Una moglie timida, ma sei la mia troia (Spin-off) Parte 1
di
Jimpoi
genere
tradimenti
Andrea suonò il campanello e Dante gli aprì salutandolo cordialmente. Lo aveva chiamato perché una delle finestre che avevano installato da poco funzionava male.
«Buongiorno. Scusate il ritardo, ma ho trovato un po’ di traffico. Qual è la finestra che non funziona bene?», chiese Andrea.
«Quella del salotto. Ti faccio strada».
Andrea seguì Dante, nel salotto c’era Elena, la moglie, che stava cambiando la fodera del divano. Andrea, già quando era con il suo collega a montare le finestre, l’aveva sempre trovata molto attraente: era una donna sui quarantacinque anni, con i capelli e gli occhi neri, il suo fisico era ammorbidito dalla due gravidanze, ma per niente flaccido.
«Buongiorno», salutò Andrea e lei rispose: «Buongiorno a te. Come va?».
«Tutto bene. Allora, diamo un’occhiata a questa finestra». Fece girare la maniglia un paio di volte. Era in effetti abbastanza dura. Poi la regolò un po’, provò di nuovo, ma non era ancora a posto. Dopo circa 10 minuti di brugole e chiavi, Andrea disse: «Ecco fatto. Ricordatevi di fare i movimenti della maniglia correttamente. La forbice della ribalta era uscita dalla sede. Era per quello che non funzionava».
«Ok staremo più attenti, grazie. Quant’è?», chiese Dante, intanto Elena era andata a sistemare la camera da letto.
«Sono 100 euro».
«Non ci hai messo molto, non puoi farci un po’ di sconto?», chiese Dante.
«Mi spiace, ma meno di così non posso».
«Ok, allora aspetta che vado a prenderli di la».
Dante andò nella camera da letto e disse a sua moglie: «Elena, ci ha chiesto 100 euro. Magari riesci a farci fare un po’ di sconto».
«E come faccio?», chiese Elena.
«Fai un po’ la carina, offrigli il caffè e, non so, magari apri un bottone del vestito…».
«Ma che dici? Per 100 euro non farò queste cose», rispose arrabbiata la donna.
«Dai, non ti sto chiedendo di andarci a letto, solo sedurlo un po’». Dopo cinque minuti abbondanti di battibecco, Dante riuscì a convincerla, le sbottonò un bottone del vestito blu da casa, le diede un bacio sulle labbra ed Elena aggiunse Andrea dicendogli: «Mio marito deve andare un attimo al bancomat a ritirare i soldi, intanto accomodati in cucina così ti offro un caffè». Gli fece strada ancheggiando in modo sensuale. Andrea si accomodò al tavolo ed Elena, dopo ave preparato il caffè, si sedette davanti a lui, lasciò cadere silenziosamente l’infradito e iniziò ad accarezzare la tibia scoperta di Andrea, indossava i pantaloncini corti visto che era estate. Il ragazzo fece finta di niente anche se Elena era rossa in viso dall’imbarazzo, poi la donna esordì con voce sensuale: «Sei stato molto bravo con la finestra e non ci ha messo molto, potresti farci uno sconticino?».
«Non posso, decide il mio capo purtroppo», rispose Andrea sorseggiando il caffè, anche se avvertì un fremito fra le gambe.
Il piede di Elena salì lungo la gamba di Andrea mentre lei appoggiava i gomiti sul tavolo e stringeva i seni fra le braccia. Il piedino della donna approdò sul pacco già durissimo del ragazzo, «Allora, davvero niente sconto?».
«Non… so… è che il mio capo… non posso…», rispose visibilmente imbarazzato il ragazzo. A quel punto la voce di Dante disse: «Amore mio, mi sa che bisogna convincerlo meglio. Sedetevi sul divano». Entrambi sussultarono, ma poi Dante prese per mano sua moglie e la condusse verso il divano, poi rivolto ad Andrea disse: «Tranquillo, vieni qui con noi». Elena era seduta sul divano, Dante era in piedi vicino a lei e le teneva la mano, la donna era molto confusa, non aveva idea di cosa voleva fare suo marito. Dante sbottonò un altro bottone del vestito di sua moglie che esclamò: «Cosa fai?», e tentò di coprirsi con la mano.
«Vedi come lo hai fatto eccitare? Non ne sei contenta?», proseguì Dante sbottonando l’ultimo bottone. Ora il reggiseno di pizzo rosa della donna era completamente scoperto ed Andrea non riusciva a non guardarle i seni grandi e chiari.
Dante con un movimento rapido sganciò il reggiseno di Elena e lo fece cadere a terra. La donna arrossì violentemente e si coprì con le mani esclamando: «Ma sei matto?». Dante la ignorò e disse ad Andrea: «Ora tocca a te, tiralo fuori».
Il ragazzo ormai era eccitatissimo, si sbottonò i pantaloni e fece guizzare fuori il suo pene durissimo, lungo e grosso. Gli occhi neri di Elena si fissarono su di esso.
«Amore è il mio sogno vederti con un altro, lui ti piace?», disse Dante. Elena si stava eccitando vedendo quel pene giovane, Andrea aveva 26 anni, duro per lei, quindi annuì.
«Hai notato come ti guarda i piedi, amore? Secondo me sarebbe felice se glieli concedessi», Elena, ormai in preda all’eccitazione, si appoggiò al bracciolo e sollevò i piedi verso il pene di Andrea, appena lo toccò ebbe un sussulto. La donna li teneva molto curati, con le unghie smaltate di rosso e le piante ammorbidite dalle creme che usava spesso. Si muoveva lentamente, accarezzando il glande, poi masturbandolo fra le piante, non dimenticò neanche i testicoli, Andrea ogni tanto si portava uno di quei bellissimi piedini alla bocca e lo baciava, inumidendolo e facilitandone lo scorrimento sul suo pene. Dante, intanto, aveva iniziato a masturbarsi lentamente, poi disse a sua moglie: «Succhiamelo», la donna non esitò a farlo e l’uomo iniziò a toccarla fra le gambe trovandola bagnatissima.
«Ti piace fare la troia, amore mio?», chiese Dante. Come risposta la vagina si bagnò ancora di più. Poi fece segno ad Andrea di avvicinarsi, così che la donna potesse succhiare entrambi i peni. Elena li prese in mano, poi prese fra le labbra quello del ragazzo. Era molto brava, sapeva dove andare con la lingua e cosa fare con le labbra, dopo un po’ tornò a quello di suo marito e il ragazzo disse: «La tua troia è proprio brava!». Elena lo guardò con occhi eccitati succhiando con ancora più foga. Ad un certo punto la donna esclamò: «Voglio il tuo cazzo!», si spogliò completamente e si mise a pecorina sul divano, accarezzandosi la vagina. Stavolta a stupirsi fu Dante nel vedere sua moglie, di solito timida e riservata, trasformarsi in una “troia affamata di cazzo”. Andrea si mise dietro di lei e la penetrò con un affondo deciso che le strappò un gemito molto forte. Il ragazzo le mise le mani sul sedere stringendo i suoi glutei morbidi. La donna gridava il suo piacere senza contegno. Raggiunse subito un intenso orgasmo.
«Dammelo in bocca, ti prego!», chiese tra i gemiti a suo marito. Lui si avvicinò e lei iniziò a succhiarlo come non aveva mai fatto. Dante godeva moltissimo ed infatti dopo poco esclamò: «Bevi la mia sborra, troia!», le venne in faccia con tre fiotti di sperma caldo. Elena non perse tempo e ripulì per bene il pene di suo marito, mentre Andrea continuava a sbatterla forte.
«Voglio anche la tua sborra in faccia!», chiese la donna dopo aver raggiunto l’ennesimo orgasmo. Allora Andrea si mise in piedi davanti a lei e vedendo il suo bel viso mediterraneo coperto del orgasmo di Dante, appena lei prese in mano il suo pene, sparò il suo abbondante sperma su di lei. La donna lo ripulì per bene poi Andrea, quando ebbe ripreso fiato, disse: «La riparazione è gratuita… anzi spero che vi si rompano più spesso le finestre».
Per commenti critiche e richieste antom93@libero.it
«Buongiorno. Scusate il ritardo, ma ho trovato un po’ di traffico. Qual è la finestra che non funziona bene?», chiese Andrea.
«Quella del salotto. Ti faccio strada».
Andrea seguì Dante, nel salotto c’era Elena, la moglie, che stava cambiando la fodera del divano. Andrea, già quando era con il suo collega a montare le finestre, l’aveva sempre trovata molto attraente: era una donna sui quarantacinque anni, con i capelli e gli occhi neri, il suo fisico era ammorbidito dalla due gravidanze, ma per niente flaccido.
«Buongiorno», salutò Andrea e lei rispose: «Buongiorno a te. Come va?».
«Tutto bene. Allora, diamo un’occhiata a questa finestra». Fece girare la maniglia un paio di volte. Era in effetti abbastanza dura. Poi la regolò un po’, provò di nuovo, ma non era ancora a posto. Dopo circa 10 minuti di brugole e chiavi, Andrea disse: «Ecco fatto. Ricordatevi di fare i movimenti della maniglia correttamente. La forbice della ribalta era uscita dalla sede. Era per quello che non funzionava».
«Ok staremo più attenti, grazie. Quant’è?», chiese Dante, intanto Elena era andata a sistemare la camera da letto.
«Sono 100 euro».
«Non ci hai messo molto, non puoi farci un po’ di sconto?», chiese Dante.
«Mi spiace, ma meno di così non posso».
«Ok, allora aspetta che vado a prenderli di la».
Dante andò nella camera da letto e disse a sua moglie: «Elena, ci ha chiesto 100 euro. Magari riesci a farci fare un po’ di sconto».
«E come faccio?», chiese Elena.
«Fai un po’ la carina, offrigli il caffè e, non so, magari apri un bottone del vestito…».
«Ma che dici? Per 100 euro non farò queste cose», rispose arrabbiata la donna.
«Dai, non ti sto chiedendo di andarci a letto, solo sedurlo un po’». Dopo cinque minuti abbondanti di battibecco, Dante riuscì a convincerla, le sbottonò un bottone del vestito blu da casa, le diede un bacio sulle labbra ed Elena aggiunse Andrea dicendogli: «Mio marito deve andare un attimo al bancomat a ritirare i soldi, intanto accomodati in cucina così ti offro un caffè». Gli fece strada ancheggiando in modo sensuale. Andrea si accomodò al tavolo ed Elena, dopo ave preparato il caffè, si sedette davanti a lui, lasciò cadere silenziosamente l’infradito e iniziò ad accarezzare la tibia scoperta di Andrea, indossava i pantaloncini corti visto che era estate. Il ragazzo fece finta di niente anche se Elena era rossa in viso dall’imbarazzo, poi la donna esordì con voce sensuale: «Sei stato molto bravo con la finestra e non ci ha messo molto, potresti farci uno sconticino?».
«Non posso, decide il mio capo purtroppo», rispose Andrea sorseggiando il caffè, anche se avvertì un fremito fra le gambe.
Il piede di Elena salì lungo la gamba di Andrea mentre lei appoggiava i gomiti sul tavolo e stringeva i seni fra le braccia. Il piedino della donna approdò sul pacco già durissimo del ragazzo, «Allora, davvero niente sconto?».
«Non… so… è che il mio capo… non posso…», rispose visibilmente imbarazzato il ragazzo. A quel punto la voce di Dante disse: «Amore mio, mi sa che bisogna convincerlo meglio. Sedetevi sul divano». Entrambi sussultarono, ma poi Dante prese per mano sua moglie e la condusse verso il divano, poi rivolto ad Andrea disse: «Tranquillo, vieni qui con noi». Elena era seduta sul divano, Dante era in piedi vicino a lei e le teneva la mano, la donna era molto confusa, non aveva idea di cosa voleva fare suo marito. Dante sbottonò un altro bottone del vestito di sua moglie che esclamò: «Cosa fai?», e tentò di coprirsi con la mano.
«Vedi come lo hai fatto eccitare? Non ne sei contenta?», proseguì Dante sbottonando l’ultimo bottone. Ora il reggiseno di pizzo rosa della donna era completamente scoperto ed Andrea non riusciva a non guardarle i seni grandi e chiari.
Dante con un movimento rapido sganciò il reggiseno di Elena e lo fece cadere a terra. La donna arrossì violentemente e si coprì con le mani esclamando: «Ma sei matto?». Dante la ignorò e disse ad Andrea: «Ora tocca a te, tiralo fuori».
Il ragazzo ormai era eccitatissimo, si sbottonò i pantaloni e fece guizzare fuori il suo pene durissimo, lungo e grosso. Gli occhi neri di Elena si fissarono su di esso.
«Amore è il mio sogno vederti con un altro, lui ti piace?», disse Dante. Elena si stava eccitando vedendo quel pene giovane, Andrea aveva 26 anni, duro per lei, quindi annuì.
«Hai notato come ti guarda i piedi, amore? Secondo me sarebbe felice se glieli concedessi», Elena, ormai in preda all’eccitazione, si appoggiò al bracciolo e sollevò i piedi verso il pene di Andrea, appena lo toccò ebbe un sussulto. La donna li teneva molto curati, con le unghie smaltate di rosso e le piante ammorbidite dalle creme che usava spesso. Si muoveva lentamente, accarezzando il glande, poi masturbandolo fra le piante, non dimenticò neanche i testicoli, Andrea ogni tanto si portava uno di quei bellissimi piedini alla bocca e lo baciava, inumidendolo e facilitandone lo scorrimento sul suo pene. Dante, intanto, aveva iniziato a masturbarsi lentamente, poi disse a sua moglie: «Succhiamelo», la donna non esitò a farlo e l’uomo iniziò a toccarla fra le gambe trovandola bagnatissima.
«Ti piace fare la troia, amore mio?», chiese Dante. Come risposta la vagina si bagnò ancora di più. Poi fece segno ad Andrea di avvicinarsi, così che la donna potesse succhiare entrambi i peni. Elena li prese in mano, poi prese fra le labbra quello del ragazzo. Era molto brava, sapeva dove andare con la lingua e cosa fare con le labbra, dopo un po’ tornò a quello di suo marito e il ragazzo disse: «La tua troia è proprio brava!». Elena lo guardò con occhi eccitati succhiando con ancora più foga. Ad un certo punto la donna esclamò: «Voglio il tuo cazzo!», si spogliò completamente e si mise a pecorina sul divano, accarezzandosi la vagina. Stavolta a stupirsi fu Dante nel vedere sua moglie, di solito timida e riservata, trasformarsi in una “troia affamata di cazzo”. Andrea si mise dietro di lei e la penetrò con un affondo deciso che le strappò un gemito molto forte. Il ragazzo le mise le mani sul sedere stringendo i suoi glutei morbidi. La donna gridava il suo piacere senza contegno. Raggiunse subito un intenso orgasmo.
«Dammelo in bocca, ti prego!», chiese tra i gemiti a suo marito. Lui si avvicinò e lei iniziò a succhiarlo come non aveva mai fatto. Dante godeva moltissimo ed infatti dopo poco esclamò: «Bevi la mia sborra, troia!», le venne in faccia con tre fiotti di sperma caldo. Elena non perse tempo e ripulì per bene il pene di suo marito, mentre Andrea continuava a sbatterla forte.
«Voglio anche la tua sborra in faccia!», chiese la donna dopo aver raggiunto l’ennesimo orgasmo. Allora Andrea si mise in piedi davanti a lei e vedendo il suo bel viso mediterraneo coperto del orgasmo di Dante, appena lei prese in mano il suo pene, sparò il suo abbondante sperma su di lei. La donna lo ripulì per bene poi Andrea, quando ebbe ripreso fiato, disse: «La riparazione è gratuita… anzi spero che vi si rompano più spesso le finestre».
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