Il pacco perfetto 2
di
Gregorio
genere
gay
Prima di andare da lui mi faccio una doccia e penso a cosa mi piacerebbe fare, ma non so se oserò dirglielo. Quello che mi farebbe impazzire: toccarlo fino a farlo venire ma senza mai tirarglielo fuori dai jeans. Addentare il suo pacco, sentire il sapore della stoffa dei suoi jeans, sentire che si gonfia e si indurisce, e continuare a insistere fino a sentire il getto caldo di sperma sotto la stoffa.
Quando sono da lui, resto esterrefatto quando mi sento chiedere esattamente quello che avevo pensato! Sono così piacevolmente stupito che mi verrebbe voglia di abbracciarlo.
Lui si sdraia sul letto a gambe divaricate. Si è tolto la giacca. Si intravedono sotto la maglietta bianca attillata due capezzoli turgidi e dei bei pettorali. Ma i miei occhi scivolano subito sul pacco, che è ancora più invitante di stamattina. Mi sembra più grosso e più sporgente. Noto che la stoffa è più scolorita lì che sul resto dei jeans.
Ci ho appena appoggiato la mano che suona il campanello.
Lui sembra un po' preoccupato. Si alza, va alla porta. Sento che chiede chi è. Risponde una voce maschile da fuori:
Roberto, apri!
Lui non apre e dice: No, sono in compagnia.
Ti prego, apri lo stesso.
Poi la voce aggiunge, in tono molto basso:
Roberto, dài, apri che non ne posso più. Mi tira troppo, non posso rimandare! (...)
Non sento la fine della frase. Sento che apre la porta. Vengono in camera da letto tutti e due. Io ero rimasto lì, sdraiato su un fianco. Accanto a Roberto c'è un giovane biondo, capelli lisci, anche lui in jeans. Come mio solito, l'occhio cade subito sul punto cruciale, e mi prende un colloquiando vedo l'enorme erezione che gonfia la stoffa. Si intravede una verga superba, leggermente curvata, tutta spostata a sinistra. Ha il viso rosso e sudato. Mi vede e balbetta qualche parola, come scusandosi.
Roberto mi dice: Senti, questo è un caso urgente. Dobbiamo prima dedicarci a lui. Quando arriva in queste condizioni non me la sento di mandarlo via. Ti garantisco che paga molto bene, e poi se siamo in due a farcelo paga più del doppio.
Guardando il ragazzo gli fa: Ti va un servizio doppio per trecento euro?
Cazzo se mi va, non speravo tanto!Ma fate presto, belli, perché mi sento scoppiare.
E così mi ritrovo catapultato in una situazione mercenaria dove io e Roberto siamo marchettari d'alto bordo e il ragazzo è un nostro danaroso cliente, vogliosissimo e incurante delle spese.
Apre con sollievo la cerniera lampo, sfoderando un membro di almeno venti centimetri. Lo impugna e con gesto perentorio ci ordina di darci da fare. In principio sono un po' confuso dal cambio di situazione, ma poi ci prendo gusto e mi lascio andare. Mentre ce lo stiamo lavorando a colpi di lingua, io da un lato e Roberto dall'altro, e il tipo inizia a godere mugolando, sento che Roberto mi prende una mano e l'appoggia sul suo pacco. Questo gesto di complicità mi rilassa ancora di più. e mi prodigo come un esperto del mestiere.
Il biondo, con gemiti di piacere, appoggia le meni sulle nostre teste e ci pilota in su e in giù sul suo fallo, dandoci il ritmo che preferisce. Dopo pochi minuti rantola e schizza copioso in quattro riprese.
Vedo fioccare sul letto tre biglietti da cento, poi il biodo si riabbottona, si riavvia i capelli e se ne va.
Sento che Roberto mi deve delle spiegazioni, anche se sono stato felice di fargli da spalla.
Così tu saresti un cigolò?, attacco, ma vedo subito che non gli va di scherzare sull'argomento.
Già, risponde, ma come dovresti aver già capito non lo faccio solo per i soldi...
Certo, l'ho capito... Comunque non mi è dispiaciuto affatto farlo.
Al punto che vorresti riprovarci?
Calma. Mi stai già proponendo di metterci in società?
Le qualità necessarie sembri averle tutte...
Come osi... ?!
Andando avanti su questo tono, tra il serio e lo scherzoso, ricomincio a metterli le mani addosso, più precisamente sul pacco. Ci togliamo le magliette. Questa volta sono deciso ad andare fino in fondo. Comincia ad ansimare e si ributta sdraiato a gambe larghe, invitandomi a continuare, senza fermarmi. La forma del suo pacco cambia. Da semisferico diventa sempre più oblungo. Comincio a leccare, e questo lo manda in visibilio. Insisto fino a formare sulla stoffa una grande macchia umida di saliva.
Ancora, dài, fammi venire così!!, mi incita.
Sono eccitatissimo anch'io e sento che Roberto sta quasi per venire, ma sul più bello suonano ancora alla porta.
Roberto sbotta: Non me ne frega niente, che suonino pure, adesso voglio venire, cazzo!
Io continuo a leccargli il pacco con forza, aumentando il ritmo, ma sentiamo una voce fuori dalla porta che urla:
Polizia! Aprite o sfondiamo!
Quando sono da lui, resto esterrefatto quando mi sento chiedere esattamente quello che avevo pensato! Sono così piacevolmente stupito che mi verrebbe voglia di abbracciarlo.
Lui si sdraia sul letto a gambe divaricate. Si è tolto la giacca. Si intravedono sotto la maglietta bianca attillata due capezzoli turgidi e dei bei pettorali. Ma i miei occhi scivolano subito sul pacco, che è ancora più invitante di stamattina. Mi sembra più grosso e più sporgente. Noto che la stoffa è più scolorita lì che sul resto dei jeans.
Ci ho appena appoggiato la mano che suona il campanello.
Lui sembra un po' preoccupato. Si alza, va alla porta. Sento che chiede chi è. Risponde una voce maschile da fuori:
Roberto, apri!
Lui non apre e dice: No, sono in compagnia.
Ti prego, apri lo stesso.
Poi la voce aggiunge, in tono molto basso:
Roberto, dài, apri che non ne posso più. Mi tira troppo, non posso rimandare! (...)
Non sento la fine della frase. Sento che apre la porta. Vengono in camera da letto tutti e due. Io ero rimasto lì, sdraiato su un fianco. Accanto a Roberto c'è un giovane biondo, capelli lisci, anche lui in jeans. Come mio solito, l'occhio cade subito sul punto cruciale, e mi prende un colloquiando vedo l'enorme erezione che gonfia la stoffa. Si intravede una verga superba, leggermente curvata, tutta spostata a sinistra. Ha il viso rosso e sudato. Mi vede e balbetta qualche parola, come scusandosi.
Roberto mi dice: Senti, questo è un caso urgente. Dobbiamo prima dedicarci a lui. Quando arriva in queste condizioni non me la sento di mandarlo via. Ti garantisco che paga molto bene, e poi se siamo in due a farcelo paga più del doppio.
Guardando il ragazzo gli fa: Ti va un servizio doppio per trecento euro?
Cazzo se mi va, non speravo tanto!Ma fate presto, belli, perché mi sento scoppiare.
E così mi ritrovo catapultato in una situazione mercenaria dove io e Roberto siamo marchettari d'alto bordo e il ragazzo è un nostro danaroso cliente, vogliosissimo e incurante delle spese.
Apre con sollievo la cerniera lampo, sfoderando un membro di almeno venti centimetri. Lo impugna e con gesto perentorio ci ordina di darci da fare. In principio sono un po' confuso dal cambio di situazione, ma poi ci prendo gusto e mi lascio andare. Mentre ce lo stiamo lavorando a colpi di lingua, io da un lato e Roberto dall'altro, e il tipo inizia a godere mugolando, sento che Roberto mi prende una mano e l'appoggia sul suo pacco. Questo gesto di complicità mi rilassa ancora di più. e mi prodigo come un esperto del mestiere.
Il biondo, con gemiti di piacere, appoggia le meni sulle nostre teste e ci pilota in su e in giù sul suo fallo, dandoci il ritmo che preferisce. Dopo pochi minuti rantola e schizza copioso in quattro riprese.
Vedo fioccare sul letto tre biglietti da cento, poi il biodo si riabbottona, si riavvia i capelli e se ne va.
Sento che Roberto mi deve delle spiegazioni, anche se sono stato felice di fargli da spalla.
Così tu saresti un cigolò?, attacco, ma vedo subito che non gli va di scherzare sull'argomento.
Già, risponde, ma come dovresti aver già capito non lo faccio solo per i soldi...
Certo, l'ho capito... Comunque non mi è dispiaciuto affatto farlo.
Al punto che vorresti riprovarci?
Calma. Mi stai già proponendo di metterci in società?
Le qualità necessarie sembri averle tutte...
Come osi... ?!
Andando avanti su questo tono, tra il serio e lo scherzoso, ricomincio a metterli le mani addosso, più precisamente sul pacco. Ci togliamo le magliette. Questa volta sono deciso ad andare fino in fondo. Comincia ad ansimare e si ributta sdraiato a gambe larghe, invitandomi a continuare, senza fermarmi. La forma del suo pacco cambia. Da semisferico diventa sempre più oblungo. Comincio a leccare, e questo lo manda in visibilio. Insisto fino a formare sulla stoffa una grande macchia umida di saliva.
Ancora, dài, fammi venire così!!, mi incita.
Sono eccitatissimo anch'io e sento che Roberto sta quasi per venire, ma sul più bello suonano ancora alla porta.
Roberto sbotta: Non me ne frega niente, che suonino pure, adesso voglio venire, cazzo!
Io continuo a leccargli il pacco con forza, aumentando il ritmo, ma sentiamo una voce fuori dalla porta che urla:
Polizia! Aprite o sfondiamo!
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