Infermiere ma un po particolare.

di
genere
dominazione

Una sera mi ritrovo con dei compagni di corso per infermieri specializzati in una trattoria dove. oltre a discussioni sulle materie che studiavamo, si parlava di donne che chiaramente frequentavano il corso con noi. Una in particolare era veramente una gran figa: alta, bionda, seno di almeno ottava misura, insomma, simile alla nota attrice bagnina di baywacht , sì, la Anderson ecc. . Dato che eravamo un po tutti alticci per il vino assai generoso e schietto, io commentai che un culo come quello della collega commentata, era per me un ottima superficie per allenarsi ai vari tipi di iniezioni da praticare e poi conclusi che se la donna da me spupazzata godeva anche con un poco di dolore, me la godevo pazzamente ma volevo anche essere ben retribuito. Tutti commentarono che ero un sadico ma simpatico,... insomma, discorsi da avvinazzati ben scaldati. Notai che al tavolino a fianco a me, c'erano un signore distintissimo e serissimo ma che sembrava, almeno a me, intento ad ascoltare i miei discorsi assai futili ma convincenti. Quando concludemmo la cena ci si avviava ad uscire dal locale ma io, l'ultimo ad alzarmi dal tavolo, venni fermato con un gentilissimo gesto dal signore accanto. Mi disse di avere seguito i nostri discorsi e che aveva una proposta per me. Mi congedai dai colleghi che uscirono fuori tutti ed io mi sedetti al tavolino del signore in questione. Mi disse che era curioso di sapere se uno che svolge il lavoro di infermiere e spesso pratica iniezioni intramuscolari a persone con un sedere assai invitante per sculacciate o più, tipo frustate, talvolta non cade a pensare di volere scaricare le proprie tensioni su certi bei culi. Gli risposi che mi capitava spesso di pensare al tale bel culo che stavo trattando, di punzecchiarlo e poi sfondarlo col mio cazzo devastatore. Nel pronunciare la parola devastatore, notai che lui si stava interessando ancora di più all'argomento. Rimase un poco in silenzio e mi disse poi di volermi rincontrare lì, per farmi una proposta di lavoro molto delicato ma che la mia persona, secondo lui , poteva svolgere magnificamente. Onestamente non ci capii nulla ma mi chiese del tempo per pensare meglio sul fatto, rimanendo d'accordo a ritrovarci in quel locale la sera dopo stessa ora. Accettai ed alla sera seguente, ero già in trattoria ad attenderlo. Arrivò puntualissimo e mi parlò senza peli sulla lingua: Avrei dovuto occuparmi di donne destinate a giri di prostituzione nell'alta società dove i benestanti trascorrono il tempo libero anche usando prostitute di alto bordo sia trattandole bene e normalmente, che invece altre, sadicamente: Io avrei dovuto occuparmi do curare le donne segnate da frustate, punture selvagge ma, nello stesso tempo, a quelle che si rifiutavano di eseguire cosa volevano i clienti, dovevo darle delle lezioni da non dimenticare. Rimasi un poco frastornato ma lui era così sicuro di se che, lasciandomi due giorni per pensarci sopra, mi posò sul tavolo una busta gialla ben gonfia. La aprii e ci trovai un bigliettino con due numeri di telefono e quattro banconote di cinquecento euro che lui giustificò per pagargli il disturbo ad averlo ascoltato. Cenammo insieme poi lui pagò il tutto e ci salutammo con l'impegno da parte mia che le avrei dato una risposta quanto prima. Al mattino dopo, prima di andare in Ospedale a lavorare, telefonai al signore misterioso che mi rispose subito e le dissi che accettavo l'incarico. Ci incontrammo alle tredici, a conclusione del mio orario di servizio e, salito al punto dell'appuntamento, sulla sua auto, dopo una stretta di mano lui passò al sodo: mensile fisso di tremila euro, più fuori busta di gratifica. Preso a domicilio ed accompagnato al luogo di lavoro. Diedi a lui il mio orario di lavoro perciò la mezza giornata libera rispetto all'Ospedale, ero tutto peer lui. Ci lasciammo rimanendo d'accordo che al pomeriggio di domani mi sarebbe venuto qualcuno a prendermi con un'auto al mio portone alle quattordici esatte. Stavo per salutarlo ma ci ripensai e gli chiesi di darmi carta e penna per segnargli il mio indirizzo. Mi sorrise e disse subito che "loro" sapevano tutto di me. Rimasi allibito ma subito precisò che se avessi fatto il furbo, mi sarebbe costato caro, quello non era un gioco!
scritto il
2019-01-07
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