Mentre fumo e penso a te

di
genere
masturbazione

Sprofondato sul mio divano, in una luce offuscata dalla carta ingiallita, ascolto il silenzio della notte, e Mark Lanegan con la sua voce rauca che mi rilassa. Il primo tiro è stato fatto, la camera si riempie di fumo e l’odore di erba è l’unico odore che invade la stanza. E’ guardando la foto di te, che mi sorridi, attraverso lo schermo, messa a ¾ sul letto con le mutandine da studentella giapponese a righe bianche e nere che sento salirmi la voglia di te. Non si tratta di espletare un atto, o un bisogno. Questo è amore. Questa è devozione. E’ con questa devozione che sono nudo, davanti lo specchio, mentre accarezzo prima il petto, forte e scolpito, e poi mi passo le dita sulle labbra, quasi a solleticarmele, quasi a morderle subito dopo. Perché desidero baciarti. Ed ecco che nella mia mente, tu sei davanti a me, e io sto sentendo le tue labbra sulle mie. Ora la mia mano scende giù, per sentire il mio cazzo. So che mi vuole. So che ti vuole. Mi prendo del tempo per fare un altro tiro, e per guardarti meglio, mentre voglioso il mio cazzo comincia diventare duro e desideroso di venire. Ma non sarà così facile. Non è cosi che voglio venire. Sei tu che nella mia testa, ti chini, ti metti in ginocchio, perché vuoi bagnarmi con la saliva e lo vuoi prendere un po’ in bocca, per sentire quanto sono eccitato, e per farmi godere. E’ con movimento lento, e deciso, che la mia mano sta stringendo il mio cazzo, e ne simula il tuo atto. Ma niente può simulare il tuo sguardo su di me con il mio cazzo in bocca mentre me lo succhi, e questo lo devo fare da solo, ripensando a quando eri qui in questa stanza...Ora sono eccitato. Il respiro si fa affannoso, e i muscoli si tendono in uno spasmo. Sono caldo e duro e tu continui a succhiarmelo mentre seduto continuo a fumare. Ma d’un tratto sono io che immagino di alzarti e di farti stare in piedi davanti a me. Ti lascio il vestito addosso. Hai quello della foto di quando sei uscita a ballare sabato. E comincio ad accarezzarti le gambe. Le mie mani ti toccano e percorrono le tue lunghe gambe di seta fino alle mutandine. Al solo toccarla emetti un gemito. La sento calda. Ti chiedo di toccarti davanti a me. In piedi, mentre resto seduto a godermi lo spettacolo toccandomi davanti a te. Mi accarezzo piano. Lentamente. Voglio gustarmi il momento. La presa è forte quasi a strozzarlo. Allento un po’ la presa quando scendo, e divento più violento quando mi avvicino all’estremità del cazzo. Ti guardo fisso mentre tu stai danzando per me a ritmo del tuo piacere e di I’ll take care of you. Non resisto e mi getto con foga su di te. Prendendoti con forza il culo e portando la mia bocca in mezzo alle tue cosce. Non fermi la mano, vedo le tue dita accarezzarti e sparire dentro di te come fossero petali di rose e io sono costretto a leccarti le dita perché devo assaggiare il tuo sapore. Lo voglio leccare e assaporare. E’quando mi concedi di poterti baciare che finalmente impazzisco. Assetato ti lecco tutta, non concedo uno spazio, e la mia lingua ti invade e ti penetra vogliosa, mentre tu mi tieni la testa, spingendola con forza tra le cosce, e godendo sulla mia lingua.
Lo specchio mi mostra un corpo di un uomo teso, in penombra, con il suo cazzo in mano, muscoli tirati in uno sforzo. Contratti e rapidi nel movimento, mentre gode con la testa all’indietro, preda e vittima del suo piacere, con il suo cazzo duro e forte che viene scopato dalla sua stessa mano. A ritmo veloce e furioso. Convulso. Quell’uomo riflesso allo specchio sta impazzendo di piacere, si contorce e non riesce quasi a trattenersi, finchè si ferma all’improvviso e guarda fisso i miei occhi. Quando mi vedo riflesso in quello specchio, godere così tanto, mi eccito ancora di più. Mi fermo, non voglio ancora venire. Fumo ancora. La furia di prima ha seccato le mie labbra e mi passo la lingua per inumidirle. Ma vorrei fossero le tue labbra quelle che sto leccando. Vorrei fosse la tua lingua quella che sento passare sulle mie. Ora quello che voglio immaginare è di entrare dentro di te. Piano, dolcemente. Scivolare dentro di te assaporando ogni centimetro, affondando piano, sempre più dentro, finchè non ti riempio tutta, e mi senti bene dentro di te. Immagino il tuo gemito di piacere. Immagino il mio. Il respiro dei nostri corpi e i baci dati e ricevuti. L’amore delle volte sa essere così tenero anche quando la passione travolge la ragione. E’ con questa dolcezza che la mia mano riparte alla ricerca del piacere. Ritmata, prima lenta e poi sostenuta, costante ed alternata come una poesia in rima baciata, mentre sento il tuo cuore battere, e il mio correre all’impazzata e il tuo corpo ansima e si contorce sotto di me, assecondando le mie spinte, respirandomi addosso, facendomi godere e perdere la ragione. E’ immaginandomi i tuoi occhi che provo più piacere, che sento il cazzo gonfiarsi, le vene pulsare, e il mio sapore incalzare la venuta. Lo sento bollente, voglioso di venire dentro di te, e ancora su dite, e ancora nella tua bocca, su quel bellissimo culo e bellissimo seno, e ancora dentro il tuo culo, sui tuoi piedi...il respiro sale, il sangue spinge con forza nel cervello e tutto diventa distante, lontano. Un bagliore attraversa il cervello come uno sparo. Come un boato assordante. E come lava, il mio sapore fuoriesce e bagna tutta la mano. Mentre ancora godo continuo a massaggiarlo, sempre più piano, avendo cura che esca tutto, e che il piacere sia prolungato. Emetto un gemito, e un sospiro. I muscoli si rilassano. Il battito torna regolare, così come la vista, e i suoni dentro la mia testa si risvegliano, ripresi dal torpore. Sono in estasi. Sono bagnato dal mio sperma. Ed è qui che immagino la porcata. Tu che vieni verso di me, rimettendoti apposto il vestito, che ti chini maliziosa a guardarmi, come nella foto descritta all’inizio, e cominci a leccarmi tutto. A pulirmi con la lingua. A pulirmi così bene da continuare a farmi godere....
scritto il
2018-07-02
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