Idraulico per caso 4.

di
genere
etero

Stavo dicendo che entro in casa col marito della stangona che mi guida fino ad uno scantinato dove c'era un lavatoio e, dal rubinetto, perdeva acqua. Fortunatamente ero venuto provvisto di vari pezzi di ricambio e potei sostituire la guarnizione del rubinetto. Lui andò via e, mentre stavo lavorando, arriva la sventolona ricciolona. Mi chiede se posso risolvere il problema ed io le rispondo che stò impegnandomi al meglio ma la cosa è molto seria ed impegnativa. Si avvicina a me e le faccio notare che ho sostituito la guarnizione ma ora non esce più acqua e ciò la manda in tilt. Chiaro che su certi lavori le donne non sono molto ferrate a parte una percentuale di lor che ne sà quanto meglio di noi maschietti! Provo a spiegarle che la cosa sarà lunga e costosa ma si potrà risolvere certamente. Lei si avvicina ancora di più e mi sfiora con una coscia. Mi giro ad osservarla e lei finge di sporgersi verso me perdendo la stabilità e cadendo addosso a me. La aiuto ad alzarsi e lei, quando si trova a pochi centimetri dal mio viso, "scivola" ancora ed io mi trovo con la sua bocca che sfiora la mia guancia. Non reggo più e le appoggio le labbra alle sue spingendo poi con la lingua che le dilata la sua bocca e le infilo la lingua abbracciandola ai fianchi e scendendo sulle sue superbe natiche che sento toste e spugnose. La faccio stendere sul pavimento e lei apre le cosce rapidamente ed altrettanto sfilandosi gli slip. Io vado a scoprirle le cosce che accarezzo e scendo col viso sul suo inguine, leccandole la figona che già sbrodola di umori. Il cazzo è paurosamente irrigidito e gonfio da sfondare anche un muro. Glielo infilo in figa e pompo senza sosta facendola gridare e gemere dal piacere. Al momento che sto per venirmene le sborro dentro senza scrupoli. In fondo è sposata perciò, se rimanesse incinta ne sarebbe l'artefice suo marito. Dopo che ci scambiamo lunghi baci in bocca, sento il mio cazzo rinascere e, dopo che mi faccio sbocchinare un po, la faccio girare a pancia sotto e le infilo il cazzo in culo cavalcandola forsennatamente. Le sborro poi una quantità incalcolabile e lei, dolorante, mi dice di averle rotto il culo. Solo dopo capisco che suo marito lì non ci aveva messo nulla. Povera gnoccolona! Meno male che ci avevo pensato io, convinto che in quel buchino ci era passato chissà quante volte il cazzo del maritino! Lei si rivestì ed io pure ma, dopo che le avevo fatto vedere che il guasto era riparato, le chiesi cento euro per una semplice guarnizione che in realtà sarebbe costata sì e no cinquanta centesimi e la mano d'opera non era neanche da considerare. Essendo quello il mio primo guadagno, decisi di investirlo bene ed andai a vedere una Vespa usata alla Piaggio. Lì trovai vespe d'occasione ma rimasi interessato maggiormente alle Microcar, le autovetture di cilindrata cinquanta Il titolare mi propose un'occasione allettante ed io, dopo aver lasciato il mio ciclomotore ed altri trecento euro, tornai da Vittorio col mio acquisto. Lui fu felice perchè la liccola autovettura si prestava bene per caricarci l'attrezzatura da lavoro e svincolava bene nell'intenso traffico di Roma sulle strade. Andai a casa e festeggiai con i miei genitori ben lieti di vedermi felice. Al mattino dopo mi presentai da Vittorio che subito mi fornì di attrezzi da portarmi sempre appresso. Mi mandò da un suo cliente da anni, un signore che viveva solo ed io, conoscendolo, capii subito che soffriva di solitudine, infatti mi chiese subito che se il lavoro mi avrebbe impegnato tutta la giornata e gli risposi che con due ore me la potevo cavare. Mi rispose che avendo piacere a parlare con chiunque, vivendo appunto da solo, mi propose di fermarmi a pranzo da lui ed io calcolai che il tempo impegnato s'incontrava con l'ora di pranzo. Gli risposi ringraziandolo per l'invito e lui si prodigò in cucina preparando un pranzo da Re che apprezzai moltissimo ed ancora di più i vini che mi proponeva alla prima ed alla seconda portata. Dopo un buon caffè passammo a parlare del conto e lo trovai soddisfatto del mio lavoro e dell'importo da pagare che non gli pesò molto. Tornai poi da Vittorio che mi diede altri appuntamenti per il pomeriggio. Con la mia automobilina ci godevo in tutti i sensi infatti potevo fregarmene delle noiose piogge che m'infradiciavano fino alle ossa ed ora ero fresco d'estate perchè aveva il climatizzatore ed il riscaldamento d'inverno. Partii così per raggiungere il cliente che m'attendeva con la casa quasi allagata perciò felicissimo nel vedermi. Prima cosa gli chiusi l'acqua, poi in meno di un'ora gli trovai la perdita che causò l'allagamento. Lo lasciai armato di stracci e secchi intento a pulire casa e, riscosso il dovuto, andai via da lì. Secondo cliente una signora sulla cinquantina ma molto ben messa: Formosa, un bel viso, insomma, ben messa. Da lei cambiai un rubinetto rotto al bagno, poi mi condusse in cucina dove il lavandino era intasato. Mi diedi da fare e, mentre lavoravo, mi accorsi che lei si era seduta vicino a me e si muoveva sulla sedia scoprendo sempre di più le sue belle gambe. Io chiaramente ebbi problemi di erezione voluminosa che lei notò subito e allargò le cosce come se fossero un invito a verificare io personalmente cosa celavano tra l'una e l'altra. Senza indugi, una volta terminato il mio lavoro, mi avvicinai a lei e le misi una mano sulla coscia ma lei recitò la parte della donna insidiata, comunque non mi lasciai intimidire, continuando a carezzarla ed aprendogliele per sfiorarle la sua figa che sentii subito bagnatissima. La presi poi per i gomiti e la feci alzare in piedi per abbracciarla e baciare in bocca e lei mi infilò la lingua mentre con una mano mi slacciava i calzoni e con l'altra mi afferrava il cazzo già ben tosto. Mi prese poi per mano e mi condusse in camera da letto e lì scopammo subito senza preamboli per più volte. Uscii da casa sua con le gambe tremolanti ed una sfinitezza da farmi provare difficoltà a salire a bordo della mia automobilina. Dopo ripresomi, passai al terzo cliente dove trovai una ragazzina che era sola in casa ed attendeva me per un tubo rotto allo scaldacqua. Notai prima lei: età circa vent'anni, molto magrolina, viso pallido, guance infossate, seni poco più grandi di due albicocche ed un culetto che si poteva afferrare con una sola mano, cosce muscolose ma fine. Durante il lavoro scambiammo qualche parola ed io, al pensiero di poterle infilare il cazzo in quel microscopico culetto, avevo già in tiro il cazzo. Lei lo notò e notai che parlava senza staccare lo sguardo dal cazzo. Terminato velocemente il mio lavoro, le chiesi di pagarmi ma lei mi disse che i suoi genitori non le avevano lasciato i soldi perciò dicendole quanto mi doveva, sarebbe passata sua madre al laboratorio col denaro pattuito al mattino dopo. Il giorno dopo, prima di uscire da casa mi chiama Vittorio per dirmi di passare dall'ultima cliente della sera prima perchè la signora non può passare da noi ma io a casa troverò la figlia col contante. Lo saluto e passo dalla ragazza sola subito. Giunto da lei, la trovo con una vestaglia mezza slacciata, lasciandole scoperte le sue cosce magre ed un seno completamente scoperto in fuori. Mi passa il danaro e mi invita a prendere un caffè. Andiamo a sederci in cucina dove lei chiaramente finge di scivolare a terra ed io corro subito ad aiutarla a rimettersi in piedi. Mi si appoggia alle spalle e, ... casualmente, ci troviamo quasi guancia a guancia e lì avviene l'inevitabile: uniamo le nostre bocche in un bacio lungo ed intenso. Mi prende per mano conducendomi nella sua stanzetta dove un letto ci accoglie subito stendendoci e riprendendo coi baci, con le carezze ed infine ci spogliamo completamente. Le bacio i seni e, mentre sto scendendo a baciarle la fighina, lei mormora con un filo di voce tremante che quella è la sua prima volta. La guardo negli occhi e sembra veramente spaventata dalle eventuali conseguenze così ritorno a baciarla sulle guance, dicendole che sarò delicatissimo e non sentirà dolore ma solo piacere. La bacio sul collo e di nuovo sui seni, scendendo alle cosce e, facendola girare a pancia sotto, le bacio le natiche mordicchiandole, le sfioro la schiena con le labbra baciandola poi la rigiro e la metto a cosce allargate appoggiando il cazzo alla sua figa che già si sta inumidendo. Inizio a spingere il cazzo dentro e dopo piccoli movimenti, arrivo a sentire la barriera della sua verginità. Spingo ancora e sento il suo imene rompersi. Lei pronuncia un gridolino di dolore ma poco dopo la sento gemere e così inizio a fare su e giù senza sosta. Mi abbraccia alle spalle e m'incita a scoparla più intensamente così spingo tutto il cazzo dentro di lei e pompo vigorosamente. Lei pronuncia di continuo sì, sì, dai, ancora, sì. Quando sento di stare per godere, tiro fuori il cazzo che schizza sperma a getti continui che le imbrattano la pancia per giunta insanguinato. Lei mi abbraccia e bacia in bocca. La rigiro e, osservando il suo "micro" culetto, le chiedo se vuole farsi possedere anche dietro e lei acconsente. Le faccio presente che la deflorazione anale può essere dolorosa ma lei è così eccitata che mi dà il via libera. Le apro un pò le cosce e vado a leccarle il forellino che poi provo ad infilarci un poco la lingua ma lo sento strettissimo. Chiaro che lei stringe le natiche che sento dure come il marmo, così le dico di prendere o dell'olio solare o creme per il corpo. Lei si alza e va al bagno, tornando con due tubetti di crema e me li porge, ne scelgo uno e passo ad ungere l'ano che sento rilassarsi, passo poi ad ungere il cazzo sia il glande che tutto il tronco. Le poggio il glande all'ano e spingo ma sento di non farcela perchè è stretto da far paura. Mi dice di avere un vibratore che non ha ancora usato per paura del dolore, così me lo faccio dare e cerco di infilargielo in culo e, solo dopo vari tentativi riesco a penetrarla facendola gemere dal dolore. Rivado a lubrificare l'ano ed il cazzo con maggiore quantità e a quel momento riesco ad incularla interamente facendola gridare per il dolore provato. Le spingo tutto il cazzo dentro di lei e, dopo un va e vieni le inondo l'intestino di sborra. Lei, ancora presa dal dolore, si volta e mi abbraccia on passione. Dopo una breve sosta, mi chiede di possederla ancora in culo così le dico che prima dovrà imparare un'altra cosa, ovvero, fare il pompino o bocchino. Mi chiede cosa è e le mimo con la mano, quanto dovrà fare con la bocca, ossia leccarlo con la lingua mentre le labbra lo serrano lievemente scorrendo sul tronco. Lei va ad aprire la bocca sfiorando così il glande e scorrendo con le labbra su e giù intanto che la lingua ruota intorno al glande. Questa manovra fa nuovamente raddrizzare il cazzo e, dopo essermi assicurato che l'ano è ancora ben imbrattato di crema, la faccio igirare a pancia sotto e la penetro analmente con ancora una certa resistenza da parte sua. Dà ancora un urletto ma subito dopo inizia a godere. Dopo una solenne sborrata in culo, la faccio girare e le dico di ripulire con la bocca il cazzo. Dopo alcune slinguate la faccio stendere a cosce spalancate e la penetro in figa. Lì lei gode lungamente e mi riempie di baci per il piacere che le ho fatto provare. Rivestitici ambedue, ci scambiamo il numero dei nostri telefonini e, baciandola intensamente in bocca, la saluto e vado via.
scritto il
2019-01-23
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