Un bagno particolare 2
di
Jimpoi
genere
trio
Stavo guidando sulla strada che percorrevo ogni sera per tornare a casa dal lavoro. Era stata una giornata particolarmente faticosa per me e avevo una gran voglia di arrivare a casa in fretta e farmi un bel bagno rilassante.
Quella sera però non ero andata in bagno prima di uscire dal lavoro e mi resi conto che non sarei riuscita ad arrivare fino a casa. Per fortuna che sulla strada c’era una stazione di servizio con un bar-tavola calda annesso.
Mi fermai, parcheggiai la macchina tra due camion e mi avviai verso il bar, quando entrai notai che i clienti sembravano tutti camionisti. Nonostante non fossi vestita in modo particolarmente appariscente, quella sera indossavo una maglia rosa accollata ed un paio di jeans aderenti che mi fasciavano le belle gambe, gli uomini presenti mi mangiarono con gli occhi.
Mi avvicinai al bancone ed ordinai: «Un caffè, per favore».
Il barista, me lo servì senza dire una parola, ma senza preoccuparsi di non dare a vedere che mi guardava il seno abbondante, porto la quarta, anche se coperto dalla maglia.
Buttai giù il caffè, a disagio, poi chiesi: «Dov’è il bagno?», l’uomo lo indicò con un grugnito.
Mi avviai sentendomi gli occhi rapaci dell’uomo sul mio sedere tondo.
Aprii la porta del bagno delle donne e mi stupii di trovarlo pulito, anche se abbastanza stretto, chiusi a chiave, mi abbassai i jeans e le mutandine. Mi lascia sfuggire un sospiro di piacere quando liberai la vescica.
“Finalmente”, pensai. Presi la carta igienica e mi pulii, poi mentre mi stavo alzando, da un buco nel muro ad altezza bacino spuntò un pene davvero grosso e lungo.
«OH! Chi è?», esclamai sorpresa, ancora con i jeans abbassati. Prima che riuscissi a realizzare cosa stava succedendo, dal muro opposto ne uscì un altro.
Li guardai meglio: il primo era circonciso e circa sui 20 centimetri con una grossa vena che lo percorreva, mentre il secondo leggermente più corto, ma più largo aveva il glande gonfio e rosso.
Iniziai a sentirmi umida fra le gambe, ma non sapevo bene cosa fare: mi trovavo in un bagno pubblico con due peni duri sconosciuti che spuntavano dalle pareti. Mi sentivo come la ragazza protagonista di un racconto erotico che avevo letto qualche tempo prima. Lei non aveva esitato a fare sesso orale con il pene sconosciuto. Ma ora me li trovavo davanti per davvero ed in più erano due.
In due peni non accennavano a ritirarsi. Ormai ero abbastanza eccitata dalla situazione e perciò senza quasi neanche pensarci li presi contemporaneamente con le mani.
Erano entrambi durissimi e caldi, non so se per il fatto di avermi sentita fare pipì o se per altro. Iniziai a masturbarli lentamente rimanendo seduta con i jeans abbassati.
Poi pensai: “È da un bel po’ che non vedo due bei cazzoni come questi… si meritano più di una misera sega”. Rimanevo un po’ titubante perché non sapevo il livello di igiene dei due, però mi resi conto che avevo un lago fra le gambe, ero eccitatissima dalla situazione. Mi girai verso il primo che era uscito, aveva un gradevole profumo di maschio, molto invitante. Gli diedi una leccata lungo l’asta fino ad arrivare al glande. Il pene ebbe un sussulto e sentii un lieve gemito oltre il muro. Mi voltai verso l’altro, che aveva un odore più intenso, ma non sgradevole, e feci la stessa cosa anche con lui, che reagì più o meno allo stesso modo. Aprii la bocca e lo presi fra le labbra, iniziando a muovere la testa lentamente, mentre con la mano continuavo a masturbare l’altro. Dopo un po’, mi girai e iniziai a succhiare l’altro. Ci stavo prendendo gusto e muovevo la testa più velocemente, con la lingua leccavo sotto al glande, il punto più sensibile, percorrevo tutta l’asta e lo ringhiottivo.
Tornai sull’altro, prima leccai per bene tutto, poi lo presi più possibile in bocca. Mentre lo succhiavo, con la mano che non masturbava l’altro, iniziai a toccarmi fra le gambe, neanche io mi aspettavo si trovarmi così bagnata. Iniziai a mugolare di piacere e questo fece eccitare ancora di più l’uomo di cui avevo il pene in bocca, perché lo sentii sussultare più volte fra le mie labbra. Dopo non molto lo sentii ansimare più forte e il suo pene si irrigidì ancora di più. Il suo sperma mi schizzò in gola abbondante, facendomi tossire. Mi uscì dalla bocca e mi colò sui jeans, inghiottii il resto ed esclamai: «Potevi avvertire!», ma lo ripresi in bocca ancora una volta prima che lo ritraesse attraverso il buco.
Adesso ne avevo solo più uno a cui dedicare tutte le mie attenzioni. Mi inginocchiai davanti al buco e lo ripresi in bocca con lo sperma dell’altro ancora sul mento. Lo succhiavo con foga, mentre con una mano lo masturbavo seguendo i miei movimenti con la testa e con l’altra mi masturbavo.
Continuai per un bel po’, sentendo gemere lui più forte di me, poi esclamai: «Visto che duri così tanto ti sei meritato una bella sorpresa».
Mi tolsi la maglietta, mi sganciai il reggiseno e li appesi alla maniglia della porta, poi sputai sul pene e me lo misi fra i miei seni grandi e morbidi iniziando a muovermi su e giù tenendogli stretti attorno. Sentii dei gemiti di approvazione.
Quando riuscivo gli davo anche una bella leccata sul glande gonfio. Mentre mi muovevo i miei capezzoli eccitati sfregavano contro il muro liscio provocandomi un piacevole solletico.
L’uomo non ci mise molto a raggiungere l’orgasmo e mi schizzò alla sprovvista in faccia e sui seni. Aveva ancora più sperma dell’altro e mi coprì letteralmente.
Gli diedi un’ultima leccata, poi mi alzai e cercai di pulirmi con la carta igienica, ma senza specchio non era molto facile. Mi rivestii ed uscì pian piano. Nell’antibagno c’era uno specchio, mi tolsi ancora una goccia che avevo su una guancia poi tornai nel bar. Mentre mi avvicinavo alla porta notai che il barista mi fece l’occhiolino. “Che sia stato il suo uno dei due cazzi?”, mi chiesi.
Il senso di disagio che avevo provato sentendomi i suoi occhi puntati sul mio sedere era svanito.
Mi leccai le labbra per sentire ancora il sapore di sborra che mi era rimasto in bocca, poi dissi tra me e me: “Mmm proprio buono, penso che eviterò più spesso di andare in bagno prima di uscire dal lavoro”.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Quella sera però non ero andata in bagno prima di uscire dal lavoro e mi resi conto che non sarei riuscita ad arrivare fino a casa. Per fortuna che sulla strada c’era una stazione di servizio con un bar-tavola calda annesso.
Mi fermai, parcheggiai la macchina tra due camion e mi avviai verso il bar, quando entrai notai che i clienti sembravano tutti camionisti. Nonostante non fossi vestita in modo particolarmente appariscente, quella sera indossavo una maglia rosa accollata ed un paio di jeans aderenti che mi fasciavano le belle gambe, gli uomini presenti mi mangiarono con gli occhi.
Mi avvicinai al bancone ed ordinai: «Un caffè, per favore».
Il barista, me lo servì senza dire una parola, ma senza preoccuparsi di non dare a vedere che mi guardava il seno abbondante, porto la quarta, anche se coperto dalla maglia.
Buttai giù il caffè, a disagio, poi chiesi: «Dov’è il bagno?», l’uomo lo indicò con un grugnito.
Mi avviai sentendomi gli occhi rapaci dell’uomo sul mio sedere tondo.
Aprii la porta del bagno delle donne e mi stupii di trovarlo pulito, anche se abbastanza stretto, chiusi a chiave, mi abbassai i jeans e le mutandine. Mi lascia sfuggire un sospiro di piacere quando liberai la vescica.
“Finalmente”, pensai. Presi la carta igienica e mi pulii, poi mentre mi stavo alzando, da un buco nel muro ad altezza bacino spuntò un pene davvero grosso e lungo.
«OH! Chi è?», esclamai sorpresa, ancora con i jeans abbassati. Prima che riuscissi a realizzare cosa stava succedendo, dal muro opposto ne uscì un altro.
Li guardai meglio: il primo era circonciso e circa sui 20 centimetri con una grossa vena che lo percorreva, mentre il secondo leggermente più corto, ma più largo aveva il glande gonfio e rosso.
Iniziai a sentirmi umida fra le gambe, ma non sapevo bene cosa fare: mi trovavo in un bagno pubblico con due peni duri sconosciuti che spuntavano dalle pareti. Mi sentivo come la ragazza protagonista di un racconto erotico che avevo letto qualche tempo prima. Lei non aveva esitato a fare sesso orale con il pene sconosciuto. Ma ora me li trovavo davanti per davvero ed in più erano due.
In due peni non accennavano a ritirarsi. Ormai ero abbastanza eccitata dalla situazione e perciò senza quasi neanche pensarci li presi contemporaneamente con le mani.
Erano entrambi durissimi e caldi, non so se per il fatto di avermi sentita fare pipì o se per altro. Iniziai a masturbarli lentamente rimanendo seduta con i jeans abbassati.
Poi pensai: “È da un bel po’ che non vedo due bei cazzoni come questi… si meritano più di una misera sega”. Rimanevo un po’ titubante perché non sapevo il livello di igiene dei due, però mi resi conto che avevo un lago fra le gambe, ero eccitatissima dalla situazione. Mi girai verso il primo che era uscito, aveva un gradevole profumo di maschio, molto invitante. Gli diedi una leccata lungo l’asta fino ad arrivare al glande. Il pene ebbe un sussulto e sentii un lieve gemito oltre il muro. Mi voltai verso l’altro, che aveva un odore più intenso, ma non sgradevole, e feci la stessa cosa anche con lui, che reagì più o meno allo stesso modo. Aprii la bocca e lo presi fra le labbra, iniziando a muovere la testa lentamente, mentre con la mano continuavo a masturbare l’altro. Dopo un po’, mi girai e iniziai a succhiare l’altro. Ci stavo prendendo gusto e muovevo la testa più velocemente, con la lingua leccavo sotto al glande, il punto più sensibile, percorrevo tutta l’asta e lo ringhiottivo.
Tornai sull’altro, prima leccai per bene tutto, poi lo presi più possibile in bocca. Mentre lo succhiavo, con la mano che non masturbava l’altro, iniziai a toccarmi fra le gambe, neanche io mi aspettavo si trovarmi così bagnata. Iniziai a mugolare di piacere e questo fece eccitare ancora di più l’uomo di cui avevo il pene in bocca, perché lo sentii sussultare più volte fra le mie labbra. Dopo non molto lo sentii ansimare più forte e il suo pene si irrigidì ancora di più. Il suo sperma mi schizzò in gola abbondante, facendomi tossire. Mi uscì dalla bocca e mi colò sui jeans, inghiottii il resto ed esclamai: «Potevi avvertire!», ma lo ripresi in bocca ancora una volta prima che lo ritraesse attraverso il buco.
Adesso ne avevo solo più uno a cui dedicare tutte le mie attenzioni. Mi inginocchiai davanti al buco e lo ripresi in bocca con lo sperma dell’altro ancora sul mento. Lo succhiavo con foga, mentre con una mano lo masturbavo seguendo i miei movimenti con la testa e con l’altra mi masturbavo.
Continuai per un bel po’, sentendo gemere lui più forte di me, poi esclamai: «Visto che duri così tanto ti sei meritato una bella sorpresa».
Mi tolsi la maglietta, mi sganciai il reggiseno e li appesi alla maniglia della porta, poi sputai sul pene e me lo misi fra i miei seni grandi e morbidi iniziando a muovermi su e giù tenendogli stretti attorno. Sentii dei gemiti di approvazione.
Quando riuscivo gli davo anche una bella leccata sul glande gonfio. Mentre mi muovevo i miei capezzoli eccitati sfregavano contro il muro liscio provocandomi un piacevole solletico.
L’uomo non ci mise molto a raggiungere l’orgasmo e mi schizzò alla sprovvista in faccia e sui seni. Aveva ancora più sperma dell’altro e mi coprì letteralmente.
Gli diedi un’ultima leccata, poi mi alzai e cercai di pulirmi con la carta igienica, ma senza specchio non era molto facile. Mi rivestii ed uscì pian piano. Nell’antibagno c’era uno specchio, mi tolsi ancora una goccia che avevo su una guancia poi tornai nel bar. Mentre mi avvicinavo alla porta notai che il barista mi fece l’occhiolino. “Che sia stato il suo uno dei due cazzi?”, mi chiesi.
Il senso di disagio che avevo provato sentendomi i suoi occhi puntati sul mio sedere era svanito.
Mi leccai le labbra per sentire ancora il sapore di sborra che mi era rimasto in bocca, poi dissi tra me e me: “Mmm proprio buono, penso che eviterò più spesso di andare in bagno prima di uscire dal lavoro”.
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