Una settimana da schiava - Capitolo I: Il contratto

di
genere
trans

Un'altra massacrante giornata lavorativa è giunta al termine, ritorno a casa stanchissimo e non vedo l'ora di rilassarmi.
"Oggi è stata una giornataccia" dico a mia moglie rientrando in casa, "questo lavoro finirà per distruggermi!"
"Se ne avessi la possibilità, cambieresti lavoro?", mi domanda distrattamente.
"Si, se ne trovassi uno con almeno lo stesso stipendio ci penserei seriamente. Ma mi basterebbe anche fare meno ore, senza dover rinunciare a troppi soldi!" le dico, convintissimo della mia idea.

La cena scorre tranquilla, discorriamo del più o del meno e consumiamo una gustosa pietanza preparata dalla mia metà. Mentre sparecchia mia moglie mi domanda:
"Sai se fanno il part time dove lavori?"
"Si certo, ma il gioco non vale la candela. Sarei costretto comunque a cercare un secondo lavoro"
"E se te lo trovassi io l'altro lavoro?" mi dice guardandomi di sottecchi.
"Che tipo di lavoro?" le chiedo a metà tra il serio ed il faceto.
"Beh magari potrei anche fare di te la mia servetta..."
"Ah ah ma come sei divertente", le rispondo, "per un attimo avevo creduto che fossi seria".
"Chi ti dice che non lo sia!" e scoppia in una fragorosa risata.

Quando la serata volge alla conclusione mi sfiora il pensiero che lei non stesse scherzando fino in fondo, ma lo accantono subito perchè mi sembra così irreale. Sarebbe bello avere un lavoro dove poter essere Sally per qualche giorno, avrei la possibilità di indossare quello che desidero senza i soliti limiti temporali imposti dalla routine quotidiana; in fondo sognare non costa nulla e così mi addormento con questi pensieri, inframezzati dai ricordi dell'ultima volta in cui mia moglie mi ha reso la sua amante sottomessa.

Trascorrono i giorni ed ogni tanto accarezzo la folle idea di lasciare il lavoro, ma mi costringo subito a lasciarla andare perchè non è fattibile; non riesco nemmeno a concepire l'idea di un part time perchè non ho un'alternativa pronta per compensare la perdita sullo stipendio e non saprei davvero come far quadrare i conti. Dopo qualche sera, però, al ritorno a casa trovo mia moglie ad attendermi al tavolo del salone. Davanti a lei c'è un foglio stampato con una penna accanto, ma già l'intestazione mi lascia alquanto perplesso; a caratteri cubitali campeggia il titolo "CONTRATTO DA SCHIAVA".
Guardo scettico mia moglie, evidentemente sono vittima di uno scherzo, ma lei leggendo la diffidenza nei miei occhi mi fa segno di proseguire; così per stare al gioco mi siedo e continuo a leggere quello strano contratto.

CONTRATTO DA SCHIAVA
Il sottoscrivente si impegna con il presente contratto ad assumere il ruolo di schiava personale della qui presente datrice di lavoro per una settimana ogni mese.
Il suo compito consisterà nel soddisfare ogni desiderio ed ordine della suddetta datrice di lavoro, a cui la schiava dovrà rivolgersi unicamente con gli appellativi di "Padrona" e/o "Signora".
La schiava dovrà osservare un comportamento sottomesso e femminile, eliminare ogni evidenza di peluria dal proprio corpo ed evitare di toccare il proprio attrezzo maschile a meno che la "Padrona" non gli conceda il permesso.
Durante la settimana la schiava sarà tenuta ad indossare ciò che le viene indicato dalla "Padrona", mentre nel rimanente periodo dovrà indossare un capo di intimo femminile sotto i consueti abiti maschili.
Qualora la padrona la dovesse ritenere pronta e presentabile, la schiava avrà il compito di accompagnare la sua "Signora" ovunque lei vorrà.
In caso di mancanza ai propri doveri di schiava o di insoddisfazione da parte della sua "Padrona", quest'ultima potrà scegliere di impartire una punizione a sua discrezione alla schiava.
Il contratto si intende esclusivo, la padrona non avrà altre schiave e la schiava ubbidirà soltanto alla sua "Padrona".

Più leggo quel testo e più mi convinco che sia uno scherzo, tanto più che mia moglie mi guarda divertita.
"Bello scherzo" le dico un po' contrariato.
"Guarda che quello è un contratto vero e proprio, non volevi un'alternativa al tuo lavoro?"
"E come posso permettermi di non lavorare per una settimana al mese?"
"Per questo non c'è problema, potrei anche lavorare soltanto io ed il tuo unico compito sarebbe quello di soddisfare ogni mio volere".
La guardo perplesso, perchè mi sto rendendo conto che forse un fondo di verità c'è ed inizio a valutare la pazza idea di firmare quel contratto. Lei nota il mio tentennamento e, per invogliarmi, mi elargisce altre spiegazioni.
"Lo studio di avvocati per cui lavoro è stato acquisito da una grossa multinazionale. Come adeguamento ai loro standard ci hanno triplicato lo stipendio", mi dice sicura di sè. "Avrei voluto prepararti un contratto per tutti i giorni, ma mi rendo conto che potrebbe essere un cambiamento troppo grande".
Nella mia mente partono una serie di ragionamenti su quel contratto, se da una parte avrei la possibilità di essere Sally per più di qualche ora, dall'altra per una settimana sarei tenuto ad essere assoggettato ai suoi ordini ed ai suoi desideri; alcuni punti mi sembrano un po' forti, anche se l'idea di essere la sua servetta erotica mi solletica parecchio. Cerco di prendere tempo, devo verificare anche con il lavoro se è possibile e voglio avere il tempo per riflettere.

Lei intuisce la mia esitazione e noto nel suo sguardo l'istinto della predatrice, che cerca di far cadere in trappola la sua preda.
"Pensa che potresti essere Sally per una settimana intera... So quanto ti piace essere trasformata e scopata. Con il mio nuovo stipendio non avremo più problemi di soldi", cerca di invogliarmi, " Hai il tempo per fare le tue valutazioni, magari mi puoi dare una risposta domani sera".
"Ok ci penserò...", le rispondo mentre nella mia testa già frullano mille pensieri su questa possibilità. "Ma che intendi quando dici che dovrei accompagnarti nei panni di Sally?"
"Se sarai molto femminile, con il trucco e la parrucca sarai irriconoscibile ed in qualche uscita vorrà portarti con me in giro. Chiaramente non intendo portarti al supermercato sotto casa, ma non voglio fare nemmeno 100 km..."
Ho dei dubbi sull'uscire nei panni di Sally, anche se la lontananza può essere un fattore per vincere la mia ritrosia; mi frenano anche il dover dare un aspetto più femminile al mio corpo ed il non potermi toccare se non dietro sua autorizzazione. D'altronde l'occasione di passare un'intera settimana nei panni di Sally è molto ghiotta e già mi immagino nella vita di tutti i giorni mentre posso indossare liberamente le cose che più desidero.
Faccio fatica ad addormentarmi, nella mia mente i pensieri impazzano anche se già si sta delineando la risposta che le darò.
Il giorno dopo in ufficio mi metto in contatto con il personale delle risorse umane; cerco di capire se sia possibile stipulare un contratto part-time che mi lasci libero per un'intera settimana ogni mese e mi confermano l'esistenza di questo tipo di contratto. Ma potrei davvero essere Sally per una settimana al mese? Potrei vivere in abiti femminili senza far emergere il mio lato maschile a meno che la mia Padrona non mi dia il permesso? Ancora di più, potrei essere una schiava lasciva e voluttuosa, sottomessa ad ogni suo ordine e volere?

La giornata scorre via veloce, a tavola mi parla di tutt'altro, senza far riferimento al contratto, che ci abbia ripensato? Non so come introdurre l'argomento, non voglio sembrarle ansioso, ma in realtà sto fremendo perché dopo aver realizzato che quest'idea sarebbe fattibile non vedo l'ora di scoprire cosa ha davvero in mente per me. Durante la cena credo di notare dei suoi sguardi furtivi, se la sta godendo a tenermi sulle spine, forse ha intuito la mia voglia e si vuole divertire ancora un po'.
"Allora, hai riflettuto sulla mia proposta?", me la butta lì, mentre si alza e viene ad abbracciarmi da dietro.
"Si, un pochino, sai sono stato molto impegnato oggi..."
"Mmm vieni con me e parliamone nel salone", mi invita e mi prende per una mano.
Lei mi fa accomodare di nuovo allo stesso tavolo della sera precedente e mi mette davanti il contratto con la penna, pronto per la firma.
"Cosa ti fa credere che abbia deciso di firmarlo?" le dico per stuzzicarla.
"Non farmi ridere, sarai la mia schiavetta sottomessa e lo sai anche tu, devo solo tirar fuori la puttanella che c'è in te. Ora firma che voglio cominciare subito con te!"
Firmo quel documento che attesta che per una settimana sarò una servetta sottomessa alla mia signora, pronta ad eseguire i suoi ordini e a soddisfare le sue voglie. Dopo la firma leggo nei suoi occhi soddisfazione ed un velo di bramosia, forse ha già qualcosa in mente ed un brivido mi corre lungo la schiena.

"Ora sei mia per la prossima settimana! Fai sparire immediatamente la barba e poi raggiungimi nudo in camera da letto!"
Non me lo faccio ripetere due volte e mi dirigo in bagno per radermi. Appena finito, mi spoglio completamente e lascio lì tutti i miei abiti, per ubbidire al primo ordine della mia padrona. Lei mi attende seduta sul letto, addosso ha soltanto una vestaglietta rossa, che lascia intravedere le sue forme generose, ed un perizoma del medesimo colore.
"Stanotte dormirai con questo", mi dice porgendomi un baby doll nero, che indosso subito; cerco di raggiungerla nel letto, ma lei me lo vieta, imponendomi di fermarmi con un gesto della mano.
"Prima di andare a letto voglio divertirmi un po'... Nell'armadio c'è una busta bianca, Sally prendila senza sbirciare il contenuto e portamela qui"
"Si, mia padrona".
Eseguo il comando della mia signora, così come ci si aspetta da una schiavetta come me; la busta non è molto voluminosa e non riesco ad immaginare quale possa essere il suo contenuto. La porgo alla mia padrona ed attendo curioso di sapere cosa ha preparato per me; quando ne estrae il contenuto rimango a bocca aperta.
"Sai, sapevo che avresti firmato quel contratto, così ho preparato qualcosa per il tuo benvenuto. Stasera sarai la mia coniglietta!", mi dice mentre tira fuori dalla busta un fermacapelli con le famose orecchie da coniglietta di playboy.
Sorridendo mi aggiusta il fermacapelli sulla testa, ma non è ancora convinta.
"Per essere una vera coniglietta, però, ti serve la coda", continua mentre davanti agli occhi mi sventola un plug anale con attaccata una coda da coniglio. "Ed ora a quattro zampe Sally!"

Salgo sul letto e mi preparo a ricevere il trattamento che la mia padrona ha in serbo per me. Sento la sua lingua scivolare lenta nel solco tra le natiche e scorrere fino al mio buchetto. Le sue mani mi palpano il sedere con forza, sento la sua presa sul mio culo. Improvvisamente sento il suo dito insistere sul mio ano ed affondare nel mio buchetto lubrificato solo con la saliva.
"Ahi!", non riesco a trattenere un'esclamazione di dolore, mentre la mia signora è intenta a scoparmi con un dito.
"Ti ho scopata con oggetti molto più grossi, non fare la verginella!", mi apostrofa senza fermarsi.
Quando il piacere prende il posto del dolore, inizio a bagnarmi ed a gemere, mentre il mio attrezzo si riveglia dal torpore e si mette sull'attenti.
"Ti lamentavi ma ti piace tanto essere scopata!" esclama trionfante la mia signora.
Protendo il mio culo verso la mia padrona come segno di sottomissione, voglio essere sua, ed in risposta ottengo l'ingresso di un altro dito; sono talmente eccitata che il dolore non mi tange, anzi continuo a gemere senza ritegno, mentre il mio cazzo è diventato una sbarra di acciaio.
"Lo sapevo che eri una maialina vogliosa, dovevo solo tirartelo fuori" e nel frattempo aumenta il ritmo della penetrazione, con l'effetto di farmi bagnare ancora di più.

Dopo poco però lei si ferma e sento le sue dita lasciare il mio buchetto. Il vuoto, però, dura poco perchè sento un oggetto nuovo aprirmi in due.
"Ora sei pronta!", ma mentre me lo dice porto le mani tra le mie gambe per dar piacere al mio attrezzo pulsante di voglia; vengo subito fermata con un schiaffo sulla mano ed allora alzo gli occhi e vedo la sua espressione di rimprovero.
"Sei la mia schiavetta e decido io quando puoi toccarti!", mi dice adirata. "E' il primo errore e non ti punisco, ma se stasera mi fai arrabbiare ti lascio con il plug nel culo per tutta la notte..."
"Perdonami mia signora".
"Ora alzati in piedi, voglio vederti agitare quella coda!"
Mi alzo e agito il bacino davanti al suo volto, mentre lei mi lancia degli urletti di approvazione e mi da degli schiaffetti sul culo.

"Girati!", mi ordina.
Mi volto e lei è seduta sul letto, ha tolto le mutandine ed ha le gambe divaricate.
Con una mano accarezza voluttuosa il monte di venere; io, ubbidendo al suo ordine muto, salgo a quattro zampe sul letto e le bacio delicatamente l'inguine. Mi sposto lentamente sulla vagina, e le mordicchio le grandi labbra.
"Si, così schiavetta mia..."
Pungolo con la lingua la clitoride, con colpi lenti e delicati, mentre lei con un mano preme sulla mia testa; aumento sempre più la velocità dei tocchi con la lingua, rallentando il ritmo quando sento aumentare il suo piacere.
La copiosità dei suoi umori ed i suoi gemiti rumorosi mi fanno capire che si sta avvicinando all'amplesso, così passo a succhiare le grandi labbra, mentre con la mano le massaggio la clitoride; impegnato a soddisfare la mia padrona bagnatissima, non riesco a fare a meno di muovere il culo a ritmo.
"Oddio, quella coda che si muove lì dietro mi eccita da morire!", quasi mi grida mentre con le mani mi spinge sempre più la testa sulla sua vagina.

Un "siiiiiii" urlato e le sue gambe che si stringono come una tenaglia attorno alla mia testa mi fanno capire che sono stata brava e che ho condotto la mia signora alla vetta del piacere. Dopo qualche istante si alza e viene dietro di me, mi accarezza il culo e poi libera il mio buchetto dolorante dalla presenza ingombrante del plug.

"Ti sei meritata di venire a dormire nel letto con me. Domani mattina mi servirai la colazione alle 8 in punto. Ho prenotato per te l'estetista per le 9, è giunto il momento che Sally abbia la sua prima depilazione e manicure..."
scritto il
2019-02-08
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