Infermiere ma un po particolare 2.

di
genere
dominazione

Alle 14 ero al mio portone e poco dopo arrivò un Suv da dove scese un giovanotto che m'invitò a salire dietro vicino a lui. Salito in macchina lui mi infila un cappuccio in testa e l'auto parte. Dopo un breve rettilineo che percepivo con i movimenti dell'auto, iniziò un tratto pieno di curve: Stavamo andando in collina? Chissà! L'auto si fermò dopo vari dossi che facevano sobbalzare. Venni aiutato a scendere ed accompagnato dentro un salone dove fui scappucciato e notai subito la presenza del distinto signore conosciuto alla trattoria. Lui mi accompagnò in una camera vastissima, certamente si trattava di ambienti estesi classici dei castelli o giù di lì. Lì c'erano ragazze bellissime sdraiate al proprio letto. Mi fu indicata una borsa che aprii e trovai fornitissima di strumenti ad uso infermieristico. Il signore mi fece presente che il mio incarico sarebbe iniziato con un'accurata visita dello stato di salute di quelle ragazze. Feci un cenno d'approvazione ed iniziai a visitare la prima: presi il fonendoscopio e sentii i polmoni, i bronchi poi passai a misurare la pressione arteriosa sul braccio sinistro. Le strizzai un poco i seni ma non vidi tracce di liquidi ecc., le feci spalancare le cosce e, infilato un guanto di lattice, le accostai un dito alla vagina che, appena sfiorata bagnò il mio dito. Verificai che era vergine, poi la feci voltare a pancia sotto e le infilai l'intero indice al culo che subito strinse. Chiaro che anche dietro era ancora intatta. Riferii al signore che era vergine garantita in entrambi i buchi. Mi porse un quaderno dove avrei scritto l'esito di ogni visita dall'arrivo alla partenza dal luogo. Passai poi alla seconda ragazza che ugualmente visitai e così via fino all'ultima. Fui poi accompagnato in un'altra stanza dove trovai due ragazze incatenate ad un tavolo ognuna e lui mi disse che voleva vedere come gestivo la "correzione o rieducazione" di quelle due che avevano tentato di ribellarsi. Rimasi un attimo indeciso ma subito dopo partii in quarta e vidi un carrello colmo di strumenti di tortura: frustini, spille dorate, palette per sculacciare, pinze per capezzoli o labbra vaginali e tanta roba ancora. Mentre il signore la ammoniva per non tentare più di fuggire, cosa impossibile perchè in realtà eravamo in un castello sulle colline, controllatissimo da telecamere in ogni angolo, io preparai un frustino col quale colpii la biondina sul suo culetto ben sodo e rotondo. Dopo soli cinque colpi iniziò a piangere dal dolore ma io, per guadagnarmi la riconoscenza del signore, passai a prendere due siringhe che riempii con acqua distillata e le infilai gli aghi ad ogni natica ed iniettai quel liquido che è dolorosissimo da farle bruciare il sederino maledettamente. Lei urlò a lungo, poi, diminuito il bruciore, pianse a dirotto ed io proposi al signore che, come prima volta sarebbe bastata ma ripresa il giorno dopo. Approvò e mi fece il cenno di passare alla seconda, una rossa che, appena vide che m'avvicinavo a lei col "carrello della tortura", iniziò a scalciare la, a gambe legate incatenate, non poté muoversi molto ed io passai ad applicarle ai seni i morsetti, passai poi alla paletta per sculacciate ma lei, dopo vari colpi, non cedeva ancora senza neanche far vedere una lacrima. La voltai a pancia sotto e, mentre con la sinistra la colpivo sulle cosce, con la destra le infilavo spilli dorati alle natiche. La punzecchiai con cinquanta spilli e lei, finalmente cedette ed urlò di dolore. Le tolsi gli spilli dal culo e la sculacciai fino a vedere strisce violacee dappertutto. Poi lei , lamentandosi per dolori forti alla pancia, mi suggerì di praticarle un clistere di acqua calda con sale sciolto e olio. Mentre preparavo il tutto, lei vide la minacciosa cannula erta e spigolosa per rendere il clistere più doloroso possibile e pianse a lungo. Le infilai la cannula nell'ano senza lubrificante ma solo spingendola dentro con forza perchè lei, in stato di difesa, stringeva il culo per quanto poteva ma così aumentava la sofferenza nel ricevere la voluminosa cannula. Le scaricai in pancia tre litri d'acqua salata e, tolta la cannula, le misi in culo un cazzo di lattice che le tenne chiuso l'ano e la feci portare da una "guardia" al bagno dove sentimmo rumori si scarico da rimbombare nell'aria. Dopo che la guardia la riportò a noi, la lasciai al signore che le impose di essere più docile, malleabile. Poi terminò la mia prima giornata di lavoro. Fui riaccompagnato all'auto che mi riportò al mio portone e lì il tipo che mi aveva incappucciato alla partenza, all'arrivo mi liberò il viso e mi mise in mano una busta dove vidi subito cinquecento euro. Scesi salutandolo e me ne andai a casa. Niente male come primo guadagno!!
scritto il
2019-01-08
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