La mia prima esperienza 5.
di
franco018
genere
bondage
Passata la giornata consacrata allo studio, mi ritrovo solo in casa, a pensare alla graziosa morettina, Milena. Ironia della sorte, squilla il mio cellulare e riconosco subito la voce di Samanta che mi chiede se può dare il mio numero di cellulare a Milena che vorrebbe parlarmi. Senza esitare le do il consenso e, salutatici programmando un altro incontro, la saluto chiudendo la telefonata. Dopo neanche cinque minuti, eccoti la telefonata di Milena che mi domandava se poteva venire da me a parlarmi un poco. Le dissi di venire anche subito e, chiusa la comunicazione, corsi in bagno a farmi una doccia e a presentarmi decentemente. Mi ero appena rivestito e sento il campanello suonare: era Milena che, vestita con una cortissima minigonna, una camicetta scollatissima e calze nero fumè, mi fece subito arrazzare, creandomi una erezione da infarto. La feci accomodare e ci sedemmo in cucina davanti ad un bicciere di birra fresca. Lei iniziò a parlare della serata precedente che aveva perso le sue due verginità e, se da un primo momento era amareggiata e dolente assai, ora sentiva il bisogno di dichiararsi di mia proprietà, perchè, in fondo, sentendosi sottomessa di Susanna, ora intendeva divenire la mia schiava e, senza esitare ancora, si slacciò la minigonna facendola cadere in terra, sdraiandosi poi sulle mie cosce, pregandomi di prenderla a sculacciate da far divenire violaceo il suo eccitantissimo culetto. Passato l'attimo di stupore per la sua dichiarazione, non esitai a mettere in pratica quanto chiedeva. Le abbassai le mutandine ed iniziai a sculacciarla, non smettendo più prima di vederlo rosso violaceo. Lei singhiozzava ma nello stesso tempo sentivo sui miei pantaloni, un ruscello di umori vaginali. La feci rivolare e sedersi sulle mie cosce, poi, notati i suoi occhioni lacrimosi, la strinsi a me e la baciai in bocca, slinguandola da farla vibrare di piacere. Le stuzzicai il clitoride e sentii un fiotto di sborra che inondò la mano, poi le infilai l'indice in culo rigirandolo e, non potendo fermarmi più, mi spogliai completamente e le diedi in mano il cazzo rigidissimo. Lei lo prese in bocca e lo spompinò a lungo ma io non ne potevo più di subire passivamente e le aprii le cosce per penetrarla in figa con rudezza energicamente. lanciò un urlo nel ricevere l'intero cazzo ma poi l'urlo divenne una serie di singhiozzi da farmi eccitare ancora di più, così, quando sentii che stavo per sborrarle dentro, lo tirai fuori e glielo misi in culo senza lubrificare il forellino ormai ben dilatato e dolorante. Le scaricai dentro tanta di quella sborra che straboccò subito dopo e lei mi cinse con le sue braccia, felice di godere e soffrire con me. Questi nostri incontri si ripeterono per molti giorni ma io mi stavo rendendo conto che mi stavo innamorando di lei e, quando veniva da me, dove si aspettava di essere a lungo sculacciata e frustata, io passavo al massimo della dolcezza, baciandola, coccolandola ed accarezzandola per poi possederla sessualmente per godere insieme. Un giorno mi telefonò Susanna, proponendomi che aveva da fare provare il mio cazzone ad una ragazzina ed un ragazzino, desiderosi di essere sodomizzati. Andai da Samanta dove Susanna ed i due da sverginare erano ad attendermi e Samanta mi chiese come mai Milena non si faceva più vedere e sentire. io feci lo gnorri e, notando quanto erano eccitanti i due novizi, proposi a Susanna di scaldare il culetto alla ragazzina ed a Samanta di fare altrettanto al ragazzino. Io intanto mi spogliai e misi il cazzo davanti alla bocca della ragazzina che faticò assai a farcelo entrare e, quando sentii che stavo per venirmene, lo tolsi a lei e lo porsi al ragazzino spaventatissimo delle mie dimensioni ma comunque non si potette opporre e se lo prese in bocca anche lui a fatica però iniziò subito a spompinarmi pur capendo che era alle sue prime armi con il cazzo. Quando capii che stavo per venirmene, gli misi le mani alla nuca, tenendogli la testa ferma e sborrandogli interamente in bocca. Quasi soffocò ed io godetti all'impazzata. Dopo venne il suo turno e, quando sentii rigonfiarsi il mio cazzone, chiesi a Samanta e Susanna di fare quanto fecero a Milena, tenendola ben ferma. Il ragazzino fu bloccato alle braccia ed alle gambe e, dopo che gli misi in culo un dito colmo di gel e mi unsi l'intero cazzo, iniziai a penetrarlo lentamente e lui gridò dal dolore ma io fui rapidissimo ad infilargli in bocca la mia maglietta arrotolata per smorzare i suoi urli. Lo inculai duramente e, quando arrivai all'orgasmo, gli inondai l'intestino per buona parte. Lui piangeva dal dolore ed io invece provai piacere e, per completare l'opera, gli tolsi la maglietta dalla bocca e gli ordinai di prendere in bocca il mio cazzo. lo fece subito ed in poco tempo era di nuovo rigido. Dopo che le sborrai anche in bocca, feci spogliare completamente la ragazzina e le leccai la fighina facendola godere moltissimo, ma quando le presentai il cazzone all'ingresso della sua vagina, implorò me e le due mie assistenti che già la avevano fatta mettere a gambe spalancate, trattenendogliele, bloccandogli poi le braccia per impedirle di muoversi a suo discapito. Mi passai il gel sul glande e ne misi un poco nella sua vagina; mi misi sopra alla ragazzina, infilandole piano piano il cazzo nella fighina, facendola gridare dal dolore intenso che poi la fece svenire. Continuai a penetrarla intanto che Susanna le bagnava con acqua il viso facendola rinvenire e lei riprese gli urli di dolore, implorandomi di finire di farla soffrire tremendamente. Dopo che sborrai in lei e tirai fuori il cazzo sanguinante, lei spalancò gli occhi terrorizzata dal sangue copioso che le usciva fuori. Dopo una pausa rigenerante, mi misi ad osservare il culetto sodo e tondo del ragazzino e, chiesto l'intervento di Susanna e Samanta, lo feci tenere nuovamente fermo a pancia i giù ma non passai subito a possederlo di nuovo analmente ma ricordai dell'eccitazione provocatami dal culetto di Milena, quando Le infilavano gli aghi di siringa nelle natiche, così presi due siringhe ed infilai gli aghi uno su una natica e l'altro nell'altra. Lui gridava dal dolore perchè io non le diedi due colpi decisi e veloci, anzi, il contrario, lentissimamente gli bucai il culetto. Terminata l'operazione per me piacevole ma non certo per lui, iniziai ad infilargli il cazzo nell'ano e diedi colpi violenti che lo fecero soffrire di gran lunga e lì me ne venni con gran piacere. Rivolgendomi poi a Susanna e Samanta, decidemmo che ci saremmo occupati del culetto della ragazzina all'indomani. Me ne tornai a casa mia, pregustando il culetto da godermi imminentemente.
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