Il figlio-troia
di
Gregorio
genere
incesti
Rientrato a casa dal lavoro, Alberto si accorse che c’era odore di fumo di sigaretta. Cominciò a montargli la rabbia, perché aveva già detto più volte a suo figlio Marcello (20 anni, studente in Bicocca di economia) che era assolutamente vietato fumare in casa. La moglie era uscita per fare la spesa, e probabilmente Marcello pensava che il padre sarebbe rientrato più tardi… o era una provocazione? In ogni caso Alberto fece irruzione, senza bussare, in camera di Marcello e lo trovò che stava tranquillamente fumando una sigaretta. "Spegnila immediatamente! E non pensare di passarla liscia! Stavolta ci vuole una punizione!" "Una punizione?… " Marcello arrossì. "Adesso lo capisci. Appoggiati in avanti sulla scrivania, con i pantaloni abbassati" Marcello eseguì subito la messa in posizione, sentendo che il cuore iniziava a battergli forte. "Le mutande le devo abbassare?" "No, quelle tienile" Alberto voleva essere duro, ma non fino al punto da lasciargli segni permanenti sulle chiappe. Si sfilò la cintura dei pantaloni, che era di vero cuoio, e iniziò a frustare il culo di suo figlio, con una forza notevole. A ogni cinghiata Marcello sentiva un dolore sferzante e cacciava un urlo.
Alberto, mentre frustava il culo di suo figlio, notò che rispetto alla precedente volta in cui l’aveva visto, sempre in occasione di una punizione, aveva messo su un culo molto più sodo e rotondo. "Va in palestra… evidentemente lavora molto sui glutei…" Al vedere quelle chiappe sode, gli venne voglia di frustare colpendo FRA le chiappe, e iniziò a mirare al buco. Vide che Marcello, invece che stringere le chiappe per riparare il buco, che era sicuramente più e fragile e sensibile, le allargava, quasi porgendogli la zona anale più in evidenza. Inoltre si rese conto che gli urli di Marcello si erano trasformati in gemiti… ad ogni frustata nella zona anale ansimava, invece di urlare… Alberto interruppe le frustate. "Ma che cazzo sta succedendo?" disse, ancora mezzo incazzato, ma contemporaneamente sentì che si stava eccitando. "Io ti frusto e tu godi?" "No papà, ti sbagli." Disse Marcello, restando in posizione. Alberto ebbe un’intuizione: "Girati immediatamente verso di me, in piedi!" A quel punto risultò evidente l’oscena verità: Marcello aveva un’erezione vistosissima, e le mutande, che a malapena riuscivano ancora a ricoprirla, erano tutte macchiate di liquido prespermatico. Marcello abbassò lo sguardo, rosso di vergogna.
"Da quando in qua ti fa godere essere colpito sul buco del culo???" , intanto Alberto dovette rendersi conto che anche il suo cazzo si era drizzato, e premeva sui pantaloni.
"Non lo so papà, ti giuro." Marcello era in imbarazzo.
"Ma non sarà che in università hai cominciato a prenderlo in culo da qualcuno? Ho sentito dire che nei bagni della Bicocca succedono cose strane…"
"E tu come lo sai?" Si lasciò sfuggire Marcello.
"Aaah! Allora è verooo! Ti fai scopare come una troia dai tuoi compagni di università, maiale! Adesso ti impalo io come si deve, così la smetterai di andare in giro a prender cazzi. Giù quelle mutande, e rimettiti in posizione!”
Marcello in realtà non desiderava altro che quello. Non solo si mise in posizione ma si allargò le chiappe con le mani, mostrando un buco palpitante, voglioso. Alberto, a quella visione, non potè resistere dall’iniziare a scopare suo figlio, prima lentamente, poi in modo sempre più scomposto e violento, perché il piacere lo travolgeva. Marcello lo incitava: "Dai papà, fottimi forte, spingi!, spingi! Aaah, sì dai, così mi fai godere, ancora!!, di più!. Spingi di più!"
Alla fine sborrarono insieme, Alberto nel culo del figlio, pensando che non aveva mai goduto tanto quando scopava sua moglie, e Marcello, che finalmente aveva realizzato il sogno della sua vita, venne senza masturbarsi, soltanto per i ripetuti colpi alla prostata che il padre, con la sua verga , gli aveva inferto.
Da quel giorno padre e figlio approfittavano di ogni momento in cui erano soli in casa per sollazzarsi. Alberto aveva scoperto che suo figlio era anche un abilissimo ciuccacazzi, che lo ciucciava molto meglio di sua moglie. "Beh, certo, pensava, chissà quanti cazzi succhia quando va in università!, per forza ha imparato bene!" Ma il fatto che suo figlio fosse una troia non gli dava fastidio, anzi, ogni volta che ci pensava gli veniva duro e bagnava tutte le mutande.
Alberto, mentre frustava il culo di suo figlio, notò che rispetto alla precedente volta in cui l’aveva visto, sempre in occasione di una punizione, aveva messo su un culo molto più sodo e rotondo. "Va in palestra… evidentemente lavora molto sui glutei…" Al vedere quelle chiappe sode, gli venne voglia di frustare colpendo FRA le chiappe, e iniziò a mirare al buco. Vide che Marcello, invece che stringere le chiappe per riparare il buco, che era sicuramente più e fragile e sensibile, le allargava, quasi porgendogli la zona anale più in evidenza. Inoltre si rese conto che gli urli di Marcello si erano trasformati in gemiti… ad ogni frustata nella zona anale ansimava, invece di urlare… Alberto interruppe le frustate. "Ma che cazzo sta succedendo?" disse, ancora mezzo incazzato, ma contemporaneamente sentì che si stava eccitando. "Io ti frusto e tu godi?" "No papà, ti sbagli." Disse Marcello, restando in posizione. Alberto ebbe un’intuizione: "Girati immediatamente verso di me, in piedi!" A quel punto risultò evidente l’oscena verità: Marcello aveva un’erezione vistosissima, e le mutande, che a malapena riuscivano ancora a ricoprirla, erano tutte macchiate di liquido prespermatico. Marcello abbassò lo sguardo, rosso di vergogna.
"Da quando in qua ti fa godere essere colpito sul buco del culo???" , intanto Alberto dovette rendersi conto che anche il suo cazzo si era drizzato, e premeva sui pantaloni.
"Non lo so papà, ti giuro." Marcello era in imbarazzo.
"Ma non sarà che in università hai cominciato a prenderlo in culo da qualcuno? Ho sentito dire che nei bagni della Bicocca succedono cose strane…"
"E tu come lo sai?" Si lasciò sfuggire Marcello.
"Aaah! Allora è verooo! Ti fai scopare come una troia dai tuoi compagni di università, maiale! Adesso ti impalo io come si deve, così la smetterai di andare in giro a prender cazzi. Giù quelle mutande, e rimettiti in posizione!”
Marcello in realtà non desiderava altro che quello. Non solo si mise in posizione ma si allargò le chiappe con le mani, mostrando un buco palpitante, voglioso. Alberto, a quella visione, non potè resistere dall’iniziare a scopare suo figlio, prima lentamente, poi in modo sempre più scomposto e violento, perché il piacere lo travolgeva. Marcello lo incitava: "Dai papà, fottimi forte, spingi!, spingi! Aaah, sì dai, così mi fai godere, ancora!!, di più!. Spingi di più!"
Alla fine sborrarono insieme, Alberto nel culo del figlio, pensando che non aveva mai goduto tanto quando scopava sua moglie, e Marcello, che finalmente aveva realizzato il sogno della sua vita, venne senza masturbarsi, soltanto per i ripetuti colpi alla prostata che il padre, con la sua verga , gli aveva inferto.
Da quel giorno padre e figlio approfittavano di ogni momento in cui erano soli in casa per sollazzarsi. Alberto aveva scoperto che suo figlio era anche un abilissimo ciuccacazzi, che lo ciucciava molto meglio di sua moglie. "Beh, certo, pensava, chissà quanti cazzi succhia quando va in università!, per forza ha imparato bene!" Ma il fatto che suo figlio fosse una troia non gli dava fastidio, anzi, ogni volta che ci pensava gli veniva duro e bagnava tutte le mutande.
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