Io el la mamma incesto infinito 6 - La mamma e Giovanna si dividono il mio cazzo fino a...
di
coccoduro
genere
incesti
Così con la prospettiva di poter passare una notte con la Giovanna, io e la mamma, concordammo il da farsi.
"Adesso ricomponiamoci così mentre io preparo la cena tu vai a riprendere i tuoi fratelli dai nonni, dopo cena potrai andare dalla Giovanna e fermarti tutta la notte da lei, domani mattina, stando attento che nessuno ti veda, torni a casa, così magari ci sarà la possibilità di farci una bella scopata, sempre che la Giovanna non ti prosciughi"
"Tranquilla mamma, per te il mio cazzo sarà sempre disponibile e pronto"
Cosi facemmo lei comincio a cucinare e io andai a prendere i miei fratelli, pronta la cena ci sedemmo a tavola, fu una cena irreale, mangiavo ma la mia testa già si rotolava nel letto della Giovanna, la mamma immaginando i miei pensieri sorrideva, mentre i miei fratelli scherzavano, finita la cena la mamma preparò il caffè, mentre era ai fornelli fingendo di sistemarsi le calze
tirò su la gonna mostrandomi la sua figa e mi strizzo l'occhio, portato il caffè a tavola e approfittando che i miei fratelli nel frattempo erano usciti dalla cucina per andare il sala a giocare, mi disse:
"Visto cosa ti perdi stasera, ma sicuramente ne troverai un'altra, altrettanto affamata, che accoglierà il tuo bastone, volevo solo farti eccitare così la Giovanna lo troverà già in tiro, amore scopala come se stessi scopando me, è una grande amica, vai tranquillo di lei non sono gelosa, aspetta ti do qualcosa da portargli, così se qualcuno ti vede non avrà sospetti.
Così prese un piatto e vi mise dentro dei fichi d'india, già sbucciati, e me lo diede da portare alla Giovanna.
"Vai amore, buonanotte"
"Buonanotte mamma, sogni d'oro"
"Grazie amore, se non d'oro, sicuramente saranno bagnati, pensando al tuo cazzo"
Usci di casa e, pochi secondi ero alla porta della Giovanna, non feci in tempo a sfiorare il pulsante de campanello che la porta si apri, segno che mi aspettava, sicuramente teneva d'occhio la strada dalla finestra, evidentemente era impaziente di rivedermi, o almeno rivedere il mio cazzo, la cosa mi gratificò molto, mentre il cazzo già scalpitava.
"Ciao Angelo, vieni svelto entra"
Appena chiusa la porta mi abbracciò cominciando a premere il suo bacino contro il mio, per sentire la pressione del mio cazzo contro la sua figa, per poco non buttavo per terra il piatto.
"Quanta foga Giovanna; ti sono mancato?"
"Si tanto, ma sopratutto mi è mancato il tuo cazzone"
"Stanotte ne avrai quanto ne vuoi, la mamma mi ha detto che posso restare a dormire con te, naturalmente anche scoparti"
"Davvero, debbo ringraziare tua madre, è una vera amica, vieni andiamo a sederci, cosa ha mandato questa volta tua madre, oltre al tuo magnifico cazzone,fai vedere, fichi d'india che buoni, ne mangio subito qualcuno, intanto prepariamo un bel caffè, ce lo portiamo in camera.
Così fece, andammo in camera da letto dove cominciammo a spogliarci, io rimase nudo mentre lei restò con le calze e un reggicalze orlato da un merletto rosso, il contrasto tra il rosso e il nero scatenò i miei sensi e iniziammo a scopare, quella notte scopammo e, scopammo, in tutte le posizioni, sborrai 5 volte mentre lei ebbe molteplici orgasmi, tanto che al mattino disse di non riuscire ad alzarsi, magari nel pomeriggio sarebbe venuta a salutare la mamma, io mi alzai e mi recai in bagno, dove feci una doccia per togliermi l'odore di sesso da dosso, quindi mi rivesti e, come da raccomandazione della mamma, mi accertai che nessuno potesse vedermi, uscito in strada tornai a casa mia.
Mia madre stava sbrigando i miei fratelli per mendarli a scuola, accortasi di me disse:
"Buongiorno Angelo; dormito bene?"
"Si mamma molto bene"
"Ti do il caffè, allora se in futuro vorrai andare ancora a dormire a casa di Giulio, il tuo amico, non ci saranno problemi basta che me lo chiedi"
Tutto questo ad uso e consumo dei miei fratelli, sopratutto di Marco che dormendo con me nelle stessa stanza avrebbe potuto notare la mia assenza dal letto.
"Grazie mamma, sei grande, ti amo"
I miei fratelli sentendomi dire ti amo alla mamma si misero a ridere, a quei tempi non era uso dire ti amo ad un genitore.
"Volevo dire che ti voglio bene mamma"
"Ho capito Angelo e, anch'io ti voglio bene, ti amo come amo i tuoi fratelli, viva l'amore"
I miei fratelli si misero a ridere.
Finita la colazione la mamma accompagnò i miei fratelli in strada dove si unirono ad altri bambini e andarono a scuola, lei chiusa la porta venne in cucina e mi abbraccio sedendosi sulle mie ginocchia.
"Allora stallone com'è andata stanotte?"
"Alla grande mamma, abbiamo scopato tutta a notte, mi ha fatto sborrare 5 volte, stamattina lei ha detto che era distrutta, è rimasta ancora a letto, ha intenzione di restarci tutta la mattinata, ha detto che forse nel pomeriggio passa per ringraziarti dei fichi d'india"
"Dei fichi d'india, che troia bugiarda, piuttosto vorrà ringraziarmi di questa zucchina"
La mamma con la mano mi strinse la patta trovando il mio cazzo in stato di dormiveglia.
"Che porca la Giovanna ti ha prosciugato"
"Scusa mamma dammi un paio d'ore e tornerà in forze, anche perchè dopo la Giovanna voglio fottere anche te, la mia mammina puttana personale e preferita"
La mamma mi baciò coprendomi di carezze e, alzandosi mi prese per mano.
"Viene andiamo in campagna, se non ti senti di aiutarmi nei lavori dormirai nella cascina e quando tornerai in forze ci faremo una bella scopata in camporella, voglio il tuo cazzo prima di pranzo"
In campagna aiutai la mamma, anche se con ritmo lento, sbrigati i lavori accuditi gli animali ci trovammo nella cascina, tirandomi fuori il cazzo, che nel frattempo aveva riacquistato vigore.
"Mamma guarda ho qualcosa per te"
"Che bello così mi piace duro e grosso, vieni andiamo fuori sul prato"
"No mamma aspetta, scopiamo qui in cascina su quel vecchio materasso, fuori potrebbero vederci meglio essere prudenti"
"Hai ragione amore mio, la vista del tuo cazzo mi ha annebbiato i sensi, dai amore sbattimi sul materasso e lasciami priva di sensi, sono talmente eccitata che se non mi dai subito il cazzo vado a raccogliere una zucchina e me la pianto in figa"
"Certo che ti do il mio cazzo vieni stenditi, ecco mio bel troione lo senti il cazzo come ti scava la figa, godi puttana godi"
"Si maschione sbattimi forte, riempimi tutta fammi godere, così amore così, insultami insultami mi piacere sentirmi insultata"
"Dai bagasciona muovi i fianchi, così, ti rompo ti mando all'ospedale, sai che ridere, quando dirai che è stato tuo figlio a sfasciarti la figa, dai adesso girati mettiti a pecorina voglio fartelo uscire dagli occhi"
"Si, si così ti sento meglio dai spingi forza, ecco ci sono godo godo"
"Anch'io mamma sto per sborrare, girati prendilo in bocca,bevi la mia sborra preparata per te, si mamma succhia ancora mandala giù, mandala giù"
Dopo quella furiosa scopata restammo distesi sul materasso per riacquistare la lucidità.
"Senti mamma prima dicevi davvero che ti saresti messa una zucchina nella figa, l'hai mai fatto?"
"Per come ero eccitata l'avrei fatto davvero, no non lo mai fatto, mi sono solo toccata al massimo mi mettevo le dita dentro, ma era prima che trovassi un porco come te, che mi ha fatto diventare una troia pervertita"
"Ti dispiace mamma di esserlo diventata?"
"No, assolutamente adesso mi sento una donna completa; ma perchè mi hai chiesto della zucchina?"
"Così tanto per dire"
"Tu non me la racconti giusta; tu pensi a qualcosa, vero?"
"Forse vedremo"
Tornati a casa la mamma preparò il pranzo, nel pomeriggio pensando a quello che gli avevo detto, che la Giovanna sarebbe venuta a fargli una visita, la mamma accompagnò i miei fratelli dalla nonna, verso le 15 suono la Giovanna, la mamma mi disse di andare in camera e ridiscendere dopo, se volevo ascoltare.
Si accomodarono in cucina e mentre la mamma preparava il caffè la Giovanna ringraziò la mamma per le verdure e i fichi d'india, servito il caffè la mamma si sedette accanto alla Giovanna e, guardandola negli occhi disse:
"Dimmi la verità mi stai ringraziando per quello che angelo ti ha portato o per quello che ti ha dato?"
"Non capisco la differenza"
"Non capisci la differenza; o fai finta? La differenza sono circa 25 centimetri, ti ha portato la verdura e ti ha dato il suo cazzone"
La Giovanna ebbe un attimo di sbandamento poi si riprese.
"Ma Clara non lo hai mandato per quello? Intendo dire per scoparmi; Ti è
dispiaciuto che lo abbia fatto? Sei arrabbiata?"
"Non dire stupidaggini, non sono arrabbiata e non mi è dispiaciuto anzi sono felicissima, che tu ti sia preso tutto quel bel cazzone, adesso non avrai più problemi di ragnatele"
Si misero a ridere abbracciandosi, con destrezza la mamma mise la mano tra le sue cosce toccandogli la figa attraverso le mutande, la Giovanna a quel contatto emise un lamento.
"Ti fa ancora male; Vero? Ti ha conciata per le feste, fammela vedere"
La Giovanna presa alla sprovvista resto muta e non sapeva cosa fare poi tirando fuori un filo di voce disse:
"Cosa dici, dovrei farti vedere la figa?"
"Certo visto che a mio figlio non solo gliela hai fatta vedere ma anche usare e, lui da ne ha abusato mettendoti dentro il suo cazzone, dai tira su la gonna e abbassa le mutande cosi controlliamo che non ci siano danni, ricordati che a breve arriva tuo marito e se trova qualche lacerazione sono guai"
Allora la Giovanna convintasi tiro su la gonna e abbassò le mutande restando a cosce aperte sulla sedia, mia madre con finto fare professionale si avvicinò cominciando ad esaminarle la figa, dopo di che disse:
"No niente danni gravi solo un po di arrossamento e piccole lacerazioni, tornerà tutto normale per tempo"
"Meno male avevo paura che mi restasse per sempre così, slabbrata"
"No no amica mia tranquilla, non ci saranno conseguenze, del resto anche la mia figa ha assorbito la devastazione subita e, adesso e tornata normale, ecco guarda"
Così dicendo mostrò la figa alla Giovanna che non riusciva a rendersi conto della situazione, in cui si trovava invischiata, poi tornando in se si rivolse alla mamma e, disse:
"Ma Clara cosa dici? Che devastazione? Non dirmi che anche tu...."
"Si anche io mi sono preso lo stesso cazzone, si Giovanna ho scopato e scopo con mio figlio, ed è stupendo, per questo ho voluto che anche tu ti godessi un cosi bel dono della natura, mi confido con te perchè sei la mia migliore amica più di una sorella e, so che non tradirai la mia fiducia, spero la cosa non ti crei problemi"
"No no stai tranquilla nessuno saprà mai niente, sarò muta come una tomba, certo sono rimasta sconvolta ma stai tranquilla nessun problema, anzi, trovo la cosa eccitante, come trovo eccitante la nostra complicità, che sballo io e te ci scopiamo tuo figlio, sono già eccitata"
"Allora dobbiamo festeggiare, chiamiamo Angelo e ci facciamo scopare insieme;Ti va?"
"Si si mi è tornata la voglia e, la figa non mi brucia più"
continua......
"Adesso ricomponiamoci così mentre io preparo la cena tu vai a riprendere i tuoi fratelli dai nonni, dopo cena potrai andare dalla Giovanna e fermarti tutta la notte da lei, domani mattina, stando attento che nessuno ti veda, torni a casa, così magari ci sarà la possibilità di farci una bella scopata, sempre che la Giovanna non ti prosciughi"
"Tranquilla mamma, per te il mio cazzo sarà sempre disponibile e pronto"
Cosi facemmo lei comincio a cucinare e io andai a prendere i miei fratelli, pronta la cena ci sedemmo a tavola, fu una cena irreale, mangiavo ma la mia testa già si rotolava nel letto della Giovanna, la mamma immaginando i miei pensieri sorrideva, mentre i miei fratelli scherzavano, finita la cena la mamma preparò il caffè, mentre era ai fornelli fingendo di sistemarsi le calze
tirò su la gonna mostrandomi la sua figa e mi strizzo l'occhio, portato il caffè a tavola e approfittando che i miei fratelli nel frattempo erano usciti dalla cucina per andare il sala a giocare, mi disse:
"Visto cosa ti perdi stasera, ma sicuramente ne troverai un'altra, altrettanto affamata, che accoglierà il tuo bastone, volevo solo farti eccitare così la Giovanna lo troverà già in tiro, amore scopala come se stessi scopando me, è una grande amica, vai tranquillo di lei non sono gelosa, aspetta ti do qualcosa da portargli, così se qualcuno ti vede non avrà sospetti.
Così prese un piatto e vi mise dentro dei fichi d'india, già sbucciati, e me lo diede da portare alla Giovanna.
"Vai amore, buonanotte"
"Buonanotte mamma, sogni d'oro"
"Grazie amore, se non d'oro, sicuramente saranno bagnati, pensando al tuo cazzo"
Usci di casa e, pochi secondi ero alla porta della Giovanna, non feci in tempo a sfiorare il pulsante de campanello che la porta si apri, segno che mi aspettava, sicuramente teneva d'occhio la strada dalla finestra, evidentemente era impaziente di rivedermi, o almeno rivedere il mio cazzo, la cosa mi gratificò molto, mentre il cazzo già scalpitava.
"Ciao Angelo, vieni svelto entra"
Appena chiusa la porta mi abbracciò cominciando a premere il suo bacino contro il mio, per sentire la pressione del mio cazzo contro la sua figa, per poco non buttavo per terra il piatto.
"Quanta foga Giovanna; ti sono mancato?"
"Si tanto, ma sopratutto mi è mancato il tuo cazzone"
"Stanotte ne avrai quanto ne vuoi, la mamma mi ha detto che posso restare a dormire con te, naturalmente anche scoparti"
"Davvero, debbo ringraziare tua madre, è una vera amica, vieni andiamo a sederci, cosa ha mandato questa volta tua madre, oltre al tuo magnifico cazzone,fai vedere, fichi d'india che buoni, ne mangio subito qualcuno, intanto prepariamo un bel caffè, ce lo portiamo in camera.
Così fece, andammo in camera da letto dove cominciammo a spogliarci, io rimase nudo mentre lei restò con le calze e un reggicalze orlato da un merletto rosso, il contrasto tra il rosso e il nero scatenò i miei sensi e iniziammo a scopare, quella notte scopammo e, scopammo, in tutte le posizioni, sborrai 5 volte mentre lei ebbe molteplici orgasmi, tanto che al mattino disse di non riuscire ad alzarsi, magari nel pomeriggio sarebbe venuta a salutare la mamma, io mi alzai e mi recai in bagno, dove feci una doccia per togliermi l'odore di sesso da dosso, quindi mi rivesti e, come da raccomandazione della mamma, mi accertai che nessuno potesse vedermi, uscito in strada tornai a casa mia.
Mia madre stava sbrigando i miei fratelli per mendarli a scuola, accortasi di me disse:
"Buongiorno Angelo; dormito bene?"
"Si mamma molto bene"
"Ti do il caffè, allora se in futuro vorrai andare ancora a dormire a casa di Giulio, il tuo amico, non ci saranno problemi basta che me lo chiedi"
Tutto questo ad uso e consumo dei miei fratelli, sopratutto di Marco che dormendo con me nelle stessa stanza avrebbe potuto notare la mia assenza dal letto.
"Grazie mamma, sei grande, ti amo"
I miei fratelli sentendomi dire ti amo alla mamma si misero a ridere, a quei tempi non era uso dire ti amo ad un genitore.
"Volevo dire che ti voglio bene mamma"
"Ho capito Angelo e, anch'io ti voglio bene, ti amo come amo i tuoi fratelli, viva l'amore"
I miei fratelli si misero a ridere.
Finita la colazione la mamma accompagnò i miei fratelli in strada dove si unirono ad altri bambini e andarono a scuola, lei chiusa la porta venne in cucina e mi abbraccio sedendosi sulle mie ginocchia.
"Allora stallone com'è andata stanotte?"
"Alla grande mamma, abbiamo scopato tutta a notte, mi ha fatto sborrare 5 volte, stamattina lei ha detto che era distrutta, è rimasta ancora a letto, ha intenzione di restarci tutta la mattinata, ha detto che forse nel pomeriggio passa per ringraziarti dei fichi d'india"
"Dei fichi d'india, che troia bugiarda, piuttosto vorrà ringraziarmi di questa zucchina"
La mamma con la mano mi strinse la patta trovando il mio cazzo in stato di dormiveglia.
"Che porca la Giovanna ti ha prosciugato"
"Scusa mamma dammi un paio d'ore e tornerà in forze, anche perchè dopo la Giovanna voglio fottere anche te, la mia mammina puttana personale e preferita"
La mamma mi baciò coprendomi di carezze e, alzandosi mi prese per mano.
"Viene andiamo in campagna, se non ti senti di aiutarmi nei lavori dormirai nella cascina e quando tornerai in forze ci faremo una bella scopata in camporella, voglio il tuo cazzo prima di pranzo"
In campagna aiutai la mamma, anche se con ritmo lento, sbrigati i lavori accuditi gli animali ci trovammo nella cascina, tirandomi fuori il cazzo, che nel frattempo aveva riacquistato vigore.
"Mamma guarda ho qualcosa per te"
"Che bello così mi piace duro e grosso, vieni andiamo fuori sul prato"
"No mamma aspetta, scopiamo qui in cascina su quel vecchio materasso, fuori potrebbero vederci meglio essere prudenti"
"Hai ragione amore mio, la vista del tuo cazzo mi ha annebbiato i sensi, dai amore sbattimi sul materasso e lasciami priva di sensi, sono talmente eccitata che se non mi dai subito il cazzo vado a raccogliere una zucchina e me la pianto in figa"
"Certo che ti do il mio cazzo vieni stenditi, ecco mio bel troione lo senti il cazzo come ti scava la figa, godi puttana godi"
"Si maschione sbattimi forte, riempimi tutta fammi godere, così amore così, insultami insultami mi piacere sentirmi insultata"
"Dai bagasciona muovi i fianchi, così, ti rompo ti mando all'ospedale, sai che ridere, quando dirai che è stato tuo figlio a sfasciarti la figa, dai adesso girati mettiti a pecorina voglio fartelo uscire dagli occhi"
"Si, si così ti sento meglio dai spingi forza, ecco ci sono godo godo"
"Anch'io mamma sto per sborrare, girati prendilo in bocca,bevi la mia sborra preparata per te, si mamma succhia ancora mandala giù, mandala giù"
Dopo quella furiosa scopata restammo distesi sul materasso per riacquistare la lucidità.
"Senti mamma prima dicevi davvero che ti saresti messa una zucchina nella figa, l'hai mai fatto?"
"Per come ero eccitata l'avrei fatto davvero, no non lo mai fatto, mi sono solo toccata al massimo mi mettevo le dita dentro, ma era prima che trovassi un porco come te, che mi ha fatto diventare una troia pervertita"
"Ti dispiace mamma di esserlo diventata?"
"No, assolutamente adesso mi sento una donna completa; ma perchè mi hai chiesto della zucchina?"
"Così tanto per dire"
"Tu non me la racconti giusta; tu pensi a qualcosa, vero?"
"Forse vedremo"
Tornati a casa la mamma preparò il pranzo, nel pomeriggio pensando a quello che gli avevo detto, che la Giovanna sarebbe venuta a fargli una visita, la mamma accompagnò i miei fratelli dalla nonna, verso le 15 suono la Giovanna, la mamma mi disse di andare in camera e ridiscendere dopo, se volevo ascoltare.
Si accomodarono in cucina e mentre la mamma preparava il caffè la Giovanna ringraziò la mamma per le verdure e i fichi d'india, servito il caffè la mamma si sedette accanto alla Giovanna e, guardandola negli occhi disse:
"Dimmi la verità mi stai ringraziando per quello che angelo ti ha portato o per quello che ti ha dato?"
"Non capisco la differenza"
"Non capisci la differenza; o fai finta? La differenza sono circa 25 centimetri, ti ha portato la verdura e ti ha dato il suo cazzone"
La Giovanna ebbe un attimo di sbandamento poi si riprese.
"Ma Clara non lo hai mandato per quello? Intendo dire per scoparmi; Ti è
dispiaciuto che lo abbia fatto? Sei arrabbiata?"
"Non dire stupidaggini, non sono arrabbiata e non mi è dispiaciuto anzi sono felicissima, che tu ti sia preso tutto quel bel cazzone, adesso non avrai più problemi di ragnatele"
Si misero a ridere abbracciandosi, con destrezza la mamma mise la mano tra le sue cosce toccandogli la figa attraverso le mutande, la Giovanna a quel contatto emise un lamento.
"Ti fa ancora male; Vero? Ti ha conciata per le feste, fammela vedere"
La Giovanna presa alla sprovvista resto muta e non sapeva cosa fare poi tirando fuori un filo di voce disse:
"Cosa dici, dovrei farti vedere la figa?"
"Certo visto che a mio figlio non solo gliela hai fatta vedere ma anche usare e, lui da ne ha abusato mettendoti dentro il suo cazzone, dai tira su la gonna e abbassa le mutande cosi controlliamo che non ci siano danni, ricordati che a breve arriva tuo marito e se trova qualche lacerazione sono guai"
Allora la Giovanna convintasi tiro su la gonna e abbassò le mutande restando a cosce aperte sulla sedia, mia madre con finto fare professionale si avvicinò cominciando ad esaminarle la figa, dopo di che disse:
"No niente danni gravi solo un po di arrossamento e piccole lacerazioni, tornerà tutto normale per tempo"
"Meno male avevo paura che mi restasse per sempre così, slabbrata"
"No no amica mia tranquilla, non ci saranno conseguenze, del resto anche la mia figa ha assorbito la devastazione subita e, adesso e tornata normale, ecco guarda"
Così dicendo mostrò la figa alla Giovanna che non riusciva a rendersi conto della situazione, in cui si trovava invischiata, poi tornando in se si rivolse alla mamma e, disse:
"Ma Clara cosa dici? Che devastazione? Non dirmi che anche tu...."
"Si anche io mi sono preso lo stesso cazzone, si Giovanna ho scopato e scopo con mio figlio, ed è stupendo, per questo ho voluto che anche tu ti godessi un cosi bel dono della natura, mi confido con te perchè sei la mia migliore amica più di una sorella e, so che non tradirai la mia fiducia, spero la cosa non ti crei problemi"
"No no stai tranquilla nessuno saprà mai niente, sarò muta come una tomba, certo sono rimasta sconvolta ma stai tranquilla nessun problema, anzi, trovo la cosa eccitante, come trovo eccitante la nostra complicità, che sballo io e te ci scopiamo tuo figlio, sono già eccitata"
"Allora dobbiamo festeggiare, chiamiamo Angelo e ci facciamo scopare insieme;Ti va?"
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