Margi

di
genere
dominazione

Margi

Margi insiste per vederci, vuole servirmi, adorarmi, mettersi a disposizione del mio piacere. L’ho incontrata a casa di amici, e d’allora non mi molla un attimo, vuole a tutti i costi provare con me, una donna di 40 anni.
Ci mettiamo d’accordo per vederci a casa mia verso le 15,00 puntuale e disponibile; indosso un pantalone largo legato in vita, una tunica leggera sopra, di quelle vedo e non vedo, provocante al punto giusto.
Suona il citofono pochi minuti prima delle 3, brava penso, puntuale, chissà che voglia ha. Le apro la porta facendola entrare chiudo e mi appoggio al muro e le ordino di spogliarsi completamente, lei esegue è nuda in un attimo, depilata come le avevo ordinato, gira su se stessa per farsi vedere chiedendo se va bene. Sento che mi piacerà possedere questa giovane trentenne. Le dico di slacciarmi i pantaloni, in ginocchio e di salutare come si conviene la sua padrona.
Si trova davanti alla mia figa rasata e comincia a baciarla, baci lievi, dolci, con le labbra cerca di arrivare al clito. Mi sto bagnando, sento il clito che si inturgidisce, lo trova e lo succhia, le dico “ saluta bene schiava, falle capire che sei qui per servirla“ , parlo della mia figa presentandola come la vera padrona di questo gioco.
Sento che sta cominciando a leccare il clito le allargo le gambe, e lei affonda la lingua, lo strofina lo lecca impetuosamente, lo succhia tirandolo, sembra persa in questo gioco, la fermo,” il mio piacere te lo devi conquistare, sarà il tuo premio, seguimi a 4 zampe, vieni con me“. La conduco in sala lei in ginocchio davanti a me, “leccami i piedi schiava fammi sentire la lingua che lecca ogni centimetro della mia pelle“. Succhia le dita, all’inizio mi fa un po’ il solletico, ma piano piano diventa piacevole eccitante, sento la sua lingua che sale piano alla caviglia e sale ancora piano verso le cosce, le pongo resistenza voglio vedere cosa si inventa, è brava ad intrufolarsi la sua bocca bacia la mia pelle all’interno delle cosce, sale il mio desiderio, allargo le gambe, “ti piace” chiedo un mugugno di piacere come risposta sento i brividi ad ogni bacio ad ogni leccata, avrò un orgasmo pazzesco penso golosa. Mi bacia l’inguine, una sensazione da brividi in tutto il corpo mi strappa un gemito, sento la mia figa bagnatissima. La fermo, “ dimmi quanto sei bagnata, girati e fammi vedere che coli” si gira allarga le gambe, vedo l’umido che fa capolino dalla sua figa, allarga con le mani, dice” è completamente bagnata, è a tua disposizione, qualsiasi cosa vuoi farle”.
Ha un bellissimo buco bagnato che è pronto per essere esplorato mi metto dietro di lei seduta sulle ginocchia, voglio entrarle dentro con tre dita, le appoggio al suo buco, lei ha un fremito, “chiedi di entrare schiava” le geme io muovo le dita, ma non entro, non mi ha risposto, la stuzzico, il buco, il clito turgido, la prendo per i capelli, inarca la schiena, le sussurro “chiedi! Devi chiedere, dimmelo Padrona penetrami, dillo, fammi capire quanto lo desideri!”
Che gioco intrigante, tiro i capelli, lei finalmente domanda come desidero io, entro con un dito il medio, sento il calore della sua figa è bagnatissima, scivolo dentro di lei, geme “conta fino a dieci mentre esco ed entro” ha la voce presa dal piacere, 1 , 2 … brava ubbidiente, a dieci esco, la guardo colare, “ ne vuoi ancora vero troia?” Ha un gemito, le piace sentirsi definire troia.
“si ancora Padrona, ancora” con due dita entro fino in fondo, mi muovo dentro di lei girando le dita leggermente a destra e sinistra, spingendo ed uscendo ritmicamente.
“ sono la tua troia Padrona solo tua”, mi eccita questa dichiarazione, gliela faccio ripetere ancora ed ancora, il suo respiro si fa rapido i muscoli della sua figa si stringono intorno alle dita viene avanti ed indietro col bacino, sta per godere.
“se vuoi venire devi chiederlo, se mi garba ti darò il permesso, questo orgasmo mi appartiene sono io che ti concedo se godere o meno” ansima, ha la figa che sbrodola, non ubbidisce vuole godere senza permesso, no questo non lo puoi fare troia, mi fermo esco dalla sua figa caldissima, lei urla “no ti prego non ti fermare, Padrona scusa, scusa la tua troia; posso godere, dammi il permesso”.
Le dico di non muoversi ora mi darà tutto il suo piacere, voglio sentirla urlare, prendo un cetriolo freddo di frigo, le dico “ora puoi godere” e glielo infilo dentro tenendola per i capelli il freddo la stupisce, freme, ha un gemito, comincio ad andare veloce, ho il cetriolo in mano, ma lo spingo dentro appoggiandomi a lei con monte di venere e la scopo, le dico “ devi dirmi grazie padrona”, lei è completamente presa dal piacere ha la voce roca e finalmente gode urlano “Padrona sono la tua troia, grazie, Padrona, grazie! “.
Tolgo il cetriolo e guardo la sua figa richiudersi, ha ancora delle contrazioni, lecco il cetriolo mettendomi davanti a lei, le dico hai un buon sapore troia, senti anche tu e lei prende a leccare il cetriolo come se fosse un cazzo; le chiedo se l’è piaciuto,” dimostralo!” e le avvicino la testa alla mia figa ora è il mio turno, voglio godere, sentire la sua lingua farmi esplodere il piacere.
di
scritto il
2011-06-09
6 . 4 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Insolita cena
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.