Il manichino
di
mirko_polenghi@virgilio.it
genere
esibizionismo
Ehi mi senti, sono io, sono qui.
In quest'angolo buio del magazzino,
guarda meglio signora, non lì
ecco, sono io, sono quel manichino.
Sono contento che tu sia passata,
chiuso qui dentro tra le cose rotte
non sai com'è lunga una mia giornata,
senza distinguere il giorno e la notte.
Ero felice, una volta, lo ammetto
fiero e altezzoso su quel piedistallo
sempre elegante, sempre perfetto
vestito da mare, sportivo o da ballo.
Adesso son sporco, pallido e nudo
nessun costume, neanche un cappello
il mondo a volte è distratto e crudo
al mio posto ora c'è il nuovo modello.
Ma tu signora, cos'è che senti
perchè mi fissi, mi guardi e mi tocchi
guarda che anche io dei sentimenti
anche se son solo dipinti gli occhi.
La testa, il collo ed i miei pettorali
gli anni non passano, non sono umani
ti eccitano molto i miei addominali
le sento, affamate, son le tue mani.
Sparisce in un attimo la mia angoscia
che mi tormenta da tempo lontano
sento il contatto con la tua coscia
ci sposti sopra la mia fredda mano.
Sono di legno, trucioli e gesso
anima in plastica e nudo metallo
non provo amore, non so cos'è il sesso
cos'è ciò che sento... è così bello.
Mi baci ovunque, mi lecchi la bocca,
son tuo signora, e mia padrona
sento il tuo seno, la mano li tocca,
e tutto il corpo a me si abbandona.
Scendon gli slip, li lanci lontano
sei umida, fradicia, viscida e poi
la spingi contro la mia dura mano
più giù, fino in fondo, fino a che puoi.
Sì ... come godi, sento ogni tuo spasmo
ti muovi rapida, vogliosa e impazzita
per poi esplodere in un feroce orgasmo
che lascia lucide le mie tre dita.
Ti amo signora, ti amo e ti voglio
non posso amarti e divento pazzo
non è solo questione di orgoglio
si son scordati di farmi anche il cazzo.
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