Il vicino di casa
di
Jimpoi
genere
masturbazione
Erano circa le 8 di sera e come al solito nelle serate estive ero stesa sul letto a leggere. Faceva un caldo terribile e l’aria del ventilatore mi dava un certo sollievo correndo sul mio corpo ancora umido dalla doccia appena fatta e coperto solo da un paio di mutandine e da una canottiera comoda.
La finestra a fianco al mio letto era spalancata per fare entrare la prima frescura serale ed io, con la coda dell’occhio, notai che la finestra del palazzo di fronte era aperta. Non ci feci molto caso e tornai ad immergermi nel mio romanzo.
Fui distratta dopo poco da un movimento all’interno della finestra di fronte: era entrato un ragazzo.
Lo guardai meglio e vidi che non lo avevo mai visto, ma era molto bello: sulla venticinquina, i capelli biondi lunghi erano legati in una coda, le braccia erano muscolose. Si tolse la maglietta e notai che aveva un fisico niente male.
Ormai avevo perso interesse per la mia lettura, soprattutto perché la stanza in cui era il ragazzo era il bagno.
Dandomi le spalle, si tolse anche i pantaloncini e i boxer, aveva un marcato segno dell’abbronzatura e il suo sedere chiaro sembrava molto sodo.
Mi avvicinai alla finestra per guardare meglio, non riuscivo a capire se la mia curiosità si stava trasformando in qualcos’altro. Il mio appartamento era di un piano superiore al suo, quindi vidi molto bene il ragazzo avvicinarsi al water e fare pipì, poi si voltò e finalmente vidi il suo pene: era ovviamente a riposo, ma era di notevoli dimensioni, aveva il pube e i testicoli completamente rasati.
“Chissà quando è duro quant’è grosso…”, pensai mentre sentivo i capezzoli inturgidirsi e premere contro il cotone della canottiera.
Si sciolse i capelli ed entrò nella doccia, per mia fortuna era proprio davanti alla finestra e con il box trasparente, quindi lo vidi mentre apriva l’acqua e la lasciava scorrere a lungo sul suo corpo così sexy.
Prese il flacone del bagnoschiuma e iniziò ad insaponarsi prima i capelli e poi il corpo. Le sue mani passarono sui pettorali e scesero sugli addominali scolpiti.
Quasi involontariamente anche la mia mano scese fra le mie gambe, insinuandosi sotto le mutandine. La mia vagina coperta da una leggera peluria era già bagnata. Era da un bel po’ che non andavo con un uomo. Il mio dito esperto accarezzava il clitoride piano, con movimenti leggermente circolari.
Intanto i miei occhi non si staccavano dal suo pene, ora lo stava insaponando con cura, tirando indietro la pelle che ricopriva il glande e massaggiandosi i testicoli.
Speravo quasi che mi vedesse, rossa in viso e con lo sguardo che non perdeva un secondo il suo pene e il suo corpo. Avevo un gran caldo ed iniziavo a sudare, mi tolsi la canottiera, quasi a volergli mostrare la mia terza di seno bella soda. La mia mano tornò di nuovo fra le gambe, ora più liberamente, visto che mi ero calata le mutandine fino alle ginocchia.
Ero molto eccitata e il mio dito si muoveva più velocemente, facendomi provare quel piacere che conoscevo bene. Trattenevo a stento i gemiti.
Il ragazzo aveva di nuovo aperto l’acqua e si stava sciacquando; di nuovo fece scorrere l’acqua sul suo corpo a lungo, giocherellando con il suo pene.
Uscì dalla doccia e si asciugò con un asciugamano i capelli, mentre io ammiravo il suo corpo reso lucido dall’acqua che aveva ancora addosso, poi si legò l’asciugamano alla vita. In quel momento raggiunsi un orgasmo tanto intenso quanto inaspettato. Mi lasciai sfuggire un gemito molto forte.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di me e mi vide: avevo ancora la bocca aperta, ero nuda per quello che poteva vedere lui e lo stavo guardando visibilmente eccitata.
Mi fece l’occhiolino sorridendo e aprì l’asciugamano, come a concedermi un’ultima visione del suo pene e poi uscì dal bagno.
Io ero pietrificata dall’imbarazzo e non riuscivo ad allontanarmi dalla finestra.
Quando mi ripresi mi buttai sul letto e scoppiai a ridere pensando: “Ti sei fatta beccare a masturbarti guardando il vicino che fa la doccia come una ragazzina! Evviva la maturità dei quarant’anni!”.
Mi alzai e mi feci un’altra bella doccia fredda. La finestra con il vetro opaco del mio bagno era ben chiusa e con la tendina tirata.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
La finestra a fianco al mio letto era spalancata per fare entrare la prima frescura serale ed io, con la coda dell’occhio, notai che la finestra del palazzo di fronte era aperta. Non ci feci molto caso e tornai ad immergermi nel mio romanzo.
Fui distratta dopo poco da un movimento all’interno della finestra di fronte: era entrato un ragazzo.
Lo guardai meglio e vidi che non lo avevo mai visto, ma era molto bello: sulla venticinquina, i capelli biondi lunghi erano legati in una coda, le braccia erano muscolose. Si tolse la maglietta e notai che aveva un fisico niente male.
Ormai avevo perso interesse per la mia lettura, soprattutto perché la stanza in cui era il ragazzo era il bagno.
Dandomi le spalle, si tolse anche i pantaloncini e i boxer, aveva un marcato segno dell’abbronzatura e il suo sedere chiaro sembrava molto sodo.
Mi avvicinai alla finestra per guardare meglio, non riuscivo a capire se la mia curiosità si stava trasformando in qualcos’altro. Il mio appartamento era di un piano superiore al suo, quindi vidi molto bene il ragazzo avvicinarsi al water e fare pipì, poi si voltò e finalmente vidi il suo pene: era ovviamente a riposo, ma era di notevoli dimensioni, aveva il pube e i testicoli completamente rasati.
“Chissà quando è duro quant’è grosso…”, pensai mentre sentivo i capezzoli inturgidirsi e premere contro il cotone della canottiera.
Si sciolse i capelli ed entrò nella doccia, per mia fortuna era proprio davanti alla finestra e con il box trasparente, quindi lo vidi mentre apriva l’acqua e la lasciava scorrere a lungo sul suo corpo così sexy.
Prese il flacone del bagnoschiuma e iniziò ad insaponarsi prima i capelli e poi il corpo. Le sue mani passarono sui pettorali e scesero sugli addominali scolpiti.
Quasi involontariamente anche la mia mano scese fra le mie gambe, insinuandosi sotto le mutandine. La mia vagina coperta da una leggera peluria era già bagnata. Era da un bel po’ che non andavo con un uomo. Il mio dito esperto accarezzava il clitoride piano, con movimenti leggermente circolari.
Intanto i miei occhi non si staccavano dal suo pene, ora lo stava insaponando con cura, tirando indietro la pelle che ricopriva il glande e massaggiandosi i testicoli.
Speravo quasi che mi vedesse, rossa in viso e con lo sguardo che non perdeva un secondo il suo pene e il suo corpo. Avevo un gran caldo ed iniziavo a sudare, mi tolsi la canottiera, quasi a volergli mostrare la mia terza di seno bella soda. La mia mano tornò di nuovo fra le gambe, ora più liberamente, visto che mi ero calata le mutandine fino alle ginocchia.
Ero molto eccitata e il mio dito si muoveva più velocemente, facendomi provare quel piacere che conoscevo bene. Trattenevo a stento i gemiti.
Il ragazzo aveva di nuovo aperto l’acqua e si stava sciacquando; di nuovo fece scorrere l’acqua sul suo corpo a lungo, giocherellando con il suo pene.
Uscì dalla doccia e si asciugò con un asciugamano i capelli, mentre io ammiravo il suo corpo reso lucido dall’acqua che aveva ancora addosso, poi si legò l’asciugamano alla vita. In quel momento raggiunsi un orgasmo tanto intenso quanto inaspettato. Mi lasciai sfuggire un gemito molto forte.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di me e mi vide: avevo ancora la bocca aperta, ero nuda per quello che poteva vedere lui e lo stavo guardando visibilmente eccitata.
Mi fece l’occhiolino sorridendo e aprì l’asciugamano, come a concedermi un’ultima visione del suo pene e poi uscì dal bagno.
Io ero pietrificata dall’imbarazzo e non riuscivo ad allontanarmi dalla finestra.
Quando mi ripresi mi buttai sul letto e scoppiai a ridere pensando: “Ti sei fatta beccare a masturbarti guardando il vicino che fa la doccia come una ragazzina! Evviva la maturità dei quarant’anni!”.
Mi alzai e mi feci un’altra bella doccia fredda. La finestra con il vetro opaco del mio bagno era ben chiusa e con la tendina tirata.
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