Mia moglie si racconta

di
genere
etero

Sono preoccupato. Mi sono svegliato verso le 7 del mattino dopo aver faticato a prendere sonno, sia perché non potevo muovermi per non svegliare mia moglie che dormiva profondamente, dopo lo straordinario orgasmo che aveva avuto, sia perché ripensando agli ultimi giorni, cominciavo a chiedermi se mia moglie mi nascondesse qualcosa. Troppo diverse la donna che avevo tra le braccia e la donna di pochi mesi prima anzi di tutti gli anni prima che aveva vissuto accanto a me dandomi per'altro due figli. Non so come sia successo, non ne ho coscienza, siamo ciascuno dal proprio lato del letto. Vado in cucina a farmi un caffè ed a preparare la colazione per mia moglie. Nel contempo il mio cervello continua a ruminare, cercando tra i ricordi e tra i vari episodi della mostra vita comune, senza trovare nulla di sospetto. Mi do subito dell'idiota, ma che sto cercando? Sarò mica impazzito. Mia moglie la più corretta persona che abbia mai incontrato nella vita, giudicata allo stesso modo da tutti quanti abbiano avuto a che fare con lei, parenti, amici, conoscenti, estranei, tutti certi al 100% Delle qualità morali della mia compagna di vita. Non mi risulta come non risulta a nessun'altro che abbia mai mentito, nemmeno quando avrebbe dovuto, quando cioè avrebbe dovuto nascondere al padre la grave malattia della madre. Tanto, come per 'altro avvenne, il padre morì prima della madre. Andai maturando la decisione di prendere insieme una settimana di ferie per riprendere a conoscerci, visto che sembrava avessi davanti un'altra donna.
Porto la colazione a letto e la sveglio con un bacio. Apre gli occhi e mi guarda con occhi pieni di amore. Mi sento come fossi nata una seconda volta, ti amo e ti desidero da morire. Vede il vassoio della colazione, che dolce mi dice, così mi vizi. Sta per dire qualcosa ma la brucio sul tempo. Che ne pensi se ci prendiamo una settimana di ferie e scappiamo lontano da tutto e da tutti? Di nuovo quello sguardo acceso, noi due da soli? Si, si solo noi due, in un posto dove nessuno ci conosca. Mi sembra una idea straordinaria! Applaude, Mi vesto e scegliamo subito la destinazione.
È eccitatissima, sfoglia l'atlante, senza guardare veramente le pagine, lo sguardo sognante, fissa il vuoto.
Parigi dice con voce eccitata. Prenotiamo in un piccolo albergo in centro e partiamo alla volta di Parigi. Alla prima sosta mia moglie si reca ai bagni. Non c'è distinzione tra uomini e donne, ma i bagni danno all'esterno singolarmente, e sono passabilmente puliti. Mia moglie è dentro il secondo, io attendo davanti alla porta. Dopo più di un quarto d'ora, non accenna ad uscire, preoccupato busso discretamente, ma non mi risponde, sento uno strano mugolio. Sempre più preoccupato, abbasso la maniglia per entrare, ma c'è il lucchetto interno. La chiamo più volte sino a che sento il lucchetto che si sgancia, mia moglie non esce, allora provo nuovamente la maniglia e la porta si apre. La trovo con la gonna arrotolata sino alla vita che si sta masturbando alla grande. Ho sperato che venissi, ma visto che tardavi mi sono data da fare da sola, per prepararmi per te. Sono sconcertato, giro sui tacchi ed esco dicendo chiuditi dentro potrebbe entrare qualcuno diverso da me. Alberto invoca, ma sono già diretto in macchina dove mi siedo ad aspettare con un terremoto in testa. Mi raggiunge quasi subito, d'altra parte doveva solo sciacquarsi le mani e lasciar scendere in basso il vestito. Si siede accanto a me in silenzio e per tutto il resto del viaggio non ci scambiamo una parola. Giunti in albergo e disfatte le valige, si pone il problema della cena. Nessuno dei due sembra aver voglia di iniziare un discorso qualunque. La guardo negli occhi il suo sguardo triste e ferito mi dilania il cuore, ma ormai non so proprio che cosa pensare. Dopo altri 10 minuti, ti amo diciamo contemporaneamente l'uno rivolto all'altra. Ci guardiamo sbigottiti e ci tuffiamo l'uno nelle braccia dell'altra. Amore, amore, ti amo adesso molto più di prima mi dice specie dopo che abbiamo scoperto il "SESSO", che prima praticavano in maniera sporadica e assolutamente insoddisfacente, tanto che ho sempre temuto che potessi cercare altrove quello che io non riuscivo a darti in casa. Capisco che un uomo abbia le sue esigenze, poi mi hai insegnato il sesso anale e tutto è cambiato. È come se entrandomi nel culo tu accendessi tutte le luci di Natale, mi hai trasformata, o meglio, ho riscoperto me stessa, la donna lussuriosa che c'è in me. Ti vedo come il mio Maschio Alfa oltre che come il mio amore, ho perso ogni complesso, ogni timore, ogni insicurezza, mi è tornata la voglia di vivere con la voglia di godere e tutti i miei condizionamento e rimorsi sono stati cancellati come con un colpo di spugna, sono tornata la persona spensierata e amante della vita che ero sino a 14 anni.
Mio padre era un uomo all'antica, tutto di un pezzo continua. Era intransigente e duro. Pretendeva sempre il massimo, anche da sé stesso d'altra parte, ci teneva moltissimo al suo nome ed alla integrità sua e della famiglia. Mia madre era invece dolcissima, una bellissima donna con le curve al posto giusto, sempre guardata con desiderio dagli uomini e con ammirazione, ma il più spesso invidia, dalle donne.
Nel nostro quartiere la nostra era una famiglia conosciuta e potevamo frequentare solo famiglie "scelte".
Tra le mie compagne di classe ce n'era una che veniva da una famiglia più in alto della nostra, che, non ho mai capito perché, mi scelse come sua amica e confidente. Mi raccontava tutto quello che faceva con i molti ragazzi che frequentava. Io che venivo istruita con attenzione e dolcezza da mia madre, che oltre a spiegarmi le cose della vita, mi metteva in guardia da me stessa spiegandomi che quando gli ormoni girano a mille, spesso perdiamo il controllo degli eventi e ci può succedere di tutto. La mia amica sembrava assatanata, e devo confessare che anche io lo ero. Non facevo altro che masturbarmi, dopo che la mia amica mi aveva insegnato come fare. Ogni volta che restavano sole in casa mia o sua, convocava l'amico del momento e si chiudeva in camera lasciandomi sola mentre lei si sollazzava in un'altra stanza. Una di queste volte mi lasciai sfuggire ma, prendi la pillola almeno? A casa mia? Mi rispose sbalordita. Sono tutti uno più bigotto dell'altro, non se ne parla nemmeno di questi argomenti, figurati se chiedessi di prendere la pillola. E allora? Chiesi io. Purtroppo devo restare vergine sino al matrimonio altrimenti mio padre saerebbe capace di uccidermi, E allora? richiesi io. Allora, me lo faccio mettere nel culo, le prime volte è stato doloroso, ma quando ti abitui godi più che a farlo davanti. Siamo in tante che ci facciamo fare il culo per conservare sto cazzo di verginità per il "buon matrimonio".
Dovetti ammettere che aveva ragione, perché mentre non avevo mai osato infilate nemmeno un dito nel mio fiorellino, avevo usato Delle banane e dei cetrioli dentro al culo godendo moltissimo con un dito sul clitoride ed una banana nel culo. I primi orgasmi li ho avuti con il culo, forse per questo mi piace così tanto prenderlo lì. Tuttavia il problema sorse perché una sera che il ganzo della mia amica non si fece vedere, lei cominciò a raccontarmi le sue imprese con tutti i ragazzi che aveva avuto e mi disse che la volta che aveva goduto di più era stata quando uno dei suoi ex aveva portato la sorella per farla partecipare ai loro giochi sessuali. La sorella era più giovane di me, ma aveva molta più esperienza, inoltre aveva avuto rapporti con il suo ragazzo e un'altra donna almeno 15 anni più grande di loro, che le aveva insegnato a leccare ed a farsi leccare la fica e ti assicuro che le donne leccano di gran lunga meglio degli uomini, forse perché sanno dove si deve leccare e come, perché è in quegli stessi posti che desiderano essere leccate. Io non volevo crederci e questo fu il mio sbaglio, perché la sua pronta risposta fu se non hai paura te lo dimostro. Rimasi intrappolata, non potevo tirarmi indietro, sapevo che altre compagne di classe si "esercitavano" tra loro. La mia esitazione fu presa per assenso ed in men che non si dica lei si era spogliata, rimanendo completamente nuda. Non posso negare che vederla nuda che si accarezzava da sola mi eccito' più di quanto ne avessi bisogno e anche se con timore mi spogliai anch'io.
La mia amica tirò fuori dal comodino due falli artificiali in lattice che sembravano cazzi veri. Eravamo ormai eccitatissime e ci infilavano una con l'altra i due falli nei rispettivi culi mentre ci leccavamo reciprocamente il clitoride. Sua madre rientrò ben 2 ore prima del previsto e ci sorprese in piena attività. Non mi sono mai vergognata tanto. Ce ne disse di tutti i colori chiamandoci depravate, puttane, donne di strada, io ero sconvolta non riuscivo a spiccicare una parola mentre la mia amica abituata mentire non esitò ad addossare la colpa a me dicendo che mi ero presentata con i due falli a casa sua invitandola a provare. Ma il peggio doveva ancora venire perché la signora telefonò a mio padre ordinandogli di presentarsi subito al suo cospetto. La loro famiglia stava "più in alto" della nostra perciò mio padre si precipitò a venire. Avrei voluto sprofondare, la signora che credeva alla figlia attribuì a me tutte le colpe Delle oscenità praticate da sua figlia adducendo come prova il fatto che ero venuta fornita di 2 falli per perpetrare le mie voglie insane. La cosa che mi feri di più fu che mio padre sapeva che non disponevo del denaro necessario, di di cui invece la mia amica era sempre ben fornita, e quindi non potevo avere acquistato quelle due oscene fedeli copie di cazzo, eppure non obiettò nulla prese indue falli se li mise nella giacca e afferrandomi per il collo mi trascinò via senza una parola di rimprovero, mentre tornavamo a casai chiese, non li hai comprati tu vero? Scossi solamente il capo in senso di diniego, bene, ma a sentire la mamma della tua amica ne avevi uno nel culo mentre usavi l'altro nel culo della tua amica! Abbassai il capo in un muto assenso. Lo sapevo, sei una troia, ma almeno io e.. tua madre ci abbiamo guadagnato qualcosa. Sapevo che abusava ogni sera di mia madre, anche se non ho mai capito se fosse consenziente o no, né lei si è mai lamentata del marito. La mia idea è che lo subisse sin dai primi giorni di matrimonio e non ho mai capito perché non lo abbia lasciato. Stasera subirai una punizione di cui ti ricorderai per tutta la vita e ti aiuterà a seguire sempre la retta via. Giunti a casa mio padre chiamò mia madre e si chiuse in camera con lei. Dopo pochi minuti ne vennero fuori, mio padre scuro come un temporale, mia madre pallida come un lenzuolo mi guardò con angoscia. Venite nel mio studio. Mettiti piegata sul bracciolo della poltrona puoi usare il cuscino come vuoi per poggiarci il viso o per soffocare le tue urla riceverai trenta scudisciate, disse tirando fuori lo scudisciate. Ne avevo già ricevute, ma il massimo erano state cinque, ero atterrita, anche perché mio padre sembrava fuori di sé. Ma caro intervenne mia madre, non dire una sola parola o ce ne saranno anche per te. Dovrai tu stessa scandire il numero preciso' rivolto a me. Sentivo il sibilo dello scudiscio che lui agitava in aria come per prendere la rincorsa. Scoprile il culo che glielo riscaldo io. Mia madre sempre più pallidai abbassò e mi tolse le mutande lasciando il mio sedere nudo in preda alla sua violenza. Improvvisamente mi Calò il primo colpo sulle natiche. Uno urlai memore Delle raccomandazioni, ma soprattutto per non dargli la soddisfazione di sentirmi urlare di dolore o implorare la sospensione della pena. Due urlai al secondo colpo, tre, quattro, i colpi ormai si abbattevano con la regolarità di un metronomo. Finalmente arrivò anche il trentaaa. Mio padre fuggi immediatamente dalla stanza mentre mia madre mi abbracciò con il volto rigato di lacrime. A quel punto esplosi in un pianto irrefrenabile bagnando di lacrime l'abito di mia madre. Il sedere mi bruciava da impazzire, e sangue mi colava dalle ferite che le scudisciate mi avevano lasciato. Improvvisamente mi resi conto che per la prima volta avevo sconfitto mio padre, che sparì dalla circolazione per tre giorni. Mia madre mi spalmo' una pomata fresca ed anestetica a lenire il mio dolore e ad evitare che brutte cicatrici potessero residuare da quella violenta punizione, anche se forse ai loro occhi meritata. In fondo mi ero lasciata sorprendere ad inculare e farmi inculare da due robusti falli artificiali e a 14 anni non era certo da medaglia di buona condotta.
Ogni medicazione con la pomata era una sofferenza, che per la verità si andava via via attenuando. Mia madre mi consolava con parole dolci, stringendomi a sé abbracciandomi e facendomi sentire tutto il calore umano possibile, forse per compensare la durezza di mio padre, ma io ero convinta che più che duro, fosse cattivo. In uno di questi momenti di intimità non riuscii a non chiedere a mia madre sapendo quanto soffrisse, ma perché non lo hai lasciato? Tuo padre quando ci sono conosciuti era un bell'uomo, anche adesso lo è, inoltre aveva un carattere fortissimo, era il leader, nel mondo del lavoro era temuto ma rispettato, ha sempre preteso il massimo da sé e dagli altri. Con il tempo anche a causa di un problema economico, è diventato più duro con sé e con gli altri, un po'troppo intransigente, ma è comunque una brava persona. Più di una volta per questa sua intransigenza sono stata sul punto di andarmene, ma ci siete voi, a cui non posso rinunciare per cui porto pazienza. Mi dispiace per te mamma. Ma no, ma no, non ci pensare, ha sempre provveduto a noi e non vi ha fatto mancare niente, nemmeno la sua durezza. Ma ci vuole bene e noi nonostante tutto ne vogliamo a lui. Dammi un bacio e non pensiamoci mai più. Ma tu figlia mia dopo le raccomandazioni che ti avevo fatto... Ti avevo messo in guardia dal richiamo dei sensi. Mamma nemmeno io so come sono finita a fare quello che ho fatto, la mia amica mi ha aperto in mondo sconosciuto ed eccitante, e poi è senza pudore, faceva tutto come se fossero le cose più normali del mondo e invece...
No, no, sono normali per certi versi, ma ne riparleremo.
di
scritto il
2018-10-18
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