La parrucchiera

di
genere
tradimenti

Era un caldo pomeriggio di metà estate e Nora doveva andare dalla sua parrucchiera, Licia, per farsi sistemare i suoi bellissimi capelli neri e ricci. Franco, suo marito, era in ferie e non aveva niente da fare quindi decise di accompagnarla.
Nora era una cliente di fiducia, perciò Licia le aveva riservato l’ultimo appuntamento della giornata, così potevano fare con calma.
«Ciao Nora! Come va? Mi fa piacere che ci sia anche tu, Franco», li accolse calorosamente Licia.
«Ciao Licia. Tutto bene e tu? Non aveva niente da fare e così mi sono fatta accompagnare», rispose Nora entrando davanti a Franco.
Franco era da un po’ che non vedeva Licia e non si ricordava quanto fosse bella: superava di un bel po’ in altezza sua moglie che non era molto alta, aveva i lunghi capelli biondi legati dietro alla testa. Il suo corpo perfetto era fasciato in un paio di leggins bianchi che arrivavano sopra al ginocchio e da un top scollato che lasciava scoperta la pancia piatta, ai piedi portava dei sandali infradito con un leggero tacco. Nora quel giorno aveva indossato una gonna che non nascondeva il suo sedere abbondante e una maglietta poco scollata da cui risaltava poco il suo seno piccolo e sporgeva la pancetta non proprio piatta.
«Ciao Licia. È da un po’ che non ci vediamo», disse Franco.
«Già, la fai venire sempre da sola la tua mogliettina. Allora Nora, solito?».
Nora squadrò Licia senza invidia, ma facendo intuire a Franco, che la conosceva bene, che secondo lei, se si fosse vestita come la parrucchiera sarebbe stata meglio. Franco non ne era del tutto certo. Poi Nora si avvicinò alla poltroncina con passo sicuro e disse: «Certo. Sai cosa devi fare».
Licia iniziò a lavarle accuratamente i capelli. Franco era seduto su una sedia davanti allo specchio ed aveva di fronte sua moglie. Notò che mentre Licia le massaggiava la testa teneva gli occhi chiusi rilassata. Le guardò le gambe cercando di farsele piacere più di quelle di Licia, ma con scarsi risultati. Perfino i piedi della parrucchiera erano più belli di quelli di sua moglie.
Licia ogni tanto gli lanciava qualche occhiata attraverso lo specchio, indecifrabile per Franco.
Iniziarono ad essere più chiare quando la ragazza iniziò a passarsi la lingua in modo sensuale sulle sue labbra carnose. Franco, molto stupito, si mosse a disagio sulla sedia, ma la ragazza non smise, anzi, per prendere uno shampoo dal mobiletto si mise a 90 e Franco poté vedere chiaramente il perizoma nero incorniciare i glutei sodi attraverso i leggins bianchi. Ormai il suo pene iniziava ad indurirsi. Nonostante l’uomo cercasse di guardare altrove i suoi occhi cadevano sempre sul corpo perfetto di Licia.
Nora, sempre con gli occhi chiusi, non si accorgeva di niente. Ad un certo punto Licia fece una cosa inaspettata, quanto veloce: prese una fettuccia e legò i polsi di Nora alla sedia.
La ragazza tentò di divincolarsi ed urlare, ma Licia fu rapida a imbavagliarla e immobilizzarla. Franco sconcertato era rimasto bloccato e non sapeva cosa fare.
Licia lo tolse dall’imbarazzo dicendo: «Nora adesso ti faccio vedere come si scopa un vero uomo come tuo marito».
Franco era ancora immobile, ma il suo pene era durissimo; Licia tirò giù la serranda e si avvicinò all’uomo.
«Licia, che fai?», balbettò Franco vedendo che la ragazza mentre si avvicinava a lui si stava sfilando il top. Sotto portava un reggiseno di trasparente che lasciava ben poco all’immaginazione. Licia si inginocchiò davanti a Franco e gli sbottonò i pantaloncini. Lui ormai in preda all’eccitazione non riuscì a fermarla. Nora continuava a dimenarsi sulla poltroncina e a mugolare di rabbia e sconcerto.
Licia stava leccando i testicoli di Franco, ma ben presto risalì lungo la non lunghissima asta e baciò il glande gonfio. L’uomo si lasciò sfuggire un gemito si piacere, sua moglie non era molto generosa con il sesso orale.
Licia era bravissima: mentre con una mano lo masturbava lentamente, le sue labbra erano attorno al glande, con la lingua accarezzava le zone più sensibili, facendo impazzire Franco.
La ragazza si alzò e si tolse il reggiseno, offrendo alla bocca vorace di Franco i suoi seni tondi e sodi, completamente diversi da quelli di Nora, piccoli e non molto sodi. L’uomo baciò i capezzoli turgidi facendola sospirare di desiderio. Licia intanto si spogliò completamente, poi salì sopra Franco guidando il pene nella sua vagina rasata e fradicia. Iniziò a muoversi lentamente, gemendo di piacere mentre Franco le baciava i seni e le stringeva forte il sedere sodo. Non guardava sua moglie, che piangeva piano ancora legata alla sedia.
Franco iniziò a muovere il bacino a ritmo con Licia, facendo aumentare i suoi gemiti, e le strinse ancora più forte il sedere. Quello di sua moglie oltre ad essere più grosso era anche troppo morbido.
Ad un certo punto Licia si alzò e andò vicino a Nora dicendole: «Lui preferisce me a te. Fai troppo la figa senza esserlo». Girò di 90 gradi la poltroncina su cui era la donna, poi si appoggiò al lavandino e si diede uno schiaffo sul sedere, invitando Franco a prenderla li in piedi vicino a sua moglie. L’uomo si sentiva un po’ in colpa, ma era troppo eccitato da quel corpo perfetto che non avrebbe potuto avere in nessun’altra occasione. Si alzò, si tolse i pantaloni e si mise dietro a Licia. Il suo pene scivolò dentro di lei strappandole un urletto. Le mise le mani sui fianchi muovendola insieme a lui. Vedeva nello specchio i suoi seni sobbalzare sotto i suoi colpi decisi. Nora era costretta a guardare la scena da vicino ed ora sentiva anche l’odore di sesso che emanavano i due corpi leggermente sudati nella calura estiva.
Per facilitare il movimento di Franco Licia mise sul bracciolo della poltroncina su cui era seduta Nora, il piede perfetto con le unghie smaltate di bianco.
«Dove vuoi che mi sborri, il tuo maritino! Scopa proprio bene. Peccato che tu non ne sappia approfittare».
Nora, imbavagliata, mugolò una protesta e Licia disse: «Vuoi che mi venga in faccia? Perfetto, mi piace molto!».
Si inginocchiò davanti a Franco e prese il suo pene in mano, dopo pochi movimenti l’abbondante sperma schizzò sul viso bellissimo di Licia, sporcandola abbondantemente. Quello che le finì sulle labbra, lo inghiottì avidamente, il resto lo prese con la mano e, dopo aver tolto il bavaglio dalla bocca di Nora, lo fece colare su di lei dicendole: «Eccoti la tua parte».
Poi, come se niente fosse, Licia, rimanendo completamente nuda, rigirò la poltroncina di Nora e si mise a farle la piega. Marito e moglie rimasero ancora più sconcertati dalla naturalezza con cui Licia lavorava nuda dopo aver fatto sesso con Franco come se fosse la più completa normalità.
Quando ebbe finito di fare i capelli a Nora, Licia disse alla donna: «Tesoro io e il tuo maritino dobbiamo finire un discorsetto. Vedi di lasciarci soli».
«Ma avete già…», iniziò Nora, ma Licia la interruppe: «Vedi di andartene velocemente».
Franco era senza parole, ma il suo pene sentendo parlare di un secondo round, era tornato suo malgrado duro.
«Vedi quanto gli piaccio? Vuole scopare me e non te».
Sentendo queste parole Nora scoppiò in lacrime e uscì di corsa dal negozio.
Licia si voltò verso Franco e si inginocchiò davanti a lui…


Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
di
scritto il
2019-02-13
1 1 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Un bagno particolare 2

racconto sucessivo

Addio al nubilato
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.