Il maestro e l'allieva parte1
di
P4M3L4
genere
prime esperienze
La mia passione per la musica iniziò a 9 anni, cominciando a suonare pianoforte ed organo in una piccola scuola di città e lì conobbi per la prima volta uno degli insegnanti che all'epoca aveva già 20 anni, molto bravo e di origini latine come la mia famiglia paterna. Non fu il mio primo maestro e quando sostituiva il mio insegnante ufficiale, con me si comportava con particolare severità,in quanto mi ritenesse un'allieva talentuosa ma che secondo lui poco si applicava.Io lo detestavo ma allo stesso tempo mi affascinava terribilmente,per la poesia che scorreva attraverso le sue lunghe dita, su quei tasti.
Demotivata,anche per diversi problemi a casa, decisi di interrompere i corsi. Nel frattempo anche G. lasciò quella scuola per poi aprirne una tutta sua ed io fui una delle prescelte, che volle a tutti i costi nella sua scuola.Oltretutto era sita vicino casa, perciò ricominciai con lui all'età di 14 anni. Io, oltre a dedicarmi alla musica, ero una ginnasta agonista di alto livello, con un corpo perfetto,scolpito e sodo, nel fior fiore dell'adolescenza e probabilmente lui se ne accorse, poiché ne fu terribilmente attratto, considerato che cominciò ad avere particolare riguardo per me.Non era lo stesso insegnante severo ed antipatico che io conobbi anni prima; divenne piuttosto affettuoso, facendomi sempre battutine che io all'epoca non potevo comprendere, data la mia ingenuità di ragazzina. Diventai la sua pupilla, tanto che gli fu permesso di portarmi sempre in giro con sé ,a suonare in qualsiasi evento che si presentasse,potendo io anche fare rientro a casa tardi, poiché la mia famiglia si fidava di lui.
Non mi era possibile descrivere quel sentimento che provavo per lui,se tale si può definire a quell'età. Sapevo che lo ammiravo,gli volevo bene,provavo un forte attaccamento verso quell'uomo che sempre mi abbracciava,mi riempiva di elogi,di attenzioni forse fin troppo calorose.
Ogni volta che si era in sala,la sua vicinanza mi emozionava facendomi trasalire e percepivo, sapevo che lui volontariamente mi sfiorava con fare malizioso e desideroso, che mi avrebbe voluta in maniera differente. Capitava spesso che io mi fermassi alla scuola un po' di più od in orari extra per studiare o preparare qualche evento ed in fondo ne approfittavo anche per passare più tempo possibile vicino a lui.
Un giorno, però, successe qualcosa di nuovo.
Successe quello che sapevo sarebbe accaduto prima o poi...successe quello che io,nella mia giovane incoscienza, volevo che accadesse.
Ricordo che lui sedeva alla mia sinistra sullo sgabello,mente io mi esercitavo per il saggio ed in quel periodo già faceva caldo,per questo indossavo una canotta che metteva in risalto il mio giovane seno sodo e perfetto,con dei pantaloncini corti.
Non ricordo però come cominciò,tranne la sua mano che prese ad accarezzarmi la coscia liscia e nuda. Percepii il suo tremore,il suo respiro corto ed io mi paralizzai da l'emozione per quel tocco,fissando intensamente il piano dinnanzi a me. Con la sua mano accennò ad una carezza sul mio viso sollevandomi dolcemente il mento e guardandomi intensamente negli occhi, mi disse: "...tu lo sai quanti anni ho io e quanti ne hai tu vero? " - feci cenno con la testa di sì - " tu mi piaci molto e mi sembra di capire che anche io ti piaccio. Tu sai però quanto è sbagliato e rischioso tutto questo?" - un'altra volta accennai ad un sì, anche se a quell'età non capivo bene certe cose così "razionali", non m'importava...io lo volevo e basta,volevo quel brivido.
E di nuovo: " Io vorrei provare a baciarti...ti va? - io non feci niente in quel momento, se non rimanere ammutolita e confusa da quella richiesta. Sentivo di volerlo,ma pur avendo già avuto le mie prime esperienze di baci e con la lingua, lui era comunque più grande di me e ben più esperto.
Mentre quei pensieri mi riempivano la testa,lui dolcemente appoggiò le sue labbra morbide e carnose sulle mie,cosa che pensò anche lui di me, poiché me lo disse. Mi fece sedere sulle sue gambe ed abbracciandomi forte, si premurò di chiedermi se stessi bene,se avessi paura di lui e di tutta la situazione.Io non riuscivo a proferire parola,continuavo a rispondere con la testa e gli feci intendere che stavo bene, allora, mi domandò se volessi essere baciata ancora e più intensamente...ovviamente risposi di sì e questa volta affondò la sua lingua dentro la mia bocca in cerca della mia .Ricordo perfettamente il sapore piacevole di caffè, che quella bevanda gli lasciò in bocca appena entrato in sala; la sua lingua calda, avvolgente ed eccitante. Io mi sentivo divampare e qualcosa mi "pizzicava", mi solleticava al di sotto della mia pancia che, all'epoca, non sapevo dargli un nome ed io non capii quando lui,portando la sua mano a ridosso del mio inguine,mi disse in tono scherzoso ma dolce: "mmm...ma che succede qui? Tesoro mio,ma cosa ti sta succedendo che sei tutta bagnata?" - Io mi sentii al quanto imbarazzata, talmente sciocca ed inesperta che credetti di essermi fatta la pipì addosso, senza accorgermene.Continuò rincuorandomi: " Guarda che non è successo niente di grave,non ti devi vergognare,anzi...è una cosa bellissima! Significa che ti piace quello che stai facendo e provando. Ed io sono felice che ti stia succedendo questo, con me" - mi sentii sollevata - " Anche a noi maschietti succede qualcosa quando proviamo certe cose ed avviene là sotto" - disse lui indicando verso la cerniera dei pantaloni - "Sei curiosa di appoggiare la mano e di sentire?" - io annuì e lui delicatamente mi guidò la mano sopra a quello che ancora conoscevo come pisellino e sentii così,per la prima volta, una cosa lunga e dura che, facendo su è giù su quella forma cilindrica, cresceva sempre di più. Mi chiese se mi stesse piacendo ed io risposi di sì, tant'è che presi a fare da sola e naturalmente,come se fosse il gesto più normale del mondo. Mi domandò poi se avessi voluto vederlo e toccarlo da dentro, così al mio ennesimo cenno di capo,(Giuro di non aver parlato mai!! All'epoca ed a questo punto in apparenza,ero piùttosto timida e riservata), si slacciò la cintura,si sbottonò i pantaloni, abbassò le mutande ed estrasse il suo "pipetto" (ancora non avevo la concezione di cazzo,uccello,verga ecc. Forse solo pene,poiché ci fecero educazione sessuale in 3 media... perciò lo conoscevo appunto come pipetto/pisellino/pistolino).
"Mmm...non ha nulla a che vedere con quello che mi mostrò Francesco quando avevamo 7 anni dietro casa ,pensai io. Questo era lungo e bello cicciotto...era caldo e mi piaceva.
Lui poi mi chiese il permesso di poter conoscere anche lui, me nel mio intimo e datogli il consenso,infilò una mano dentro ai miei pantaloncini cominciando a toccarmi la passerina.Provai un misto tra solletico, piacere, brividi; un qualcosa che oggi definirei goduria, eccitazione; la mia mano continuò a fare su e giù e più intensificavo quel movimento, più lui emetteva gemiti.Il mio pantaloncino si infradiciò tutto quanto e ad un certo punto, sentii un calore fortissimo addosso come se stessi prendendo fuoco e lui sorrise compiaciuto di quel che appena mi successe. Poco dopo mi disse che stava per venire,(ma boh...io non capivo!),quando il suo pisello in un attimo cominciò a schizzare fuori roba calda,bianca e ne uscì tantissima imbrattandomi tutta la mano.
Per la prima volta vidi lo sperma!
Ansimanti,sudati ed impregnati l'uno dell'altra,lui mi abbracciò forte,soddisfatto ed inebriato e una volta calmatosi,mi domandò come mi sentissi,se mi fosse piaciuto,se fosse stata la prima volta per me e se avessi mai fatto l'amore con qualcuno.
No!Non avevo mai fatto nulla di tutto ciò prima d'ora, figuriamoci l'amore! Per la prima volta io proferii parola: " che cos'è questa cosa che mi è successa e che poi è successa a te?" - " Tesoro, si chiama orgasmo...Orgasmo!" ...
Quello fu l'inizio di una serie di inizi e scoperte, una "relazione" folle, travagliata, assurda...
Demotivata,anche per diversi problemi a casa, decisi di interrompere i corsi. Nel frattempo anche G. lasciò quella scuola per poi aprirne una tutta sua ed io fui una delle prescelte, che volle a tutti i costi nella sua scuola.Oltretutto era sita vicino casa, perciò ricominciai con lui all'età di 14 anni. Io, oltre a dedicarmi alla musica, ero una ginnasta agonista di alto livello, con un corpo perfetto,scolpito e sodo, nel fior fiore dell'adolescenza e probabilmente lui se ne accorse, poiché ne fu terribilmente attratto, considerato che cominciò ad avere particolare riguardo per me.Non era lo stesso insegnante severo ed antipatico che io conobbi anni prima; divenne piuttosto affettuoso, facendomi sempre battutine che io all'epoca non potevo comprendere, data la mia ingenuità di ragazzina. Diventai la sua pupilla, tanto che gli fu permesso di portarmi sempre in giro con sé ,a suonare in qualsiasi evento che si presentasse,potendo io anche fare rientro a casa tardi, poiché la mia famiglia si fidava di lui.
Non mi era possibile descrivere quel sentimento che provavo per lui,se tale si può definire a quell'età. Sapevo che lo ammiravo,gli volevo bene,provavo un forte attaccamento verso quell'uomo che sempre mi abbracciava,mi riempiva di elogi,di attenzioni forse fin troppo calorose.
Ogni volta che si era in sala,la sua vicinanza mi emozionava facendomi trasalire e percepivo, sapevo che lui volontariamente mi sfiorava con fare malizioso e desideroso, che mi avrebbe voluta in maniera differente. Capitava spesso che io mi fermassi alla scuola un po' di più od in orari extra per studiare o preparare qualche evento ed in fondo ne approfittavo anche per passare più tempo possibile vicino a lui.
Un giorno, però, successe qualcosa di nuovo.
Successe quello che sapevo sarebbe accaduto prima o poi...successe quello che io,nella mia giovane incoscienza, volevo che accadesse.
Ricordo che lui sedeva alla mia sinistra sullo sgabello,mente io mi esercitavo per il saggio ed in quel periodo già faceva caldo,per questo indossavo una canotta che metteva in risalto il mio giovane seno sodo e perfetto,con dei pantaloncini corti.
Non ricordo però come cominciò,tranne la sua mano che prese ad accarezzarmi la coscia liscia e nuda. Percepii il suo tremore,il suo respiro corto ed io mi paralizzai da l'emozione per quel tocco,fissando intensamente il piano dinnanzi a me. Con la sua mano accennò ad una carezza sul mio viso sollevandomi dolcemente il mento e guardandomi intensamente negli occhi, mi disse: "...tu lo sai quanti anni ho io e quanti ne hai tu vero? " - feci cenno con la testa di sì - " tu mi piaci molto e mi sembra di capire che anche io ti piaccio. Tu sai però quanto è sbagliato e rischioso tutto questo?" - un'altra volta accennai ad un sì, anche se a quell'età non capivo bene certe cose così "razionali", non m'importava...io lo volevo e basta,volevo quel brivido.
E di nuovo: " Io vorrei provare a baciarti...ti va? - io non feci niente in quel momento, se non rimanere ammutolita e confusa da quella richiesta. Sentivo di volerlo,ma pur avendo già avuto le mie prime esperienze di baci e con la lingua, lui era comunque più grande di me e ben più esperto.
Mentre quei pensieri mi riempivano la testa,lui dolcemente appoggiò le sue labbra morbide e carnose sulle mie,cosa che pensò anche lui di me, poiché me lo disse. Mi fece sedere sulle sue gambe ed abbracciandomi forte, si premurò di chiedermi se stessi bene,se avessi paura di lui e di tutta la situazione.Io non riuscivo a proferire parola,continuavo a rispondere con la testa e gli feci intendere che stavo bene, allora, mi domandò se volessi essere baciata ancora e più intensamente...ovviamente risposi di sì e questa volta affondò la sua lingua dentro la mia bocca in cerca della mia .Ricordo perfettamente il sapore piacevole di caffè, che quella bevanda gli lasciò in bocca appena entrato in sala; la sua lingua calda, avvolgente ed eccitante. Io mi sentivo divampare e qualcosa mi "pizzicava", mi solleticava al di sotto della mia pancia che, all'epoca, non sapevo dargli un nome ed io non capii quando lui,portando la sua mano a ridosso del mio inguine,mi disse in tono scherzoso ma dolce: "mmm...ma che succede qui? Tesoro mio,ma cosa ti sta succedendo che sei tutta bagnata?" - Io mi sentii al quanto imbarazzata, talmente sciocca ed inesperta che credetti di essermi fatta la pipì addosso, senza accorgermene.Continuò rincuorandomi: " Guarda che non è successo niente di grave,non ti devi vergognare,anzi...è una cosa bellissima! Significa che ti piace quello che stai facendo e provando. Ed io sono felice che ti stia succedendo questo, con me" - mi sentii sollevata - " Anche a noi maschietti succede qualcosa quando proviamo certe cose ed avviene là sotto" - disse lui indicando verso la cerniera dei pantaloni - "Sei curiosa di appoggiare la mano e di sentire?" - io annuì e lui delicatamente mi guidò la mano sopra a quello che ancora conoscevo come pisellino e sentii così,per la prima volta, una cosa lunga e dura che, facendo su è giù su quella forma cilindrica, cresceva sempre di più. Mi chiese se mi stesse piacendo ed io risposi di sì, tant'è che presi a fare da sola e naturalmente,come se fosse il gesto più normale del mondo. Mi domandò poi se avessi voluto vederlo e toccarlo da dentro, così al mio ennesimo cenno di capo,(Giuro di non aver parlato mai!! All'epoca ed a questo punto in apparenza,ero piùttosto timida e riservata), si slacciò la cintura,si sbottonò i pantaloni, abbassò le mutande ed estrasse il suo "pipetto" (ancora non avevo la concezione di cazzo,uccello,verga ecc. Forse solo pene,poiché ci fecero educazione sessuale in 3 media... perciò lo conoscevo appunto come pipetto/pisellino/pistolino).
"Mmm...non ha nulla a che vedere con quello che mi mostrò Francesco quando avevamo 7 anni dietro casa ,pensai io. Questo era lungo e bello cicciotto...era caldo e mi piaceva.
Lui poi mi chiese il permesso di poter conoscere anche lui, me nel mio intimo e datogli il consenso,infilò una mano dentro ai miei pantaloncini cominciando a toccarmi la passerina.Provai un misto tra solletico, piacere, brividi; un qualcosa che oggi definirei goduria, eccitazione; la mia mano continuò a fare su e giù e più intensificavo quel movimento, più lui emetteva gemiti.Il mio pantaloncino si infradiciò tutto quanto e ad un certo punto, sentii un calore fortissimo addosso come se stessi prendendo fuoco e lui sorrise compiaciuto di quel che appena mi successe. Poco dopo mi disse che stava per venire,(ma boh...io non capivo!),quando il suo pisello in un attimo cominciò a schizzare fuori roba calda,bianca e ne uscì tantissima imbrattandomi tutta la mano.
Per la prima volta vidi lo sperma!
Ansimanti,sudati ed impregnati l'uno dell'altra,lui mi abbracciò forte,soddisfatto ed inebriato e una volta calmatosi,mi domandò come mi sentissi,se mi fosse piaciuto,se fosse stata la prima volta per me e se avessi mai fatto l'amore con qualcuno.
No!Non avevo mai fatto nulla di tutto ciò prima d'ora, figuriamoci l'amore! Per la prima volta io proferii parola: " che cos'è questa cosa che mi è successa e che poi è successa a te?" - " Tesoro, si chiama orgasmo...Orgasmo!" ...
Quello fu l'inizio di una serie di inizi e scoperte, una "relazione" folle, travagliata, assurda...
3
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Rivoltati sotto e sopra come calziniracconto sucessivo
Il maestro e l'allieva 2
Commenti dei lettori al racconto erotico