La professoressa Francesca alla partita 1°parte

di
genere
tradimenti

-Ma che cazzo ci sto a fare qui…-
Ecco cosa stava pensando Francesca, mentre era seduta in un’anonima tribunetta cadente di periferia.
La risposta era semplice, Federico, il suo ragazzo aveva iniziato ad arbitrare partitelle tra squadre di periferia, ed al quarto invito ad andarlo a vedere, non aveva proprio potuto rifiutare.
In realtà la professoressa oggi era in incognito, nel senso che, qualora qualcuno glielo avesse chiesto lei era li in veste di giornalista sportiva, infatti già non sono leggeri gli insulti da parte dei tifosi all'arbitro, immaginatevi cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto che lei era la fidanzata.
Anche quel giorno, forse ispirata dall'idea della donna in carriera, aveva scelto un vestito niente male: con una gonna lunga, nera, ma con uno spacco notevole che saliva lungo la gamba e poi la coscia destra, una bella camicetta bianca, senza reggiseno, perizomino viola trasparente ed autoreggenti viola, con un paio di stivaletti a coprirle i suoi piedini.
Mentre seguiva svogliatamente la partita e le decisioni del suo uomo, cercava di distrarsi guardando qualche bel calciatore e pur se ne aveva adocchiati un paio, le sue fantasie non l’aiutavano a rendere più piacevole questa mattinata.
Ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da un gruppetto di tifosi, tutti sulla ventina d’anni, che urlavano e tifavano più di altri ed insultavano il suo ragazzo ad ogni occasione.
-Quella troia de tu moglie sta a scopà!-
-Se sapessero che la troia sono io…- pensava, sorridendo tra sé.
Lei in realtà ama il calcio ed è una grande tifosa della Roma, ma non riusciva proprio a capire come ci si potesse scaldare così tanto per una partita tra squadre dilettanti.
Continua a guardarsi intorno, la partita non attirava la sua attenzione, al contrario inizia ad interessarsi ed agitarsi, quando vede uno di quei ragazzi staccarsi dal gruppo ed avvicinarsi a lei.
Avrà avuto si è no 21 anni, ma, almeno agli occhi di Francesca, era già il leader di quel gruppetto.
Carino, cappelli corti castani, occhi neri, bel fisico, non palestrato ma muscoloso e come ben presto vedrà anche la prof era molto, molto sfacciato.
Insomma, il classico tipo che le faceva bagnare le mutandine.
-Ciao- le dice il ragazzo, sedendole accanto.
-Cosa vuoi…- risponde Francesca girando i suoi occhioni da cerbiatta, coperti da un paio d’occhiali da sole, di lato al fine di non guardalo in faccia e levargli sicurezza.
-Mamma mia… sei sulla difensiva… non devi mica aver paura- insiste lui, con tono ironico.
-Non ho paura… magari non m’interessa conoscerti- risponde con superficialità.
-E perché? Non ti piaccio? – chiede il ragazzo, fingendo di essere un po’ risentito.
-Non è quello… uffa, conosco il tipo… so quello che mi vorresti offrire… e non m’interessa…-
-Non ne sarei così sicuro… comunque: come mai qui? Sei la ragazza di qualche giocatore avversario? O magari di uno dei nostri e non eri mai venuta? –
-No, no, niente di tutti questo. Sono una giornalista, devo fare la cronaca di questa, noiosissima, partita- rispose, mentendo, la prof. senza degnare di un minimo di attenzione il giovane capo tifoso.
-Ah e per quale giornale scrivi? -
-Ma t’interessa veramente? Dai! Falla finita! – rispose la ragazza con la classica aria di sufficienza che hanno alcune ragazze snob, ed è strano, perché lei non lo è di certo, solo che voleva a tutti i costi fiaccare le sue convinzioni.
-Ma perché mi tratti così, voglio solo conoscerti, solo conoscerti- ripeté con forza il giovane ragazzo.
La professoressa lo guardò in faccia, scoprendo per la prima volta i suoi dolcissimi occhi castani e spostandosi gli occhiali da sole con due dita, all’altezza della punta del suo naso.
Decise di giocare un po' con quel ragazzino: accavallò le gambe con non curanza, e dallo spacco iniziò ad intravedersi la sua coscia destra coperta dall’autoreggente viola, poi, con voce fintamente ingenua gli disse:
-Ah vorresti conoscermi eh? Solo conoscermi… ok piacere, mi chiamo Francesca… soddisfatto? -
-Io mi chiamo Riccardo, chiamami Rick-
-Ma come Rick… hai detto che mi volevi solo conoscere… adesso mi ahi conosciuta no? –
-Ma no che centra! Intendevo conoscerti bene… che ne so…-
-Ah, vorresti conoscermi bene… e che cosa dovremmo fare per conoscerci bene? Forse, dovremmo uscire? – continuò la ragazza con quel tono di finta ingenuità che faceva impazzire gli uomini, ed intanto, aveva permesso al ragazzo di avvicinarsi e stare a stretto contatto con lei.
-Perché no? - Rispose il giovane, sorridendo ingolosito, da questo cambio d’atteggiamento.
-Ahhh… allora vorresti uscire con me… e cosa faresti, mi porteresti a cena? – dice la ragazza con la voce di una che la sapeva lunga. Rick, che intanto aveva preso sempre più coraggio, le appoggia una mano sul ginocchio e l’accarezza delicatamente.
-Certo, ti porterei a cena, in bel ristorante, si può fare! –
-E poi? Dopo cena? Mi riaccompagneresti a casa e… ti accontenteresti parlare? –
-Bhe… questo non lo so… dipende da come va la serata, dipende da te… -
-Secondo me invece pretenderesti di salire… mi sembri molto, molto intraprendente, ma io sono molto, molto fidanzata… - diceva la bella Francesca, alludendo con uno sguardo di rimprovero alla mano del ragazzo che avanzava sulla sua coscia.
-Hai ragione, sono molto intraprendente…- rispose il bel capo tifoso mentre affondava la mano sempre più all’interno della coscia della donna.
- Lo vedo, e se ti facessi salire? Ti metteresti a parlare con me? O… faresti altro? – rispose Francesca, continuando il suo giochino perverso. Ormai si era tolta gli occhiali, per poterlo guardare e provocare con i suoi occhioni castani da cerbiatta, ma che adesso erano molto, molto comunicativi…
-Certo che farei altro Francesca: ti spoglierei, anzi, ti strapperei i vestiti e ti metterei a cosce aperte su un tavolino. Poi inizierei a leccartela e, solo quando saresti zuppa, te lo infilerei dentro con tutta la forza. Ma non mi accontenterei certo di quello. No cara la mia Francy, dopo ti farei scendere dal tavolo, ti farei appoggiare le mani al tavolino e te lo metterei nel culo….mmmm….sarebbe bellissimo!- intanto la sua mano era completamente ingoiata dallo spacco della gonna di Francesca.
-E lo sarebbe veramente! - disse lei.
-Mi piace questo programma e mi piaci tu… ma come ti ho detto sono fidanzata… non pensi a lui… non ti fa pena il mio ragazzo? Lo faresti cornuto così? Senza rimorso? – e poi aggiunse con decisione, come a voler assestare un colpo decisivo.
-Oppure questa cosa ti eccita ancora di più? -
- Hai ragione, mi eccita moltissimo. Non sarebbe la prima volta sai? Li vedi i miei ragazzi laggiù? Bhe un paio di loro li ho resi cornuti scopandomi le loro fidanzate…- Francesca eccitata dal giochino e dal sentire la mano di Rick, che l’aveva infilata all’interno dell’autoreggente viola, sulla sua pelle continua:
- E dove le hai scopate? A Casa tua, a casa loro, in macchina? –
-Una in macchina, l’atra a casa del suo ragazzo. Eravamo li a progettare le coreografie per la domenica, ad un certo punto lui dovuto andare via per una mezz’ora e io mi sono fatto la sua ragazza nel letto della sua camera… dove dorme tutte le sere…-
-Sei un porco…- disse ridendo Francy… così dicendo, accavalla le gambe intrappolandogli, se così si può dire, le mani all’interno delle sue cosce.
Sentire quel contatto così pieno e forte fa impazzire di piacere Ricky, che chiude gli occhi, per assaporarlo al meglio.
All’improvviso Francesca, con un gesto secco del suo bacino, sfila la mano dalle sue cosce, e prima che il ragazzo possa dire qualcosa, si rimette gli occhiali e dice:
-Gira a largo ragazzino, il giochino è finito. Vai a farti le seghe con quei quattro sfigati e cornuti che frequenti- e si mette a ridere.
-Sei una troia! Che cazzo fai, prima me la fai annusare poi ti tiri indietro????- si mise a sbraitare. Francesca, si sentiva al sicuro, stava in una tribunetta di un campo di periferia con molta gente.. e aggiunse
-Se non la smetti mi metto ad urlare! – il ragazzo, che non era proprio uno stinco di santo e non poteva permettersi altri problemi, fu costretto ad ingoiare amaro e dopo aver sibilato:
-Troia- se ne andò via.
Francesca si divertì, per tutto il resto del primo tempo, a guardarlo urlare ed insultare il povero Federico ad ogni fischio che lui ritenesse sbagliato.
-Bastardo! Sei un cornuto! –
-Quella troia di tua moglie fa le pompe ai caniiiiiiiii- Francesca, in angoletto della tribuna rideva come una matta a questi insulti, e pensava cosa potrebbero dire se sapessero chi fosse lei in realtà, soprattutto Ricky.
Si vendicherebbe? E come?
Poi però gli insulti iniziavano ad essere sempre più continui e sempre più pesanti e Francesca non si divertiva più.
Anzi, iniziava ad esserne infastidita, ed a fine primo tempo, avrebbe trovato un modo per farglielo capire…
scritto il
2018-12-06
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