Servizio militare. 4

di
genere
dominazione

La mania principale del Comandante, B. la scoprì già nella seconda “sessione” dove venne chiamato in causa.
“Consonni! A rapporto immediatamente dal comandante.”
“Devo mettere la divisa?”
“Macché divisa, basta che ti presenti in mutande.”

B. era sull’attenti, impettito, davanti alla scrivania dove sedeva il Comandante.
“Bene Consonni, sarà il caso che io cominci ad usare il tuo nome di battesimo.”
“Bruno, Signore.”
“Lo sai, Bruno, che l’altra volta mi hai molto infastidito?”
“No, signore, non lo so.”
“Te lo avevo appena infilato, e tu già stavi per sborrare. Mi è toccato inculare Aldo al posto tuo. Ma anche Aldo ha fallito, e infatti dopo è stato punito per questo.”
“Perché ha fallito, Signore?”
“Perché è venuto prima di me, non è riuscito a trattenersi. Voi del corpo speciale siete autorizzati a venire solo quando Io lo decido, è chiaro, Bruno?”
“Chiarissimo, Signore”
“Essendo la prima volta, per te ho lasciato correre. Ma adesso devi imparare a controllare l’orgasmo.”
Pigiò un bottone e disse, tenendolo premuto: “Cosimo subito a rapporto”.

Cosimo venne fatto mettere in ginocchio davanti a Bruno, che si dovette sedere sulla sedia. Il Comandante assisteva alla scena brandendo un’asta con la punta illuminata.
“Cosimo, inizia a fare un bel pompino a Bruno, datti da fare come sai fare tu, al meglio delle tue possibilità.”
Cosimo iniziò a leccare il cazzo di Bruno, che in pochi secondi diventò durissimo. A quel punto iniziò un pompino da sballo, ingoiando fino alla gola il cazzo di Bruno.
Dopo circa un minuto Bruno era già sul punto di venire.
“Comandante, io…”
“Cosimo, interrompi subito!”
Cosimo staccò la bocca dal cazzo di Bruno, che rimase turgido e rosso, pronto a sborrare.
Bruno sentiva che avrebbe potuto arrivare comunque all’orgasmo, se avesse dato qualche contrazione al perineo. Era tale l’eccitazione, e la voglia di sborrare, che diede una prima contrazione, senza dire nulla, ma il Comandante se ne accorse immediatamente, e lo toccò su una spalla con la punta dell’asta che teneva in mano.
Una scossa elettrica percorse tutto il corpo di Bruno, che provò un dolore acutissimo.
“Se dico che devi venire solo quando lo decido io, così dev’essere!! E’ chiaro Bruno??”
“Ssssignorsì, … Comandante… ho capito”

Il suo cazzo si era ammosciato per il dolore, ma Il Comandante riprese il gioco:
“Cosimo, ricomincia: faglielo drizzare di nuovo e pompalo”
Mentre Cosimo si dava da fare, Bruno si accorse che il Comandante agiva su una piccola scatoletta verde posta sulla scrivania. Iniziò a sentire che le vibrazioni del dispositivo prostatico che gli aveva inserito il medico aumentavano di intensità e di frequenza.
Si trovò così stimolato doppiamente: sia nel culo, sia sul cazzo. Cosimo aveva una lingua e una bocca prodigiose, quel prurito interno al culo gli trasmetteva ondate di piacere intensissime… In due minuti il cazzo era di nuovo duro, il dolore della scossa era passato e Bruno si avvicinava pericolosamente all’orgasmo.
“Cosimo, attento: sai bene come riconoscere quando è il momento di fermarsi. Lavora come hai imparato nelle lezioni di cum control”

Cosimo si fermava sempre un po’ prima che Bruno arrivasse al culmine. Aspettava il tempo necessario a far regredire l’ondata di eccitazione, poi riprendeva a succhiare.
Solo che ogni volta, dover rinunciare all’orgasmo diventava sempre più uno strazio. Era un supplizio, che peggiorava ogni volta di più.

Arrivati alla nona volta, dopo che Cosimo si era staccato, Bruno iniziò a supplicare: “Comandate, la prego, mi faccia sborrare, non ne posso piùùù!”
“Cosimo, procedi come da protocollo cum control.”
“Noooo, Comandante, la imploro, devo assolutamente sborrare!!”
Questa volta il Comandante, spazientito, gli toccò con l’asta elettrica la punta del cazzo.
“Questo è perché mi hai rotto i coglioni con le tue suppliche, devi soffrire in silenzio!”
La scossa elettrica, sulla cappella, era molto più dolorosa della precedente.
Bruno urlò lungamente, poi ebbe una specie di crisi nervosa: tremava tutto.
“Cosimo, legalo alla sedia.”
E così a Bruno tocco subire un’altra serie di pompini che non si concludevano mai con la sborrata. Arrivò questa volta a 11 volte in cui era quasi al culmine e dolorosamente doveva rinunciare.
A quel punto il Comandante disse:
“Adesso ti fotterò, e potrai godere fino in fondo, ma SENZA TOCCARTI IL CAZZO. Verrai solo per il colpi che ti darò nel culo.”
“Sì, Comandante, sì sì, la prego!…”
“Ma SOLO NEL MOMENTO IN CUI IO TE LO CONSENTIRO’!”

Bruno venne posto su una speciale struttura che consentiva di stare piegati in avanti, col culo ben esposto, e di avere uno spazio libero davanti al cazzo. Per terra, in corrispondenza della perpendicolare dal cazzo, stava una ciotola di acciaio, pronta a ricevere la sborra di chi veniva fottuto.

(per commenti: gregorio19642022@libero.it)
scritto il
2022-11-16
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