Il giardiniere
di
Ottonello
genere
tradimenti
Sono in montagna con mia figlia, sola. Sono sposata da due anni ma mi sento amareggiata.
Mio marito, purtroppo, non è come speravo.
Soffre di un disturbo che lo fa venire dopo pochi secondi.
Non mi ha più penetrata dopo i primi giorni di matrimonio e si limita a farmi godere con le dita e la lingua.
Io cerco di fingere piacere ma quando mi lascia, sento un disagio che m’innervosisce.
Mi alzo dal letto e mi guardo nello specchio.
Non sono una bellezza travolgente ma penso di essere ugualmente interessante.
Guardo il lettino dove mia figlia dorme e vedo che è profondamente addormentata.
Beata lei! Speriamo sia più fortunata!
Torno a guardarmi nello specchio.
Indosso una camicia da notte, corta.
Mi guardo le gambe, leggermente grosse ma sensuali.
Quando cammino mi accorgo che attirano gli sguardi degli uomini.
Le accarezzo con le mani e sento un brivido percorrermi la schiena: che effetto mi farebbe accarezzate da mani ruvide d’uomini bramosi?
Sollevo leggermente la camicia ed ecco apparire le mutandine che coprono il mio sesso.
Ho un bacino ampio e soffice.
Mi tocco l'ombelico e scendo all'elastico.
Lo tiro verso il basso e scopro l'inizio della peluria: mi piacerebbe depilarmi.
Ho letto che agli uomini piace ma so che qui in montagna preferiscono passare le dita in mezzo ai peli e sentire l'umore della passera eccitata.
Mi volto ed osservo il mio ampio sedere, con le due natiche sode ed elastiche. Mi chino di lato e mi avvicino allo specchio.
Prendo i due globi con le mani e li apro. Compare il mio buchetto con attorno l'aureola zigrinata.
Ho un bel culo e ne sono orgogliosa.
Mi ungo un dito con la saliva e provo a forzare lo sfintere.
Penetro all'interno e strofino le pareti laterali. Sento un piacere diverso ma ugualmente gradevole.
Cerco di inserire un altro dito ma ho una fitta e desisto.
Mi tolgo la camicia e contemplo le mie coppe bianche: sono piene e morbide, con i capezzoli rosei, dritti e frementi.
Non ho potuto allattare e ne sono rattristata.
Li stimolo con le dita e fremo: vorrei che li succhiassero.
Mentre accarezzo le grandi mammelle scendo dentro le mutandine e mi avvicino alla fessura: sento che è umida e desiderosa di carezze!
Riabbasso le mutandine e osservo le grandi labbra in rilievo, tumide e carnose che mi chiedono un sollievo.
Le liscio con i polpastrelli e sento il desiderio che monta dentro di me.
Piano, piano, entro nella fessura e cerco il piccolo grilletto che mi dà tanto piacere.
Lo sento rigido come quello degli uomini, nella disperata ricerca di qualcosa che lo stimoli per consentirmi di avere quelle sensazioni che mi sconvolgono.
Mi tolgo la camicia da notte.
Ora sono nuda, con i grandi seni bianchi che ondeggiano sotto il loro peso. Nuda, con una mano che accarezza la passera e l'altra che afferra una mammella e la impasta con dolcezza.
Chissà come reagirei se entrasse un uomo in questo momento?
Chiudo gli occhi e comincio a titillare il grilletto.
Sento che il piacere comincia ad invadere il mio corpo, assetato di sesso. Mi sdraio sul letto a gambe aperte e m’infilo due dita nella vagina entrando ed uscendo con un movimento ritmico.
Faccio tutto da sola ma ecco, suonano alla porta.
Mi fermo a fatica.
Sono rossa in viso, eccitata dal piacere che stava iniziando ad invadermi.
Chi può essere?
A malincuore mi alzo e faccio per affacciarmi, poi un pensiero mi blocca: mio dio! sono nuda! che faccio? mi affaccio ugualmente? sono pazza! Oppure no? vediamo chi è.
Mi rimetto la camicia da notte e mi sporgo: è l'uomo che tiene dietro al giardino.
L'ho conosciuto davanti a casa mentre zappava le aiuole attorno agli alberi. Un tipo introverso, taciturno, scapolo.
Al primo impatto non voleva venire, poi ha accettato, ma è sempre schivo, come un animale selvaggio.
Chissà se ha una donna?
Intanto lui mi guarda e sorride imbarazzato.
- L'ho disturbata? E' troppo presto? -
Lo guardo: è un bell'uomo, tutto sommato.
Abbronzato dal sole, con membra vigorose, frutto del lavoro nei campi; chissà se è bravo a letto? ma cosa sto pensando?
Scendo senza pensarci e vado ad aprire la porta.
Solo adesso mi rendo conto di essere in camicia da notte, con le gambe scoperte e il seno che s’intravede.
Lui mi guarda e sembra sorpreso: chissà cosa pensa? cerco di coprirmi alla meglio e divento rossa.
- Mi scusi Berto, che testa! Ho dimenticato la vestaglia, si accomodi! venga! -
Vedo che cerca di non guardarmi.
E' diventato rosso in viso e sembra agitato. Ogni tanto mi guarda le gambe e il petto e sembra deglutisca a fatica.
Io mi sento strana, mi piace quest’atmosfera intrigante.
Vorrei essere nella sua testa, poi un pensiero mi paralizza: sono senza mutande! Ma come ho fatto a non pensarci!
E adesso? Abbasso lo sguardo: la camicia è appena sopra le ginocchia e non è trasparente, meno male! o no? cosa mi succede?
Lo invito a sedersi. Lui continua ad essere agitato.
Mi accorgo che sta sudando: che sia io? Uno strillo mi richiama alla realtà: mia figlia!
Mi volto di scatto e la camicia girando forma una ruota e per un istante, spero solo per un istante, il mio sesso e il mio sedere nudi.
Corro su per le scale mentre con la coda dell'occhio ho visto l'uomo balzare in piedi, non so per quale motivo, se per il grido della bimba o per quello che ha visto.
Sono in camera, prendo mia figlia piangente e la cullo.
E' stato un brutto sogno.
Si addormenta e la metto sul lettino. Mi chino e la accarezzo.
La camicia si alza leggermente, mi volto ed ho un grido soffocato: Berto è sulla porta che mi guarda con occhi sbarrati.
E' paonazzo in volto e scorgo un rigonfio nei suoi pantaloni.
Ho paura poi mi calmo vedendo il suo volto: è dolce, quasi acerbo.
- Mi scusi – le sue parole sono frammentarie, si capisce che è teso – ho sentito il grido della piccola -
- Grazie - sorrido - non è niente! Aspetti! Ora mi metto qualcosa -
Berto non si muove, lo sguardo fisso verso le mie cosce.
Poi apre la bocca
- Signora, mi scusi, ma lei è così bella! -
Ho un fremito: cosa devo fare?Lo guardo e sorrido, possibile?
- La ringrazio - dico con un certo languore nella voce - mio marito… - mi fermo.
Cosa sto per dire? Lui si avvicina con lo sguardo fisso su di me-
- Potessi avere io una donna come lei... -
E' molto pacato e timido ma sento che si sta dominando. Perché no?
- Le piaccio? – chiedo, ma cosa mi capita?
- Moltissimo - mi risponde lui con gli occhi che mandano lampi di desiderio,
Si è trasformato, sta diventando audace.
Ora è accanto a me: sento il suo odore di maschio.
Il suo sudore mi eccita!
Chiudo gli occhi e sospiro: è un atto di resa.
Ora la sua mano si appoggia sul tessuto della camicia e saggia con delicatezza la rotondità del mio seno.
Riapro gli occhi e lo guardo: ha il viso arrossato e sta tremando.
Mi abbassa dalla spalla la camicia e mi scopre la mammella.
Il mio respiro si fa frammentario, sento la sua mano ruvida e callosa accarezzare la pelle liscia e fermarsi sul capezzolo che stilla gocce di latte.
Sparge l'umido attorno col dito e si china a baciarlo.
Il mio corpo ha come una scarica elettrica.
Le sue labbra si chiudono attorno al mio bottoncino e lo succhiano avidamente.
La passerina comincia a colare e le mie cosce s’inumidiscono.
Ora abbassa anche l'altra spallina e m’imprigiona le braccia nella camicia.
Mi sento prigioniera e pronta ad essere profanata.
Con le mani afferra le mie candide mammelle e le manipola senza farmi male. Non riesco a resistere.
Mi divincolo per liberarmi dalla camicia e lui la fa scivolare a terra.
Ora le mie braccia sono libere e cerco il suo membro fra le gambe. Mi ferma e in silenzio mi trascina nell'altra camera, quella degli ospiti.
Mi lascia portare le mani sui suoi pantaloni.
Sono eccitata come mai, non ragiono più! gli apro la lampo, gli frugo nelle mutande ed estraggo un grosso pene duro e rosato.
Lo guardo ammirata: al tatto la pelle è liscia e pulsa all'interno di vita selvaggia. Reclama la sua preda e sento la mia passerina bagnarsi ancora di più per l'eccitazione.
Abbasso la pelle verso i testicoli ed esamino la grande cappella, violacea per la tensione, che calamita le mie labbra.
Al contatto il sapore acre e ferino mi sconvolge: avverto la sua forza selvaggia e il suo desiderio e ne sono spaventata. Chissà che male sentirò! non ho più pudore, lo voglio! sono una femmina e avverto il richiamo del maschio.
Comincio a prenderlo in bocca e ne avverto la grossezza.
Lo ingoio il più possibile e lo succhio lentamente: sto godendo, sono una puttana! ma non mi vergogno. E’ quello che sognavo prima...
Poi lui mi ferma e mi fa alzare.
Ormai sono nelle sue mani.
S’intrufola nel sesso e sente il bagnato.
Affonda le dita e le immerge nel mio umore poi le porta prima al naso poi in bocca; sorride ora-
- Come sei calda - sussurra – e profumata... -
Mi riporta la mano sulla fessura ed entra con le sue grosse dita nella vagina per prenderne possesso.
Io m’ inarco fremente e mi offro desiderosa.
Lui mi fruga e trova alcune zone particolarmente ricettive che mi fanno tremare e piegare le ginocchia.
n piedi non resisto, accenno a sdraiarmi e lui mi aiuta. Ora sono stesa sul letto a gambe aperte, in attesa...
Lui si toglie i pantaloni e la camicia. Ora è nudo.
Lo osservo: ha un corpo muscoloso e magro, un pene enorme e un odore particolare....mi sembra di impazzire!
L'abbronzatura della sua pelle contrasta con la mia colorazione lattea.
- Come sei bella, bianca, profumata, come sei bella! -
Ora si è chinato su di me, cerca la mia bocca, la conquista, mi invade con la sua lingua in modo perentorio.
Lo subisco, l’accetto e succhio la sua saliva. La femmina ricettiva è pronta ad essere montata! Cerco con le mani il suo pene, lo afferro e lo porto verso il porto sicuro, la meta agognata!
Ora il suo membro la vede, la sente, si bagna nel suo nettare, apre la porta e cerca di entrare.
La porta è stretta ed io mi mordo le labbra per non gridare...si ritira poi, unto e lubrificato ritorna alla carica non più con dolcezza ma con il piglio del conquistatore.
Penetra a forza all'interno e si incunea nella vagina.
A fatica lo ricevo mentre le pareti trasudano per rendere possibile l'accesso. Come è grosso! Ma non ne sono spaventata; è tale il piacere che mi dà che non riesco a pensare!
Ora scorre avanti e indietro adattando il cunicolo alle sue dimensioni, la domina con forza e la sottomette alle sue voglie.
La mia passerina brucia ma il piacere è immenso! non credevo si potesse godere tanto! ora il movimento è ritmico e il bruciore si placa.
Mio dio! quanto dura? Sento un orgasmo sfociare tumultuoso e lubrificare la mia vagina. Sono venuta ma non si ferma, continua e dopo alcuni istanti ricomincio a godere di nuovo ed un nuovo orgasmo mi travolge! poi un altro! non riesco più a connettere!e adesso? Verrà? oh dio! E se rimango in cinta? Ho un sussulto e lui capisce.
Estrae il pene e mi sussurra.
- Stai tranquilla, conosco il problema. Fammi venire sulle tue splendide tette, ti prego! –
Sono esterrefatta: è un pezzo che mi penetra e non è ancora venuto? Non so cosa dire.
Prendo il suo pene umido del mio umore e lo metto fra le mie mammelle.
Comincio a strofinarlo lentamente mentre lui mi aiuta nel movimento. Ora lui ansima e si irrigidisce.
Mi prende una mano e la porta sulla sua cappella a mò di scudo. Un fiotto copioso caldo mi bagna le tette e la mano: è venuto. Lo spargo sulle mammelle con cura mentre lui sorride.
- Sapessi da quanto ti desidero! - dice con occhi languidi - ma non avrei mai sperato fosse possibile! Dimmi, posso averti ancora? Mi concederai anche l'altra tua parte favolosa? - e mi tocca il sedere.
Io lo bacio-
- Grazie! - sussurro - non sai come ti sono riconoscente! Quando vuoi sono qui, tutta per te! -
Mio marito, purtroppo, non è come speravo.
Soffre di un disturbo che lo fa venire dopo pochi secondi.
Non mi ha più penetrata dopo i primi giorni di matrimonio e si limita a farmi godere con le dita e la lingua.
Io cerco di fingere piacere ma quando mi lascia, sento un disagio che m’innervosisce.
Mi alzo dal letto e mi guardo nello specchio.
Non sono una bellezza travolgente ma penso di essere ugualmente interessante.
Guardo il lettino dove mia figlia dorme e vedo che è profondamente addormentata.
Beata lei! Speriamo sia più fortunata!
Torno a guardarmi nello specchio.
Indosso una camicia da notte, corta.
Mi guardo le gambe, leggermente grosse ma sensuali.
Quando cammino mi accorgo che attirano gli sguardi degli uomini.
Le accarezzo con le mani e sento un brivido percorrermi la schiena: che effetto mi farebbe accarezzate da mani ruvide d’uomini bramosi?
Sollevo leggermente la camicia ed ecco apparire le mutandine che coprono il mio sesso.
Ho un bacino ampio e soffice.
Mi tocco l'ombelico e scendo all'elastico.
Lo tiro verso il basso e scopro l'inizio della peluria: mi piacerebbe depilarmi.
Ho letto che agli uomini piace ma so che qui in montagna preferiscono passare le dita in mezzo ai peli e sentire l'umore della passera eccitata.
Mi volto ed osservo il mio ampio sedere, con le due natiche sode ed elastiche. Mi chino di lato e mi avvicino allo specchio.
Prendo i due globi con le mani e li apro. Compare il mio buchetto con attorno l'aureola zigrinata.
Ho un bel culo e ne sono orgogliosa.
Mi ungo un dito con la saliva e provo a forzare lo sfintere.
Penetro all'interno e strofino le pareti laterali. Sento un piacere diverso ma ugualmente gradevole.
Cerco di inserire un altro dito ma ho una fitta e desisto.
Mi tolgo la camicia e contemplo le mie coppe bianche: sono piene e morbide, con i capezzoli rosei, dritti e frementi.
Non ho potuto allattare e ne sono rattristata.
Li stimolo con le dita e fremo: vorrei che li succhiassero.
Mentre accarezzo le grandi mammelle scendo dentro le mutandine e mi avvicino alla fessura: sento che è umida e desiderosa di carezze!
Riabbasso le mutandine e osservo le grandi labbra in rilievo, tumide e carnose che mi chiedono un sollievo.
Le liscio con i polpastrelli e sento il desiderio che monta dentro di me.
Piano, piano, entro nella fessura e cerco il piccolo grilletto che mi dà tanto piacere.
Lo sento rigido come quello degli uomini, nella disperata ricerca di qualcosa che lo stimoli per consentirmi di avere quelle sensazioni che mi sconvolgono.
Mi tolgo la camicia da notte.
Ora sono nuda, con i grandi seni bianchi che ondeggiano sotto il loro peso. Nuda, con una mano che accarezza la passera e l'altra che afferra una mammella e la impasta con dolcezza.
Chissà come reagirei se entrasse un uomo in questo momento?
Chiudo gli occhi e comincio a titillare il grilletto.
Sento che il piacere comincia ad invadere il mio corpo, assetato di sesso. Mi sdraio sul letto a gambe aperte e m’infilo due dita nella vagina entrando ed uscendo con un movimento ritmico.
Faccio tutto da sola ma ecco, suonano alla porta.
Mi fermo a fatica.
Sono rossa in viso, eccitata dal piacere che stava iniziando ad invadermi.
Chi può essere?
A malincuore mi alzo e faccio per affacciarmi, poi un pensiero mi blocca: mio dio! sono nuda! che faccio? mi affaccio ugualmente? sono pazza! Oppure no? vediamo chi è.
Mi rimetto la camicia da notte e mi sporgo: è l'uomo che tiene dietro al giardino.
L'ho conosciuto davanti a casa mentre zappava le aiuole attorno agli alberi. Un tipo introverso, taciturno, scapolo.
Al primo impatto non voleva venire, poi ha accettato, ma è sempre schivo, come un animale selvaggio.
Chissà se ha una donna?
Intanto lui mi guarda e sorride imbarazzato.
- L'ho disturbata? E' troppo presto? -
Lo guardo: è un bell'uomo, tutto sommato.
Abbronzato dal sole, con membra vigorose, frutto del lavoro nei campi; chissà se è bravo a letto? ma cosa sto pensando?
Scendo senza pensarci e vado ad aprire la porta.
Solo adesso mi rendo conto di essere in camicia da notte, con le gambe scoperte e il seno che s’intravede.
Lui mi guarda e sembra sorpreso: chissà cosa pensa? cerco di coprirmi alla meglio e divento rossa.
- Mi scusi Berto, che testa! Ho dimenticato la vestaglia, si accomodi! venga! -
Vedo che cerca di non guardarmi.
E' diventato rosso in viso e sembra agitato. Ogni tanto mi guarda le gambe e il petto e sembra deglutisca a fatica.
Io mi sento strana, mi piace quest’atmosfera intrigante.
Vorrei essere nella sua testa, poi un pensiero mi paralizza: sono senza mutande! Ma come ho fatto a non pensarci!
E adesso? Abbasso lo sguardo: la camicia è appena sopra le ginocchia e non è trasparente, meno male! o no? cosa mi succede?
Lo invito a sedersi. Lui continua ad essere agitato.
Mi accorgo che sta sudando: che sia io? Uno strillo mi richiama alla realtà: mia figlia!
Mi volto di scatto e la camicia girando forma una ruota e per un istante, spero solo per un istante, il mio sesso e il mio sedere nudi.
Corro su per le scale mentre con la coda dell'occhio ho visto l'uomo balzare in piedi, non so per quale motivo, se per il grido della bimba o per quello che ha visto.
Sono in camera, prendo mia figlia piangente e la cullo.
E' stato un brutto sogno.
Si addormenta e la metto sul lettino. Mi chino e la accarezzo.
La camicia si alza leggermente, mi volto ed ho un grido soffocato: Berto è sulla porta che mi guarda con occhi sbarrati.
E' paonazzo in volto e scorgo un rigonfio nei suoi pantaloni.
Ho paura poi mi calmo vedendo il suo volto: è dolce, quasi acerbo.
- Mi scusi – le sue parole sono frammentarie, si capisce che è teso – ho sentito il grido della piccola -
- Grazie - sorrido - non è niente! Aspetti! Ora mi metto qualcosa -
Berto non si muove, lo sguardo fisso verso le mie cosce.
Poi apre la bocca
- Signora, mi scusi, ma lei è così bella! -
Ho un fremito: cosa devo fare?Lo guardo e sorrido, possibile?
- La ringrazio - dico con un certo languore nella voce - mio marito… - mi fermo.
Cosa sto per dire? Lui si avvicina con lo sguardo fisso su di me-
- Potessi avere io una donna come lei... -
E' molto pacato e timido ma sento che si sta dominando. Perché no?
- Le piaccio? – chiedo, ma cosa mi capita?
- Moltissimo - mi risponde lui con gli occhi che mandano lampi di desiderio,
Si è trasformato, sta diventando audace.
Ora è accanto a me: sento il suo odore di maschio.
Il suo sudore mi eccita!
Chiudo gli occhi e sospiro: è un atto di resa.
Ora la sua mano si appoggia sul tessuto della camicia e saggia con delicatezza la rotondità del mio seno.
Riapro gli occhi e lo guardo: ha il viso arrossato e sta tremando.
Mi abbassa dalla spalla la camicia e mi scopre la mammella.
Il mio respiro si fa frammentario, sento la sua mano ruvida e callosa accarezzare la pelle liscia e fermarsi sul capezzolo che stilla gocce di latte.
Sparge l'umido attorno col dito e si china a baciarlo.
Il mio corpo ha come una scarica elettrica.
Le sue labbra si chiudono attorno al mio bottoncino e lo succhiano avidamente.
La passerina comincia a colare e le mie cosce s’inumidiscono.
Ora abbassa anche l'altra spallina e m’imprigiona le braccia nella camicia.
Mi sento prigioniera e pronta ad essere profanata.
Con le mani afferra le mie candide mammelle e le manipola senza farmi male. Non riesco a resistere.
Mi divincolo per liberarmi dalla camicia e lui la fa scivolare a terra.
Ora le mie braccia sono libere e cerco il suo membro fra le gambe. Mi ferma e in silenzio mi trascina nell'altra camera, quella degli ospiti.
Mi lascia portare le mani sui suoi pantaloni.
Sono eccitata come mai, non ragiono più! gli apro la lampo, gli frugo nelle mutande ed estraggo un grosso pene duro e rosato.
Lo guardo ammirata: al tatto la pelle è liscia e pulsa all'interno di vita selvaggia. Reclama la sua preda e sento la mia passerina bagnarsi ancora di più per l'eccitazione.
Abbasso la pelle verso i testicoli ed esamino la grande cappella, violacea per la tensione, che calamita le mie labbra.
Al contatto il sapore acre e ferino mi sconvolge: avverto la sua forza selvaggia e il suo desiderio e ne sono spaventata. Chissà che male sentirò! non ho più pudore, lo voglio! sono una femmina e avverto il richiamo del maschio.
Comincio a prenderlo in bocca e ne avverto la grossezza.
Lo ingoio il più possibile e lo succhio lentamente: sto godendo, sono una puttana! ma non mi vergogno. E’ quello che sognavo prima...
Poi lui mi ferma e mi fa alzare.
Ormai sono nelle sue mani.
S’intrufola nel sesso e sente il bagnato.
Affonda le dita e le immerge nel mio umore poi le porta prima al naso poi in bocca; sorride ora-
- Come sei calda - sussurra – e profumata... -
Mi riporta la mano sulla fessura ed entra con le sue grosse dita nella vagina per prenderne possesso.
Io m’ inarco fremente e mi offro desiderosa.
Lui mi fruga e trova alcune zone particolarmente ricettive che mi fanno tremare e piegare le ginocchia.
n piedi non resisto, accenno a sdraiarmi e lui mi aiuta. Ora sono stesa sul letto a gambe aperte, in attesa...
Lui si toglie i pantaloni e la camicia. Ora è nudo.
Lo osservo: ha un corpo muscoloso e magro, un pene enorme e un odore particolare....mi sembra di impazzire!
L'abbronzatura della sua pelle contrasta con la mia colorazione lattea.
- Come sei bella, bianca, profumata, come sei bella! -
Ora si è chinato su di me, cerca la mia bocca, la conquista, mi invade con la sua lingua in modo perentorio.
Lo subisco, l’accetto e succhio la sua saliva. La femmina ricettiva è pronta ad essere montata! Cerco con le mani il suo pene, lo afferro e lo porto verso il porto sicuro, la meta agognata!
Ora il suo membro la vede, la sente, si bagna nel suo nettare, apre la porta e cerca di entrare.
La porta è stretta ed io mi mordo le labbra per non gridare...si ritira poi, unto e lubrificato ritorna alla carica non più con dolcezza ma con il piglio del conquistatore.
Penetra a forza all'interno e si incunea nella vagina.
A fatica lo ricevo mentre le pareti trasudano per rendere possibile l'accesso. Come è grosso! Ma non ne sono spaventata; è tale il piacere che mi dà che non riesco a pensare!
Ora scorre avanti e indietro adattando il cunicolo alle sue dimensioni, la domina con forza e la sottomette alle sue voglie.
La mia passerina brucia ma il piacere è immenso! non credevo si potesse godere tanto! ora il movimento è ritmico e il bruciore si placa.
Mio dio! quanto dura? Sento un orgasmo sfociare tumultuoso e lubrificare la mia vagina. Sono venuta ma non si ferma, continua e dopo alcuni istanti ricomincio a godere di nuovo ed un nuovo orgasmo mi travolge! poi un altro! non riesco più a connettere!e adesso? Verrà? oh dio! E se rimango in cinta? Ho un sussulto e lui capisce.
Estrae il pene e mi sussurra.
- Stai tranquilla, conosco il problema. Fammi venire sulle tue splendide tette, ti prego! –
Sono esterrefatta: è un pezzo che mi penetra e non è ancora venuto? Non so cosa dire.
Prendo il suo pene umido del mio umore e lo metto fra le mie mammelle.
Comincio a strofinarlo lentamente mentre lui mi aiuta nel movimento. Ora lui ansima e si irrigidisce.
Mi prende una mano e la porta sulla sua cappella a mò di scudo. Un fiotto copioso caldo mi bagna le tette e la mano: è venuto. Lo spargo sulle mammelle con cura mentre lui sorride.
- Sapessi da quanto ti desidero! - dice con occhi languidi - ma non avrei mai sperato fosse possibile! Dimmi, posso averti ancora? Mi concederai anche l'altra tua parte favolosa? - e mi tocca il sedere.
Io lo bacio-
- Grazie! - sussurro - non sai come ti sono riconoscente! Quando vuoi sono qui, tutta per te! -
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