Incontro adulterino

di
genere
etero

1

Tornavo a casa, dopo aver finito di lavorare, con una certa fretta. Chissà se lei era già venuta; le avevo dato le chiavi appositamente, perché non si perdesse tempo; avendo le chiavi poteva venire prima e farsi trovare a casa. Si aveva sempre così poco tempo .. . Io ero abbastanza libero, perché avevo solo gli impegni di lavoro, lei era invece sposata e doveva trovare necessariamente il tempo e le scuse per venirmi a trovare. Ora, con l’appartamentino che avevo preso fuori del paese, avevamo più libertà, ma il tempo era sempre poco. Feci di corsa le scale che dalla strada portano all’appartamento; avevo già le chiavi in mano, che infilo nella toppa, solo un giro ...lei era dunque già arrivata, io avevo dato ben tre giri alla chiave. Apro … silenzio ...”Laura?” Silenzio. In cucina non c’è … percorro il corridoio e apro la porta della camera da letto … Eccola, mi sorride tenendo appena fuori delle coperte il viso. Era già a letto … Mi avvicino e ci baciamo a lungo. Alzo un po’ le coperte e vedo che indossa solo il reggiseno e le mutandine. Il bacio diventa più appassionato mentre le accarezzo il seno e poi la pancia e scendendo più giù arrivo fino al suo sesso … Perbacco, è già bagnata … “Hai voglia?” - “Sì, tanta .. spogliati e sdraiati accanto a me”. “Aspetta, vado a fare la pipì”.
Mi avvio nel bagno, mentre comincio a sbottonare la patta; entro e accosto la porta. Mentre sto per avvicinarmi al water, si apre la porta. “Che fai?” – “Voglio vederti pisciare …” E’ sempre imprevedibile, mi sorprende sempre, per questo non riesco a fare a meno di lei. Lo tiro fuori e cerco di mingere. Ma come si fa con una che ti guarda? Mi occorre qualche attimo prima di superare la sorpresa e finalmente sgorga un getto di urina dal mio pene. Lei si avvicina e guarda attenta … “Mi devo lavare …” – “”Lo faccio io …”. Faccio scivolare un po’ i pantaloni in modo che mi possa avvicinare al lavandino e lavarmi senza bagnarmeli. Lei apre il rubinetto, prende la saponetta e comincia a strofinarla per produrre la schiuma; poi mi prende il pene e comincia a insaponarlo, massaggiandolo lievemente. Lo scappella, mette il glande sotto il rubinetto, lo lava ben bene. Intanto io non sono rimasto inerte. Nelle sue mani il pene si è inturgidito, le vene si sono ingrossate. Lei si china un po’ e lo prende in bocca. Lecca e succhia. “Sì. Adesso va bene, è pronto”. Lo prende decisamente in mano e si avvia verso la camera da letto. Io docilmente la seguo, cercando di non inciampare nei miei pantaloni che sono scesi ancora più giù. Le guardo il culo ondeggiante, con le chiappe sode e tese tanto che le mutandine non riescono a nascondere la spaccatura in fondo alla quale si trova il suo fiore posteriore. Al solo pensiero la mia verga ha un sussulto di libidine.
Arrivati in camera, lei si mette sotto le coperte e mi invita a fare altrettanto. “Non dimentichi qualcosa?” - “Cosa?” - Poco fa hai cominciato un lavoro ...”- Sorride, si mette di lato, me lo prende in mano e se lo porta in bocca. Le sue labbra sono morbidissime, la sua bocca calda, la sua lingua avvolgente. Il mio desiderio raggiunge l’acme: ora potrei aprire qualsiasi serratura, ma prima voglio ringraziarla. La scopro tutta, le sfilo le mutandine, le apro le gambe e mi tuffo verso il suo fiore profumato e umido. Mi prende la testa fra le mani e me la preme contro i suoi inguini. Comincia a mugolare. “Leccami, succhiami, mangiami la fica ..”. Ecco, quando comincia a chiamare le cose con il loro nome significa che è vicina al massimo della lussuria. In quei momenti lei stringe le cosce e quasi quasi mi soffoca. Devo resistere … Mentre la lecco metto le mie mani sotto le sue chiappe, la sollevo un po’, ora posso leccarla più agevolmente. Muovo le dita verso la spaccatura, cerco l’ano, lo titillo, poi le infilo un dito. Ha un soprassalto; accelero i movimenti della lingua. Sento che comincia a tremare, le sue cosce mi stringono sempre di più, le sue mani spingono il mio capo contro il suo sesso. Ho tutto il viso bagnato dalle sue secrezioni e dalla mia saliva. Ancora un sussulto, tutto il suo corpo vibra, poi un urlo, poi si inarca improvvisamente. Poi crolla. E’ venuta. Le allargo le cosce, prendo aria, continuo a leccarla. I suoi peli sono tutti impiastricciati. Mi piace leccarla ora, in questo momento di calma. Lascio passare qualche secondo, poi mi sollevo, il mio sguardo scivola sul suo ventre ancora ansimante, sui suoi seni ancora affannati, sul suo viso: bellissimo dolcissimo da bambina. L’orgasmo la rende più bella. Ha una mano sulla bocca perché ha cercato di attutire l’urlo di prima. Ora dice sommessamente “Ooh diodiodio, oh diodiodio ...”.
Le bacio il ventre, le lecco l’ombelico, poi arrivo ai capezzoli, alla bocca. La bacio profondamente. “Ti piace il sapore della tua fica?” Non risponde, ma mi prende la lingua e la succhia. Le rimetto le mani sotto i glutei. “Ti è piaciuto il dito dietro?” le chiedo. “Sì”, mi sussurra stringendosi a me. Il suo seno poggia sul mio petto, lo sento ancora ansimare. Le metto una mano fra le cosce, gliele allargo, le palpo il monte di venere, le accarezzo la fica, la tengo nel palmo della mano; poi, piano piano, le mie dita raggiungono i glutei. Ecco lo spacco che li separa, lo frugo alla ricerca del buchetto. Lei mugola, cerca di rigirarsi per impedirmi di toccarla lì; ma io la tengo ferma e imperterrito le sfioro l'ano con un dito. Dopo qualche secondo è tutta mia: la bacio, le infilo la lingua in bocca e le allargo l'ano. Il mio dito s'infila per metà nei suoi sfinteri che lentamente ma progressivamente si allentano. “Ti piace il dito nel culo?”. Sussurra appena un sì e mi infila la lingua in bocca. Il pene quasi mi esplode. “Ora allarga le cosce che ti chiavo... “ - “Sììì, chiavami!”. “Eccomi, ti penetro, ti riempio … “ Il mio membro si muove sul suo sesso alla ricerca dell’ingresso, lo trova, si fa strada lentamente … Ora è tutto dentro, si muove prima lentamente, poi aiutato dagli umori di lei si adagia lentamente nella vagina … “Vuoi che ti metta un dito dietro?” Non risponde ma si posiziona in modo che io possa arrivare col dito.
Stiamo così per qualche tempo, poi comincio a muovermi, a scavare dentro la sua vagina, che si allarga sempre più. La mia lingua perlustra la sua bocca, la sua chiostra di denti, le mie mani stringono i suoi glutei, le solletico l'ano con un dito, il mio membro prende piacere del suo caldo umido tepore vaginale. Ho voglia di venirle dentro, così accelero il movimento che lei ricambia con pari passione. Poi improvvisamente il crollo: mi svuoto dentro di lei con un impeto che scuote anche lei. E urla: odiodiodio odiodioodio … Mi stendo su di lei, ormai in quiete, ma non esco dalla sua tenera custodia. Sto fermo, aspettando che il suo respiro e il mio tornino normali. Il suo corpo è ancora tutto un brivido, lo sento caldo e vibrante sotto di me. Le do tanti piccoli baci sulle labbra, sul collo, le accarezzo dolcemente il sedere. “Ti piace scopare, vero?” - “Scemo!”. Sorride. “Non ti piace?”. “Scemo!”. Le tocco il buchetto posteriore. “Lasciami stare...”. “Ma poco fa ti è piaciuto ...”. La bacio, le prendo le labbra e gliele succhio, spingo la lingua contro i suoi denti; lei socchiude la bocca e ingoia la mia lingua, me la succhia. Mi tira l'anima. “Ti piace succhiare”, le dico scostandomi un po'. Mi sorride. “E oltre la lingua cosa ti piace succhiare?”. I suoi occhi si illuminano. “Ti piace il cazzo in bocca? Su, dillo ...”. “Sì, mi piace ….”; “cosa ti piace?”; “Il cazzo”. “E poi dove ti piace?”: “Nella fica ...” . “E nel culetto no?”. “No ...” E sorride. “Prima o poi quello sarà mio”, le dico con sicurezza.
Per un po' stiamo in silenzio, godendo del calore reciproco dei nostri corpi. Mi piace stare sdraiato su di lei, specie se il mio pene è ancora dentro. “Stai bene?” le chiedo. Mi sorride e schiude le labbra mostrandomi la lingua. Mi piace la sua lingua, puntuta, guizzante. Mi mette le gambe attorno, e nel far così sente meglio cosa ha dentro. Mugola … “Dimmi la verità: quanto ti piace scopare?” “Tanto ...”. Scoperesti anche con due uomini contemporaneamente ...”. “No …”; “con un uomo e una donna?”. “Sì”. “Ah … perché?”. “Conosco gli uomini, mi piacerebbe provare altre sensazioni ...”. “Dici davvero”? Vorresti che ora qui, in questo letto ci fosse un'altra donna?”. “Sì, mi piacerebbe vederla nuda, toccarla … farle un ditalino … “. “Non ti conosco bene, allora … E se ci fosse una donna qui, io che ci starei a fare?”. “Ci guarderesti, potresti eccitarci toccandoti, masturbandoti ...”. “Soltanto?”. “Beh, ora non so … “. “E tu con lei che faresti?”. “Te l'ho detto, mi piacerebbe toccarla tra le gambe, accarezzare il suo sesso, esplorarlo ...”. “E poi? Le toccheresti il seno, glielo baceresti?” . “Sì...”. “Le succhieresti i capezzoli? E ti faresti succhiare i tuoi?”. “Sì, certo”. “Le leccheresti anche la fica?”. “Sì, mi piacerebbe … e mi piacerebbe che anche lei mi leccasse … noi donne sappiamo quali sono i punti più sensibili …Farebbe meglio di te ...”.
A sentirla ragionare così quasi quasi mi fa rabbia, come se io non sapessi soddisfarla … Poi, a poco a poco, l'immagine di lei sdraiata sul corpo di un'altra donna prende a impossessarsi della mia mente. Non sarebbe male, penso, vedere due donne appassionarsi ai loro corpi … L'idea che mi frulla nel cervello si trasmette per tutto il mio corpo e arriva al pene che ha un piccolo sussulto dentro il suo caldo e umido nido. “Scommetto che hai già in mente chi ti piacerebbe scopare … “. “Sì ...”. Dovette leggere nei miei occhi un certo stupore, per questo volle rassicurarmi con un sorriso. “La conosci anche tu ...”. Ero sempre più stupito, non pensavo che la sua lussuria arrivasse a tanto. “E chi è?”. Temporeggia, poi mi fa: ” E' Marisa, la moglie di Marcello ...”. Già un amico mio, più giovane. Sua moglie, Marisa, è una bella donna, forse un po' troppo procace. Non sceglie male le sue eventuali partner, nascondendo dietro un visino d'angelo desideri lussuriosi e trasgressivi. Glielo dico e scoppia a ridere. “E dimmi un po', che ci faresti con Marisa?”. “Hai visto che bel seno ha? “. “Sì che l'ho visto ...”. “Mi piacerebbe giocarci, baciarlo, accarezzarlo …. e poi farei altre cose ...”. “Cosa?”. “Non te lo dico ...”. “Ma dai … ormai sei nel ballo, balla!”. “Mi vergogno..”. “Ti faresti leccare tra le gambe?”. “Sì … ha un bel seno, sodo coi capezzoli grossi ...”. “Glieli hai visti?”. “Sì ...”. “E allora?”. “Lei sdraiata ed io accovacciata su di lei”. Sento che ansima sotto di me, si vede che immagina la scena. “Accovacciata? ...”. “Sì, vorrei strofinare i miei inguini, la mia fica sui suoi seni ...”. “Porcellina … e poi?”. “E poi accovacciarmi sulla sua bocca, farmi leccare ...”. “Porcellina” le sussurro. E intanto sento che il mio cazzo si indurisce; muovo un po' il bacino e lei geme, perché mi sono mosso anche dentro di lei. “Sei la mia piccola troietta … e sai io cosa faccio mentre ti fai leccare in quel modo? Ti vengo dietro e te lo infilo nel culetto”. E dicendole così, la prendo con le mani sotto le sue chiappe e spingo forte fin dove mi è possibile. Una voglia di baciarla e di morderla mi assale, cerco la sua bocca e poi il suo collo. Bacio e mordicchio ovunque. Ansimiamo tutti e due, i nostri movimenti diventano frenetici. Poi lei stringe le cosce, sta per arrivare. Io mi lascio andare, do un ultimo colpo di reni e schizzo, una volta, due … tre. Lei mi abbranca, mi stringe selvaggiamente e poi emette un lamento lungo. A fatica mi stacco dal suo corpo, siamo sudati, ansimanti. Il mio pene è ridotto malamente, si è rimpicciolito fino quasi a scomparire; guardo lei che giace disfatta, incapace anche di chiudere le cosce che restano oscenamente aperte. Era da molto tempo che non godevamo così intensamente. La copro con il lenzuolo, in un atto inconsapevole di pudicizia...
scritto il
2019-02-21
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