Ornella: la rivincita, solo l'inizio
di
alybas
genere
dominazione
Storia vera
Ho conosciuto Ornella venticinque anni fa e avevo avuto subito l’impressione di amarla. L’avevo desiderata senza tregua, avevo cercato di convincerla che tra me e lei ci sarebbe potuta essere una passione inossidabile, un rapporto duraturo e felice, ma lei nulla non aveva mai ceduto neanche per un attimo, neanche mi aveva concesso il lusso di sognarlo questo rapporto… neanche mi aveva permesso di provare. Lei aveva quattro anni meno di me. Per come la vidi allora, Ornella era stata spietata e spietatamente aveva rifiutato il mio amore. Inutilmente avevo provato per quasi cinque anni a convincerla. Tutto si era dimostrato vano. Stetti malissimo, ricominciai a vivere, me ne feci una ragione e mi sposai. Dopo 20 anni di matrimonio con un matrimonio fallito alle spalle, ho scoperto che la vita va vissuta in maniera diversa, a volte prendendo le gioie che il caso ti da, e soprattutto senza cercare spasmodicamente l’amore che è per sempre e che forse non esiste. Per uno strano gioco del destino l’ho rincontrata, mentre cercavo di mettere ordine alla mia vita puntando ad una serenità e a definire meglio i rapporti con quelle che stanno iniziando a prendere sempre più le parti di trombamiche nella mia vita: Cinzia, Barbara, Laura stessa e ora forse Anche Carla.
Ornella l’ho incontrata e li per li sono rimasto paralizzato, poi ho fatto di tutto per inseguirla. Seppure modificata dagli anni, era una 44 enne, mi ricordava il mio amore mai realizzato e così la raggiunsi, la bloccai e lei mi riconobbe. La accompagnai per un tratto di strada. Lei si dimostrò timida e riservata mentre io sicuro anzi direi spavaldo. Non ero più il giovane imbranato di venticinque anni prima e capii subito che le interessavo, le piacevo e ora era lei che mi desiderava da subito. Ne ero convinto. Volevo lasciar fare al tempo ma ero pressato da un impellente desiderio di lei. Non avevo chiaro cosa si agitasse dentro di me ma sentivo che la volevo ad ogni costo e al più presto possibile. Le chiesi senza indugi i recapiti, me li diede e ci sentimmo da subito. Mi disse che le ero rimasto dentro e che non mi aveva dimenticato neanche per un attimo in tutti questi anni e io sentii dentro me che iniziavo a desiderarla ancora più spasmodicamente. Ornella era come una pratica aperta dentro di me. Anche io avevo pensato moltissimo a lei e soprattutto avevo più volte chiesto a me stesso se con lei avrebbe potuto funzionare la mia vita. Cosa sarebbe potuto succedere se avessi sposato lei? Troppe volte mi chiesi questo ma la dietrologia è inutile. La avevo davanti. Era diventata molto robusta e il corpo che molti anni fa mi faceva arrapare per la sua esuberanza ora era grasso. Avevo adorato i grossissimi seni senza mai poterli avere. Li avevo sognati. Ornella prima giovane robusta e prosperosissima ora era una donna di taglia forte. Le cosce prima sode e massicce ora erano grosse per non parlare del deretano che era grandissimo. Ornella sembrava una riproduzione al naturale di una di quelle dee madri in cui sono accentuate tutte le caratteristiche sessuali. La donna provava a nascondere queste abbondanze straripanti con pantaloni larghissimi e sembrava vergognarsi della sua abbondanza. Il viso era però lo stesso sensuale e carnalissimo con lineamenti decisi e due occhi verdi da paura come li ricordavo, penetranti a non finire. Il tutto molto ben incorniciato da capelli spessi oramai tinti color rosso mogano che mi facevano attizzare tutto. Nel complesso mi eccitava da morire e quel suo fare da subito impacciato, remissivo e vergognoso identico al passato mi caricò ancora di più. Grazie a un ferreo autocontrollo evitai di assalirla e baciarla subito. Sentivo il mio desiderio a mille e anche se il suo corpo era più abbondante nelle cosce e nel culo divenuti mastodontici pensavo solo a possederla. In testa avevo oramai solo questo desiderio viscerale, carnale, mi faceva sangue e la dovevo avere. Dopo averla accompagnata al mezzo pubblico e aver fissato un incontro per l’indomani stesso la lascia stringendole la mano e dandole un bacio sulla fronte. Fu lei che non resistette mi chiamò in serata. Mi disse che era stata felice di incontrarmi scherzammo un po’ ma la confidenza crebbe e io ebbi la certezza che Ornella cercava di trattenere quello che non sarebbe riuscita mai a trattenere. L’indomani ci incontrammo passeggiammo entrammo in un giardino pubblico ci sedemmo scherzammo e io iniziai ad usare le mani, le sfiorai il seno, la toccai, la baciai e lei rispose. Passammo molte ore a parlare e lei sembrava sempre più confusa. A pelle percepivo che fosse pronta a cedermi ma ancora c’era una parte consistente in lei che faceva resistenza. Camminammo per Roma mano nella mano e quando fu il momento la accompagnai all’autobus. La sera telefonata sempre più lunga e serrata e Ornella che si liberava via via di tutti i suoi ormeggi. L’indomani altro appuntamento al centro di Roma con la mia lingua che era già dentro la sua bocca e dominava tutto mentre incurante degli altri mungevo le sue tette dopo essermi impadronito anche di quelle e. Ornella ansimava e cercava di fermarmi sorridendo della mia intraprendenza. Ad un certo punto mentre stava perdendo il respiro tra i miei assalti mi disse che se avessi avuto questa intraprendenza 25 anni fa anziché cercare di prenderla con le buone e la galanteria magari sarebbe capitolata. Rise di un riso malizioso che non le conoscevo. La frase ebbe su di me un effetto repentino, non dissi più nulla ma misi ancora maggiore irruenza nello spremerla e nel limonarla quasi a sangue e lei non si lamentò ma giuro che le strizzai le poppe con tutta la forza che avevo e immaginavo fossero livide oramai dentro il reggiseno. Andai a mettere le mani anche sulle cosce che lei difendeva strenuamente e su una panchina le infilai la mano sulla figa nonostante le proteste che tacitai infilandole la lingua in bocca e costringendola a dei baci mozzafiato. Pensai nitidamente che era stata una stronza. Stronza stronzissima e in quel momento pensai che me la sarei voluta scopare senza tregua e senza rispetto. Senza alcun rispetto. Quella frase aveva sbloccato in me la dinamica che avrei dovuto fargliela pagare. Io le avevo donato il mio amore nella maniera pia pura 25 anni prima e ora lei mi diceva che voleva essere presa come una porca senza ritegno e senza pace. Me lo diceva in continuazione con gli atti. Più osavo più lei subiva ed era felice di subire. Le feci tutto quello che era possibile farle in pubblico e lo stesso vale a dire per quello che le feci fare. Portava dei pantaloni con l’elastico e io le infilai senza vergogna la mano dentro. Ravanai la vagina e infilai le dita in essa titillandola senza scampo. In sostanza la masturbai al centro di Roma. La gente ci guardava e io andavo più a fondo mentre lei con gli occhi chiusi e ansimando mi pregava di smettere, di farla finita perchè tutti ci guardavano e lei non sapeva resistere e ansimava e gemeva come una cagna senza ritegno. Era un mio punto di orgoglio volevo gli umori, volevo farla arrivare a tutti i costi davanti a tutti. Era una gara io la titillavo e lei cercava di togliermi le dita dalla figa. Voleva resistere la porca ma io non volevo cedere e le chiedevo di arrivare mentre le succhiavo le labbra il collo e stavo assediando il suo seno. Stavo premeditando di aprirle la camicetta mentre le avevo già alzato il maglione in modo da poterla dominare a mio piacimento. Fu anche questa una lotta bottone a bottone della camicetta ma ad un certo punto la sentii sobbalzare sulla panca gettare un urlo che tento di trattenere e la mia mano si bagnò copiosamente. Ornella era arrivata con me che soddisfatto oramai accarezzavo clitoride e vagina zuppa di liquidi. Lei era a disagio mentre io portavo sulle mie dita al mio naso l’odore di lei e poi lo offrivo a lei stessa. Prima non capì…poi le feci capire che volevo che leccasse le mie dita piene dei suoi umori, dei suoi succhi e anche se fece delle difficoltà io non le permisi nulla e dovette succhiare tutto e leccare di lingua con me che ero sempre più arrapato. Non fu assolutamente male. Mentre la accompagnavo all’autobus questa volta fui ancora più deciso e più volte la fermai costringendola per la strada a toccarmi il cazzo dentro i pantaloni. Ornella era a disagio ma lo fece e mentre aspettavamo il mezzo che l’avrebbe accompagnata a casa sua avendole infilato di forza la sua mano nei miei slip si era talmente eccitata che stava andando da sola in una masturbazione del cazzo a dir poco frenetica. L’autobus arrivò, io le tolsi la mano bloccandola energicamente e poi senza proferire parola la lasciai salire con il desiderio dipinto negli occhi sul mezzo e me ne andai. La vidi, sapevo che era ad un passo da una crisi mi desiderava da morire e si vedeva. Mi disse che non potevo lasciarla così ora che avrebbe finito quello che aveva iniziato e che avrebbe preso l’autobus successivo ma io me ne andai. Se anziché andare via avessi voluto trattenerla sapevo che le avrei potuto fare di tutto e di più. Ritornai a casa e aspettai la telefonata che sapevo mi avrebbe fatto. Era troppo eccitata e la telefonata puntualmente arrivò. Non era la solita telefonata da parte della solita Ornella ma molto di più. Ornella aveva una voce roca e sensuale mi diceva che aveva un mal di testa terribile e che avrebbe voluto raggiungermi a casa. Voleva venire a casa mentre oramai era buio erano oltre le 20. Mi disse che si sarebbe fatta prestare una macchina ma io fui irremovibile nel no. Mi disse che non riusciva a stare e che si stava masturbando da quando era arrivata a casa. Mi eccitai le chiesi come si stava masturbando, dove era e se era sola. Mi disse di si era sul letto ed era sola. Le chiesi di masturbarsi per me e farmi sentire le sue fantasie, volevo sentirla godere al telefono… non rispose e io continuai a chiederle di godere a telefono. Volevo sapere cosa avrebbe voluto fare con me e cosa io le avrei potuto fare. Mi rispose che era imbarazzata e che avrebbe voluto dirmi delle cose, per cui voleva venire a parlare con me ma io le ripetei: masturbati ti voglio sentire godere come una porca a telefono solo a telefono e lei non mi rispose, poi disse no. Io chiusi il telefono di scatto senza rivolgerle la parola. Se avevo capito bene le sue dinamiche mi avrebbe telefonato di nuovo lei scusandosi. Passò quasi mezza ora e lo squillo del telefono si fece sentire. Era lei e io che non aspettavo altro feci finire gli squilli, per ben tre volte, con lei che maniacalmente oramai telefonava in continuazione, ossessivamente. Stava quasi per esaurirsi la quarta telefonata quando presi il cellulare e le risposi in maniera dura senza darle grande confidenza. Ornella ansimava la voce roca era rotta dai gemiti… diceva che stava arrivando e si sentiva che ci dava dentro con i ditalini..continuava a dire: vengo vengo vengo per te, per te per te vengo e gemeva lasciva. Sorrisi. Si stava masturbando senza tregua e io ora me la potevo godere mentre aveva abbattuto questa inibizione. Ero eccitato e faceva qualsiasi cosa volessi. Bastava le chiedessi una cosa e la risposta erano gemiti e singhiozzi. Intanto aveva urlato ripetutamente segno che era arrivata più volte mentre io la incitavo a ripartire e lei era ripartita. Mi diceva che voleva sentire il mio cazzo e io le dissi che ero nudo anche io e doveva solo immaginarlo il cazzone che aveva avuto in mano per parte del pomeriggio. Mi chiese cosa le avrei voluto fare e io le risposi che l’avrei succhiata alla vagina e le avrei titillato il clitoride.. Lei rispose con dei si convinti e sentivo che si infilava la vagina con le dita chiedendomi a gran voce, quasi urlando di scoparla. Scopami, scopami… ma io con calma le chiesi di mettersi le dita nel culo e lei disse che no nel culo no. Al no feci per chiudere il telefono ma lei subito disse: le ho messe, le ho messe, le ho messe nel buco non chiudere, non chiudere… sorrisi compiaciuto. Quante ne hai messe? Lei esitò poi disse uno: L’indice…. ed io di rimando: solo uno! come uno devi metterne almeno 2, lo sai che il mio cazzo è grosso e lei rispose: ma non entrano…. Mentre io sadicamente le dicevo: si che entrano entrano, entrano tu infila che entrano come entrerà il mio cazzo. Lei provò a dire che il buchetto era piccolo ma io feci per chiudere nuovamente e lei si infilò indice e medio, me lo disse mentre li stava facendo entrare a forza. La sentii con i suoi urletti si stava massacrando di orgasmi continui e mi chiedeva del mio cazzone e quando le dicevo che ero sempre più grosso lei godeva in continuazione. Le diedi della vacca e le chiesi se era una porca…non rispose la sentii interdetta non le piaceva evidentemente sentirsi apostrofare così. Non parlò più e io chiusi il telefono. Non risposi più ma lei continuò a chiamare sino a tarda notte quando decisi da vero stronzo di chiudere il cellulare sapendo che lei era in paranoia, perchè lei era assolutamente in preda alla paranoia. Mi coricai e sebbene non presi subito sonno dormii come poche volte avevo fatto. Mi svegliai intorno alle 10 e decisi di uscire lasciando il telefono chiuso a casa. Feci un lunghissimo giro a piedi e poi stanco ritornai a casa. Avevo mangiato qualche cosa per strada e pensai di andarmi a riposare, avevo fra l’altro acquistato un libro giallo di un autore che a me piaceva molto, per cui mi coricai e presi sonno. Era pomeriggio inoltrato quando decisi di aprire il mio cellulare e trovai un numero esagerato di telefonate e messaggi disperati da parte di Ornella. Decisi di chiamarla e in maniera risentita la attaccai senza urlare ma facendole presente che tutti hanno diritto a vivere in pace la propria vita e lei che lentamente si era ammosciata sempre più iniziò una cantilena di scuse e a dire che non lo avrebbe fatto più. La salutai bruscamente e non le permisi neanche di dirmi se avessimo potuto vederci in serata o domani. Mi aspettavo un messaggio che arrivò ma io non risposi e non risposi neanche all’ultimo in cui Ornella mi faceva sapere che era una vacca porca e che si stava ossessionando di masturbazioni pensando al mio cazzone duro. Lessi e chiusi il telefono. Fu così fino all’indomani poi riaccesi il cellulare e aspettai sue notizie. Intorno al primo pomeriggio mi scrisse un messaggio chiedendo se mi poteva parlare. Io non le risposi subito feci passare l’intero pomeriggio e poi le risposi intorno alle 20. Non appena le dissi che poteva chiamarmi mi chiamò e io feci squillare il telefono per molto tempo prima di rispondere. Era remissiva all’inverosimile mi chiese se volevo fare l’amore per telefono e io le dissi di no. Mi chiese se ci saremmo potuti vedere il giorno successivo e io le dissi che avevo appuntamento con un’altra donna ingenerando in Ornella un moto di gelosia, mi chiese chi era, perché la incontravo e io le risposi che era una collega. Mi chiese se mi piaceva e io le risposi che non sapevo di preciso ma forse si. Mi chiese allora perché io la trattassi così male e io le dissi che non era vero che la trattavo male e che anzi lei avrebbe dovuto ricordare come aveva trattato me. La sentii che iniziava ad ansimare…si stava sditalinando e mi diceva di essere senza reggiseno. Si stava mungendo tutta. Stava strizzando le sue tettone e intanto sgrillettava la vagina e il clitoride mentre diceva che tutto era per me. Ero eccitato all’inverosimile e quando lei mi disse che si era messo le due dita nel culo al culmine dell’eccitazione suo chiusi il telefono senza voler condividere il suo godimento. Richiamo subito io le risposi mi urlò che era rimasta male e io le chiusi il telefono in faccia. Solo che a quel punto ero io che avevo bisogno di una donna. Ero teso dal desiderio è vero che stavo giocando a spossare Ornella è vero che la mia idea era quella di svaccarla, di possederla all’inverosimile anzi la volevo proprio soggiogare, asservire a me domarla nell’intimo come non avevo mai fatto. Ero famelico, esageratamente desideroso come poche volte mi era capitato. Il mio pene sembrava un palo esagerato e io ragionavo solo come un martello pneumatico. Pensai la cosa più semplice accendere il computer e segarmi ma ero impaziente non riuscivo neanche a stare seduto. Non volevo surrogati volevo una donna vera. Penso alle mie trombamiche romane ma era tardi, molto tardi e allora mi sono sfogato masturbandomi fino a tarda notte. La voglia era tantissima. L’indomani di prima mattina Ornella già mi messaggiava prima di andare a lavoro. Tutta la notte a suo dire aveva desiderato me ma io non le risposi. Alle 15 del pomeriggio era ritornata e mi mandava un messaggio per chiedermi se potevamo incontrarci e io le risposi di si e se avesse voluto avremmo potuto andare a mangiare una pizza insieme. Il quartiere in cui abito è pieno di pizzerie che di sera sono frequentatissime. Le diedi l’appuntamento alle 19 citofonò al mio palazzo ed io scesi facemmo una breve passeggiata raggiungemmo un locale dove la pizza era buona, cotta con forno a legna. Ci sedemmo ad un tavolo per due e Ornella sfoggiò un generoso decolleté portato come al suo solito con modestia vergognosa la qual cosa mi fece assolutamente arrapare. Il suo viso era maliziosamente rivolto al fagotto presente nei miei pantaloni. Fu una serata elettrizzante con Ornella che cercava ogni modo per toccarmi e io la lasciai fare. Sorrise molto lei era visibilmente eccitata e non faceva altro che dimostrarlo in ogni occasione. Mi voleva e io lasciai fare. In compenso mangiammo bene. Mi chiese di fare una passeggiata e io l’accontentai ma ad un certo punto non so come mi trovai la sua lingua nella gola e lei che mi stringeva e mi implorava di farla mia per una notte. Le sue mani si muovevano verso il pene in maniera inesperta mentre la lingua no era ottima baciatrice e io la immaginai subito succhiatrice. La spinsi quasi brutalmente…voleva essere mia? Ebbene in men che non si dica eravamo nell’ascensore e io le palpavo il culone inverecondo. Ora lei protestava ma io le avevo messo le mani dentro le mutande e l’avevo girata di spalle. Uscì prima lei io subito dopo. Aprii il portone e fu la fine di Ornella le abbassai slip e pantaloni alle ginocchia cadde in avanti per terra e io le fui sopra per la scopata più violenta e possente che abbia mai fatto. Le tolsi il reggiseno e la presi per le tettonazze, una quinta, mentre Ornella ora cercava di sfuggire. Era grossa pesante ma forte. Ebbi la netta sensazione che sarebbe stata una lotta e questo mi eccitò ancora di più. Disse che era vergine e io non le credetti. Le infilai un dito in vagina e intanto faticavo per chiavarle il culo subito. Le misi l’indice con forza ma se il culazzone era un mastodontico deretano il buco era piccolissimo. Lasciai perdere per il momento il culo e mi concentrai sulle tettone strafogandomi in quell’abbondanza. Ornella non ebbe scampo, non riusciva neanche a respirare e io ben presto la costrinsi a spompinarmi nella maniera più porca possibile. La sovrastavo strizzando le tettonazze e succhiandole l’anima dai capezzoli. Immaginavo di farle uscire il sangue per come la suggevo profondamente. Non l’avevo ancora penetrata e già fiottava liquidi. Le dissi che era una troia da monta e lei subì le parole mie e i miei assalti. Cercò di dirmi che non mi aspettava così irruento ma io fui brutale e la infilai spietatamente con tutte le mie dita in fica mentre lei mi pregava di fare piano ripetendomi che era vergine. La lavorai senza darle tregua senza un attimo di pace. Lei guaiva laida e soffriva le mie dita penetranti che sembravano dardi e che entravano e uscivano in continuazione mentre lei diceva di non farle male. Di non bucarla così nella fica ma io lo feci a prescindere. Era basilare per me goderla umiliandola in un certo senso. La lasciai per un attimo accasciata sul pavimento con l’obbligo di continuare a sditalinarsi la vagina e sgrillettare la clitoride mentre io preparavo un’altra scena. Abbassai il divano letto nel soggiorno e ritornai su di lei a raccattarla. Ornella si stava masturbando ferocemente strizzando con l’altra mano le tettone. La feci rialzare e la adagiai sul giaciglio che avevo predisposto. Lei si distese ma anche li le fui subito addosso. Io le succhiavo voracemente la fica piena di umori e con i denti e la lingua titillavo la clitoride e nonostante Ornella cercasse di resistere era un lago di orgasmo e bramava di essere posseduta. Mi chiedeva a gran voce di metterglielo ma io continuai i preliminari in maniera interminabile, senza tregua con Ornella che tuttavia dimostrava una forza fisica esagerata, direi brutale. Non ritenevo ancora il momento di soddisfare il suo desiderio di cazzo anche se la mia nerchia aveva raggiunto una dimensione inaudita e lei cercava in tutti i modi di brancicarla. Era succube, era sottomessa era in mio potere, l’avevo dominata nei giorni precedenti lasciandola in astinenza e ora era pronta per tutto potevo prendermi la rivincita che volevo e praticamente potevo finalmente svaccarla come meglio desideravo. Sorrisi del fatto che di li a poco l’avrei totalmente assoggettata, soggiogata, fatta mia. Rimontai su di lei e in men che non si dica mentre lei era supina ricominciai a baciarla in bocca e a violarle per l’ennesima volta i seni. La donna era incontenibile chiedeva il cazzo in fica ormai maniacalmente mentre io avevo già deciso di assestarglielo in bocca e poi tra quei senazzi enormi. Lei disse no in sequenza mentre il cazzo sfiorava oramai le sue labbra e più gli e lo strofinavo sul viso più lei diceva no, no, no, no così no e allora fu la volta dei ceffoni ben assestati su entrambe le guance e poi sul muso, sempre più forti mentre il cazzo premeva per entrare e allora le dissi? E lei piagniucolando no così no? E io di rimando così si…le tappai il naso e non appena la bocca si aprì le infilai di forza tutto quello che doveva entrare e non le liberai il naso finchè non vidi che iniziava a spompinare. Provò a recalcitrare ma le ero in bocca. Tra un conato di vomito ed un altro si dovette abituare e dopo un po’ prese il ritmo alternando succhiate e leccate, aveva imparato e ora con le mani sollecitava lo scroto era bastato poco per imparare ad essere servizievole. In un primo momento fece tutto in maniera metodica come fosse un compito assegnatole poi iniziò a prendere passione e mi resi conto che ci rimase male quando le strappai il cazzo dalla bocca che era oramai a mantice per andare in camera da letto. Insorse anche violentemente e mi venne dietro con quella sua camminata un po’ particolare dovuta al culone grossissimo e pesante. Fu allora la camera da letto il nuovo scenario. Li Ornella temendo che volessi chiudere la festa mi pregò di dirle cosa non mi era piaciuto cosa avrebbe dovuto fare e io tirai fuori dall’armadio un vibratore che aveva contribuito a far godere senza pace la mia ex cognata mentre la sodomizzavo. Alla vista dell’oggetto Ornella mi disse che non lo utilizzava e io senza parlare gli e lo infilai tra le cosce con forza… Non ebbe molto tempo per protestare io gestivo molto bene l’oggetto e Ornella era impotente presa dagli orgasmi molteplici che le provocavo. Guaiva, gemeva e ansimava contorcendosi sul letto come fosse presa dalla tarantola. Aveva perso la voce e ora cercava solo di baciare la mia bocca il mio viso….era in preda agli orgasmi ancora e ancora e ancora. Mi avvertiva in continuazione che stava arrivando e io godevo del vederla così sfatta e arrendevole. Per quanto Ornella impazzisse non ebbe il mio cazzo. Ero io che comandavo e volli dominare dall’inizio alla fine dovevo farle pagare il desiderio che per anni avevo sprecato cercando vanamente di averla lei ma lei inflessibile non mi aveva consentito nulla mai nulla. Mentre Ornella continuava a contorcersi nel letto con il vibratore che ormai era un’appendice della sua vagina sbrodolante io ero di nuovo nella sua bocca e questa volta senza alcuna difficoltà ero entrato. Ero deciso a sborrarle l’anima in gola e quando lo feci Ornella cercò di sputare tutto ma io la costrinsi ad ingoiare quello che le era rimasto in bocca. Anche in questo caso mi disse no, non mi piace così ma intanto aveva ingoiato e da li a montarle le tettone per una spagnola sontuosissima il passo fu brevissimo e mi ritrovai il cazzo avvolto da quelle montagne in cui scomparve letteralmente. Ansimava la porca e stringeva le poppone con le mani. La cavalcata fu strabiliante e lunga lunghissima. Ornella non cedeva di un millimetro e neanche io che ormai ero grossissimo in quella valle e duro come un bastone d’avorio incandescente alla punta. Spingevo e lei si limitava a gemere. Ero furioso sempre più irruento e senza freni inibitori mentre lei chiamava il mio orgasmo lo voleva in maniera spasmodica. Tuttavia non era ancora tempo non sentivo quella prorompente voglia di scaricare ma il perverso gusto di dominarla ancora mentre era ormai sfatta e ogni colpo in più superava abbondantemente le tette per arrivare ai confini con il suo collo. Tracimavo, la donna non riusciva più a tenermi irreggimentato e io feci scempio di lei che ormai era in mia balia completa. Non poteva fare nulla e io improvvisamente le venni addosso con lei che urlò e si dibattè come fosse stata infilzata. Le inzuppai tutte le tette il volto, la bocca e lei istintivamente venne a succhiare e ripulire tutto chiedendomi se fosse stata brava. Non le risposi ma quando finì di ripulirmi e ripulirsi la costrinsi ad alzarsi e andammo a fare una doccia. Ci asciugammo e si rivestì. Era notte inoltrata la accompagnai alla sua macchina e anche se lei aveva immaginato di rimanere la notte con me la lasciai andare. Mi guardò molto turbata accese il motore e mentre stava partendo aprii la porta dal lato suo, quello di guida, la feci scendere e poggiata a 90 gradi sul cofano della macchina le infilai di forza le dita nel culo e in figa. Le mi supplico di fare piano ma non fece piano, non feci affatto piano e soprattutto andai profondo molto. Mi supplicò mentre si accartocciava su se stessa vittima delle mie dita gemendo e guaendo….voleva le mettessi il pene in vagina ma io non lo feci la feci arrivare senza fine e poi quando all’ennesimo orgasmo era cotta la spinsi in macchina e la costrinsi a farmi il bocchino finale. Lei Ripulì tutto…stetti attento che ingoiasse e poi me ne andai lasciandole il mio seme in bocca...non era finita ...era solo l’inizio....solo l'inizio
Ho conosciuto Ornella venticinque anni fa e avevo avuto subito l’impressione di amarla. L’avevo desiderata senza tregua, avevo cercato di convincerla che tra me e lei ci sarebbe potuta essere una passione inossidabile, un rapporto duraturo e felice, ma lei nulla non aveva mai ceduto neanche per un attimo, neanche mi aveva concesso il lusso di sognarlo questo rapporto… neanche mi aveva permesso di provare. Lei aveva quattro anni meno di me. Per come la vidi allora, Ornella era stata spietata e spietatamente aveva rifiutato il mio amore. Inutilmente avevo provato per quasi cinque anni a convincerla. Tutto si era dimostrato vano. Stetti malissimo, ricominciai a vivere, me ne feci una ragione e mi sposai. Dopo 20 anni di matrimonio con un matrimonio fallito alle spalle, ho scoperto che la vita va vissuta in maniera diversa, a volte prendendo le gioie che il caso ti da, e soprattutto senza cercare spasmodicamente l’amore che è per sempre e che forse non esiste. Per uno strano gioco del destino l’ho rincontrata, mentre cercavo di mettere ordine alla mia vita puntando ad una serenità e a definire meglio i rapporti con quelle che stanno iniziando a prendere sempre più le parti di trombamiche nella mia vita: Cinzia, Barbara, Laura stessa e ora forse Anche Carla.
Ornella l’ho incontrata e li per li sono rimasto paralizzato, poi ho fatto di tutto per inseguirla. Seppure modificata dagli anni, era una 44 enne, mi ricordava il mio amore mai realizzato e così la raggiunsi, la bloccai e lei mi riconobbe. La accompagnai per un tratto di strada. Lei si dimostrò timida e riservata mentre io sicuro anzi direi spavaldo. Non ero più il giovane imbranato di venticinque anni prima e capii subito che le interessavo, le piacevo e ora era lei che mi desiderava da subito. Ne ero convinto. Volevo lasciar fare al tempo ma ero pressato da un impellente desiderio di lei. Non avevo chiaro cosa si agitasse dentro di me ma sentivo che la volevo ad ogni costo e al più presto possibile. Le chiesi senza indugi i recapiti, me li diede e ci sentimmo da subito. Mi disse che le ero rimasto dentro e che non mi aveva dimenticato neanche per un attimo in tutti questi anni e io sentii dentro me che iniziavo a desiderarla ancora più spasmodicamente. Ornella era come una pratica aperta dentro di me. Anche io avevo pensato moltissimo a lei e soprattutto avevo più volte chiesto a me stesso se con lei avrebbe potuto funzionare la mia vita. Cosa sarebbe potuto succedere se avessi sposato lei? Troppe volte mi chiesi questo ma la dietrologia è inutile. La avevo davanti. Era diventata molto robusta e il corpo che molti anni fa mi faceva arrapare per la sua esuberanza ora era grasso. Avevo adorato i grossissimi seni senza mai poterli avere. Li avevo sognati. Ornella prima giovane robusta e prosperosissima ora era una donna di taglia forte. Le cosce prima sode e massicce ora erano grosse per non parlare del deretano che era grandissimo. Ornella sembrava una riproduzione al naturale di una di quelle dee madri in cui sono accentuate tutte le caratteristiche sessuali. La donna provava a nascondere queste abbondanze straripanti con pantaloni larghissimi e sembrava vergognarsi della sua abbondanza. Il viso era però lo stesso sensuale e carnalissimo con lineamenti decisi e due occhi verdi da paura come li ricordavo, penetranti a non finire. Il tutto molto ben incorniciato da capelli spessi oramai tinti color rosso mogano che mi facevano attizzare tutto. Nel complesso mi eccitava da morire e quel suo fare da subito impacciato, remissivo e vergognoso identico al passato mi caricò ancora di più. Grazie a un ferreo autocontrollo evitai di assalirla e baciarla subito. Sentivo il mio desiderio a mille e anche se il suo corpo era più abbondante nelle cosce e nel culo divenuti mastodontici pensavo solo a possederla. In testa avevo oramai solo questo desiderio viscerale, carnale, mi faceva sangue e la dovevo avere. Dopo averla accompagnata al mezzo pubblico e aver fissato un incontro per l’indomani stesso la lascia stringendole la mano e dandole un bacio sulla fronte. Fu lei che non resistette mi chiamò in serata. Mi disse che era stata felice di incontrarmi scherzammo un po’ ma la confidenza crebbe e io ebbi la certezza che Ornella cercava di trattenere quello che non sarebbe riuscita mai a trattenere. L’indomani ci incontrammo passeggiammo entrammo in un giardino pubblico ci sedemmo scherzammo e io iniziai ad usare le mani, le sfiorai il seno, la toccai, la baciai e lei rispose. Passammo molte ore a parlare e lei sembrava sempre più confusa. A pelle percepivo che fosse pronta a cedermi ma ancora c’era una parte consistente in lei che faceva resistenza. Camminammo per Roma mano nella mano e quando fu il momento la accompagnai all’autobus. La sera telefonata sempre più lunga e serrata e Ornella che si liberava via via di tutti i suoi ormeggi. L’indomani altro appuntamento al centro di Roma con la mia lingua che era già dentro la sua bocca e dominava tutto mentre incurante degli altri mungevo le sue tette dopo essermi impadronito anche di quelle e. Ornella ansimava e cercava di fermarmi sorridendo della mia intraprendenza. Ad un certo punto mentre stava perdendo il respiro tra i miei assalti mi disse che se avessi avuto questa intraprendenza 25 anni fa anziché cercare di prenderla con le buone e la galanteria magari sarebbe capitolata. Rise di un riso malizioso che non le conoscevo. La frase ebbe su di me un effetto repentino, non dissi più nulla ma misi ancora maggiore irruenza nello spremerla e nel limonarla quasi a sangue e lei non si lamentò ma giuro che le strizzai le poppe con tutta la forza che avevo e immaginavo fossero livide oramai dentro il reggiseno. Andai a mettere le mani anche sulle cosce che lei difendeva strenuamente e su una panchina le infilai la mano sulla figa nonostante le proteste che tacitai infilandole la lingua in bocca e costringendola a dei baci mozzafiato. Pensai nitidamente che era stata una stronza. Stronza stronzissima e in quel momento pensai che me la sarei voluta scopare senza tregua e senza rispetto. Senza alcun rispetto. Quella frase aveva sbloccato in me la dinamica che avrei dovuto fargliela pagare. Io le avevo donato il mio amore nella maniera pia pura 25 anni prima e ora lei mi diceva che voleva essere presa come una porca senza ritegno e senza pace. Me lo diceva in continuazione con gli atti. Più osavo più lei subiva ed era felice di subire. Le feci tutto quello che era possibile farle in pubblico e lo stesso vale a dire per quello che le feci fare. Portava dei pantaloni con l’elastico e io le infilai senza vergogna la mano dentro. Ravanai la vagina e infilai le dita in essa titillandola senza scampo. In sostanza la masturbai al centro di Roma. La gente ci guardava e io andavo più a fondo mentre lei con gli occhi chiusi e ansimando mi pregava di smettere, di farla finita perchè tutti ci guardavano e lei non sapeva resistere e ansimava e gemeva come una cagna senza ritegno. Era un mio punto di orgoglio volevo gli umori, volevo farla arrivare a tutti i costi davanti a tutti. Era una gara io la titillavo e lei cercava di togliermi le dita dalla figa. Voleva resistere la porca ma io non volevo cedere e le chiedevo di arrivare mentre le succhiavo le labbra il collo e stavo assediando il suo seno. Stavo premeditando di aprirle la camicetta mentre le avevo già alzato il maglione in modo da poterla dominare a mio piacimento. Fu anche questa una lotta bottone a bottone della camicetta ma ad un certo punto la sentii sobbalzare sulla panca gettare un urlo che tento di trattenere e la mia mano si bagnò copiosamente. Ornella era arrivata con me che soddisfatto oramai accarezzavo clitoride e vagina zuppa di liquidi. Lei era a disagio mentre io portavo sulle mie dita al mio naso l’odore di lei e poi lo offrivo a lei stessa. Prima non capì…poi le feci capire che volevo che leccasse le mie dita piene dei suoi umori, dei suoi succhi e anche se fece delle difficoltà io non le permisi nulla e dovette succhiare tutto e leccare di lingua con me che ero sempre più arrapato. Non fu assolutamente male. Mentre la accompagnavo all’autobus questa volta fui ancora più deciso e più volte la fermai costringendola per la strada a toccarmi il cazzo dentro i pantaloni. Ornella era a disagio ma lo fece e mentre aspettavamo il mezzo che l’avrebbe accompagnata a casa sua avendole infilato di forza la sua mano nei miei slip si era talmente eccitata che stava andando da sola in una masturbazione del cazzo a dir poco frenetica. L’autobus arrivò, io le tolsi la mano bloccandola energicamente e poi senza proferire parola la lasciai salire con il desiderio dipinto negli occhi sul mezzo e me ne andai. La vidi, sapevo che era ad un passo da una crisi mi desiderava da morire e si vedeva. Mi disse che non potevo lasciarla così ora che avrebbe finito quello che aveva iniziato e che avrebbe preso l’autobus successivo ma io me ne andai. Se anziché andare via avessi voluto trattenerla sapevo che le avrei potuto fare di tutto e di più. Ritornai a casa e aspettai la telefonata che sapevo mi avrebbe fatto. Era troppo eccitata e la telefonata puntualmente arrivò. Non era la solita telefonata da parte della solita Ornella ma molto di più. Ornella aveva una voce roca e sensuale mi diceva che aveva un mal di testa terribile e che avrebbe voluto raggiungermi a casa. Voleva venire a casa mentre oramai era buio erano oltre le 20. Mi disse che si sarebbe fatta prestare una macchina ma io fui irremovibile nel no. Mi disse che non riusciva a stare e che si stava masturbando da quando era arrivata a casa. Mi eccitai le chiesi come si stava masturbando, dove era e se era sola. Mi disse di si era sul letto ed era sola. Le chiesi di masturbarsi per me e farmi sentire le sue fantasie, volevo sentirla godere al telefono… non rispose e io continuai a chiederle di godere a telefono. Volevo sapere cosa avrebbe voluto fare con me e cosa io le avrei potuto fare. Mi rispose che era imbarazzata e che avrebbe voluto dirmi delle cose, per cui voleva venire a parlare con me ma io le ripetei: masturbati ti voglio sentire godere come una porca a telefono solo a telefono e lei non mi rispose, poi disse no. Io chiusi il telefono di scatto senza rivolgerle la parola. Se avevo capito bene le sue dinamiche mi avrebbe telefonato di nuovo lei scusandosi. Passò quasi mezza ora e lo squillo del telefono si fece sentire. Era lei e io che non aspettavo altro feci finire gli squilli, per ben tre volte, con lei che maniacalmente oramai telefonava in continuazione, ossessivamente. Stava quasi per esaurirsi la quarta telefonata quando presi il cellulare e le risposi in maniera dura senza darle grande confidenza. Ornella ansimava la voce roca era rotta dai gemiti… diceva che stava arrivando e si sentiva che ci dava dentro con i ditalini..continuava a dire: vengo vengo vengo per te, per te per te vengo e gemeva lasciva. Sorrisi. Si stava masturbando senza tregua e io ora me la potevo godere mentre aveva abbattuto questa inibizione. Ero eccitato e faceva qualsiasi cosa volessi. Bastava le chiedessi una cosa e la risposta erano gemiti e singhiozzi. Intanto aveva urlato ripetutamente segno che era arrivata più volte mentre io la incitavo a ripartire e lei era ripartita. Mi diceva che voleva sentire il mio cazzo e io le dissi che ero nudo anche io e doveva solo immaginarlo il cazzone che aveva avuto in mano per parte del pomeriggio. Mi chiese cosa le avrei voluto fare e io le risposi che l’avrei succhiata alla vagina e le avrei titillato il clitoride.. Lei rispose con dei si convinti e sentivo che si infilava la vagina con le dita chiedendomi a gran voce, quasi urlando di scoparla. Scopami, scopami… ma io con calma le chiesi di mettersi le dita nel culo e lei disse che no nel culo no. Al no feci per chiudere il telefono ma lei subito disse: le ho messe, le ho messe, le ho messe nel buco non chiudere, non chiudere… sorrisi compiaciuto. Quante ne hai messe? Lei esitò poi disse uno: L’indice…. ed io di rimando: solo uno! come uno devi metterne almeno 2, lo sai che il mio cazzo è grosso e lei rispose: ma non entrano…. Mentre io sadicamente le dicevo: si che entrano entrano, entrano tu infila che entrano come entrerà il mio cazzo. Lei provò a dire che il buchetto era piccolo ma io feci per chiudere nuovamente e lei si infilò indice e medio, me lo disse mentre li stava facendo entrare a forza. La sentii con i suoi urletti si stava massacrando di orgasmi continui e mi chiedeva del mio cazzone e quando le dicevo che ero sempre più grosso lei godeva in continuazione. Le diedi della vacca e le chiesi se era una porca…non rispose la sentii interdetta non le piaceva evidentemente sentirsi apostrofare così. Non parlò più e io chiusi il telefono. Non risposi più ma lei continuò a chiamare sino a tarda notte quando decisi da vero stronzo di chiudere il cellulare sapendo che lei era in paranoia, perchè lei era assolutamente in preda alla paranoia. Mi coricai e sebbene non presi subito sonno dormii come poche volte avevo fatto. Mi svegliai intorno alle 10 e decisi di uscire lasciando il telefono chiuso a casa. Feci un lunghissimo giro a piedi e poi stanco ritornai a casa. Avevo mangiato qualche cosa per strada e pensai di andarmi a riposare, avevo fra l’altro acquistato un libro giallo di un autore che a me piaceva molto, per cui mi coricai e presi sonno. Era pomeriggio inoltrato quando decisi di aprire il mio cellulare e trovai un numero esagerato di telefonate e messaggi disperati da parte di Ornella. Decisi di chiamarla e in maniera risentita la attaccai senza urlare ma facendole presente che tutti hanno diritto a vivere in pace la propria vita e lei che lentamente si era ammosciata sempre più iniziò una cantilena di scuse e a dire che non lo avrebbe fatto più. La salutai bruscamente e non le permisi neanche di dirmi se avessimo potuto vederci in serata o domani. Mi aspettavo un messaggio che arrivò ma io non risposi e non risposi neanche all’ultimo in cui Ornella mi faceva sapere che era una vacca porca e che si stava ossessionando di masturbazioni pensando al mio cazzone duro. Lessi e chiusi il telefono. Fu così fino all’indomani poi riaccesi il cellulare e aspettai sue notizie. Intorno al primo pomeriggio mi scrisse un messaggio chiedendo se mi poteva parlare. Io non le risposi subito feci passare l’intero pomeriggio e poi le risposi intorno alle 20. Non appena le dissi che poteva chiamarmi mi chiamò e io feci squillare il telefono per molto tempo prima di rispondere. Era remissiva all’inverosimile mi chiese se volevo fare l’amore per telefono e io le dissi di no. Mi chiese se ci saremmo potuti vedere il giorno successivo e io le dissi che avevo appuntamento con un’altra donna ingenerando in Ornella un moto di gelosia, mi chiese chi era, perché la incontravo e io le risposi che era una collega. Mi chiese se mi piaceva e io le risposi che non sapevo di preciso ma forse si. Mi chiese allora perché io la trattassi così male e io le dissi che non era vero che la trattavo male e che anzi lei avrebbe dovuto ricordare come aveva trattato me. La sentii che iniziava ad ansimare…si stava sditalinando e mi diceva di essere senza reggiseno. Si stava mungendo tutta. Stava strizzando le sue tettone e intanto sgrillettava la vagina e il clitoride mentre diceva che tutto era per me. Ero eccitato all’inverosimile e quando lei mi disse che si era messo le due dita nel culo al culmine dell’eccitazione suo chiusi il telefono senza voler condividere il suo godimento. Richiamo subito io le risposi mi urlò che era rimasta male e io le chiusi il telefono in faccia. Solo che a quel punto ero io che avevo bisogno di una donna. Ero teso dal desiderio è vero che stavo giocando a spossare Ornella è vero che la mia idea era quella di svaccarla, di possederla all’inverosimile anzi la volevo proprio soggiogare, asservire a me domarla nell’intimo come non avevo mai fatto. Ero famelico, esageratamente desideroso come poche volte mi era capitato. Il mio pene sembrava un palo esagerato e io ragionavo solo come un martello pneumatico. Pensai la cosa più semplice accendere il computer e segarmi ma ero impaziente non riuscivo neanche a stare seduto. Non volevo surrogati volevo una donna vera. Penso alle mie trombamiche romane ma era tardi, molto tardi e allora mi sono sfogato masturbandomi fino a tarda notte. La voglia era tantissima. L’indomani di prima mattina Ornella già mi messaggiava prima di andare a lavoro. Tutta la notte a suo dire aveva desiderato me ma io non le risposi. Alle 15 del pomeriggio era ritornata e mi mandava un messaggio per chiedermi se potevamo incontrarci e io le risposi di si e se avesse voluto avremmo potuto andare a mangiare una pizza insieme. Il quartiere in cui abito è pieno di pizzerie che di sera sono frequentatissime. Le diedi l’appuntamento alle 19 citofonò al mio palazzo ed io scesi facemmo una breve passeggiata raggiungemmo un locale dove la pizza era buona, cotta con forno a legna. Ci sedemmo ad un tavolo per due e Ornella sfoggiò un generoso decolleté portato come al suo solito con modestia vergognosa la qual cosa mi fece assolutamente arrapare. Il suo viso era maliziosamente rivolto al fagotto presente nei miei pantaloni. Fu una serata elettrizzante con Ornella che cercava ogni modo per toccarmi e io la lasciai fare. Sorrise molto lei era visibilmente eccitata e non faceva altro che dimostrarlo in ogni occasione. Mi voleva e io lasciai fare. In compenso mangiammo bene. Mi chiese di fare una passeggiata e io l’accontentai ma ad un certo punto non so come mi trovai la sua lingua nella gola e lei che mi stringeva e mi implorava di farla mia per una notte. Le sue mani si muovevano verso il pene in maniera inesperta mentre la lingua no era ottima baciatrice e io la immaginai subito succhiatrice. La spinsi quasi brutalmente…voleva essere mia? Ebbene in men che non si dica eravamo nell’ascensore e io le palpavo il culone inverecondo. Ora lei protestava ma io le avevo messo le mani dentro le mutande e l’avevo girata di spalle. Uscì prima lei io subito dopo. Aprii il portone e fu la fine di Ornella le abbassai slip e pantaloni alle ginocchia cadde in avanti per terra e io le fui sopra per la scopata più violenta e possente che abbia mai fatto. Le tolsi il reggiseno e la presi per le tettonazze, una quinta, mentre Ornella ora cercava di sfuggire. Era grossa pesante ma forte. Ebbi la netta sensazione che sarebbe stata una lotta e questo mi eccitò ancora di più. Disse che era vergine e io non le credetti. Le infilai un dito in vagina e intanto faticavo per chiavarle il culo subito. Le misi l’indice con forza ma se il culazzone era un mastodontico deretano il buco era piccolissimo. Lasciai perdere per il momento il culo e mi concentrai sulle tettone strafogandomi in quell’abbondanza. Ornella non ebbe scampo, non riusciva neanche a respirare e io ben presto la costrinsi a spompinarmi nella maniera più porca possibile. La sovrastavo strizzando le tettonazze e succhiandole l’anima dai capezzoli. Immaginavo di farle uscire il sangue per come la suggevo profondamente. Non l’avevo ancora penetrata e già fiottava liquidi. Le dissi che era una troia da monta e lei subì le parole mie e i miei assalti. Cercò di dirmi che non mi aspettava così irruento ma io fui brutale e la infilai spietatamente con tutte le mie dita in fica mentre lei mi pregava di fare piano ripetendomi che era vergine. La lavorai senza darle tregua senza un attimo di pace. Lei guaiva laida e soffriva le mie dita penetranti che sembravano dardi e che entravano e uscivano in continuazione mentre lei diceva di non farle male. Di non bucarla così nella fica ma io lo feci a prescindere. Era basilare per me goderla umiliandola in un certo senso. La lasciai per un attimo accasciata sul pavimento con l’obbligo di continuare a sditalinarsi la vagina e sgrillettare la clitoride mentre io preparavo un’altra scena. Abbassai il divano letto nel soggiorno e ritornai su di lei a raccattarla. Ornella si stava masturbando ferocemente strizzando con l’altra mano le tettone. La feci rialzare e la adagiai sul giaciglio che avevo predisposto. Lei si distese ma anche li le fui subito addosso. Io le succhiavo voracemente la fica piena di umori e con i denti e la lingua titillavo la clitoride e nonostante Ornella cercasse di resistere era un lago di orgasmo e bramava di essere posseduta. Mi chiedeva a gran voce di metterglielo ma io continuai i preliminari in maniera interminabile, senza tregua con Ornella che tuttavia dimostrava una forza fisica esagerata, direi brutale. Non ritenevo ancora il momento di soddisfare il suo desiderio di cazzo anche se la mia nerchia aveva raggiunto una dimensione inaudita e lei cercava in tutti i modi di brancicarla. Era succube, era sottomessa era in mio potere, l’avevo dominata nei giorni precedenti lasciandola in astinenza e ora era pronta per tutto potevo prendermi la rivincita che volevo e praticamente potevo finalmente svaccarla come meglio desideravo. Sorrisi del fatto che di li a poco l’avrei totalmente assoggettata, soggiogata, fatta mia. Rimontai su di lei e in men che non si dica mentre lei era supina ricominciai a baciarla in bocca e a violarle per l’ennesima volta i seni. La donna era incontenibile chiedeva il cazzo in fica ormai maniacalmente mentre io avevo già deciso di assestarglielo in bocca e poi tra quei senazzi enormi. Lei disse no in sequenza mentre il cazzo sfiorava oramai le sue labbra e più gli e lo strofinavo sul viso più lei diceva no, no, no, no così no e allora fu la volta dei ceffoni ben assestati su entrambe le guance e poi sul muso, sempre più forti mentre il cazzo premeva per entrare e allora le dissi? E lei piagniucolando no così no? E io di rimando così si…le tappai il naso e non appena la bocca si aprì le infilai di forza tutto quello che doveva entrare e non le liberai il naso finchè non vidi che iniziava a spompinare. Provò a recalcitrare ma le ero in bocca. Tra un conato di vomito ed un altro si dovette abituare e dopo un po’ prese il ritmo alternando succhiate e leccate, aveva imparato e ora con le mani sollecitava lo scroto era bastato poco per imparare ad essere servizievole. In un primo momento fece tutto in maniera metodica come fosse un compito assegnatole poi iniziò a prendere passione e mi resi conto che ci rimase male quando le strappai il cazzo dalla bocca che era oramai a mantice per andare in camera da letto. Insorse anche violentemente e mi venne dietro con quella sua camminata un po’ particolare dovuta al culone grossissimo e pesante. Fu allora la camera da letto il nuovo scenario. Li Ornella temendo che volessi chiudere la festa mi pregò di dirle cosa non mi era piaciuto cosa avrebbe dovuto fare e io tirai fuori dall’armadio un vibratore che aveva contribuito a far godere senza pace la mia ex cognata mentre la sodomizzavo. Alla vista dell’oggetto Ornella mi disse che non lo utilizzava e io senza parlare gli e lo infilai tra le cosce con forza… Non ebbe molto tempo per protestare io gestivo molto bene l’oggetto e Ornella era impotente presa dagli orgasmi molteplici che le provocavo. Guaiva, gemeva e ansimava contorcendosi sul letto come fosse presa dalla tarantola. Aveva perso la voce e ora cercava solo di baciare la mia bocca il mio viso….era in preda agli orgasmi ancora e ancora e ancora. Mi avvertiva in continuazione che stava arrivando e io godevo del vederla così sfatta e arrendevole. Per quanto Ornella impazzisse non ebbe il mio cazzo. Ero io che comandavo e volli dominare dall’inizio alla fine dovevo farle pagare il desiderio che per anni avevo sprecato cercando vanamente di averla lei ma lei inflessibile non mi aveva consentito nulla mai nulla. Mentre Ornella continuava a contorcersi nel letto con il vibratore che ormai era un’appendice della sua vagina sbrodolante io ero di nuovo nella sua bocca e questa volta senza alcuna difficoltà ero entrato. Ero deciso a sborrarle l’anima in gola e quando lo feci Ornella cercò di sputare tutto ma io la costrinsi ad ingoiare quello che le era rimasto in bocca. Anche in questo caso mi disse no, non mi piace così ma intanto aveva ingoiato e da li a montarle le tettone per una spagnola sontuosissima il passo fu brevissimo e mi ritrovai il cazzo avvolto da quelle montagne in cui scomparve letteralmente. Ansimava la porca e stringeva le poppone con le mani. La cavalcata fu strabiliante e lunga lunghissima. Ornella non cedeva di un millimetro e neanche io che ormai ero grossissimo in quella valle e duro come un bastone d’avorio incandescente alla punta. Spingevo e lei si limitava a gemere. Ero furioso sempre più irruento e senza freni inibitori mentre lei chiamava il mio orgasmo lo voleva in maniera spasmodica. Tuttavia non era ancora tempo non sentivo quella prorompente voglia di scaricare ma il perverso gusto di dominarla ancora mentre era ormai sfatta e ogni colpo in più superava abbondantemente le tette per arrivare ai confini con il suo collo. Tracimavo, la donna non riusciva più a tenermi irreggimentato e io feci scempio di lei che ormai era in mia balia completa. Non poteva fare nulla e io improvvisamente le venni addosso con lei che urlò e si dibattè come fosse stata infilzata. Le inzuppai tutte le tette il volto, la bocca e lei istintivamente venne a succhiare e ripulire tutto chiedendomi se fosse stata brava. Non le risposi ma quando finì di ripulirmi e ripulirsi la costrinsi ad alzarsi e andammo a fare una doccia. Ci asciugammo e si rivestì. Era notte inoltrata la accompagnai alla sua macchina e anche se lei aveva immaginato di rimanere la notte con me la lasciai andare. Mi guardò molto turbata accese il motore e mentre stava partendo aprii la porta dal lato suo, quello di guida, la feci scendere e poggiata a 90 gradi sul cofano della macchina le infilai di forza le dita nel culo e in figa. Le mi supplico di fare piano ma non fece piano, non feci affatto piano e soprattutto andai profondo molto. Mi supplicò mentre si accartocciava su se stessa vittima delle mie dita gemendo e guaendo….voleva le mettessi il pene in vagina ma io non lo feci la feci arrivare senza fine e poi quando all’ennesimo orgasmo era cotta la spinsi in macchina e la costrinsi a farmi il bocchino finale. Lei Ripulì tutto…stetti attento che ingoiasse e poi me ne andai lasciandole il mio seme in bocca...non era finita ...era solo l’inizio....solo l'inizio
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