Una moglie timida, ma... La mia troia (Spin-off) Parte 3
di
Jimpoi
genere
tradimenti
Anche se Elena non voleva ammetterlo, Dante aveva capito che ormai sua moglie non avrebbe potuto più fare a meno di Andrea, le piaceva essere trattata da zoccola da un ragazzo più giovane mente suo marito stava a guardare.
Qualche giorno dopo arrivò un messaggio a Dante in cui Andrea diceva che li avrebbe voluti vedere la sera stessa ed anche il modo in cui doveva essere vestita Elena e come sarebbe dovuta arrivare a casa sua.
Quando Dante glielo disse, Elena rispose con un secco: «Non se ne parla!».
«Ok, allora lo dico ad Andrea… non penso che la prenderà bene».
«No! Aspetta… un attimo… devo pensarci…», rispose Elena titubante. Aveva voglia di vedere Andrea ma quello che le chiedeva era forse troppo.
«Mi ha scritto che se non gli do conferma in cinque minuti possiamo anche non sentirci mai più», la incalzò Dante.
Elena non aveva mai goduto tanto come con Andrea e sentì chiudersi lo stomaco nel sentire il messaggio e rispose di getto: «No ti prego! Digli che va bene. Farò quello che mi ha chiesto».
«Ok allora glielo dico. Inizia a prepararti, non vorrai arrivare in ritardo», le disse Dante.
Elena si fece una bella doccia rilassante poi si mise lo smalto rosso sulle unghie di mani e piedi, si depilò accuratamente la vagina, poi tenendo l’accappatoio andò in camera e si sedette davanti allo specchio, truccò i suoi occhi neri marcando bene il contorno con la matita ed abbondò con il mascara sulle ciglia, poi gonfiò le sue labbra già carnose con un rossetto rosso. Abiti come voleva Andrea lei non aveva quindi cercò di adattare i suoi: indossò la gonna più corta che aveva, la tirò su fino a scoprire più di metà delle cosce, si mise una camicetta che lasciò sbottonata fino quasi sotto i seni non contenuti dal reggiseno, infine prese i sandali con il tacco 12 che aveva messo si e no due volte. Si guardò allo specchio a figura intera dell’anta dell’armadio e pensò: “Sembri proprio una puttana”, rendendosi conto che se avesse avuto le mutandine sarebbero state umide.
Andrea aveva ordinato a Dante di uscire di casa prima di sua moglie, quindi Elena dovette avviarsi da sola. Appena fu in strada arrossì violentemente, sperava di non incontrare nessuno che conosceva. Camminava con la testa china e le orecchie piene del ticchettio dei suoi tacchi alti sul marciapiede. Erano circa le 21 quindi era già buio, un’auto le rallentò a fianco e lei si girò d’istinto: vide un uomo sulla trentina che la guardava con occhi vogliosi, lei si girò di scatto ed accelerò il passo, rendendosi conto che i suoi seni prosperosi sobbalzavano senza il reggiseno. Fortunatamente l’auto riprese velocità e si allontanò.
Elena era imbarazzatissima e sperava di arrivare il più presto possibile. Altre auto passarono senza rallentare, ma ad un certo punto una le si affiancò con il finestrino abbassato e l’uomo all’interno, sulla cinquantina e con una gran pancia, le disse: «Ehi troia! Quanto vuoi per una scopata?».
Elena avvampò ed allungò il passo, non riuscì a formulare una risposta.
«Fai la timida? Dai che mi piacciono quelle tettone come te», continuò l’uomo, ma Elena rispose quasi sottovoce: «No».
«Non mi piacciono le puttane che fanno tante storie per prendere un cazzo», esclamò l’uomo accelerando ed andandosene. Elena aveva il cuore che batteva a mille, però essere insultata e creduta una prostituta nonostante le desse fastidio, le faceva provare una sorta di eccitazione.
Giuse finalmente a casa di Andrea, vide la macchina di Dante parcheggiata davanti, si avvicinò al portoncino d’ingresso e suonò il campanello, la porta di aprì e lei entrò. Nel salotto vide Dante ed Andrea seduti su due poltrone.
«Come è stata la passeggiata? Ti piace fare la troia?», chiese Andrea. Elena si sentì arrossire, non voleva ammetterlo con se stessa, figuriamoci con suo marito davanti.
«Scommetto che se ti metto la mano sotto la gonna sei bagnata», proseguì Adrea, «Vieni qui zoccola! Ti meriti un premio».
Elena si rese conto di essere effettivamente bagnata e l’idea di ricevere il suo premio la eccitava ancora di più. Si avvicinò ad Andrea e lui, appena fu a tiro, le infilò una mano sotto la gonna e la toccò con le sue dita ruvide. Le sfuggì un gemito sorpreso, sentì un dito entrare dentro di lei. «Brava troia, mi piaci bagnata», disse Andrea, poi le infilò una mano nella scollatura e le strappò la camicetta. «Ehi! Piano!», esclamò contrariata la donna. Il ragazzo le diede uno schiaffo su un seno e le disse: «Zitta troia! Ora in ginocchio!». Ogni volta che la chiamava così Elena non riusciva a replicare, si inginocchiò davanti ad Andrea, gli aprì i pantaloni e tirò fuori il suo pene durissimo. Si rese conto che lo bramava come mai le era capitato, lo prese con la mano e se lo avvicinò al viso, lo annusò, adorava l’odore di maschio che emanava, ammirò la cappella grande e gonfia, l’asta larga e lunga percorsa da vene pulsanti. Andrea si godette lo sguardo adorante della donna. Anche Dante era eccitatissimo, ma sapeva che Andrea non voleva che si masturbasse li con loro. Elena prese la cappella fra le labbra ed iniziò a succhiare. Pian piano cercava di prenderlo tutto, lo voleva tutto. Andrea le mise una mano sulla testa spingendola giù, lei sentì il pene arrivarle in gola e la vagina grondare. Le mancava il fiato, ma non voleva cedere. Alla fine Andrea la lasciò tornare su, ma appena ebbe ripreso fiato la rispinse giù. Dopo averlo fatto parecchie volte, Andrea la lasciò libera ed Elena scese a leccargli i testicoli rasati mentre lo segava lentamente con la mano. Il ragazzo mise un piede sul divano e le disse: «Leccami il culo troia!» Elena scese pian piano fino ad arrivare all’ano, iniziò a leccarlo docilmente, e pian piano riuscì a far entrare la punta della lingua.
«Sei una brava troia», disse Andrea ed Elena le rispose: «Grazie. Ora ti prego. Voglio il tuo cazzo dentro di me!».
Dante aveva il pene che scoppiava nel vederla e sentirla così, Andrea la mise sul divano, le tirò su la gonna e le allargò le gambe, la penetrò con due dita la vagina fradicia dicendole: «Te lo sei meritato». Lei gemeva già di piacere quando lui le entrò con forza nell’ano con il suo pene bagnato di saliva. Lei gridò, le fece male, ma, anche grazie alle dita dentro la vagina, velocemente iniziò a godere, il suo ano si stava abituando ad essere riempito dal grosso pene del ragazzo. Iniziò a muoversi con un ritmo elevato mentre Elena gridava di piacere.
«Godi troia! Ti piace farti sfondare il culo!», esclamò Andrea mentre le schiaffeggiava i seni nudi che sobbalzavano sotto i suoi colpi.
«La tua mammina ha bisogno di un ciuccio, grida troppo», esclamò Andrea rivolto a Dante, «dalle il tuo cazzo da cornuto».
Dante non perse tempo, si avvicinò ai due e tirò fuori il pene durissimo, Elena lo prese subito in bocca e le sue grida si trasformarono in forti mugolii. Ormai Andrea la sbatteva forte entrando ed uscendo per intero con il pene, Dante era così eccitato che le venne quasi subito in bocca ed Elena ingoiò tutto lo sperma, anche se di solito era restia a farlo con suo marito.
Anche Andrea si stava avvicinando all’orgasmo e mentre Elena aveva ancora in bocca il pene di Dante, svuotò il suo sperma dentro l’ano della donna che lanciò un grido di piacere. Quando tirò fuori il pene, lo sperma colò dall’ano dilatato, Andrea lo prese sulle dita e glielo diede in bocca, Elena gli succhiò avidamente le dita.
«Sei una brava troia! La mia troia», disse Andrea. Elena lo guardò con occhi eccitati e fece un sorriso malizioso.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Qualche giorno dopo arrivò un messaggio a Dante in cui Andrea diceva che li avrebbe voluti vedere la sera stessa ed anche il modo in cui doveva essere vestita Elena e come sarebbe dovuta arrivare a casa sua.
Quando Dante glielo disse, Elena rispose con un secco: «Non se ne parla!».
«Ok, allora lo dico ad Andrea… non penso che la prenderà bene».
«No! Aspetta… un attimo… devo pensarci…», rispose Elena titubante. Aveva voglia di vedere Andrea ma quello che le chiedeva era forse troppo.
«Mi ha scritto che se non gli do conferma in cinque minuti possiamo anche non sentirci mai più», la incalzò Dante.
Elena non aveva mai goduto tanto come con Andrea e sentì chiudersi lo stomaco nel sentire il messaggio e rispose di getto: «No ti prego! Digli che va bene. Farò quello che mi ha chiesto».
«Ok allora glielo dico. Inizia a prepararti, non vorrai arrivare in ritardo», le disse Dante.
Elena si fece una bella doccia rilassante poi si mise lo smalto rosso sulle unghie di mani e piedi, si depilò accuratamente la vagina, poi tenendo l’accappatoio andò in camera e si sedette davanti allo specchio, truccò i suoi occhi neri marcando bene il contorno con la matita ed abbondò con il mascara sulle ciglia, poi gonfiò le sue labbra già carnose con un rossetto rosso. Abiti come voleva Andrea lei non aveva quindi cercò di adattare i suoi: indossò la gonna più corta che aveva, la tirò su fino a scoprire più di metà delle cosce, si mise una camicetta che lasciò sbottonata fino quasi sotto i seni non contenuti dal reggiseno, infine prese i sandali con il tacco 12 che aveva messo si e no due volte. Si guardò allo specchio a figura intera dell’anta dell’armadio e pensò: “Sembri proprio una puttana”, rendendosi conto che se avesse avuto le mutandine sarebbero state umide.
Andrea aveva ordinato a Dante di uscire di casa prima di sua moglie, quindi Elena dovette avviarsi da sola. Appena fu in strada arrossì violentemente, sperava di non incontrare nessuno che conosceva. Camminava con la testa china e le orecchie piene del ticchettio dei suoi tacchi alti sul marciapiede. Erano circa le 21 quindi era già buio, un’auto le rallentò a fianco e lei si girò d’istinto: vide un uomo sulla trentina che la guardava con occhi vogliosi, lei si girò di scatto ed accelerò il passo, rendendosi conto che i suoi seni prosperosi sobbalzavano senza il reggiseno. Fortunatamente l’auto riprese velocità e si allontanò.
Elena era imbarazzatissima e sperava di arrivare il più presto possibile. Altre auto passarono senza rallentare, ma ad un certo punto una le si affiancò con il finestrino abbassato e l’uomo all’interno, sulla cinquantina e con una gran pancia, le disse: «Ehi troia! Quanto vuoi per una scopata?».
Elena avvampò ed allungò il passo, non riuscì a formulare una risposta.
«Fai la timida? Dai che mi piacciono quelle tettone come te», continuò l’uomo, ma Elena rispose quasi sottovoce: «No».
«Non mi piacciono le puttane che fanno tante storie per prendere un cazzo», esclamò l’uomo accelerando ed andandosene. Elena aveva il cuore che batteva a mille, però essere insultata e creduta una prostituta nonostante le desse fastidio, le faceva provare una sorta di eccitazione.
Giuse finalmente a casa di Andrea, vide la macchina di Dante parcheggiata davanti, si avvicinò al portoncino d’ingresso e suonò il campanello, la porta di aprì e lei entrò. Nel salotto vide Dante ed Andrea seduti su due poltrone.
«Come è stata la passeggiata? Ti piace fare la troia?», chiese Andrea. Elena si sentì arrossire, non voleva ammetterlo con se stessa, figuriamoci con suo marito davanti.
«Scommetto che se ti metto la mano sotto la gonna sei bagnata», proseguì Adrea, «Vieni qui zoccola! Ti meriti un premio».
Elena si rese conto di essere effettivamente bagnata e l’idea di ricevere il suo premio la eccitava ancora di più. Si avvicinò ad Andrea e lui, appena fu a tiro, le infilò una mano sotto la gonna e la toccò con le sue dita ruvide. Le sfuggì un gemito sorpreso, sentì un dito entrare dentro di lei. «Brava troia, mi piaci bagnata», disse Andrea, poi le infilò una mano nella scollatura e le strappò la camicetta. «Ehi! Piano!», esclamò contrariata la donna. Il ragazzo le diede uno schiaffo su un seno e le disse: «Zitta troia! Ora in ginocchio!». Ogni volta che la chiamava così Elena non riusciva a replicare, si inginocchiò davanti ad Andrea, gli aprì i pantaloni e tirò fuori il suo pene durissimo. Si rese conto che lo bramava come mai le era capitato, lo prese con la mano e se lo avvicinò al viso, lo annusò, adorava l’odore di maschio che emanava, ammirò la cappella grande e gonfia, l’asta larga e lunga percorsa da vene pulsanti. Andrea si godette lo sguardo adorante della donna. Anche Dante era eccitatissimo, ma sapeva che Andrea non voleva che si masturbasse li con loro. Elena prese la cappella fra le labbra ed iniziò a succhiare. Pian piano cercava di prenderlo tutto, lo voleva tutto. Andrea le mise una mano sulla testa spingendola giù, lei sentì il pene arrivarle in gola e la vagina grondare. Le mancava il fiato, ma non voleva cedere. Alla fine Andrea la lasciò tornare su, ma appena ebbe ripreso fiato la rispinse giù. Dopo averlo fatto parecchie volte, Andrea la lasciò libera ed Elena scese a leccargli i testicoli rasati mentre lo segava lentamente con la mano. Il ragazzo mise un piede sul divano e le disse: «Leccami il culo troia!» Elena scese pian piano fino ad arrivare all’ano, iniziò a leccarlo docilmente, e pian piano riuscì a far entrare la punta della lingua.
«Sei una brava troia», disse Andrea ed Elena le rispose: «Grazie. Ora ti prego. Voglio il tuo cazzo dentro di me!».
Dante aveva il pene che scoppiava nel vederla e sentirla così, Andrea la mise sul divano, le tirò su la gonna e le allargò le gambe, la penetrò con due dita la vagina fradicia dicendole: «Te lo sei meritato». Lei gemeva già di piacere quando lui le entrò con forza nell’ano con il suo pene bagnato di saliva. Lei gridò, le fece male, ma, anche grazie alle dita dentro la vagina, velocemente iniziò a godere, il suo ano si stava abituando ad essere riempito dal grosso pene del ragazzo. Iniziò a muoversi con un ritmo elevato mentre Elena gridava di piacere.
«Godi troia! Ti piace farti sfondare il culo!», esclamò Andrea mentre le schiaffeggiava i seni nudi che sobbalzavano sotto i suoi colpi.
«La tua mammina ha bisogno di un ciuccio, grida troppo», esclamò Andrea rivolto a Dante, «dalle il tuo cazzo da cornuto».
Dante non perse tempo, si avvicinò ai due e tirò fuori il pene durissimo, Elena lo prese subito in bocca e le sue grida si trasformarono in forti mugolii. Ormai Andrea la sbatteva forte entrando ed uscendo per intero con il pene, Dante era così eccitato che le venne quasi subito in bocca ed Elena ingoiò tutto lo sperma, anche se di solito era restia a farlo con suo marito.
Anche Andrea si stava avvicinando all’orgasmo e mentre Elena aveva ancora in bocca il pene di Dante, svuotò il suo sperma dentro l’ano della donna che lanciò un grido di piacere. Quando tirò fuori il pene, lo sperma colò dall’ano dilatato, Andrea lo prese sulle dita e glielo diede in bocca, Elena gli succhiò avidamente le dita.
«Sei una brava troia! La mia troia», disse Andrea. Elena lo guardò con occhi eccitati e fece un sorriso malizioso.
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