Una moglie timida, ma sei la mia troia (Spin-off) Parte2
di
Jimpoi
genere
tradimenti
Qualche giorno dopo, Dante stava baciando intensamente Elena, erano nudi sul loro letto, le bambine stavano già dormendo da un po’. La mano dell’uomo era fra le gambe di sua moglie, ma non la sentiva bagnata come al solito. Il sesso fra loro era sempre andato a gonfie vele, Dante si chiese cosa potesse essere successo. Scese a baciarle i capezzoli, la sentì gemere di eccitazione, ma non avvertì il solito fiume di umori iniziare a colare dalla sua vagina.
«Tutto bene, amore?», le chiese.
Elena si tirò su a sedere contro la spalliera del letto e rispose: «Ti devo dire una cosa… l’altro giorno, quando c’era il ragazzo delle finestre… beh… sai… mi avete fatto sentire… così… come dire…», la donna era rossa in viso, era molto imbarazzata e aveva paura di dire quello che le passava per la testa, «mi sono sentita così… così… troia. Ecco l’ho detto», Dante fece per dire qualcosa, ma lei proseguì con le lacrime agli occhi per la vergogna: «Fammi finire… mi è piaciuto tantissimo… non ho mai goduto così… ed ora… come dire… solo tu… non mi basti…». Elena tirò un sospiro di sollievo per essersi tolta quel peso.
Dante, invece, non poteva essere più felice, il suo sogno si stava avverando: vedere sua moglie con un altro per sua scelta.
«Quindi ti piacerebbe rifarlo con noi due insieme?», chiese Dante raggiante. Elena annuì timidamente.
Il giorno seguente, Dante chiamò Andrea, gli aveva dato il suo numero quando era a montare le finestre da loro: «Ciao Andrea. Come va?».
“Tutto bene, grazie. voi? C’è qualche problema con altre finestre?”, rispose la voce del ragazzo.
«No, è che mia moglie non ha capito bene il funzionamento, potresti venire a spigarglielo meglio? Magari stasera?».
Andrea capì al volo cosa intendeva Dante, rispose: «Certo, dopo cena sarò li da voi».
Elena a cena mangiò pochissimo, era molto tesa, Dante invece non riusciva a smettere di sorridere. Avevano mandato le bambine a dormire dai nonni, quindi avevano la serata libera.
Verso le 21 il campanello suonò, Elena saltò in piedi come una molla e Dante le disse: «Amore allora sei sicura?».
Elena esitò, poi arrossì violentemente ed infine annuì, suo marito, allora, andò alla porta e aprì ad Andrea.
Il ragazzo indossava un paio di pantaloncini corti ed una maglietta, salutando porse un bottiglia di vino dolce a Dante.
«Grazie, non dovevi. Prego, accomodati».
Elena si era riseduta sul divano in salotto, era vestita con una gonna nera lunga fino al ginocchio e una canotta abbastanza scollata, aveva scelto tutto Dante.
«Ciao, Elena, come va?», disse Andrea sedendosi accanto a lei e mettendole una mano sulla coscia. Sapeva che era lei che aveva voluto che Dante lo chiamasse e aveva tutte le intenzioni di approfittarne.
«Tutto bene grazie», rispose Elena con la voce tremante mentre Dante tornava dalla cucina con in mano tre bicchieri ed il cavatappi.
Dante stappò la bottiglia e versò il vino nei tre bicchieri, Elena lo buttò giù di un fiato e lo riporse a suo marito perché lo riempiesse di nuovo, di nuovo lo bevve in un sorso. I due uomini sorseggiarono lentamente il loro, poi Andrea disse: «Mi piace come sei vestita, però ti preferisco nuda. Spogliati troia». Elena spalancò la bocca per protestare all’insulto, ma si rese conto che aveva sentito un fremito fra le gambe sentendosi chiamata in quel modo.
«Veloce», esclamò il ragazzo. Elena si alzò e si sfilò la canotta, poi si tolse la gonna e rimase solo con l’intimo: un coordinato di pizzo bianco con le mutandine a perizoma.
«Togli tutto». Elena lanciò un occhiata a Dante che le disse: «Fai quello che ti dice», era eccitatissimo.
La donna si spogliò completamente ed Andrea commentò: «Brava. Ora ti meriti il tuo premio». Si sbottonò i pantaloncini e tirò fuori il suo pene completamente eretto. Gli occhi neri della donna furono attraversati da un lampo di desiderio.
Adrea la tenne qualche istante sulle spine poi le disse duro: «In ginocchio davanti a me», la donna, ormai in balia del ragazzo obbedì e non appena fu davanti ad Andrea, lui le prese la testa e la spinse verso di sé, esclamando: «Succhia troia!». Il pene di Andrea era molto grosso e lungo sui 20 cm quindi Elena faceva fatica a prenderlo tutto in bocca, la saliva le colava sul mento fino ai seni grandi. La situazione la stava eccitando come non mai, lo succhiava con avidità, dopo poco Andrea non aveva più bisogno di spingerle la testa per farglielo prendere fino in gola.
Dante si avvicinò sbottonandosi i pantaloni, ma il ragazzo lo fermò dicendogli: «Elena è la mia troia ora. Se e quando ne avrò voglia te la concederò! E vedi di non segarti neanche, cornuto del cazzo».
Dante non si sentì affatto offeso, anzi la cosa lo eccitava: vedere sua moglie presa da un altro senza che lui potesse intromettersi.
Andrea fece mettere Elena a pecorina sul divano, poi si mise dietro di lei, si sputò su un dito e lo appoggiò sull’ano stretto della donna.
«Li no… è vergine», disse la donna, ma Andrea la ignorò, spinse il dito dentro strappandole un gemito di dolore e sorpresa, però non si mosse. Man mano che i muscoli si rilassavano il dolore si trasformava in piacere. Andrea fece penetrare anche un secondo dito. Dante era fuori di sé dall’eccitazione, aveva sempre desiderato il sesso anale con sua moglie, ma lei non glielo aveva mai concesso, ora Andrea stava per prenderselo alla seconda volta che faceva sesso con lei. Il ragazzo si mise dietro di lei, puntò la sua cappella gonfia contro l’ano leggermente dilatato e iniziò ad entrare.
«Vedrai che ti piacerà farti sfondare il culo, troia!».
Elena sentiva male, ma Andrea la teneva bloccata con le mani dietro alla schiena. Ormai metà pene era entrato, Andrea tornò indietro per poi rientrare. L’ano si stava abituando ed Elena pian piano iniziò a scoprire che le piaceva. Quando il pene di Andrea fu tutto dentro, le diede uno schiaffo sul sedere e le disse: «Hai proprio un culo da puttana!». Iniziò a muoversi dentro di lei, prima lentamente, ma aumentando gradualmente il ritmo. Elena aveva iniziato a gemere forte mentre Andrea le stringeva il sedere con le mani e la sbatteva forte facendole ballare avanti ed indietro i seni. Provava un piacere del tutto nuovo e diverso da quello vaginale, ma godeva tantissimo.
Andrea ormai era vicino all’orgasmo, tirò fuori il pene e schizzò sul sedere e sulla schiena di Elena, rimase a guardare l’ano dilato della donna ansimante. Dante nel vedere lo sperma del ragazzo su sua moglie, si venne nei pantaloni senza nemmeno toccarsi.
Andrea si sedette sul divano e ordinò: «Portami da bere, troia».
Elena non poté fare altro che obbedire.
Per commenti,critiche e richieste antom93@libero.it
«Tutto bene, amore?», le chiese.
Elena si tirò su a sedere contro la spalliera del letto e rispose: «Ti devo dire una cosa… l’altro giorno, quando c’era il ragazzo delle finestre… beh… sai… mi avete fatto sentire… così… come dire…», la donna era rossa in viso, era molto imbarazzata e aveva paura di dire quello che le passava per la testa, «mi sono sentita così… così… troia. Ecco l’ho detto», Dante fece per dire qualcosa, ma lei proseguì con le lacrime agli occhi per la vergogna: «Fammi finire… mi è piaciuto tantissimo… non ho mai goduto così… ed ora… come dire… solo tu… non mi basti…». Elena tirò un sospiro di sollievo per essersi tolta quel peso.
Dante, invece, non poteva essere più felice, il suo sogno si stava avverando: vedere sua moglie con un altro per sua scelta.
«Quindi ti piacerebbe rifarlo con noi due insieme?», chiese Dante raggiante. Elena annuì timidamente.
Il giorno seguente, Dante chiamò Andrea, gli aveva dato il suo numero quando era a montare le finestre da loro: «Ciao Andrea. Come va?».
“Tutto bene, grazie. voi? C’è qualche problema con altre finestre?”, rispose la voce del ragazzo.
«No, è che mia moglie non ha capito bene il funzionamento, potresti venire a spigarglielo meglio? Magari stasera?».
Andrea capì al volo cosa intendeva Dante, rispose: «Certo, dopo cena sarò li da voi».
Elena a cena mangiò pochissimo, era molto tesa, Dante invece non riusciva a smettere di sorridere. Avevano mandato le bambine a dormire dai nonni, quindi avevano la serata libera.
Verso le 21 il campanello suonò, Elena saltò in piedi come una molla e Dante le disse: «Amore allora sei sicura?».
Elena esitò, poi arrossì violentemente ed infine annuì, suo marito, allora, andò alla porta e aprì ad Andrea.
Il ragazzo indossava un paio di pantaloncini corti ed una maglietta, salutando porse un bottiglia di vino dolce a Dante.
«Grazie, non dovevi. Prego, accomodati».
Elena si era riseduta sul divano in salotto, era vestita con una gonna nera lunga fino al ginocchio e una canotta abbastanza scollata, aveva scelto tutto Dante.
«Ciao, Elena, come va?», disse Andrea sedendosi accanto a lei e mettendole una mano sulla coscia. Sapeva che era lei che aveva voluto che Dante lo chiamasse e aveva tutte le intenzioni di approfittarne.
«Tutto bene grazie», rispose Elena con la voce tremante mentre Dante tornava dalla cucina con in mano tre bicchieri ed il cavatappi.
Dante stappò la bottiglia e versò il vino nei tre bicchieri, Elena lo buttò giù di un fiato e lo riporse a suo marito perché lo riempiesse di nuovo, di nuovo lo bevve in un sorso. I due uomini sorseggiarono lentamente il loro, poi Andrea disse: «Mi piace come sei vestita, però ti preferisco nuda. Spogliati troia». Elena spalancò la bocca per protestare all’insulto, ma si rese conto che aveva sentito un fremito fra le gambe sentendosi chiamata in quel modo.
«Veloce», esclamò il ragazzo. Elena si alzò e si sfilò la canotta, poi si tolse la gonna e rimase solo con l’intimo: un coordinato di pizzo bianco con le mutandine a perizoma.
«Togli tutto». Elena lanciò un occhiata a Dante che le disse: «Fai quello che ti dice», era eccitatissimo.
La donna si spogliò completamente ed Andrea commentò: «Brava. Ora ti meriti il tuo premio». Si sbottonò i pantaloncini e tirò fuori il suo pene completamente eretto. Gli occhi neri della donna furono attraversati da un lampo di desiderio.
Adrea la tenne qualche istante sulle spine poi le disse duro: «In ginocchio davanti a me», la donna, ormai in balia del ragazzo obbedì e non appena fu davanti ad Andrea, lui le prese la testa e la spinse verso di sé, esclamando: «Succhia troia!». Il pene di Andrea era molto grosso e lungo sui 20 cm quindi Elena faceva fatica a prenderlo tutto in bocca, la saliva le colava sul mento fino ai seni grandi. La situazione la stava eccitando come non mai, lo succhiava con avidità, dopo poco Andrea non aveva più bisogno di spingerle la testa per farglielo prendere fino in gola.
Dante si avvicinò sbottonandosi i pantaloni, ma il ragazzo lo fermò dicendogli: «Elena è la mia troia ora. Se e quando ne avrò voglia te la concederò! E vedi di non segarti neanche, cornuto del cazzo».
Dante non si sentì affatto offeso, anzi la cosa lo eccitava: vedere sua moglie presa da un altro senza che lui potesse intromettersi.
Andrea fece mettere Elena a pecorina sul divano, poi si mise dietro di lei, si sputò su un dito e lo appoggiò sull’ano stretto della donna.
«Li no… è vergine», disse la donna, ma Andrea la ignorò, spinse il dito dentro strappandole un gemito di dolore e sorpresa, però non si mosse. Man mano che i muscoli si rilassavano il dolore si trasformava in piacere. Andrea fece penetrare anche un secondo dito. Dante era fuori di sé dall’eccitazione, aveva sempre desiderato il sesso anale con sua moglie, ma lei non glielo aveva mai concesso, ora Andrea stava per prenderselo alla seconda volta che faceva sesso con lei. Il ragazzo si mise dietro di lei, puntò la sua cappella gonfia contro l’ano leggermente dilatato e iniziò ad entrare.
«Vedrai che ti piacerà farti sfondare il culo, troia!».
Elena sentiva male, ma Andrea la teneva bloccata con le mani dietro alla schiena. Ormai metà pene era entrato, Andrea tornò indietro per poi rientrare. L’ano si stava abituando ed Elena pian piano iniziò a scoprire che le piaceva. Quando il pene di Andrea fu tutto dentro, le diede uno schiaffo sul sedere e le disse: «Hai proprio un culo da puttana!». Iniziò a muoversi dentro di lei, prima lentamente, ma aumentando gradualmente il ritmo. Elena aveva iniziato a gemere forte mentre Andrea le stringeva il sedere con le mani e la sbatteva forte facendole ballare avanti ed indietro i seni. Provava un piacere del tutto nuovo e diverso da quello vaginale, ma godeva tantissimo.
Andrea ormai era vicino all’orgasmo, tirò fuori il pene e schizzò sul sedere e sulla schiena di Elena, rimase a guardare l’ano dilato della donna ansimante. Dante nel vedere lo sperma del ragazzo su sua moglie, si venne nei pantaloni senza nemmeno toccarsi.
Andrea si sedette sul divano e ordinò: «Portami da bere, troia».
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