Operaio dominato
di
Gregorio
genere
gay
Matteo lavorava in una fabbrica di attrezzi da giardino. Non era mai stato con una ragazza, ma aveva tanta voglia di sesso. Questa voglia era così tanta che non bastavano più le seghe che si faceva a casa:gli veniva voglia anche quando era in fabbrica, anzi, spesso in fabbrica ancora di più. Gli venivano delle erezioni durissime, che trasparivano evidentemente attraverso la stoffa della tuta da lavoro. Le operaie quando lo vedevano in quelle condizioni si davano gomitate e ridacchiavano sottovoce. Lui si vergognava e chiedeva di andare in gabinetto. Lì si tirava fuori l'uccello, durissimo e bagnato, e iniziava a menarselo. Mentre si segava il suo pensiero fisso era il proprio (almeno così lui si diceva) stesso cazzo che schizzava sborra a fiotti lunghissimi. Nel giorno di un quarto d'ora, dopo aver goduto parecchio nel menarselo, sborrava abbondantemente nel lavandino, si rimetteva a posto e tornava al lavoro. Il problema era che dopo un paio d'ore gli tornava l'erezione e la voglia, e così si vedeva costretto a tornare al gabinetto e farsi un'altra sega...
Una mattina sente chiamare dall'altoparlante il suo nome: "Matteo Scalzoni in direzione! Matteo Scalzoni subito in direzione!".
Preoccupato, si lava bene le mani, si dà una sistemata ai capelli e sale all'ultimo piano, dove c'è l'ufficio del Presidente.
Entra. Il presidente è seduto a una larga scrivania di legno massello. Non gli dice di accomodarsi, lo stare in piedi e comincia a rimproverarlo:
"Ma ti rendi conto che passi quasi più tempo al gabinetto che tempo in cui lavori alla tua macchina fresatrice? E solenne cosa fai!!! Mi hanno riferito tutto: entri con la patta gonfia, rosso di vergogna, ed esci tutto sudato. Passi le ore a farti seghe!!! Hai riempito lo scarico del lavandino della tua sborra...!!!
Matteo si sentiva morire dalla vergogna, ma sentiva che contemporaneamente il cazzo gli stava diventando durissimo.
"Guarda lì, sei di nuovo eccitato come un animale!"
Matteo cercò di smentire, mettendosi le mani davanti alla patta.
"Basta così!!, E' venuto il momento di mettere fine a tutta questa sceneggiata. Spogliati immediatamente!"
"Ma presidente, cosa dice..."
"Non osare contraddirmi! Spogliati!"
Matteo si tolse la tuta, la maglia e rimase in mutande, ma le mutande erano gonfie, mostrando la sua erezione mostruosa e tutta la zona intorno alla cappella era completamente fradicia di liquido prespermatico.
"Sei bagnato più di una troia in calore! Giù quelle mutande! Svelto!"
Matteo si calò le mutande e il suo cazzo svettò verso l'alto, continuando a colare liquido trasparente. Era totalmente in imbarazzo ma sempre più eccitato.
"In ginocchio adesso!"
Matteo si inginocchiò e, spontaneamente, abbassò la testa in segno di sottomissione.
Sentì che il presidente si stava avvicinando. Vide le sue scarpe davanti a lui. Si era messo a gambe larghe davanti a lui, senti che abbassava la lampo dei pantaloni...
"Adesso lecca, lecca bene tutto il mio cazzo"
Matteo alzò la testa e vide che il presidente aveva un cazzo di 20 centimetri, duro come una sbarra di ferro. Iniziò a leccarglielo, e più lo leccava più si sentiva eccitato.
"Adesso ciuccia, porco!"
Matteo iniziò a pompare il cazzo del presidente e scoprì di provare un piacere immenso nel farlo.
"Hai capito, adesso, qual è il tuo problema? Tu hai una voglia di cazzo inesauribile , e l'unico modo per togliertela è che tu lo prenda in bocca e nel culo, tutti i giorni, prima di iniziare a lavorare. Ciuccia, dài, che sei meglio di una troia!!"
Quando fu ben bagnato di salica, il presidente fece bruscamente alzare Matteo e lo fece appoggiare alla sua scrivania con le braccia, in modo che il culo venisse ben esposto. Poi iniziò a penetrarlo. Quando Matteo si sentì invadere il culo da quella sbarra di carne, calda e durissima ebbe un orgasmo spontaneo, senza neanche toccarsi e vide che dal suo cazzo uscivano fiotti di sperma che andavano ad imbrattare tutta la scrivania.
"Godi, godi mentre ti sfondo il culo!!" e poco dopo anche il presidente gli venne nel buco imprecando per la goduria, ma era così tanta la sua sborra che appena lo tirò fuori iniziò a colare dal buco di Matteo.
"Adesso pulirai tutto leccando via la sborra e ingoiandola tutta. Quando avrai ripulito tutto andarci a lavorare. Domattina, appena entrato in servizio, verrai nel mio ufficio. Sai cosa ti aspetta. Vedrai come lavorerai bene, adesso. Vai! Ripulisci!"
Matteo si sentiva completamente affascinato dal presidente. Non vedeva l'ora che fosse il giorno successivo per poter essere riempito in bocca e nel culo da quel cazzo meraviglioso, e poter ingoiare tutta quella sborra. Mentre ripuliva per terra, leccando il pavimento, ebbe un'altro orgasmo spontaneo.
"Sei un caso disperato, ma riuscirò a controllare la tua voglia di cazzo", commentò il presidente.
Una mattina sente chiamare dall'altoparlante il suo nome: "Matteo Scalzoni in direzione! Matteo Scalzoni subito in direzione!".
Preoccupato, si lava bene le mani, si dà una sistemata ai capelli e sale all'ultimo piano, dove c'è l'ufficio del Presidente.
Entra. Il presidente è seduto a una larga scrivania di legno massello. Non gli dice di accomodarsi, lo stare in piedi e comincia a rimproverarlo:
"Ma ti rendi conto che passi quasi più tempo al gabinetto che tempo in cui lavori alla tua macchina fresatrice? E solenne cosa fai!!! Mi hanno riferito tutto: entri con la patta gonfia, rosso di vergogna, ed esci tutto sudato. Passi le ore a farti seghe!!! Hai riempito lo scarico del lavandino della tua sborra...!!!
Matteo si sentiva morire dalla vergogna, ma sentiva che contemporaneamente il cazzo gli stava diventando durissimo.
"Guarda lì, sei di nuovo eccitato come un animale!"
Matteo cercò di smentire, mettendosi le mani davanti alla patta.
"Basta così!!, E' venuto il momento di mettere fine a tutta questa sceneggiata. Spogliati immediatamente!"
"Ma presidente, cosa dice..."
"Non osare contraddirmi! Spogliati!"
Matteo si tolse la tuta, la maglia e rimase in mutande, ma le mutande erano gonfie, mostrando la sua erezione mostruosa e tutta la zona intorno alla cappella era completamente fradicia di liquido prespermatico.
"Sei bagnato più di una troia in calore! Giù quelle mutande! Svelto!"
Matteo si calò le mutande e il suo cazzo svettò verso l'alto, continuando a colare liquido trasparente. Era totalmente in imbarazzo ma sempre più eccitato.
"In ginocchio adesso!"
Matteo si inginocchiò e, spontaneamente, abbassò la testa in segno di sottomissione.
Sentì che il presidente si stava avvicinando. Vide le sue scarpe davanti a lui. Si era messo a gambe larghe davanti a lui, senti che abbassava la lampo dei pantaloni...
"Adesso lecca, lecca bene tutto il mio cazzo"
Matteo alzò la testa e vide che il presidente aveva un cazzo di 20 centimetri, duro come una sbarra di ferro. Iniziò a leccarglielo, e più lo leccava più si sentiva eccitato.
"Adesso ciuccia, porco!"
Matteo iniziò a pompare il cazzo del presidente e scoprì di provare un piacere immenso nel farlo.
"Hai capito, adesso, qual è il tuo problema? Tu hai una voglia di cazzo inesauribile , e l'unico modo per togliertela è che tu lo prenda in bocca e nel culo, tutti i giorni, prima di iniziare a lavorare. Ciuccia, dài, che sei meglio di una troia!!"
Quando fu ben bagnato di salica, il presidente fece bruscamente alzare Matteo e lo fece appoggiare alla sua scrivania con le braccia, in modo che il culo venisse ben esposto. Poi iniziò a penetrarlo. Quando Matteo si sentì invadere il culo da quella sbarra di carne, calda e durissima ebbe un orgasmo spontaneo, senza neanche toccarsi e vide che dal suo cazzo uscivano fiotti di sperma che andavano ad imbrattare tutta la scrivania.
"Godi, godi mentre ti sfondo il culo!!" e poco dopo anche il presidente gli venne nel buco imprecando per la goduria, ma era così tanta la sua sborra che appena lo tirò fuori iniziò a colare dal buco di Matteo.
"Adesso pulirai tutto leccando via la sborra e ingoiandola tutta. Quando avrai ripulito tutto andarci a lavorare. Domattina, appena entrato in servizio, verrai nel mio ufficio. Sai cosa ti aspetta. Vedrai come lavorerai bene, adesso. Vai! Ripulisci!"
Matteo si sentiva completamente affascinato dal presidente. Non vedeva l'ora che fosse il giorno successivo per poter essere riempito in bocca e nel culo da quel cazzo meraviglioso, e poter ingoiare tutta quella sborra. Mentre ripuliva per terra, leccando il pavimento, ebbe un'altro orgasmo spontaneo.
"Sei un caso disperato, ma riuscirò a controllare la tua voglia di cazzo", commentò il presidente.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sogno di uno slaveracconto sucessivo
Il figlio-troia
Commenti dei lettori al racconto erotico