Vanessa
di
Sullivan
genere
etero
Quella che sto per raccontare è una storia vera successa circa un anno fa. L'avevo conosciuta in un noto sito di incontri qualche giorno prima. Vanessa, rossa alta sul metro e settantacinque, 36 anni. Un fisico snello e atletico, seno piccolino ma sedere stupendo. Non avevo dovuto impegnarmi molto per ottenere un appuntamento, anzi fu lei a dirmi che dovevamo vederci e che chattare per lungo tempo ci avrebbe solo fatto passare la voglia di incontrarci. Ad ogni modo la andai a prendere a casa sua e decidemmo di bere qualcosa in un bar della zona. Il volto di Vanessa non era bello, direi particolare, qualche ruga faceva notare che non era più una ragazzina. Ad ogni modo era simpatica e a volte diceva cose abbastanza folli, del tipo che la notte si svegliava per fare ginnastica oppure che le piaceva nuotare in mare aperto e non vedere nulla attorno a se. Ad ogni modo, senza tirarla troppo per le lunghe la conversazione girò sul sesso e ognuno di noi con un po' di imbarazzo raccontò ciò che gli piaceva. Sta di fatto che iniziai ad eccitarmi e a sudare, era piena estate, e lei lo stesso. Dopo un'ora pagai e ci avviamo alla macchina. Volevo provarci ma ero davvero in imbarazzo, la confidenza creata non mi sembrava sufficiente e non volevo essere troppo sfacciato. Comunque, come sempre mi capita quando il cazzo mi si rizza nei pantaloni, non riuscii a resistere e una volta saliti in macchina la baciati. Lei con evidente imbarazzo ricambiò il bacio. Ora il bacio è forse la cosa che mi eccita di più è trovare una donna che bacia male oche muove la lingua in modo strano mi smonta. Lei muoveva la lingua a scatti e faceva dentro fuori ma stranamente mi faceva eccitare da morire. Mi dava l'idea di una porca, di una che a letto avrebbe fatto qualsiasi cosa. Continuiamo a baciarci nella macchina ferma per qualche minuto dopo di che lei mi disse se ci spostavamo. Avrei potuto trovare un posto appartato per darci due bacetti(disse proprio così) perché non avrebbe voluto fare sesso. Misi in moto(il mio cazzo era una pietra e avendolo di discrete dimensioni si vedeva) e mi misi a cercare il posto giusto. Lo trovai, dietro i garage di un palazzone. Era tutto buio e tranquillo. Appena fermi mi fiondai a baciarla e le mie mani cominciarono l'esplorazione. Lei mi mise la mano sul cazzo e cominciò a massaggiarmi mentre le lingue si intrecciavano. Le mie dita erano oramai intente a massaggiare la fica e lei gemeva. Me lo cacciò fuori e cominciò un lento su e giù mentre ci toccavamo solo con la lingua senza labbra. Io le avevo infilato due tre quattro dita dentro. Ad un certo punto si fermò e si sfilò i pantaloni da una gamba sola, dopo essersi tolta le scarpe. Si sfilò le mutande e mise i piedi sul cruscotto. Lei, quindi, era con il culo sulla punta del sedile passeggero, le gambe aperte, con una fantastica fica pelosa, aperta, bagnata e pulsante. I suoi piedi erano bellissimi, piccoli curati e con le unghie saltate rosso fuoco. Le gambe e il culo muscolosi, duri come la pietra. Mentre, con le dita della mano destra, le massaggiavo il clitoride, le infilati l'indice della sinistra nel culo. Ansimava, urlava, aveva il volto stravolto dal piacere. Nel frattempo con movimenti lenti mi masturbava, ogni tanto si leccava il palmo della mano e lo strofina sulla mia cappella oramai rossa e gonfia. Andammo avanti così per una ventina di minuti, sincronizzati nel ritmo, con le mie dita nella fica bagnata, un dito nel culo, lei che si inarcava e mugolava, le lingue che si leccavano, la sua mano che mi segava il cazzo e massaggiava a le palle. Che goduria, davvero, ero in estasi e sentivo la sborra che stava per schizzare. Anche lei stava per venire, e mi disse di infilarglielo in bocca. Mi spostai dal suo lato e glielo infilati in bocca. Iniziò a succhiare avidamente e io a massaggiare la fica che colava umori. Arriviamo insieme, io le riversai in bocca una quantità impressionante di sborra calda e lei cominciò a schizzare umori dalla fica che raggiunsero il vetro del parabrezza. Urlammo e ci contorcemmo mentre ci svuotavamo. Ricademmo esausti sui nostri sedili e ci mettemmo a ridere. Sigaretta, ci ricomponemmoe e la riaccompagnai a casa. Non ci siamo mai più rivisti, io ho perso i suoi contatti, ma ogni volta che penso a quella sera mi eccito da morire.
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