Il Sicario - capitolo 3 - Collana Il Dravor Vol. 4
di
Koss
genere
etero
Kim stava diventando ricco rapidamente ed era innegabile che, se lui era quello che eseguiva i contratti, quella che sapeva farli fruttare era Vick.
Vick era bravissima, ma Kim si rese conto che qualcosa le mancava. Era a Kuanta da quasi due anni e ormai aveva avuto modo di osservare, anche se non lo frequentava perché non era alla sua portata, il bel mondo della capitale. Quel mondo era fatto di uomini di potere come il Grande Drav che aveva conosciuto e incontrato in qualche occasione e di uomini ricchi come Kunta che vedeva di tanto in tanto. Spesso, ma non sempre potere e ricchezza coincidevano, con Kunta le due cose coincidevano anche se lui non ricopriva cariche politiche. A Kim gli intrighi per raggiungere il potere non interessavano, ma gli interessava l’agio e i piaceri che ne conseguivano, quindi la ricchezza. Voleva anche essere considerato, quindi, mantenendo la sua autonomia, voleva entrare nella cerchia del potere anche se non voleva farne parte direttamente. Voleva influenzare alcune decisioni che potevano interessargli e ricevere alcuni incarichi che potevano dargli soddisfazione, come quello di eliminare la feccia che ammorbava Kuanta. Voleva diventare come Kunta, se possibile ancora più defilato. Non gli piaceva quel mondo, ma voleva contare.
Si rendeva conto dei suoi limiti, non era socievole e, a parte che per qualche evento, non gli interessavano neanche le manifestazioni mondane, però si rendeva conto che se voleva diventare influente vi doveva partecipare e per quello si sentiva ancora inadeguato. Essenzialmente gli mancava una compagna che compensasse il suo carattere ombroso.
Una donna libera sarebbe stato il massimo, ma sarebbe entrato in conflitto con Vick, quindi gli serviva almeno una kalsna: Vick.
Vick poteva essergli estremamente utile, aveva osservato oltre agli uomini ed alle donne di potere anche le kalsna ed aveva capito che il loro valore non era tanto nella loro bellezza, ma nel loro comportamento, nella loro eleganza, nella loro capacità di seduzione e nelle relazioni che riuscivano ad intrecciare. Anche le più oche avevano imparato come comportarsi in società e questo le rendeva molto utili ai loro padroni.
Vick era di gran lunga più colta, intelligente e scaltra di quelle donne, aveva anche un carattere eccezionale, era una leonessa, gli aveva salvato la vita ed aveva imparato a combattere, era diventata molto abile, più della stragrande maggioranza degli uomini. Tutte cose che poche di quelle donne sapevano fare. Non voleva una kalsna come le altre, voleva molto di più e Vick poteva esserlo.
Ma in quel momento aveva dei limiti, molti. Non era colpa sua, anzi. La ragione era che prima aveva vissuto in territori selvaggi e primitivi, lontana da donne eleganti e sofisticate, non aveva avuto modelli. Era cresciuta selvaggia nel piccolo feudo e poi con lui aveva condotto una vita randagia, pericolosa e priva di comodità. Vestiva come un ragazzaccio, non sapeva truccarsi e la sua postura era troppo esuberante ed a volte goffa. Incontrollabile. Suppliva con la sua straordinaria bellezza, qualsiasi cosa indossasse le cadeva perfettamente, ma non bastava. Kim voleva che conservasse le caratteristiche che aveva, che andasse a caccia ed a cavallo con lui, che lo aiutasse nelle sue imprese, ma voleva anche che diventasse una donna raffinata e che sapesse governare una casa e la servitù, ora ce ne era bisogno.
Si era informato, molte delle kalsna attuali avevano imparato a comportarsi così dalle loro frequentazioni e sfruttando quello che sapevano prima della nascita del Dravor, ma le più brave e le più giovani avevano frequentato scuole che stavano nascendo in tutto il paese e sembrava che la migliore fosse la scuola di una tale Kira, compagna di un certo Koss. Aveva scoperto poi che Kira era dravna dello stravor dei Grandi Laghi e che la sua scuola si trovava nei pressi della capitale Valsa.
Con questi pensieri in testa andò a cercare Vick, era nella palestra che aveva costruito come annesso della casa, tra le scuderie e la stessa casa. Vick era impegnata e sudata stava eseguendo alcune tra le figure più complicate, ma se la cavava benissimo. Era diventata molto brava, la sua esecuzione era perfetta.
Lei lo vide con la coda dell’occhio, ma continuò a fendere l’aria ad una velocità incredibile, impossibile seguire le sue braccia e le sue gambe mentre tirava colpi in ogni direzione. Lui entrò nel suo spazio e cercò di bloccarla con i colpi opportuni, ma lei seppe divincolarsi e l’incalzò. Era implacabile e Kim dovette concentrarsi per non essere colpito e non finire a terra. Lei era fluida, veloce e solo meno forte di lui. Lui era anche più esperto ed anche più bravo. Entrò nella sua guardia senza essere colpito e la stese. Poi fu immediatamente se di lei e la bloccò. Infine la baciò e Vick si arrese stringendo le cosce sui suoi fianchi.
- Sei mio prigioniero. –
- Fai di me quello che vuoi – rispose lui.
Lei lo ribaltò, lui fu arrendevole facilitandole il compito quando cominciò a spogliarlo e poi Vick si impalò su di lui cavalcandolo. Era calda, sudata, scarmigliata, ansante, ma era bellissima ed eccitata.
- Preparati – le disse lui dopo, - viaggeremo, andremo nello stravor dei Grandi Laghi e starai via almeno sei mesi. -
- Starai… - rispose lei incerta.
- Sì, ti porto ad una scuola di kalsna dove ti insegneranno… Mi sembrava che volessi diventare una kalsna. – Era una conclusione ironica, ma non molto.
- E mi lascerai lì da sola per tutto questo tempo? E tu? –
- Me la caverò – rispose lui sorridendole, - poi verrò a prenderti. –
Vick non era contenta, poteva tranquillamente ribellarsi, lui non l’aveva mai punita per quello, ma si trattenne e stette a pensare un po’. Il suo Padrone aveva ragione, quella scuola le sarebbe stata utile come le era stato utile imparare a combattere. – Va bene – acconsentì ed il giorno dopo partirono.
Kim non sapeva bene cosa aspettarsi e Vick ancora di meno.
Arrivarono una settimana dopo, la lunga cavalcata li aveva stancati, ma erano contenti, avevano trovato bel tempo e se l’erano presa comoda, a volte avevano dormito in locande altre volte all’aperto. Vick aveva trasmesso le sue preoccupazioni al suo Padrone e lui era sempre più preoccupato, ma non durava molto, alla peggio si diceva me la riporto a casa.
Kim trovò alloggio in una locanda di Valsa e la mattina dopo andarono alla villa di Kira.
Furono fortunati, la Dravna li fece attendere solo un’ora, poteva succedere che li facesse ritornare il giorno dopo o peggio.
Kira era una donna che emanava potere e sensualità da ogni poro del suo splendido corpo, all’epoca aveva circa trentacinque anni ed era uno dei più importanti personaggi del nascente impero. Era alta e formosa, un corpo statuario e morbido, gambe lunghe e tornite e un culo ampio e alto. I capelli corvini e lisci li portava lunghi fino alle spalle, la pelle chiara e lucente, gli occhi neri, la bocca sensuale Kim ne rimase impressionato. Vick rimase a bocca aperta, poi guardò Kim e pensò acida, levati quello stupido sorriso dalla bocca, ma ovviamente non disse niente.
Li accolse nel suo studio e fu subito una catastrofe.
Kira fece ceno a Kim di accomodarsi su una poltrona, lei si sedette sul divano e non guardò neanche Vick. La schiava senza essere invitata si accomodò sull’atra poltrona. A quel punto ebbe l’attenzione di Kira. – Questa è una schiava? – chiese a Kim con tutto il disprezzo ed il veleno, ed era tanto, che Kira, quando voleva, poteva esprimere.
Kim arrossì e Vick la trafisse con uno sguardo omicida. Kira non se ne curò, ma in quel momento non sapeva che Vick aveva ucciso ed era in grado di farlo.
- E’ la mia schiava – rispose un po’ incerto Kim.
Kira allora si rivolse a Vick. – A casa del tuo Padrone puoi fare quello che vuoi, o meglio quello che lui ti permette di fare, ma qui sei a casa mia e le schiave fanno quello che voglio io. Sei una maleducata. – Kira non aveva alzato la voce, anzi quasi mormorava con un tremendo sibilo, poi aggiunse – mettiti in piedi e non ti muovere. -
Vick era ancora incerta se saltarle addosso o andarsene, guardò il suo padrone per capire cosa voleva fare, ma per la prima volta rimase sconcertata dalle sue parole.
– Mettiti in piedi Vick. Fai come dice la Dravna e non ti muovere. –
Kira assentì, finalmente quel ragazzotto si comportava come un Padrone o almeno ci provava.
Si rivolse di nuovo a lui.
- Cosa è venuto a fare qui? – Non aveva intenzione di risparmiarlo, aveva pensato di mandarlo via, ma quella strana coppia l’incuriosiva. Lui era un aitante giovanotto e lei nonostante fosse bisbetica era una ragazza bellissima. Aveva poco più di venti anni giudicò.
Kim era stressato, ma anche incazzato. Arrabbiato con se stesso, con quella donna imperiosa e con la sua schiava. Ma voleva ottenere quello che aveva deciso, raccolse le idee e iniziò a parlare.
- Voglio che Vick diventi una kalsna di classe e mi è stato detto che questa è la scuola migliore del Dravor. –
- Sì – rispose Kira, - ma non prendiamo tutte. Quelle che si trovano qui o sono schiave di mia proprietà destinate dopo l’addestramento ad essere vendute, oppure sono schiave di dravoriani che vogliono una kalsna come si deve. Insegniamo loro a comportarsi correttamente e soprattutto la disciplina, insegniamo anche l’arte di soddisfare un uomo. Puniamo severamente le schiave che non si comportano bene. Ci facciamo pagare bene. Francamente la sua schiava non depone bene, per noi potrebbe essere fonte di molti guai, turbare le altre allieve e per te potrebbe essere una spesa inutile. –
-Vick ubbidirà e sarà molto volenterosa – assicurò Kim, ma non ne era molto sicuro.
- Non mi interessa che impari le pratiche erotiche, voglio che diventi disciplinata, elegante, raffinata. E’ intelligente e colta, imparerà in fretta. –
Vick seguiva il discorso del suo Padrone, voleva diventare elegante e raffinata come diceva lui, ma non aveva bisogno di nessuna disciplina, lei obbediva agli ordini del suo padrone… beh si disse non sempre, beh aggiunse, molte volte li discuteva, ma era perché, come era stato dimostrato quasi sempre, lei aveva ragione.
- Io ho solo istruttrici, sono loro che insegnano come fare sesso alle allieve, è un’arte che devono imparare. Una kalsna che non sa fare sesso è un non senso. In più le schiave stano spesso nude. Ti è chiaro? –
Kim arrossì ancora. – Sì! Ma nessun uomo la deve toccare. –
- Questo te lo posso assicurare. Qui gli unici uomini che ci sono fanno i guardiani, potrebbero vederla nuda e anche questo fa parte dell’addestramento, ma non la toccheranno. –
Kim annuì e Kira si rivolse alla schiava. – Spogliati bella, vediamo come sei fatta. –
Vick esitò e stavolta Kira si mise in piedi e le gridò in faccia. – Esegui subito gli ordini, non esitare mai. Hai capito? –
Vick voleva ucciderla, ma si controllò e comincio a spogliarsi.
- Ferma! – Kira le mise una mano sotto il mento, le sollevò il viso e la spinse a guardarla negli occhi. – Quando ti faccio una domanda devi rispondere. Qui io sono il tuo dio, ti è chiaro? –
Vick trattenne le lacrime, cercò di guardare il suo Padrone, ma lui guardava da un’altra parte, era sola. Rispose. – Sì, Signora. –
- Meglio, molto meglio, ma non sbagliare o sarai punita. –
- Sì, Signora. –
Vick riprese a spogliarsi e Kira la guardò con grande interesse. Quando i suoi abiti furono a terra lei si avvicinò di nuovo. – Sei molto bella, farò di te una kalsna stupenda a costo di frustarti ogni giorno, ma spero che ci intenderemo prima. –
Stavolta Vick non rispose, piegò solo la testa, si sentiva sconfitta, ma voleva diventare una kalsna, nonostante quell’orribile donna.
L’orribile donna la tastò sui fianchi, sul seno, sulle spalle e sulle cosce. Non era maliziosa, era asettica e professionale, ma Vick si sentì comunque una vacca che veniva valutata dal suo Padrone.
Poi Kira suonò un campanellino e Vasa, la sua assistente prediletta, comparve un attimo dopo.
Vasa era una giovane e bella donna, elegante e sofisticata, una kalsna perfetta.
- Trovale una camera e tra un’ora la voglio in aula insieme a Saa. Ci vediamo lì. –
Vick fece per prendere i suoi vestiti e Kira intervenne. – Starai nuda fino a stasera. Quei vestiti sono una schifezza e li bruceremo, quando sarà il tempo indosserai quello che ti daremo noi. Ora vai, svelta. –
Kim non disse una parola, ormai aveva ceduto il controllo.
Vick seguì Vasa scalza e tenendo il capo chino, mai nella sua vita era stata umiliata in quel modo, si sentiva in trappola, era sicura che poteva buttare tutto all’aria, pensava di essere ancora in tempo, ma a che prezzo? Anche lei aveva visto quelle kalsna che si muovevano a loro agio, come regine, in vestiti costosi ed eleganti, da un lato le odiava, pensava fossero delle puttane, nel migliore dei casi delle cortigiane, anche se quelle sottigliezze le sembravano ridicole, ma da un altro lato le invidiava per la loro sicurezza e per come sapevano sedurre e portare i loro padroni dove volevano. E poi pensava, se non divento come loro quanto ci vorrà perché qualcuna di queste troie mi porti via Kim. Si convinse che era meglio assecondare il volere del suo Padrone e poi quella stupidaggine della kalsna gliel’aveva messa in testa lei.
Kira pensava che forse oltre alla kalsna doveva addestrare anche il Padrone, ma questo non le era permesso, inoltre Kira sapeva che una buona kalsna, se era intelligente come Vick, poteva fare anche un buon Padrone. Le aspettative di Kira erano sempre altissime, ma di solito erano confortate dai fatti.
Quando Kim sentì il prezzo per i sei mesi di addestramento ebbe un colpo. Kira lo guardò intensamente e poi gli disse, - so qualcosa di te, mi sono informata e se sei quello che penso possiamo sistemare la faccenda diversamente. - Kim ascoltò e si riprese. Doveva uccidere un nemico di Kira. Poteva farlo, il prezzo era buono, bastava a coprire le spese dell’addestramento e ci avrebbe guadagnato anche qualcosa. Era sicuro che con Vick accanto avrebbe spuntato un prezzo migliore. Ma Vick non c’era e si adeguò. Accettò l’incarico sapendo che Vick a suo tempo l’avrebbe rimproverato.
Lo fece, ma inaspettatamente fu molto diplomatica, Vick era diventata una kalsna.
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Vick era bravissima, ma Kim si rese conto che qualcosa le mancava. Era a Kuanta da quasi due anni e ormai aveva avuto modo di osservare, anche se non lo frequentava perché non era alla sua portata, il bel mondo della capitale. Quel mondo era fatto di uomini di potere come il Grande Drav che aveva conosciuto e incontrato in qualche occasione e di uomini ricchi come Kunta che vedeva di tanto in tanto. Spesso, ma non sempre potere e ricchezza coincidevano, con Kunta le due cose coincidevano anche se lui non ricopriva cariche politiche. A Kim gli intrighi per raggiungere il potere non interessavano, ma gli interessava l’agio e i piaceri che ne conseguivano, quindi la ricchezza. Voleva anche essere considerato, quindi, mantenendo la sua autonomia, voleva entrare nella cerchia del potere anche se non voleva farne parte direttamente. Voleva influenzare alcune decisioni che potevano interessargli e ricevere alcuni incarichi che potevano dargli soddisfazione, come quello di eliminare la feccia che ammorbava Kuanta. Voleva diventare come Kunta, se possibile ancora più defilato. Non gli piaceva quel mondo, ma voleva contare.
Si rendeva conto dei suoi limiti, non era socievole e, a parte che per qualche evento, non gli interessavano neanche le manifestazioni mondane, però si rendeva conto che se voleva diventare influente vi doveva partecipare e per quello si sentiva ancora inadeguato. Essenzialmente gli mancava una compagna che compensasse il suo carattere ombroso.
Una donna libera sarebbe stato il massimo, ma sarebbe entrato in conflitto con Vick, quindi gli serviva almeno una kalsna: Vick.
Vick poteva essergli estremamente utile, aveva osservato oltre agli uomini ed alle donne di potere anche le kalsna ed aveva capito che il loro valore non era tanto nella loro bellezza, ma nel loro comportamento, nella loro eleganza, nella loro capacità di seduzione e nelle relazioni che riuscivano ad intrecciare. Anche le più oche avevano imparato come comportarsi in società e questo le rendeva molto utili ai loro padroni.
Vick era di gran lunga più colta, intelligente e scaltra di quelle donne, aveva anche un carattere eccezionale, era una leonessa, gli aveva salvato la vita ed aveva imparato a combattere, era diventata molto abile, più della stragrande maggioranza degli uomini. Tutte cose che poche di quelle donne sapevano fare. Non voleva una kalsna come le altre, voleva molto di più e Vick poteva esserlo.
Ma in quel momento aveva dei limiti, molti. Non era colpa sua, anzi. La ragione era che prima aveva vissuto in territori selvaggi e primitivi, lontana da donne eleganti e sofisticate, non aveva avuto modelli. Era cresciuta selvaggia nel piccolo feudo e poi con lui aveva condotto una vita randagia, pericolosa e priva di comodità. Vestiva come un ragazzaccio, non sapeva truccarsi e la sua postura era troppo esuberante ed a volte goffa. Incontrollabile. Suppliva con la sua straordinaria bellezza, qualsiasi cosa indossasse le cadeva perfettamente, ma non bastava. Kim voleva che conservasse le caratteristiche che aveva, che andasse a caccia ed a cavallo con lui, che lo aiutasse nelle sue imprese, ma voleva anche che diventasse una donna raffinata e che sapesse governare una casa e la servitù, ora ce ne era bisogno.
Si era informato, molte delle kalsna attuali avevano imparato a comportarsi così dalle loro frequentazioni e sfruttando quello che sapevano prima della nascita del Dravor, ma le più brave e le più giovani avevano frequentato scuole che stavano nascendo in tutto il paese e sembrava che la migliore fosse la scuola di una tale Kira, compagna di un certo Koss. Aveva scoperto poi che Kira era dravna dello stravor dei Grandi Laghi e che la sua scuola si trovava nei pressi della capitale Valsa.
Con questi pensieri in testa andò a cercare Vick, era nella palestra che aveva costruito come annesso della casa, tra le scuderie e la stessa casa. Vick era impegnata e sudata stava eseguendo alcune tra le figure più complicate, ma se la cavava benissimo. Era diventata molto brava, la sua esecuzione era perfetta.
Lei lo vide con la coda dell’occhio, ma continuò a fendere l’aria ad una velocità incredibile, impossibile seguire le sue braccia e le sue gambe mentre tirava colpi in ogni direzione. Lui entrò nel suo spazio e cercò di bloccarla con i colpi opportuni, ma lei seppe divincolarsi e l’incalzò. Era implacabile e Kim dovette concentrarsi per non essere colpito e non finire a terra. Lei era fluida, veloce e solo meno forte di lui. Lui era anche più esperto ed anche più bravo. Entrò nella sua guardia senza essere colpito e la stese. Poi fu immediatamente se di lei e la bloccò. Infine la baciò e Vick si arrese stringendo le cosce sui suoi fianchi.
- Sei mio prigioniero. –
- Fai di me quello che vuoi – rispose lui.
Lei lo ribaltò, lui fu arrendevole facilitandole il compito quando cominciò a spogliarlo e poi Vick si impalò su di lui cavalcandolo. Era calda, sudata, scarmigliata, ansante, ma era bellissima ed eccitata.
- Preparati – le disse lui dopo, - viaggeremo, andremo nello stravor dei Grandi Laghi e starai via almeno sei mesi. -
- Starai… - rispose lei incerta.
- Sì, ti porto ad una scuola di kalsna dove ti insegneranno… Mi sembrava che volessi diventare una kalsna. – Era una conclusione ironica, ma non molto.
- E mi lascerai lì da sola per tutto questo tempo? E tu? –
- Me la caverò – rispose lui sorridendole, - poi verrò a prenderti. –
Vick non era contenta, poteva tranquillamente ribellarsi, lui non l’aveva mai punita per quello, ma si trattenne e stette a pensare un po’. Il suo Padrone aveva ragione, quella scuola le sarebbe stata utile come le era stato utile imparare a combattere. – Va bene – acconsentì ed il giorno dopo partirono.
Kim non sapeva bene cosa aspettarsi e Vick ancora di meno.
Arrivarono una settimana dopo, la lunga cavalcata li aveva stancati, ma erano contenti, avevano trovato bel tempo e se l’erano presa comoda, a volte avevano dormito in locande altre volte all’aperto. Vick aveva trasmesso le sue preoccupazioni al suo Padrone e lui era sempre più preoccupato, ma non durava molto, alla peggio si diceva me la riporto a casa.
Kim trovò alloggio in una locanda di Valsa e la mattina dopo andarono alla villa di Kira.
Furono fortunati, la Dravna li fece attendere solo un’ora, poteva succedere che li facesse ritornare il giorno dopo o peggio.
Kira era una donna che emanava potere e sensualità da ogni poro del suo splendido corpo, all’epoca aveva circa trentacinque anni ed era uno dei più importanti personaggi del nascente impero. Era alta e formosa, un corpo statuario e morbido, gambe lunghe e tornite e un culo ampio e alto. I capelli corvini e lisci li portava lunghi fino alle spalle, la pelle chiara e lucente, gli occhi neri, la bocca sensuale Kim ne rimase impressionato. Vick rimase a bocca aperta, poi guardò Kim e pensò acida, levati quello stupido sorriso dalla bocca, ma ovviamente non disse niente.
Li accolse nel suo studio e fu subito una catastrofe.
Kira fece ceno a Kim di accomodarsi su una poltrona, lei si sedette sul divano e non guardò neanche Vick. La schiava senza essere invitata si accomodò sull’atra poltrona. A quel punto ebbe l’attenzione di Kira. – Questa è una schiava? – chiese a Kim con tutto il disprezzo ed il veleno, ed era tanto, che Kira, quando voleva, poteva esprimere.
Kim arrossì e Vick la trafisse con uno sguardo omicida. Kira non se ne curò, ma in quel momento non sapeva che Vick aveva ucciso ed era in grado di farlo.
- E’ la mia schiava – rispose un po’ incerto Kim.
Kira allora si rivolse a Vick. – A casa del tuo Padrone puoi fare quello che vuoi, o meglio quello che lui ti permette di fare, ma qui sei a casa mia e le schiave fanno quello che voglio io. Sei una maleducata. – Kira non aveva alzato la voce, anzi quasi mormorava con un tremendo sibilo, poi aggiunse – mettiti in piedi e non ti muovere. -
Vick era ancora incerta se saltarle addosso o andarsene, guardò il suo padrone per capire cosa voleva fare, ma per la prima volta rimase sconcertata dalle sue parole.
– Mettiti in piedi Vick. Fai come dice la Dravna e non ti muovere. –
Kira assentì, finalmente quel ragazzotto si comportava come un Padrone o almeno ci provava.
Si rivolse di nuovo a lui.
- Cosa è venuto a fare qui? – Non aveva intenzione di risparmiarlo, aveva pensato di mandarlo via, ma quella strana coppia l’incuriosiva. Lui era un aitante giovanotto e lei nonostante fosse bisbetica era una ragazza bellissima. Aveva poco più di venti anni giudicò.
Kim era stressato, ma anche incazzato. Arrabbiato con se stesso, con quella donna imperiosa e con la sua schiava. Ma voleva ottenere quello che aveva deciso, raccolse le idee e iniziò a parlare.
- Voglio che Vick diventi una kalsna di classe e mi è stato detto che questa è la scuola migliore del Dravor. –
- Sì – rispose Kira, - ma non prendiamo tutte. Quelle che si trovano qui o sono schiave di mia proprietà destinate dopo l’addestramento ad essere vendute, oppure sono schiave di dravoriani che vogliono una kalsna come si deve. Insegniamo loro a comportarsi correttamente e soprattutto la disciplina, insegniamo anche l’arte di soddisfare un uomo. Puniamo severamente le schiave che non si comportano bene. Ci facciamo pagare bene. Francamente la sua schiava non depone bene, per noi potrebbe essere fonte di molti guai, turbare le altre allieve e per te potrebbe essere una spesa inutile. –
-Vick ubbidirà e sarà molto volenterosa – assicurò Kim, ma non ne era molto sicuro.
- Non mi interessa che impari le pratiche erotiche, voglio che diventi disciplinata, elegante, raffinata. E’ intelligente e colta, imparerà in fretta. –
Vick seguiva il discorso del suo Padrone, voleva diventare elegante e raffinata come diceva lui, ma non aveva bisogno di nessuna disciplina, lei obbediva agli ordini del suo padrone… beh si disse non sempre, beh aggiunse, molte volte li discuteva, ma era perché, come era stato dimostrato quasi sempre, lei aveva ragione.
- Io ho solo istruttrici, sono loro che insegnano come fare sesso alle allieve, è un’arte che devono imparare. Una kalsna che non sa fare sesso è un non senso. In più le schiave stano spesso nude. Ti è chiaro? –
Kim arrossì ancora. – Sì! Ma nessun uomo la deve toccare. –
- Questo te lo posso assicurare. Qui gli unici uomini che ci sono fanno i guardiani, potrebbero vederla nuda e anche questo fa parte dell’addestramento, ma non la toccheranno. –
Kim annuì e Kira si rivolse alla schiava. – Spogliati bella, vediamo come sei fatta. –
Vick esitò e stavolta Kira si mise in piedi e le gridò in faccia. – Esegui subito gli ordini, non esitare mai. Hai capito? –
Vick voleva ucciderla, ma si controllò e comincio a spogliarsi.
- Ferma! – Kira le mise una mano sotto il mento, le sollevò il viso e la spinse a guardarla negli occhi. – Quando ti faccio una domanda devi rispondere. Qui io sono il tuo dio, ti è chiaro? –
Vick trattenne le lacrime, cercò di guardare il suo Padrone, ma lui guardava da un’altra parte, era sola. Rispose. – Sì, Signora. –
- Meglio, molto meglio, ma non sbagliare o sarai punita. –
- Sì, Signora. –
Vick riprese a spogliarsi e Kira la guardò con grande interesse. Quando i suoi abiti furono a terra lei si avvicinò di nuovo. – Sei molto bella, farò di te una kalsna stupenda a costo di frustarti ogni giorno, ma spero che ci intenderemo prima. –
Stavolta Vick non rispose, piegò solo la testa, si sentiva sconfitta, ma voleva diventare una kalsna, nonostante quell’orribile donna.
L’orribile donna la tastò sui fianchi, sul seno, sulle spalle e sulle cosce. Non era maliziosa, era asettica e professionale, ma Vick si sentì comunque una vacca che veniva valutata dal suo Padrone.
Poi Kira suonò un campanellino e Vasa, la sua assistente prediletta, comparve un attimo dopo.
Vasa era una giovane e bella donna, elegante e sofisticata, una kalsna perfetta.
- Trovale una camera e tra un’ora la voglio in aula insieme a Saa. Ci vediamo lì. –
Vick fece per prendere i suoi vestiti e Kira intervenne. – Starai nuda fino a stasera. Quei vestiti sono una schifezza e li bruceremo, quando sarà il tempo indosserai quello che ti daremo noi. Ora vai, svelta. –
Kim non disse una parola, ormai aveva ceduto il controllo.
Vick seguì Vasa scalza e tenendo il capo chino, mai nella sua vita era stata umiliata in quel modo, si sentiva in trappola, era sicura che poteva buttare tutto all’aria, pensava di essere ancora in tempo, ma a che prezzo? Anche lei aveva visto quelle kalsna che si muovevano a loro agio, come regine, in vestiti costosi ed eleganti, da un lato le odiava, pensava fossero delle puttane, nel migliore dei casi delle cortigiane, anche se quelle sottigliezze le sembravano ridicole, ma da un altro lato le invidiava per la loro sicurezza e per come sapevano sedurre e portare i loro padroni dove volevano. E poi pensava, se non divento come loro quanto ci vorrà perché qualcuna di queste troie mi porti via Kim. Si convinse che era meglio assecondare il volere del suo Padrone e poi quella stupidaggine della kalsna gliel’aveva messa in testa lei.
Kira pensava che forse oltre alla kalsna doveva addestrare anche il Padrone, ma questo non le era permesso, inoltre Kira sapeva che una buona kalsna, se era intelligente come Vick, poteva fare anche un buon Padrone. Le aspettative di Kira erano sempre altissime, ma di solito erano confortate dai fatti.
Quando Kim sentì il prezzo per i sei mesi di addestramento ebbe un colpo. Kira lo guardò intensamente e poi gli disse, - so qualcosa di te, mi sono informata e se sei quello che penso possiamo sistemare la faccenda diversamente. - Kim ascoltò e si riprese. Doveva uccidere un nemico di Kira. Poteva farlo, il prezzo era buono, bastava a coprire le spese dell’addestramento e ci avrebbe guadagnato anche qualcosa. Era sicuro che con Vick accanto avrebbe spuntato un prezzo migliore. Ma Vick non c’era e si adeguò. Accettò l’incarico sapendo che Vick a suo tempo l’avrebbe rimproverato.
Lo fece, ma inaspettatamente fu molto diplomatica, Vick era diventata una kalsna.
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