Il risveglio

di
genere
incesti

mhhh ma che ora è ?

Le sette, non è ancora suonata la sveglia.

Ancora dieci minuti... Dormo.

Le sette e venti, è ora di alzarsi.

No,col cazzo. Dormo. Fanculo la scuola.

Mi sveglio ancora, ho sognato di cadere.

Una sensazione piacevole sulla schiena nuda.

Dita leggere scivolano piacevolmente.

Si soffermano su qualche piccolo brufolo, la mia acne.

Mi scrollo, lasciali stare, continua come prima.

Sì ecco, lì.

Brividi lungo le fibre nervose sembrano scuotere i miei sensi.

Mi volto pancia in su, occhi chiusi, fingo il sonno o il dormiveglia.

Continua ancora, ti prego.

Sai leggermi nel pensiero ?

Le dita scorrono sulla pancia, sul costato, sul petto,

si muovono lente e leggere, lo adoro.

Lo sento grosso, come ogni mattina, ripiegato negli slip.

E' la vescica, lo so. Ma sono anche le tue mani, non lo sai ?

Ancora disegni attorno all'ombelico, Dio che goduria.

E poi più giù.

Ma cosa ?

Sfiorata, la punta, un errore, sicuro.

A te non interessa.

Di nuovo e poi ancora.

Che ti succede oggi ?

Le tue dita scendono, mai arrivate sin lì.

Dio che bello.

Non ti fermare.

L'elastico è teso, le dita entrano, adesso lo sento, è libero.

Non l'avrei mai pensato.

Mai fino a questo punto.

Pulsa, lo sento.

Il sangue scorre veloce in attesa.

E' libero, teso, verticale.

Che cosa fai ?

Lo stai guardando ?

Vorrei guardarti, ma ho paura di rovinare tutto.

Ecco le tue dita, di nuovo.

Le stavo aspettando.

Giocan sul pube, carezzano la zona.

Continua ti prego.

Salgono sulla canna, raggiungono la vetta,

disegnando cerchi sulla punta bagnata.

Sai da quanto aspettavo questo momento ?

Le dita son cinque, hanno preso coraggio, e lentamente

scorrono la pelle su e giù.

Apro le gambe, lo farai meglio così.

Sì, meraviglia.

Così, fantastico.

Chissà se posso...

la mia mano scivola dentro la tua vestaglia.

Non c'è niente sotto, solo la tua pelle liscia.

Non dici niente, non mi fermi.

Avanzo.

Ecco un seno, morbido e soffice,

lo sfioro, lo premo, lo prendo.

E' tosto, tocco anche l'altro, indeciso su quale sia il

mio preferito.

Il tuo capezzolo è rigido al contatto.

Lo premo con un dito

lo strizzo con un altro.

Il tuo respiro si fa pesante, la tua mano aumenta la corsa.

La sento sta salendo, l'energia si concentra.

Dio dammi la forza di resistere.

Scivola la mia mano via dai seni,

trovando il tuo ombelico

cercando di raggiungere il posto più segreto.

Apri le cosce, fammi passare...ti prego.

Le mutandine e poi dentro, i tuoi peli setosi,

ma no, lì ora non posso, mi blocchi la strada.

La prossima volta, magari.

Torno sul seno, lì mi è permesso.

La tua mano stringe forte, e lo stira più che può,

sempre con lentezza, ma con maggiore forza.

Basta con la mano, voglio la tua bocca,

le tue labbra, la tua lingua.

Il pensiero mi tradisce, la figura mi stordisce.

Sta arrivando, eccola.

Fa quasi male.

E poi via.

Lingue calde si diramano sul mio addome.

Non c'è vergogna, non c'è imbarazzo.

La sua mano non si ferma, munge con dolcezza.

Io godo e fa male, adesso.

Ma ogni secondo è prezioso.

Poi si rilassa, lo lascia e se ne va.

"Dai mirko, è ora di alzarsi."

"Ok, mamma."











scritto il
2018-06-22
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