Il catetere

di
genere
incesti

Ero a letto con mio marito quando sentii suonare il telefono.
Accesi la luce e guardai l'ora: erano le due di notte!
Con un senso d’angoscia alzai il ricevitore.
- Pronto? -
Era mia madre, agitatissima.
- Bisogna che vieni subito. Tuo padre si lamenta, poveretto! C'è da cambiare il catetere e l'infermiere non si trova. Te la senti? -
Sudavo freddo, ma mi feci coraggio.
Spiegai il fatto a mio marito e corsi da mia madre.
In effetti, mio padre stava male: rosso in viso, non potendo parlare, si muoveva lamentandosi.
Lo scoprii per cambiare il catetere e presi in mano il suo pene.
Lo facevo per la prima volta e provai una strana sensazione.
Mentre estraevo lo strumento e, pregando, inserivo quello nuovo, mi resi conto delle dimensioni del membro: era il doppio di quello di mio marito!
Lo maneggiai con delicatezza, sotto lo sguardo attento di mia madre e riuscii a sistemarlo. Subito mio padre si rilassò e sorrise.
Non potendo parlare mi ringraziò con lo sguardo. Ritornando a casa ripensai a come mi ero sentita quando avevo in mano il suo membro.
Non volevo confessarlo ma mi era piaciuto manipolarlo.
Scacciai il pensiero ma ritornò sotto forma di una visione che mi agghiacciò il sangue: mi vidi accanto al letto, prenderlo fra le mani, accarezzarlo e prenderlo in bocca!
Il sangue affluì al viso per la vergogna e per un istante persi il controllo dell'auto.
Mi ripresi subito e decisi di smetterla con quelle fantasie malate.
Quando fui a letto cercai di riaddormentarmi ma il pensiero ritornava ossessivo.
Mi rassegnai e lasciai galoppare la mia fantasia, vergognandomi da sola di quello che i sensi mi prospettavano.
Sentii bagnarsi fra le cosce e voltai la schiena a mio marito, allontanandomi da lui il più possibile.
Poi con la mano scesi fra la peluria del mio sesso e toccai le grandi labbra che sembravano arroventate.
Non mi era mai capito di essere in uno stato simile d’eccitazione e misi un dito sul clitoride, ma mio marito si voltò verso di me e mi mise un braccio sulla pancia.
Mi immobilizzai per il timore di essere scoperta e rimasi ferma mentre il mio sesso reclamava uno sfogo
Se il mio corpo rimaneva inerte la mia mente era un vulcano. Immagini su immagini si rincorrevano in un crescendo di sogni e desideri che mi atterrivano.
Ora ripensavo a quando, anche dopo sposata, andavo in braccio a mio padre per farmi coccolare e mi chiedevo se avesse mai provato a toccarmi nelle parti sensibili. Chissà se nel suo intimo lo avesse desiderato?
Allora era un uomo alto e forte, nel pieno vigore della sua età avanzata e forse io desideravo che mi guardasse con altri occhi, come donna.
Ero gelosa quando mia madre si lamentava che la cercava alla notte ancora alla sua età. Il delirio continuò fino al giorno dopo.
Mi alzai stanca senza avere chiuso occhio.
Mia madre mi telefonò chiedendomi se potevo andare da lei. Voleva andare dalla parrucchiera perché si appressava la festa di compleanno di mia figlia.
Quando fui in casa, mi salutò ed uscì.
Io rimasi sola con le mie allucinazioni.
Presa dal desiderio andai in camera da mio padre.
Era assopito e respirava tranquillamente. Mi sembrava di essere in preda alla follia. Un volere estraneo mi dominava.
Mi avvicinai al letto e facendo il più piano possibile sollevai il lenzuolo e lo scoprii. Era nudo, col grosso membro appoggiato fra le gambe con inserito il catetere.
Rimasi a lungo a guardarlo affascinata, poi avvicinai una mano e cominciai ad accarezzare la pelle che lo copriva.
Sotto la mia mano cominciò a ingrossarsi. Spaventata lo ricoprii e guardai mio padre.
Si era svegliato e mi guardava sorridendo. Sembrava mi invitasse a continuare. Non potevo crederlo.
Lo scoprii di nuovo e presa da una specie di smania, gli estrassi delicatamente il catetere e tornai a guardarlo in viso.
Lui ora aveva sollevato il capo e mi sembrò facesse cenno di sì. Con lo sguardo incollato al suo viso, portai la mano sul grosso membro e cominciai a muoverla avanti e indietro, lentamente.
Vidi che mio padre socchiudeva gli occhi e il volto si atteggiava a piacere. Il suo corpo si mosse un poco ma in modo inequivocabile.
Spingeva verso di me per assecondarmi.
Allora presi con tutte e due le mani il suo membro e mentre lo tenevo fermo con una con l'altra abbassai la pelle esterna al massimo per scoprire la grande cappella.
Mi chinai col cuore che mi sembrava scoppiare e deposi un bacio sulla pelle violacea e tesa.
Sentii chiaramente mio padre emettere un mugolio di piacere, mentre la sua mano vibrava nel vano tentativo di muoversi.
Ero completamente fuori di me, dilaniata dal desiderio e trattenuta dalla consapevolezza del gesto sconveniente che stavo facendo.
Qualcosa mi prese la mano.
Mi chinai sul pene rigido e cominciai a succhiarlo con calma esasperante mentre sentivo fra le gambe un rivolo di umore che bagnava le mie mutandine.
Il desiderio represso della notte si trasformava in un bisogno impellente. Mio padre ora sembrava partecipare attivamente al godimento che gli davo. Apriva e chiudeva gli occhi e sorrideva sempre di più.
Presa dalla passione continuai a succhiarlo mentre tenevo d'occhio il suo volto.
Ora mi guardava insistentemente il petto e muoveva le dita come per attirare la mia attenzione.
Mi fermai e presa la mano la accostai al mio seno.
Col dito indicava un punto e quando lo portai dove voleva mi accorsi che era il canalino fra le mie mammelle.
Lo guardai e gli chiesi
- Vuoi toccare le mie mammelle ? -
Lui corrugò le sopracciglia e capii che non era quello che voleva.
Col dito indicò il suo membro eretto e poi il canalino.
Allora capii.
Sorridendo mi alzai e mi aprii la camicetta.
Mi sganciai il reggiseno liberando le mie grandi tette bianche.
Vidi che lui ora sorrideva contento. Mi abbassai sul suo pene e lo misi fra le mie tette poi tornai a guardarlo.
Ora sembrava soddisfatto e col dito mi fece cenno di muovermi.
Presi il suo grosso pene avvolto nelle mie burrose tette e cominciai a strofinarlo con cura, dalla punta fino ai testicoli.
Ora il grande vecchio era intento a godere di questa inaspettata situazione. Il viso si era arrossato e il respiro più intenso. I
Continuai a manipolare il grosso membro, alternando gli sfregamenti con le tette a brevi succhiamenti.
Poi sentii che si stava irrigidendo e finalmente con un sospiro dal suo orifizio sgorgò un getto di caldo seme che mi irrorò le mammelle.
Ricadde sul letto e quando lo guardai vidi che mi sorrideva riconoscente e mi faceva cenno col dito di avvicinarmi.
Mi chinai su di lui con le mammelle scoperte e vidi che tentava di prenderne una con la bocca.
Gliela misi vicino e lo vidi aprire le labbra e avvolgere il capezzolo come una ventosa poi cominciò a suggere deliziato. Io ero eccitata al massimo.
Mentre mi succhiava i capezzoli ero scesa fra le gambe e mi bagnavo le mani nell'umore che sgorgava dalla mia fessura.
Mio padre si accorse di quello che facevo e smise di succhiarmi i capezzoli mugolando.
Mi chinai su di lui e vidi che con le dita indicava le mie gambe e la sua bocca.
Presa da un tremore estremo portai la sua mano fra le mie cosce e mi accorsi che non era quello che voleva.
Ci pensai un attimo poi un pensiero mi fece rimanere di sale.
Con il viso in fiamme portai la sua mano sulla mia fessura e successivamente sulle sue labbra.
Il suo sguardo si illuminò, o almeno così mi sembrava. Ripetei il gesto più volte e mi accorsi che era quello che voleva.
Desiderava che gli mettessi il mio sesso vicino alla bocca!
Mi sollevai la gonna ai fianchi, poi me la tolsi non riuscendo a muovermi agevolmente. Sotto gli occhi attenti di mio padre mi tolsi le mutandine mostrandogli la mia passerina ricoperta dal cespuglio di peli.
Vidi che apriva le labbra e metteva fuori la lingua.
Con circospezione salii sul letto e mi appoggiai delicatamente al suo petto con le ginocchia ben salde sul materasso.
Lui tentò di alzare la testa ma non riusciva. Io salii fino al suo viso e gli misi la mia fessura davanti alla bocca, poi con la mano lo aiutai.
Il suo sguardo ora era sfavillante. Trovò la fessura umida e cominciò a leccarmi freneticamente con la lingua.
Era rosso in viso e temevo si sentisse male. Tuttavia era tale la mia carica erotica che lo lasciai fare sentendo l'orgasmo montare dentro di me.
Voltai lo sguardo verso lo specchio e tremai al pensiero se mia madre mi avesse sorpreso.
Intanto la lingua di mio padre, grossa e ruvida aveva trovato il clitoride e lo stava succhiando. Io fui travolta dall'orgasmo e con gemiti soffocati mi ripiegai su me stessa, tremando. Il mio umore bagnò il viso di mio padre ed io lo pulii col lenzuolo ma lui continuò a leccarmi.
Un secondo e un terzo orgasmo si succedettero in un breve spazio finché esausta riuscii a trascinarmi fuori dal letto e lo baciai sulle labbra intrise del mio umore. Lui mi guardò sorridendo, emise un sospiro, e chiuse gli occhi.
Sul momento mi spaventai poi, vedendo che respirava tranquillo, col viso sorridente e radioso mi tranquillizzai.
Rimisi accuratamente il catetere dopo averlo pulito a modo e corsi in bagno a pulirmi. Appena in tempo.
Quando mia madre rientrò non si accorse di nulla. Solo il giorno dopo, telefonandomi, mi disse che mio padre era cambiato.
Non era più nervoso e scontroso ma calmo e tranquillo.
Non riusciva a capirne il motivo mentre io sapevo bene il perché.


scritto il
2011-05-13
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