Non voglio altro

di
genere
etero

Novembre. È la sera del mio compleanno. Fuori il primo freddo, non mi dispiace.
Nel tardo pomeriggio ho cominciato a prepararmi: ho scelto accuratamente cosa indossare, poi un bagno rilassante, ma una doccia fredda avrebbe sortito un effetto più adeguato.
Ecco il tuo messaggio. Non attendevo altro, da quando questa mattina, la mente ha iniziato a viaggiare.
Finalmente sei qui. Entro in macchina. È un secondo, poi le nostre lingue si rincorrono in un bacio famelico, che ha aspettato tutto il giorno, ostacolato dalle rispettive quotidianità.
“Andiamo, altrimenti si fa tardi.”
Mi chiedo, non per la prima volta in questa giornata, se sia davvero necessaria una cena per festeggiare un compleanno. Sbuffo.
Il tragitto fino al ristorante è breve. Cerchiamo parcheggio, mi guardo intorno alla ricerca di un posto adatto alle mie intenzioni. Siamo pur sempre nella zona centrale della città, ma alla fine te ne indico uno quasi perfetto, in una strada abbastanza isolata dal passaggio della gente.
Guardo l’ora. Siamo in anticipo, ma anche se fossimo stati in ritardo… Mi avvicino al tuo orecchio.
“Voglio Lui.”
“Qui?!”
Mi baci, mentre sfioro la patta dei tuoi jeans.
“Voglio solo sentirlo.”
Raccogli i miei capelli nella tua mano stringendoli e portandomi verso di te, le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue lottano impetuose, affamate. Sai già cosa voglio, la tua coscienza dice di negarmelo, visto il luogo, ma che si fotta. L’istinto ha la meglio e prevale sempre.
È stato il pensiero martellante di questa giornata; e per quanto mi riguarda non usciremo dall’auto finché non avrò avuto quel che è mio.
Ti abbasso la zip, sento l’erezione coperta ancora dal tessuto prendere più vigore sotto le mie dita. L’accarezzo e mi guardo intorno: la luce calda di qualche lampione illumina fiocamente la strada. Siamo in coda a una fila di macchine parcheggiate. Alzo la testa per scorgere se c’è qualcuno affacciato alle finestre o ai balconi, ho via libera. Le dita superano il tessuto e sento la pelle calda e tesa, ormai del tutto; per questa volta dovrò far a meno del piacere di sentirlo crescere sotto i colpi della mia lingua. È svettante, avvolto nella mia mano, soltanto in parte. Il suo odore invade le mie narici, mandando ancor di più la mia mente in delirio.
Do un ultimo sguardo negli specchietti… non resisto, e anche tu. Mi stai quasi implorando. Mi abbasso sul tuo pube e finalmente lo accolgo tra le mie labbra.
Ecco la sensazione che volevo! O che la mia lingua voleva. Quel bisogno di avvolgerti, di averti, almeno di sentire la bocca piena di te. Ti guardo, per quel che posso, la situazione non consente un certo rilassamento e neanche una certa calma. Vuoi toccarmi e ci provi, non è agevole dalla posizione in cui sono. Ti voglio, sono pervasa dall'eccitazione e sento il mio sesso umido fremere, ma adesso voglio più di tutto il tuo piacere. Il mio ritmo si fa più serrato e avido. Voglio sentirti godere, voglio sentirlo pulsare. Lo sento contrarsi un po’, sollevo lo sguardo… il tuo è appannato dalla voglia anche se un po’ vigile. Mi accarezzi la nuca e detti le ultime mosse, non puoi più resistermi... e finalmente ottengo ciò che voglio!
“Sei una stronza!”
“E tu sei mio!”
di
scritto il
2018-08-20
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