Il pacco perfetto 3

di
genere
gay

Roberto impallidisce. Mi fa segno di staccarmi da lui e di restare in camera. Si avvicina alla porta tutto scarmigliato, sudato, a torso nudo e con in pantaloni tutti bagnati di saliva sul davanti. Apre e sento che dice:
Che volete? Avete un mandato?
Certo che l'abbiamo. Guardi che ci deve ringraziare: in questa casa si è nascosto un pazzo omicida. Ne ha già fatti fuori sei. Abbiamo ordine di perquisire tutti gli appartamenti.
Grande imbarazzo. Due poliziotti irrompono in casa, e subito vedono che ci sono io in camera da letto, a torso nudo. Cominciano a rovistare ovunque. Roberto mi guarda come per dire: speriamo che se ne vadano presto.
Uno dei due poliziotti, mentre passa più volte dalla camera, lancia occhiate in direzione del pacco di Roberto.
Conclusa la perquisizione liquida il suo collega con una scusa e rimane solo con noi.
Roberto reca evidenti tracce di quello che stavamo facendo: è ancora semi-eccitato, i suoi jeans sono imbevuti vistosamente di una vasta macchia umida, che spicca, più scura, sulla stoffa azzurrina. Il poliziotto, senza dire una parola, guarda fra le sue gambe, poi guarda me. Anch'io sono ancora in semi-erezione e ho la patta ben gonfia.
Evidentemente la situazione lo incuriosisce e lo eccita, ma non osa chiedere niente direttamente. Io e Roberto ci guardiamo. Ancora una volta scatta tra noi una meravigliosa complicità.
Cominciamo, spudoratamente, senza aprire bocca, a guardargli la patta. Lui è lì, on piedi davanti a noi, a gambe larghe. La divisa da poliziotto gli sta molto bene. Dopo un po' che lo stiamo fissando in quel punto percepiamo un gonfiore crescente, inequivocabile.
Ci troviamo di fronte a un maschio voglioso, e si direbbe con una voglia insoddisfatta da parecchio, vista la rapidità con cui l'erezione gli si fa rocciosa, evidentissima sotto i pantaloni grigioazzurri della divisa. Ma evidentemente qualcosa lo blocca, resta lì fermo, impacciato, ma i suoi occhi passano freneticamente sui nostri corpi e inghiotte saliva. Il suo respiro diventa affannoso.
Roberto si decide e guida lui la situazione. Io mi lascio condurre da lui, mi affido alla sua esperienza. Sempre senza parlare, si alza e comincia a spogliare il poliziotto, che sembra come paralizzato dall'eccitazione e rilascia fare.
Gli denuda il torso, poi si mette dietro di lui e gli prende i capezzoli, inizia a roteare il poliziotto ha un quasi un sobbalzo, chiude gli occhi e inizia a godere, apre la bocca ansimando.
Roberto mi dice: Tu inginocchiati davanti a lui e leccagli la patta, senza spogliarlo di sotto.
Mi sembra di sognare. Appoggio le mani su quella deliziosa patta turgida del poliziotto e prima di iniziare a leccarla la carezzo. Il poliziotto inizia ad emettere piccoli gemiti, allarga ancora di più le gambe. Si capisce che era proprio quello che sperava. Io , inginocchiato, comincio a baciare quella meraviglia. Sento con chiarezza la sua verga sotto la stoffa, sembra di pietra, tanto è dura. Poi la percorro con la lingua e con la bocca in tutta la sua lunghezza. Istintivamente il poliziotto fa per togliersi i pantaloni, ma Roberto subito gli blocca le braccia e impone con decisione: No! Devi restare così!
Sento che il poliziotto è già verso il culmine; inizia a fremere. Non ce la fa più. Mugola, e ansimando dice frasi spezzate:
Siete due bestie... Mi state... facendo... Non posso più...
Gli sfugge un grido e inizia a eiaculare, con forti contrazioni liberatorie e scosse che percorrono tutto il suo corpo. Gli inzuppa tutta una zona dei calzoni; evidentemente era anche senza mutande. Le ginocchia gli cedono, ma Roberto lo sorregge. Poi comincia a lentarsi:
Come faccio adesso a uscire in queste condizioni, con i pantaloni d'ordinanza tutti macchiati proprio lì?
Roberto, prontamente:
Non devi mica uscire subito, adesso tocca a noi, intanto si asciugheranno.
Poi, con tono estremamente deciso e imperativo: Adesso devi darti da fare tu. Ci farai un bel lavoro di bocca, e dovrai ciucciarli insieme, è chiaro?
Il poliziotto non replica nulla, abbassa le palpebre, sembra sentirsi in colpa per quello che ha appena fatto. Si guarda i calzoni. Effettivamente non può uscire così.
Roberto si sposta dalla mia parte, ora siamo entrambi di fronte al poliziotto e sfoderiamo i nostri membri, che nel frattempo sono tornati ben duri.
Roberto spinge il poliziotto verso il basso, premendo sulle sue spalle con fare deciso, e lo sprona:
In ginocchio! Datti da fare, svelto
Per rinforzare la sua dominazione, Roberto gli dà un ceffone che fa crollare ogni sua incertezza.
Apri quella bocca!
Appena il poliziotto apre la bocca, Roberto introduce subito con forza il fallo. Anch'io mi faccio strada, con la cappella, fra le labbra calde del poliziotto, già piene di saliva, ma con più dolcezza, e sento accanto al mio il fallo durissimo e bollente di Roberto.
Appoggio un braccio sulle spalle di Roberto, e mi lascio andare alle ciucciate e ai colpi di lingua del poliziotto, che inizialmente era impacciato, ma ben presto si impegna con foga in questo suo nuovo ruolo di pompinaro. Si fa sempre più ardito, quasi fosse un consumato prostituto.
Quando stiamo per venire, Roberto estrae il cazzo e mi invita a fare altrettanto. Il poliziotto non capisce cosa sta per succedere e strabuzza gli occhi.
Alzati, adesso!! gli urla Roberto.
Barcollando, stordito dalla goduria e dall'imbarazzo, inebetito, il poliziotto si drizza sulle gambe. Ci guarda come se fosse pronto ad eseguire altri ordini, ma subito dopo Roberto si prende in mano il cazzo, con due colpi di mano arriva all'orgasmo e dirige tutti i suoi schizzi di sperma, densi e violenti, proprio sulla patta del poliziotto, andando ad aggravare la situazione della sua divisa. Poco dopo faccio altrettanto, sotto gli occhi straniti del poliziotto.
Noooo! Pazzi! Ma che fate? Guardate che disastro!!
Approfittando di questo suo ulteriore momento di confusione e di crisi, Roberto lo spinge verso la porta di casa e lo sbatte fuori, guardando poi dallo spioncino per verificare che si allontani. Lo vede scendere le scale, con le due mani davanti, a coprire la sua vergogna.
Roberto si gira verso di me. Il suo volto ha qualcosa di crudele. Si ricompone e si riveste.
Spossato, si butta sul letto e chiude gli occhi. Sembrerebbe volersi riposare.
Noto che si ricrea l'incantesimo di come il suo sesso riesca a riempire in modo perfetto i jeans. I testicoli non si dividono e sembrano fare massa unica col membro, e il tutto assume una forma a cupola. Resto lì, ad ammirarlo e ad osservarlo, mentre il suo respiro si fa profondo e lento: si addormenta.
Capisco che è venuto il momento di andarsene.
Prima di uscire gli lascio un biglietto con il mio numero.
Tornando a casa ripenso alla sua straordinaria capacità di improvvisazione.
Prima di risalire sul tram torno ad indossare gli occhiali a specchio. Non si sa mai.

(per commenti: gregorio19642022@libero.it)
scritto il
2022-11-14
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