Giovanna aveva un'aria confusa, al che la mamma facendola sedere le raccontò tutto, trucco compreso, dicendogli che desiderava avere un figlio da me.
"Sei veramente furba Clara, lo hai giocato bene tuo marito"
"Così impara ad essere sempre ubriaco"
"Beata te, avrai un altro figlio e, io niente"
"Se vuoi un figlio un modo ci sarebbe, fatti ingravidare da Angelo, così gli partoriremo due fratelli o sorelle e, lui diventerebbe papà due volte"
"Certo che voglio un figlio e, lo vuole anche mio marito, ma non vengono, se mi faccio ingravidare adesso lui avrebbe dei sospetti, con tutte le volte che mi è venuto dentro senza alcun risultato"
"Senti Giovanna bisogna escogitare qualcosa, per esempio che ti sei rivolta ad una maga, anzi ho un'idea, ascolta bene, stasera quando tornano facciamo in modo che voi vi fermiate a cena qui da noi, io ad un certo punto accennerò alla cura del formaggio, il pecorino per restare in tema, ti chiederò se stai continuando a mangiarlo, perchè aumenta la fertilità, tu assentirai e vedremo la reazione di tuo marito"
"Va bene Clara sarebbe stupendo, diventare madre e, prendermi tutta la sborra di Angelo in figa"
La giornata si svolse come programmato, dopo pranzo, io e la mamma ci facemmo una bella scopata, con farcitura alla sborra della sua figa, nel pomeriggio scopai nuovamente la Giovanna e le sborrai in bocca,"Bevi troia, bevi la mia sborra, questa potrebbe essere l'ultima volta in cui sei costretta a berla per forza, da domani magari potrò riempirti la figa"
"Magari Angelo, magari"
Dopo avermi ripulito il cazzo con la lingua si recò dalla mamma baciandola e dandogli una parte di sborra che aveva conservato in bocca.
Nel tardo pomeriggio tornarono mio padre e Mario, mentre mia madre e la Giovanna stavano cucinando e avevano apparecchiato per gli ospiti, mia madre disse:
"Vi abbiamo fatto una sorpresa, stasera ceniamo insieme"
"Brave mogliettine", disse mio padre,"così chiacchieriamo un po"
chiaramente il loro chiacchierare si traduceva in, ci sbronziamo insieme, per tale scopo la mamma mi aveva mandato dal vinaio a comprare una buona scorta di vino.
Loro gongolanti cominciarono a sghignazzare.
"Cosa avete da sghignazzare?" disse mia madre
"Anche noi abbiamo una sorpresa" disse mio padre
Mario, che intanto era uscito fuori dalla parta, rientrò spingendo uno scatolone, mio padre messosi davanti allo scatolone esordì dicendo:
"Signore e signori ecco a voi la televisione"
I miei fratelli corsero festanti ad abbracciarlo
"Domani viene il tecnico, per mettere l'antenna e collegarla, così domani sera potremo guardarla.
"Benissimo così la sera quando voi non ci sarete potremo, guardando qualche film, passare qualche ora insieme, e magari Angelo anzi che andare nelle case degli amici resta a vederla con noi, magari anche Giovanna, per non restare tutte le sere da sola, può venire a guardarla con noi, poi l'accompagnerebbe Angelo"
La proposta fu accettata da tutti, mariti compresi, mentre io già pensavo, ecco un altro tassello a nostro favore e, alle volte che avrei accompagnato la Giovanna per poi scoparmela.
Durante la cena chiacchierando del più e del meno, mentre la scorta del vino si assottigliava, si parlò della possibilità di creare un cancello tra i nostri giardini, mio padre e Mario dissero che si poteva fare, anzi ipotizzarono che che si sarebbe potuto togliere del tutto la recinzione e mettere un forno e un grill, per poi passare qualche serata insieme nel giardino, un altro tassello andava al suo posto.
La mamma, che ogni tanto mi faceva piedino sotto il tavolo, disse:
"Giovanna allora che mi dici, stai facendo la cura del formaggio?"
"Si Clara, speriamo funzioni, sarebbe bellissimo"
Mario, già alticcio, chiese:
"Che cura? Per cosa? Stai male?"
"No amore non sto male, solo che Clara ha sentito dire che mangiando molto formaggio aumenta la fertilità, e allora ho deciso di provare, non ti ho detto niente perchè non sono sicura che funzioni"
"Cavolo amore, speriamo sia vero, da domani lo comincio a mangiare anch'io, anzi, Clara; Ne hai formaggio? comincio subito"
"No amore il formaggio lo debbo mangiare io, sicuramente la colpa è mia se non riesco a restare incinta, speriamo che col pecorino io ci riesca"
"Hai ragione amore, sicuramente dipende da te, io sono un toro"
Mario dando di gomito a mio padre si mise a ridere e suscito una risata in tutti,io lo guardai e pensai:"Ridi ridi, lo faccio fare io un figlio a tua moglie e, magari più d'uno, addirittura un squadra di calcio, toro senza palle".
Giunti alla fine della cena portai i bambini a letto, domani sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze Natalizie, la mamma e la Giovanna stavano sparecchiando lasciando strategicamente i bicchieri e il bottiglione del vino ai cornuti, che ormai saturi rischiavano di cadere dalla sedia,io aiutai a portare i piatti in cucina e trovando la Giovanna vicino al lavello gli andai alle spalle premendo il mio cazzo duro sul suo culo e, con la mano cercai la sua figa.
"MUUUUU sono il toro"
"Scemo"
Mia madre che assistette alla scena si mise a ridere.
"Che coglione tuo marito, si crede un toro, un po comunque lo è, per le corna che gli hai regalato, hai visto ha funzionato, adesso puoi farti riempire la figa dal mio bambino"
"Non vedo l'ora, e speriamo che mi facci crescere il pancione in fretta"
"Certo che te lo faccio crescere, anche bello grosso, vieni"
Allungai la mano prendendo la sua, lei un po restia obiettò.
"Ma non si può"
"Si che si può, guarda dormono"
Mio padre e Mario con la testa china sul tavolo stavano russando, mia madre dopo averli guardati si girò verso di noi e disse:
"Andate, Angelo ingravidala"
"Ci provo mamma"
"Bravo, dopo dovrai riempire di sborra anche anche la mia figa, poi li sveglieremo e andremo a dormire felici e contenti e, speriamo pregne"
Cosi andammo in giardino e, staccata la rete, varcammo il "PASSO DEL CAZZO" quando fummo in casa lei disse:
"Vieni voglio che mi ingravidi sul mio letto"
Scopammo su quel letto dove lei non era mai riuscita a concepire un figlio, gli versai in figa tutta la mia sborra, ero quasi sicuro di averla ingravidata.
Tornati in casa nostra trovammo la mamma che seduta su una sedia sorvegliava la sala, quando ci vide con un sorriso venne verso di noi e mi arruffò i capelli poi cinse con le bracci la Giovanna e passandogli una mano sulla pancia disse:
"Qui dentro crescerà il figlio di mio figlio, venite facciamoci il caffè, intanto tu Angelo ricarica il cannone, dopo tocca a me"
Bevemmo il caffè stando in silenzio dopo circa mezz'ora mi alzai allungai la mano verso la mamma lei la prese e si alzò seguendomi, la Giovanna si fece un cenno di assenso e si posizionò sulla sedia dove prima sedeva la mamma.
Passando anche con lei il "PASSO DEL CAZZO" andammo in casa della Giovanna, appena dentro la mamma si fermò e chinandosi sul pavimento si mise a pecorina.
"Amore scopami così, dammi la tua sborra nella figa, fammi fare questo figlio"
Mi posizionai dietro di lei col cazzo già in mano e sollevatogli la gonna la penetrai, come ormai era sua abitudine non portava le mutande.
La montai facendola ansimare e strizzandogli le tette le dissi:
"Dammi il tuo latte mammina"
"Te lo darò, si te lo darò il mio latte, tu fammi fare un figlio e te ne darò quanto ne vorrai"
Sborrai nella figa della mamma con un grandissimo piacere, poi glielo infilai tutto restando fermo, gli avevo messo un tappo alla figa, non volevo la sborra uscisse fuori, ci ricomponemmo e facemmo ritorno a casa, dopo aver svegliato Mario e mio padre andammo a letto, felici e contenti.
Il mattino dopo con i miei fratelli a casa perchè in vacanza, cominciai la giornata pensando, per oggi non si fa niente, invece la mamma voleva fare, si reco dal marito dicendo:
"Anche oggi hai una scusa per non venire in campagna, almeno visto che dici di aspettare il tecnico per la televisione bada ai bambini, io mi faccio accompagnare da Angelo, tu invece fai sempre il vagabondo"
Mio padre si mise a ridere e chiamò i miei fratelli, mentre io, tornato di buon'umore, e la mamma uscimmo per andare a lavorare, lavoro che sarebbe stato molto appagante, mentre camminavo seguendola me la squadrai tutta, che bona ha un corpo veramente arrapante guarda come nuove il culo dev'essere già eccitata, allora dissi:
"Mamma da come cammini si vede che hai una voglia matta d'essere scopata, allora perchè hai fatto quella scena con papà, lamentandoti che non viene volentieri in campagna?"
"Hai ragione ho proprio una gran voglia di essere scopata e, la scena con tuo padre era uno stimolante mi ha eccitato di più e quando si è messo a ridere quasi godevo, il cornuto ride e noi scopiamo, dai amore facciamo presto, sto colando"
Giunti alla cascina il lavoro più urgente fu una veloce scopata, quasi una sveltina, lei ancora sull'uscio, mentre si teneva alla maniglia della porta e, io dietro col solo cazzo fuori dai pantaloni che la scopavo sborrando nella sua accogliente figa.
"Bravo amore me la hai riempita bene, adesso sbrighiamo le faccende necessarie, così dopo mi puoi fottere bene e, speriamo che ci resto"
Ci mettemmo al lavoro, zappettare estirpare erbacce e raccogliere qualcosa da portare a casa, quindi accuditi gli animali, ci ritrovammo ancora una volta nella nostra cascina mentre io già mi dirigevo verso la nostra alcova lei esordì dicendo:
"Bene abbiamo fatto tutto, possiamo tornare a casa"
E si avviò verso l'uscio varcandolo, uscendo all'esterno, io restai sorpreso non sapevo cosa fare e dire, la mamma tornò sull'uscio e disse:
"Allora, ti sbrighi, dobbiamo tornare a casa"
"Ma mamma non dovevamo..."
"Cosa dovevamo?"
"Scopare, lo hai detto tu prima"
"Si;Lo avevo detto io?, allora scopiamo"
Entro in cascina dirigendosi verso il materasso dove si mise a quattro zampe.
"Allora, Arrivi o no; Non hai più voglia?"
"Certo che c'è lo, e tanta, adesso ti rompo troia, sei stata cattiva meriti una punizione"
"Si puniscimi, rompimi tutta, ma mettimi incinta"
Così le andai dietro e sollevatogli la gonna, cominciai a chiavarla dandogli tutto il mio cazzo nella sua figona pelosa, la scopai facendola gemere come una vacca, fino a sborragli dentro riempiendogliela.
"Allora troia ti è servita la lezione?"
"Si, porcone, speriamo di di, che finalmente mi hai ingravidato"
"Ma potresti essere già gravida"
"Magari comunque fra un paio di settimane lo saprò"
"Mamma se non riuscissi a fecondarti cambierebbe qualcosa tra noi?"
"No amore mio non cambierebbe niente, certo ci resterei male, ma tu sarai sempre il mio stallone, potrai montarmi ogni volta che vorrai, adesso sistemiamoci e torniamo a casa, stavolta per davvero, non dimenticare che hai un'altra missione da compiere, ingravidare la Giovanna, spero che le incinta ci resti davvero, anche per quello stronzo del marito, coglione e cornuto più che toro, sei a posto, allora andiamo, pomeriggio troviamo il modo perchè tu la possa scopare"
Così fu, nel pomeriggio, quando mio padre e Mario andarono al bar, avevano un torneo di scopa, la mamma chiamò la Giovanna, perchè venisse a casa nostra, dove io l'aspettavo nella mia stanza col cazzo già in tiro, preventivamente la mamma me lo aveva succhiato e fatto indurire, così la sua amica lo trova pronto e non perde tempo, disse, bugiarda e troia, ogni scusa era buona per avere il mio cazzo, in figa o in bocca era lo stesso, che puttana e, che fortuna per me avere una mamma così vacca.
Giovanna venne nella mia stanza e subito inizio a spogliarsi dicendo:
"Salve dottore, sono venuta per la cura del pecorino"
"Allora mettiti a quattro zampe che ti servo subito"
Così lei si inginocchio appoggiandosi al mio letto e io da dietro la scopai aprendogli la sua accogliente figa, ormai avvezza a prendere il mio cazzone, la chiavai con un buon ritmo fino a riempirgli la figa con la mia sborra.
Scendemmo in cucina dove la mamma aveva preparato il caffè.
"Tieni cara fatti la bocca, tanto la figa te la fatta Angelo"
Scoppiammo in una fragorosa risata, con l'impegno che avremmo continuato a giocare ogni volta fosse stato possibile e, magari riuscire ad avere due bei palloni.
continua.......
"Sai mamma questa tua decisione di voler essere ingravidata un pò mi spaventa"
"Perchè amore mio,cosa c'è di più bello che coronare un amore con un figlio, siccome noi ci amiamo è giusto che facciamo un figlio, almeno qualcosa sopravviverà al nostro amore"
"Mamma il nostro amore non finirà mai, noi ci ameremo fino a che avremo un alito di fiato, vedrai ti darò il mio cazzo anche quando avrai settant'anni"
"E io ti darò la mia figa, anche se spelacchiata, anche sul letto di morte"
"Ti amo Clara, godiamoci questi momenti"
"Giusto amore, godiamoci l'oggi, per il domani c'è tempo, l'importante che tu continui a sborrarmi in figa, Angelo devi mettermi incinta, mi renderai la donna più felice del mondo"
Così giungemmo a casa, mio padre non c'era, in compenso la Giovanna ci aspettava, in strada, seguendoci entrò in casa.
"Ciao siete tornati, pensavo voleste dormire in campagna"
"Magari", rispose la mamma, "sai che scopate ci saremmo fatto", e si mise a ridere.
"Ridi ridi", disse la Giovanna,"quelle che vi siete fatte questa mattina non vi sono bastate, intanto io sono 3 giorni che non vedo Angelo, e il suo cazzo"
"Hai fame? Vero troia? Vorresti che Angelo ti desse una bella ripassata?"
"Perchè no, se ne ha voglia, tanto il tempo c'è, Mario e Alfredo sono andati in città e, non torneranno prima di sera, naturalmente ubriachi, c'è quindi il tempo di farne anche più di una"
"Cosa sono andati a fare in città?"
"A me non lo hanno detto, ma avevano un'aria misteriosa, l'importante che stiano fuori dai piedi per tutta la giornata"
"Allora se proprio ne hai voglia potreste andare di sopra e farvela una scopata, se andate in camera mia scopate per terra, il letto e rumoroso, io nel frattempo preparo da mangiare, così appena arrivano i bambini possiamo mangiare e, dopo pranzo, tu Giovanna tieni impegnati i bambini in giardino e, io e Angelo facciamo la nostra di scopata"
"Grazie amica mia, mentre mi godrò il cazzone di Angelo penserò a te"
"Stronza; Sfotti?"
"Andiamo Angelo ho un po di arretrati da recuperare"
Ci avviammo per le scale al piano di sopra così io ebbi modo di notare che la Giovanna era senza mutande, una volta in camera della mamma ci abbracciammo e cominciammo a baciarci scambiandoci la saliva lei, d'un tratto, si staccò da me e si guardò intorno, poi individuato quello che cercava, si allontanò andando ad aprire il cassetto della biancheria della mamma e, tirato fuori un reggicalze e un paio di calze della mamma l'indossò, poi disse:
"Con queste addosso avrai l'impressione di scoparti tua madre, magari me ne darai di più, cazzo"
Io afferrandola per le spalle la feci mettere a pecora e la penetrai violentemente, lei emise un gemito.
"Cazzo funzionano, dai sbattimi mio stallone, spacca la figa a questa troia della tua mamma"
Fu una scopata violenta e selvaggia, le sborrai in bocca e lei ingoiò fino all'ultima goccia.
Scesi al piano di sotto la mamma notò le calze che indossava la Giovanna.
"Ma non avevi le calze quando sei salita"
"No non le avevo, sono le tue, le ho messe per farmi fottere come te e, hanno funzionato, me lo ha ficcato in corpo come un animale, mi ha fatto ingoiare un mare di sborra"
Al che la mamma afferrandola per le spalle le girò la testa e disse:
"Ti ha sborrato in bocca? Fammi sentire"
Pose le sue labbra sulla bocca della Giovanna mettendogli la lingua dentro, tenendola stretta per diversi minuti, svuotandogli la bocca della sua saliva.
"Cazzo Clara per poco con la lingua non mi arrivi allo stomaco; Che ti è preso?"
"Volevo sentire il sapore dello sperma di mio figlio, non lo ricordo più"
"Come non lo ricordi più, stamattina in campagna lo hai fatto sborrare per terra?"
"No non per terra, ma nella mia figa"
"Cosa? Ti sei fatta sborrare in figa? Sei matta può metterti incinta"
"E' quello che voglio, che mi metta incinta"
La Giovanna aveva un'aria confusa, al che la mamma facendola sedere le raccontò tutto, trucco compreso, dicendogli che desiderava avere un figlio da me.
"Sei veramente furba Clara, lo hai giocato bene tuo marito"
"Così impara ad essere sempre ubriaco"
"Beata te, avrai un altro figlio e, io niente"
"Se vuoi un figlio un modo ci sarebbe, fatti ingravidare da Angelo, così gli partoriremo due fratelli o sorelle e, lui diventerebbe papà due volte"
"Certo che voglio un figlio e, lo vuole anche mio marito, ma non vengono, se mi faccio ingravidare adesso lui avrebbe dei sospetti, con tutte le volte che mi è venuto dentro senza alcun risultato"
"Senti Giovanna bisogna escogitare qualcosa, per esempio che ti sei rivolta ad una maga, anzi ho un'idea, ascolta bene, stasera quando tornano facciamo in modo che voi vi fermiate a cena qui da noi, io ad un certo punto accennerò alla cura del formaggio, il pecorino per restare in tema, ti chiederò se stai continuando a mangiarlo, perchè aumenta la fertilità, tu assentirai e vedremo la reazione di tuo marito"
"Va bene Clara sarebbe stupendo, diventare madre e, prendermi tutta la sborra di Angelo in figa"
La giornata si svolse come programmato, dopo pranzo, io e la mamma ci facemmo una bella scopata, con farcitura alla sborra della sua figa, nel pomeriggio scopai nuovamente la Giovanna e le sborrai in bocca,"Bevi troia, bevi la mia sborra, questa potrebbe essere l'ultima volta in cui sei costretta a berla per forza, da domani magari potrò riempirti la figa"
"Magari Angelo, magari"
Dopo avermi ripulito il cazzo con la lingua si recò dalla mamma baciandola e dandogli una parte di sborra che aveva conservato in bocca.
Nel tardo pomeriggio tornarono mio padre e Mario, mentre mia madre e la Giovanna stavano cucinando e avevano apparecchiato per gli ospiti, mia madre disse:
"Vi abbiamo fatto una sorpresa, stasera ceniamo insieme"
"Brave mogliettine", disse mio padre,"così chiacchieriamo un po"
chiaramente il loro chiacchierare si traduceva in, ci sbronziamo insieme, per tale scopo la mamma mi aveva mandato dal vinaio a comprare una buona scorta di vino.
Loro gongolanti cominciarono a sghignazzare.
"Cosa avete da sghignazzare?" disse mia madre
"Anche noi abbiamo una sorpresa" disse mio padre
Mario, che intanto era uscito fuori dalla parta, rientrò spingendo uno scatolone, mio padre messosi davanti allo scatolone esordì dicendo:
"Signore e signori ecco a voi la televisione"
I miei fratelli corsero festanti ad abbracciarlo
"Domani viene il tecnico, per mettere l'antenna e collegarla, così domani sera potremo guardarla.
"Benissimo così la sera quando voi non ci sarete potremo, guardando qualche film, passare qualche ora insieme, e magari Angelo anzi che andare nelle case degli amici resta a vederla con noi, magari anche Giovanna, per non restare tutte le sere da sola, può venire a guardarla con noi, poi l'accompagnerebbe Angelo"
La proposta fu accettata da tutti, mariti compresi, mentre io già pensavo, ecco un altro tassello a nostro favore e, alle volte che avrei accompagnato la Giovanna per poi scoparmela.
Durante la cena chiacchierando del più e del meno, mentre la scorta del vino si assottigliava, si parlò della possibilità di creare un cancello tra i nostri giardini, mio padre e Mario dissero che si poteva fare, anzi ipotizzarono che che si sarebbe potuto togliere del tutto la recinzione e mettere un forno e un grill, per poi passare qualche serata insieme nel giardino, un altro tassello andava al suo posto.
La mamma, che ogni tanto mi faceva piedino sotto il tavolo, disse:
"Giovanna allora che mi dici, stai facendo la cura del formaggio?"
"Si Clara, speriamo funzioni, sarebbe bellissimo"
Mario, già alticcio, chiese:
"Che cura? Per cosa? Stai male?"
"No amore non sto male, solo che Clara ha sentito dire che mangiando molto formaggio aumenta la fertilità, e allora ho deciso di provare, non ti ho detto niente perchè non sono sicura che funzioni"
"Cavolo amore, speriamo sia vero, da domani lo comincio a mangiare anch'io, anzi, Clara; Ne hai formaggio? comincio subito"
"No amore il formaggio lo debbo mangiare io, sicuramente la colpa è mia se non riesco a restare incinta, speriamo che col pecorino io ci riesca"
"Hai ragione amore, sicuramente dipende da te, io sono un toro"
Mario dando di gomito a mio padre si mise a ridere e suscito una risata in tutti,io lo guardai e pensai:"Ridi ridi, lo faccio fare io un figlio a tua moglie e, magari più d'uno, addirittura un squadra di calcio, toro senza palle".
Giunti alla fine della cena portai i bambini a letto, domani sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze Natalizie, la mamma e la Giovanna stavano sparecchiando lasciando strategicamente i bicchieri e il bottiglione del vino ai cornuti, che ormai saturi rischiavano di cadere dalla sedia,io aiutai a portare i piatti in cucina e trovando la Giovanna vicino al lavello gli andai alle spalle premendo il mio cazzo duro sul suo culo e, con la mano cercai la sua figa.
"MUUUUU sono il toro"
"Scemo"
Mia madre che assistette alla scena si mise a ridere.
"Che coglione tuo marito, si crede un toro, un po comunque lo è, per le corna che gli hai regalato, hai visto ha funzionato, adesso puoi farti riempire la figa dal mio bambino"
"Non vedo l'ora, e speriamo che mi facci crescere il pancione in fretta"
"Certo che te lo faccio crescere, anche bello grosso, vieni"
Allungai la mano prendendo la sua, lei un po restia obiettò.
"Ma non si può"
"Si che si può, guarda dormono"
Mio padre e Mario con la testa china sul tavolo stavano russando, mia madre dopo averli guardati si girò verso di noi e disse:
"Andate, Angelo ingravidala"
"Ci provo mamma"
"Bravo, dopo dovrai riempire di sborra anche anche la mia figa, poi li sveglieremo e andremo a dormire felici e contenti e, speriamo pregne"
Cosi andammo in giardino e, staccata la rete, varcammo il "PASSO DEL CAZZO" quando fummo in casa lei disse:
"Vieni voglio che mi ingravidi sul mio letto"
Scopammo su quel letto dove lei non era mai riuscita a concepire un figlio, gli versai in figa tutta la mia sborra, ero quasi sicuro di averla ingravidata.
Tornati in casa nostra trovammo la mamma che seduta su una sedia sorvegliava la sala, quando ci vide con un sorriso venne verso di noi e mi arruffò i capelli poi cinse con le bracci la Giovanna e passandogli una mano sulla pancia disse:
"Qui dentro crescerà il figlio di mio figlio, venite facciamoci il caffè, intanto tu Angelo ricarica il cannone, dopo tocca a me"
Bevemmo il caffè stando in silenzio dopo circa mezz'ora mi alzai allungai la mano verso la mamma lei la prese e si alzò seguendomi, la Giovanna si fece un cenno di assenso e si posizionò sulla sedia dove prima sedeva la mamma.
Passando anche con lei il "PASSO DEL CAZZO" andammo in casa della Giovanna, appena dentro la mamma si fermò e chinandosi sul pavimento si mise a pecorina.
"Amore scopami così, dammi la tua sborra nella figa, fammi fare questo figlio"
Mi posizionai dietro di lei col cazzo già in mano e sollevatogli la gonna la penetrai, come ormai era sua abitudine non portava le mutande.
La montai facendola ansimare e strizzandogli le tette le dissi:
"Dammi il tuo latte mammina"
"Te lo darò, si te lo darò il mio latte, tu fammi fare un figlio e te ne darò quanto ne vorrai"
Sborrai nella figa della mamma con un grandissimo piacere, poi glielo infilai tutto restando fermo, gli avevo messo un tappo alla figa, non volevo la sborra uscisse fuori, ci ricomponemmo e facemmo ritorno a casa, dopo aver svegliato Mario e mio padre andammo a letto, felici e contenti.
Il mattino dopo con i miei fratelli a casa perchè in vacanza, cominciai la giornata pensando, per oggi non si fa niente, invece la mamma voleva fare, si reco dal marito dicendo:
"Anche oggi hai una scusa per non venire in campagna, almeno visto che dici di aspettare il tecnico per la televisione bada ai bambini, io mi faccio accompagnare da Angelo, tu invece fai sempre il vagabondo"
Mio padre si mise a ridere e chiamò i miei fratelli, mentre io, tornato di buon'umore, e la mamma uscimmo per andare a lavorare, lavoro che sarebbe stato molto appagante, mentre camminavo seguendola me la squadrai tutta, che bona ha un corpo veramente arrapante guarda come nuove il culo dev'essere già eccitata, allora dissi:
"Mamma da come cammini si vede che hai una voglia matta d'essere scopata, allora perchè hai fatto quella scena con papà, lamentandoti che non viene volentieri in campagna?"
"Hai ragione ho proprio una gran voglia di essere scopata e, la scena con tuo padre era uno stimolante mi ha eccitato di più e quando si è messo a ridere quasi godevo, il cornuto ride e noi scopiamo, dai amore facciamo presto, sto colando"
Giunti alla cascina il lavoro più urgente fu una veloce scopata, quasi una sveltina, lei ancora sull'uscio, mentre si teneva alla maniglia della porta e, io dietro col solo cazzo fuori dai pantaloni che la scopavo sborrando nella sua accogliente figa.
"Bravo amore me la hai riempita bene, adesso sbrighiamo le faccende necessarie, così dopo mi puoi fottere bene e, speriamo che ci resto"
Ci mettemmo al lavoro, zappettare estirpare erbacce e raccogliere qualcosa da portare a casa, quindi accuditi gli animali, ci ritrovammo ancora una volta nella nostra cascina mentre io già mi dirigevo verso la nostra alcova lei esordì dicendo:
"Bene abbiamo fatto tutto, possiamo tornare a casa"
E si avviò verso l'uscio varcandolo, uscendo all'esterno, io restai sorpreso non sapevo cosa fare e dire, la mamma tornò sull'uscio e disse:
"Allora, ti sbrighi, dobbiamo tornare a casa"
"Ma mamma non dovevamo..."
"Cosa dovevamo?"
"Scopare, lo hai detto tu prima"
"Si;Lo avevo detto io?, allora scopiamo"
Entro in cascina dirigendosi verso il materasso dove si mise a quattro zampe.
"Allora, Arrivi o no; Non hai più voglia?"
"Certo che c'è lo, e tanta, adesso ti rompo troia, sei stata cattiva meriti una punizione"
"Si puniscimi, rompimi tutta, ma mettimi incinta"
Così le andai dietro e sollevatogli la gonna, cominciai a chiavarla dandogli tutto il mio cazzo nella sua figona pelosa, la scopai facendola gemere come una vacca, fino a sborragli dentro riempiendogliela.
"Allora troia ti è servita la lezione?"
"Si, porcone, speriamo di di, che finalmente mi hai ingravidato"
"Ma potresti essere già gravida"
"Magari comunque fra un paio di settimane lo saprò"
"Mamma se non riuscissi a fecondarti cambierebbe qualcosa tra noi?"
"No amore mio non cambierebbe niente, certo ci resterei male, ma tu sarai sempre il mio stallone, potrai montarmi ogni volta che vorrai, adesso sistemiamoci e torniamo a casa, stavolta per davvero, non dimenticare che hai un'altra missione da compiere, ingravidare la Giovanna, spero che le incinta ci resti davvero, anche per quello stronzo del marito, coglione e cornuto più che toro, sei a posto, allora andiamo, pomeriggio troviamo il modo perchè tu la possa scopare"
Così fu, nel pomeriggio, quando mio padre e Mario andarono al bar, avevano un torneo di scopa, la mamma chiamò la Giovanna, perchè venisse a casa nostra, dove io l'aspettavo nella mia stanza col cazzo già in tiro, preventivamente la mamma me lo aveva succhiato e fatto indurire, così la sua amica lo trova pronto e non perde tempo, disse, bugiarda e troia, ogni scusa era buona per avere il mio cazzo, in figa o in bocca era lo stesso, che puttana e, che fortuna per me avere una mamma così vacca.
Giovanna venne nella mia stanza e subito inizio a spogliarsi dicendo:
"Salve dottore, sono venuta per la cura del pecorino"
"Allora mettiti a quattro zampe che ti servo subito"
Così lei si inginocchio appoggiandosi al mio letto e io da dietro la scopai aprendogli la sua accogliente figa, ormai avvezza a prendere il mio cazzone, la chiavai con un buon ritmo fino a riempirgli la figa con la mia sborra.
Scendemmo in cucina dove la mamma aveva preparato il caffè.
"Tieni cara fatti la bocca, tanto la figa te la fatta Angelo"
Scoppiammo in una fragorosa risata, con l'impegno che avremmo continuato a giocare ogni volta fosse stato possibile e, magari riuscire ad avere due bei palloni.
continua.......
3
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Io e la mamma incesto infinito 10 - La mamma vuole un figlio da meracconto sucessivo
Io e la mamma incesto infinito 12 - Ho messo incinta la mamma e la Giovanna
Commenti dei lettori al racconto erotico