Cugina Padrona 1

di
genere
incesti

Tutto è iniziato un pomeriggio estivo di tanti tanti anni fa. Il sole, fermo sul mondo, fuori dalle case, ardeva pigro, ed io e mia cugina, nella penombra della sala da pranzo, ci guardavamo negli occhi, senza avere parole o pensieri particolari da comunicarci. In casa eravamo soli, i nostri rispettivi genitori si attardavano a conversare nell'appartamento di sotto, oppure già sonnecchiavano appanzati sui divano, ipnotizzati dalla tv accesa e inascoltata. Mia cugina era una ragazza normale, con un viso sempre sorridente ed un poco malizioso, un seno davvero prosperoso, qualche peletto giovane sulle braccia abbronzate, ed un sederino rotondo, che io sognavo tutti i giorni, ma distrattamente, come se non fosse un oggetto reale, a portata di mano. Lei all'epoca aveva 17 anni, io ero più piccolo di un paio di anni, e semplicemente pensavo che lei fosse impossibile per me, un oggetto del pensiero, una normale aspirazione vana. Lei usciva tutte le sere con amici più grandi anche di lei, ed io nemmeno immaginavo che ella potesse avere una sua vita sessuale - semplicemente la sera ricordavo tutte le sue pose nei suoi costumini o nei suoi pantaloncini, riguardavo nella mia mente la rotondità del suo sederino stretto dai jeans, e quando godevo, pur sforzandomi di tenere in mente quel bene metafisico - la mia idea del suo sedere... - non potevo fare a meno di soffermarmi mentalmente, di solito un istante, sul suo sorriso che conoscevo bene, e che si imponeva alla mia fantasia impotente... Il suo sorriso infatti mi inquietava, significava qualcosa che io mi rifiutavo di comprendere...
Quel pomeriggio ecco il sorriso: "vado a dormire un poco...". Sorriso. "Tu che fai?". Sorriso.
Non risposi.
Lei allora mi prese la mano, e senza dire nemmeno una parola, mi condusse nella camera dei suoi genitori, già semibuia, e si sdraiò sul lettone. "Sdraiati qua", mi disse, ed io sempre muto mi sdraiai accanto a lei.
Dopo dieci minuti ad occhi chiusi, lei si mise su un fianco dandomi le spalle.
Io
sentii per un secondo il suo sedere toccare il mio fianco, e adesso che gli occhi si erano abituati al buio, la scarsa luce filtrata dalle persiane rendeva visibili gli oggetti, e fra tutti lo splendore di una mezza natica non abbronzata di mia cugina mi sorprese, come se fosse un dono. Infatti il costume era mezzo infilato dentro il suo sedere, ed io inghiottii e cominciai a sentire il mio respiro, come se iniziassi soltanto in quel momento a respirare. Mia cugina deve essersi accorta del mio imbarazzo, ed emise un gemito sonnolento, come se fosse rapita dal sonno, ma nello stesso tempo mosse il sedere in maniera innaturale, come per enfatizzare la vita del suo corpo disponibile, reale - come se sapesse che io stavo guardando proprio lì.
Quel pomeriggio sudai per un'ora, ovviamente non dormii, e fissai tutto il tempo quel sedere vivo, per imprimerlo nella mia memoria, e non vedevo l'ora di chiudermi in bagno per farmi una sega. Prima che mia cugina facesse finta di svegliarsi, lasciai la stanza - ero davvero imbarazzato dalla mia erezione, e mai avrei voluto, in quel momento, che mia cugina la scoprisse coi suoi occhi saputelli e sorridenti.
In bagno fu veloce e triste. E dopo essere venuto fui colto da una angoscia incredibile, generata da un senso di colpa che impiegai delle ore a capire esattamente: insomma, non mi rimproveravo di non aver toccato il sedere di mia cugina, che facevo difficoltà a credere disponibile, ma mi rimproveravo di non essermi toccato lì in camera, dal momento che lei mi dava le spalle e dormiva, avrei potuto godermi quel sedere in diretta, dal vivo, senza temere che lei mi scoprisse...
Questi furono i primi pensieri. Ma ne sarebbero seguiti altri, molto tormentosi. Tutto l'inverno successivo infatti mi sono chiesto se lei, quel pomeriggio, fosse dormiente o piuttosto sveglia e consenziente [per decidere alla fine per questa seconda ipotesi con angoscia...]. Poi mi sono più volte rimproverato di non averle mostrato la mia erezione, per fare capire a mia cugina, in maniera tanto naturale, il mio prepotente desiderio di lei. E dopo ancora, sempre masturbandomi con angoscia, appresi il piacere dell'esibizione [quella che non avevo fatta...], e capii che, mostrarle la mia erezione, sarebbe stato, non solo un segnale utile, ma anche un vero piacere... Insomma, quell'inverno, smisi di masturbarmi pensando il sedere di mia cugina, ed iniziai a masturbarmi pensando al suo sorriso, lo stesso che non avrei visto, ma che avrei potuto indovinare, se mi fossi masturbato lì nel letto vicino a lei, che avrebbe capito tutto...!
Che lei capisse, vedesse, anche solo con la mente; che lei sapesse; il suo sorriso: queste cose insomma desiderai per quasi un anno... Fin quando tornò l'estate...
Lei in quel periodo era ancora più simpatica con me, io ero il suo confidente, e mia cugina, parlandomi del suo fidanzato, che aveva lasciato in città, e di certe liti con le sue amiche, un poco si esprimeva liberamente, un poco mi insegnava la vita... I miei genitori notarono il fatto che passassi troppo tempo con lei, e mia madre addirittura mi rimproverò, ma io non desideravo altro, da un anno ormai, che il sorriso di mia cugina, e nulla mi avrebbe potuto distogliere da lei, e la speranza che si verificasse una occasione come quella dell'anno precedente era tanto forte, che un paio di volte, disperando che potesse realmente accadere, piansi lacrime vere, un po' rabbiose [non avevo approfittato di una occasione che mi sembrava irripetibile].
Un giorno correvo su da lei, per dirle che mi ero iscritto al torneo di calcio balilla, e che avrei giocato il giorno dopo, e che lei doveva assolutamente venire ad assistermi... Percorsi il corridoio in un istante, la porta della sua camera era aperta e pieno di entusiasmo la chiamai: "Nadia...!".
Vidi il suo culo, nudo! Lei stava infilando i piedi negli slip del costume, ed era chinata in avanti ed il suo sedere era sparato verso di me!!!!
Mi scusai e chiusi la porta.
Quando lei mi invitò ad entrare nella sua stanza, io ero istintivamente predisposto a non fare dell'episodio appena trascorso un caso, e pensavo di dirle del torneo di bigliardino, ma lei era accesa di malizia, sorrideva un poco beata, e non mi fece parlare: "Sei contento?", mi chiese, "adesso mi hai visto il sederino...". Sorriso.
Io balbettai qualcosa, tipo delle scuse e dei rimproveri [non avrebbe dovuto spogliarsi con la porta aperta]. Nadia: "Ti piace?".
Io risposi "certo", e credo di essere diventato rosso come una susina.
Nadia: "Giorgio", il suo ragazzo, "dice sempre che è grandioso!".
Io non dissi nulla.
Mia cugina allora prese della biancheria dal letto, e per riporla nella cassettiera, in basso, si chinò di nuovo porgendomi il sederino: "Sai, Giorgio me lo lecca!". Disse questa cosa, e torse il collo per ficcarmi il suo sguardo malizioso nel cervello!
Io dissi: "che schifo!"; ero rossissimo in viso, imbarazzato, e dopo avere farfugliato del torneo di calcio balilla, me ne andai in preda ad una disperazione acuta.
Non avevo mai pensato alla possibilità di leccare il sedere di Nadia. Ma niente adesso mi sembrava più eccelso dello sguardo di mia cugina, mentre un ragazzo le leccava il sedere...
Il giorno dopo mi trovano al buio con lei nel lettone dei suoi genitori - lo avevo desiderato per un anno, ma adesso guardare e masturbarmi mi sembrava una cosa ridicola... Altri quel culo lo avevano tastato, lo avevano leccato.... E rimanevo immobile a guardare il soffitto...
Mia cugina allora mi abbracciò, e poggiò il suo viso sulla mia spalla... La cosa meravigliosa, la vera scoperta di quel pomeriggio fu scoprire l'odore del fiato di Nadia che sentivo a tratti... Ma poi mi accorsi che il suo seno premeva sulla mie braccia, tossii, e mia cugina iniziò a parlare con voce sensibile, musicale ma un poco soffocata, che era il segno di una estrema confidenza... Mi raccontò la sua prima volta, di come fosse stata banale, poco dolorosa e sbrigativa... Il suo racconto fu leggero ma particolareggiato, lo dipanò lentamente, e quando disse che Giorgio mi assomigliava tanto, perchè pure lui adorava il suo "culetto", iniziò a carezzarmi il petto...
Il mio primo moto fu di rabbia; che ne sapeva lei della mia adorazione del suo sedere?
Come si permetteva di darlo per scontato e dirmelo? Non le avevo detto che leccarle il sedere mi avrebbe fatto schifo?
E perchè lei leggeva nei miei pensieri ed io non leggevo nei suoi?
Mi sentivo impotente, ed ero immobilizzato: la mano di Nadia carezzava dolcemente, e segnava come dei cerchi sul mio petto, e si spingeva fino al mio ombelico. Poi si fermava. Ed io soltanto in quei secondi di pausa percepivo il benessere del suo massaggio che veniva d'un tratto a mancare... E pensavo "stronza continua", e poi mi arrabbiavo con me stesso per la mia ingenuità, ed anche mi sentivo inadeguato, non sapevo cosa dire...
Poi Nadia prese dei peletti del mio petto tra le dita, riprese un poco a massaggiare, mi raccontava di come Giorgio le fosse venuto sulla pancia, e da stronza lo sfotteva: "Godo!" lui aveva detto come un imbecille... Immaginavo il suo sorriso, di mia cugina, e lei cominciò a titillarmi un capezzolo. Io ero immobilizzato, deluso da me stesso, confuso... e mi venne duro... I boxer si alzarono come animati, e mi sembrò di non avere mai avuto prima di allora una erezione...
Nadia sorrise subito: "vedo che il mio racconto ti piace...!".
Io dissi soltanto un roco "sì", dopo aver tossito. E Nadia, continuando a carezzarmi il petto e la pancia, giungendo ogni volta sempre più in basso, mi raccontò del suo primo orgasmo.... Lei infatti non veniva mai quando Giorgio la penetrava; non che le facesse male, ma non la eccitava abbastanza.... Era per questo che aveva sempre bisogno di toccarsi con le dita per venire...
il mio "problema" era l'assoluta assenza di idee ed iniziative... Ascoltavo il racconto di Nadia, ascoltavo il profumo della sua bocca, ascoltavo la sua mano sulla mia pancia, ed ascoltavo la mia disperazione.... Quando Nadia cominciò a parlarmi delle eiaculazioni precoci del suo ragazzo, allora iniziai ad ascoltare il mio pene: vibrava, pulsava, aveva voglia di piangere... Inizia a preoccuparmi: no!, non sarebbe stato bello venire così...! ...e pure l'eiaculazione mi sembrava maledettamente urgente.... La mia era una disperazione sensibile, ed allora mi concentravo sul racconto di mia cugina... ma lei mi faceva delle domande alle quali non sapevo rispondere, e tutta la mia coscienza allora si fissava sul mio giovane cazzetto dritto nei boxer ed eccitato...
Furono secondi lunghi minuti, e minuti lunghi come una intera vita....
Quando Nadia mi chiese, scherzando, se davvero non le avrei leccato il sedere come faceva Giorgio... Io mi sentii ridicolo, infantile, capii inconsciamente che avrei dovuto dirle "non è vero, adoro il tuo sedere, fammelo baciare, fammelo vedere, fammelo toccare!, Il mio pene sussultò, si arrese; sentii una ondata di fiato di mia cugina profumare... la sua mano massaggiava... il mio cazzetto allora pulsò forte, si scosse palesemente, Nadia sorrise....
Sui miei boxer si espanse una macchia umida - e Nadia tirò col naso al sentore del mio sperma...!

!!!!!!!!CONTINUA!!!!!!!!!!!
scritto il
2018-05-08
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