Cinzia: la donna di mio cugino. La prima volta

di
genere
etero


Storia vera
Ho conosciuto Cinzia la donna di mio cugino Vittorio ad agosto, al mare, in un paradiso per le famiglie che decidono di vivere la loro estate nella quiete. Li, in quel paradiso, prima che per me diventasse un inferno, avevo avuto modo di ammirare una splendida donna di colore, capoverdiana, che con il suo gelosissimo marito locale, e con i due figli, un maschietto e una femminuccia, frequentava lo stabilimento balneare in cui io facevo i bagni. La gelosia del marito e la dedizione totale che la donna gli dimostrava mi aveva indotto a lasciar perdere anzitempo, senza neanche provare un approccio o qualche cosa di simile. Sono sempre fedele al pensiero che tentare con una donna non è uno sport. Si prova solo con chi dimostra disponibilità, quindi da margini utili per avere un rapporto. Cerco di evitare quanto più possibile complicazioni. Preferisco non avere guai e soprattutto non voglio, nei limiti del possibile, relazioni complicate. I giorni passavano tranquilli, inanellati in serie, e io non avendo particolari sollecitazioni se non il desiderio irrefrenabile di quella splendida cavalla nera capoverdiana, alta, longilinea e con un culo da favola, tutta da contemplare e desiderare sognavo per una volta di essere nei panni di suo marito. La mia vera dannazione estiva si è palesata il 12 agosto, data che ricorderò per sempre. La fidanzata di mio cugino Vittorio che abita a Roma si chiamava Cinzia: una splendida valkiria 40enne, che da subito mi fece un sangue incredibile e che per questo motivo ho accuratamente cercato di evitare di incontrare. Convivono da tre anni Vittorio e Cinzia, ma io meno li vedo e meglio mi sento. Sono molto legato a questo mio cugino, sin da piccoli, e gli voglio molto bene, per cui ho sempre declinato ogni suo invito a pizzerie, feste e cose varie, tranne le inevitabili feste di famiglia a cui non posso ritrarmi, non è per lui ma per il desiderio che il corpo della sua donna ispira in me. A me capita, specie con alcune donne che il loro corpo, il loro odore, il loro modo di essere, il loro modo di muoversi, di atteggiarsi mi faccia perdere i barlumi della ragione e so che senza controllo potrebbe finire male. Cinzia è una di quelle donne che mi suscitano sesso violento, desiderio irrefrenabile, ma è soprattutto la donna di mio cugino. Quando capita che ci incontriamo cercò di fuggire ma mio cugino sembra avere un fiuto incredibile nel trovarmi sedendosi spesso vicino a me e con lui colloquiamo mentre c’è lei, ed io prego sempre di non trovarmi solo con lei guardando di sottecchi, sbirciando le sontuose giunoniche forme, classica romanaccia de Roma, alta 1.75, quindi un po’ più bassa di me, ma notevolmente più alta del suo uomo, mio cugino che è bassino. Lei è vestita sempre in maniera molto generosa e appariscente, bionda tinta con un fisico spettacolare, iperginnica, come del resto il suo uomo. Non resisto nel vederla, è, fra l’altro sebbene sia logorroica, il suo culo da sballo marmoreo e una quinta di seno debordante che non si può non vedere, non desiderare di toccare, le consentono tutto. Sono anni che tento di evitare e anni che, invece, sistematicamente me la ritrovo davanti, con mio cugino che non si accorge di niente, e Cinzia che mi fa letteralmente morire mi prende in giro ridendo. Cinzia credo abbia compreso molte cose e ritengo che dopo un primo momento, ostenti sempre di più e rida ai miei buffi tentativi di evasione, quando cerco di allontanarmi e me la ritrovo sempre li davanti o dietro, con la sua voce monotona e il difetto di pronuncia suo peculiare, il sigmatismo (parla con il pisello in bocca), pronunciando la s in maniera eccitantissima, direi erotica. Sono tre anni che questa tortura mi accompagna nelle mie vacanze fortunatamente brevi. Del resto, Vittorio ha le ferie che coincidono solo per pochi giorni con le mie e poi riparte. Questo anno, invece, no!! maledizione è sceso quattro giorni dopo me ed è partito il mio stesso giorno. Sono rimasto sempre in tensione con Cinzia. Non potevo certo dire che preferivo evitare di frequentare mio cugino. Inutile dire che in questo periodo ho frequentato Vittorio come in gioventù e se ciò in parte mi ha fatto piacere quando Cinzia mostrava spudoratamente il suo essere donna e si prodigava in baci a tutta lingua con mio cugino io rimanevo pieno di desideri repressi da sfogare a mano solitaria. Era certo che non riuscivo più. Fortuna ha voluto che ci fosse con noi anche una coppia di amici Raffaele ed Emma, con piccolo pargolo a seguito e ciò mi ha consentito di evitare la spinosa compagnia di Vittorio e Cinzia, almeno finché Cinzia non è stata in grado di coinvolgere nelle nostre uscite anche i nostri amici. Cinzia aveva iniziato a fare sangue anche a Raffaele, mentre mio cugino continuava a non rendersi conto di nulla, deliziato dai suoi baci e da quel corpo spettacolare che più passava il tempo più si abbronzava. Fu una mattina che Cinzia e Vittorio iniziarono a venire a nuoto da un altro lido al mio. La donna di mio cugino uscita dalle acque indossava un bikini scosciatissimo e ridotto, mentre mio cugino rideva e scherzava. Non potevo continuare ad ammirare solamente quella donna. Ogni volta che si muoveva era per me un trauma. Mio cugino rideva sempre, era orgoglioso di quelle bombolone naturali che Cinzia si portava avanti e a giudicare dalla tensione della coppa traboccante e di rinforzo anche all’aureola mammaria. Avevo più volte toccato quasi inavvertitamente Cinzia, ed era tutto irrimediabilmente sodo, sodo il seno, sodo il culo ma i fianchi larghi erano davvero troppo, era un monumento al sesso. Mi tuffai ad un tratto mentre Vittorio sorrideva come al solito, lamentandosi che li avevo lasciati sulla battigia. Farfugliai qualche cosa sul sole, il caldo un rischio di insolazione e andai a nuoto fino ad un certo punto. Ben presto Vittorio mi raggiunse. Non vi era dubbio continuava ad essere un atleta e lo stesso fece Cinzia. Anche li in mezzo mare il suo seno sporgeva e l’acqua si insinuava in quelle fantastiche insenature. Ebbi una erezione pensando che il mio cazzo sarebbe stata troppo bene li dentro, tra le grosse colline. Mi venne, inoltre in mente un fantastico hot dog con il mio cazzo nelle sue tette. No, non riuscivo più a stare no questi pensieri mi distruggevano, iniziai a sentire la tachicardia mentre Cinzia e Vittorio si baciavano. Non sapevo cosa fare, decisi allora io di ritornare a riva e lo feci nonostante una incessante tachicardia piano, lentamente. Avevo la mazza grossa e dura che usciva dal mio costume-pantaloncino. Inutile dire che al mio arrivo mi accolse nuovamente il sorriso ingenuo di Vittorio e quello da Femmina di Cinzia. Mio cugino mi chiese se stavo male, io bofonchiai qualche cosa ma non potevo muovermi visto il turgore del pene. Cinzia sottolineava come dovessi perdere un bel po’ di pancetta e Vittorio rideva così rimasi in acqua finché non mi sgonfiai. Quando mi resi conto che il cazzo si era ammosciato a dimensioni regolari andai alla doccia e li venne ancora Cinzia, la quale mi disse che ci saremmo visti a casa di un mio zio che proprio quella sera aveva deciso di invitare in campagna tutti i suoi nipoti. La doccia fredda mi aiutò ancora e così andai all’ombrellone ma Cinzia mi seguì, rideva poi con aria un pochettino snob mi salutò dicendomi che andava da Vittorio e rientrava a nuoto al loro lido, sottolineando come i muscoli, la forma fisica fossero importanti e come io mi stessi notevolmente appesantendo di anno in anno. Lo diceva per me, mi disse. Andò via ancheggiando in quel suo magnifico modo. Nel periodo che passai sotto l’ombrellone iniziai a fare caso, a ripensare a tutto di lei, per cercarle un difetto fisico, ma l’unico vero grande difetto era che fosse la donna del cugino a cui sono più affezionato. La serata a casa di mio zio iniziò e come al solito io feci di tutto per arrivare in ritardo, riuscendoci pienamente, ma nonostante il ritardo Vittorio e Cinzia mi attendevano, avevano preso i posti per me e io sedetti vicino Cinzia. Io parlavo con mio cugino ma guardavo Cinzia dal seno traboccante che non stava nel top elasticizzato. La volevo. Ci pensai, ci ripensai, mi sentii un verme per quello che avevo in mente di fare. Cinzia sembrava quasi avermi sfidato. Nel corso della discussione serale scoprii che la coppia ginnica correva circa 5 km al giorno ogni giorno, nuotava, e a sera ballava. Si vedeva come fossero orgogliosi della loro muscolosità. Era davvero un bel vedere. Muscolosi e abbronzati erano perfetti l’uno per l’altra. Lei continuò a sorridermi beffardamente per tutta la serata e anche mio cugino sprecava sorrisi e battute, mentre io sorridevo sicuro anche ad una ulteriore battuta di Cinzia e ad un suo affondo sulla mia pancetta e sul fatto che mi avrebbe fatto bene correre con loro, se per caso ci fossi riuscito……. Mentre ritornavo pensai alle tettone della donna, al suo fantastico culone e ai suoi possenti fianchi, scacciando ogni dubbio in un attimo. Il gioco valeva la candela, io non ero geloso e dove fotteva mio cugino avrei potuto fottere anche io. Un brivido di piacere mi percorse a pensare come avrei dovuto trombarla, visto che Vittorio e Cinzia erano sempre insieme. La mattina seguente attesi mio cugino e la sua donna.... sapevo che mai e poi mai avrebbero derogato alla nuotata, e così giunsero a bracciate lunghe, quasi pari. Cinzia dovetti ammettere che nuotava benissimo, di Vittorio lo sapevo era un culturista in miniatura. Vittorio mi disse che avrebbe corso 10 km per recuperare la cena abbondante di ieri, mentre Cinzia mi invitò ad una pizza in serata e accettai. Io avevo già registrato la corsa di 10 km, a partire dalle 18, 18 e 30, chiesi se Cinzia si misurasse sulla stessa distanza, ma mio cugino sorridendo con sufficienza mi disse che era impossibile anche per una donna allenata. Mi invitò, tuttavia, ad accompagnarlo, ma io mi schernii……. avevo troppa pancia per fare quello che il mio super cugino era in grado di fare, sorrisi io, sorrise mio cugino e sorrise Cinzia, che disse: “Amo’ tu cugino te more pe strada co sta panzetta dove voi che vada”. Misero gli occhialini e ripartirono a nuoto. Alle 18 mi ero appostato di fronte casa di mio cugino e quando vidi che apriva il cancelletto e partiva per l‘allenamento aspettai qualche minuto, poi aprii il cancelletto, il portoncino della casa era socchiuso e io bussai, chiesi permesso e entrai. Cinzia era nuda come sua mamma l’aveva fatta. Mi disse che Vittorio era uscito e io le dissi che lo sapevo. La abbrancai, era il momento più difficile questo per prendere una donna, era l’inizio, lo sapevo, temevo le urla ma anche se mi aspettavo delle urla, ciò non avvenne. La casa era piccolissima un bilocale, la spinsi, la deposi sul divano comodo in pelle e mi tuffai sopra, letteralmente. Devo ammettere che era molto forte, era bagnata, la stavo prendendo mentre avevano da poco finito di chiavare. Lei non aveva fatto la doccia, non se lo aspettava e io arrivavo a prendere quello che restava, si avevano fatto l’amore, le aprii le cosce era calda, troppo calda, liquida aveva orgasmato e anche Vittorio l’aveva presa, non pensai ad altro che a goderla ma lei non faceva nulla per rifiutare e io avevo iniziato a baciarla senza tregua. L’odore di femmina era fortissimo, era un bellissima porca, mentre, ero sceso e mi ero imposto con il viso iniziando a succhiarle il clitoride, tenendole le grandi labbra apertissime, con lei che accarezzava la mia nuca. Aveva stretto le cosce è il mio viso era in una morsa. Mi graffiava, anzi aveva infilato le unghie nelle mie spalle, nella schiena e all’altezza della pancia, si dimenava anche con le gambe muscolose forti. Mi usciva sangue ma scavavo con la lingua la sua vagina. Ero veloce di lingua. Tentai con tutta la mia forza di spostarmi da quella posizione e progressivamente mi impadronii della parte superiore. Quelle bombolone erano fantastiche con i capezzoloni duri, grossi, spigolosi, pesanti, già ritti forse dalla scopata precedente. Cinzia aveva già dato al suo uomo e ora si trovava a dover soddisfare anche me. I suoi seni erano nella mia bocca e la sua lingua rispondeva ai miei intensi baci. La suggevo nella maniera migliore, riempiendola di saliva. Succhiavo i capezzoli. Il seno è sempre stata la mia passione e fui in grado di fare su quelle colline di tutto e di più, la lingua strusciava tra le poppe in maniera naturale e lo stesso facevano le mie dita che palpavano. Curiosamente Cinzia era andata a sditalinare la sua figona depilatissima mentre io le ciucciavo le tette. Cinzia gemeva, orgasmava..... un orgasmo irruento. Aveva smesso di torturarmi con le unghie e meno male che non erano lunghe. Ero vorace mi beavo di dominare con la mia lingua le sue tettone. Strizzavo e la porca godeva, godeva. Ora mentre lei si dimenava dicendomi: oh che sei impazzito sta a scopa’ la donna de tu cugino, io messala in ginocchio le ho messo il cazzo vicino alle labbra, dicendole di succhiare. Mi disse che era troppo grosso, sorrisi: “come è troppo grosso per una donna bionica come te, non esiste un cazzo troppo grosso, ricorda che tu sei l’atleta e io sono quello con la pancetta, facciamo sta maratona, dai……” e le diedi un bel buffo sul culo. Finalmente aveva aperto la bocca e io infilai il cazzo. “Dai da brava, su, succhiamelo” la trattenevo dalla nuca, tentò brevi proteste, poi lo prese tutto e da brava iniziò a spompare. “Su vaccona,...... che sta succedendo che l’uomo con la pancetta sta fottendo la bocca della donna bionica? Come succhia bene la donna bionica….. ciuccia proprio bene la vacca bionica!!!. Ero padrone delle tettone e mungevo con impegno, riuscivo ad alzarle le tette sino a fargliele arrivare alle sue labbra e quindi mi venne l’idea di farle fare una spagnolona particolare. Tolsi il cazzo insalivato dalla sua bocca con notevole difficoltà visto che Cinzia iniziava a prenderci gusto e infilai la nerchia bagnata nel decolleté stringendo le due poppe e lasciando a lei il compito di trattenere il bastone nel solco, cosa che fece egregiamente. Lei ci stette, mi dava del porco, ribadiva che non lo potevo fare, che lei era la donna di mio cugino, che gli avrebbe detto tutto….. ma io la montavo, e quando sentiva che la mia cappella le arrivava in bocca produceva la sua succhiata la porca, ciucciava. Avevo trovato la posizione giusta e lei mi sbocchinava ma al contempo faceva lo spagnolone. Voleva che io arrivassi, ma avevo i miei tempi e quelli seguii. Quando schizzai la riempii tutta, le irrorai tutto il seno, la bocca e il volto. Si stravolse, riconobbi nel suo sguardo il godimento, si era sditalinata la vagina a dovere mentre io le aravo il petto col mio cazzo. Non aspettai un attimo e Cinzia rimase sorpresa, leccai e feci leccare il mio seme, lei lo sputò mi disse che non ingoiava neanche quello del suo uomo quindi figurarsi il mio. La lasciai fare soddisfatto e scesi fra le sue gambe all’altezza della vulva. La leccai dentro,nella sua intimità. Lei ebbe una reazione nervosa. Io le infilai il mio naso prominente e soprattutto la mia lingua che raggiunse il clitoride, e Cinzia iniziò la sua danza da tarantolata senza tregua. La spennellai senza fretta facendola gemere, dandole tutto lo spazio che voleva, singhiozzava, la sentii mia, tratteneva la mia nuca tra le cosce, desiderava essere slinguata, venne per me, era finalmente mia, cercai, così, la conferma, allontanando il mio volto dalla fica, cessai di lavorarla con la lingua e con le dita e lei mi cercò subito, mi richiese a gran voce, voleva che ricominciassi, che la sbattessi, che la fottessi. Le sorrisi dicendole: “non sei più la donna di mio cugino? Che gli dirai che ti ho violentata e che tu ti sei sbrodata tutta, ma tu lo sai che non ti ho violentato…….” No, no, ma ora scopami”. La sua figa grondava. Le chiesi perché non rideva più e le feci sentire il cazzo che può avere un uomo con la pancetta: “si tratta di una questione di muscoli è vero?, ebbene il muscolo del mio cazzo è grossissimo, duro ed è molto molto allenato, mentre la pompai dentro, sbattendole il batacchio nell’utero e succhiando a più non posso le tettone, con lei che affannava e non sapeva come bloccarmi. Le ho spiegato che la mia maratona era appena iniziata. Non sapeva rispondermi la povera Cinzia,lei aveva i muscoli, correva e nuotava ma ero io con la pancetta che la montavo ed io entravo ed uscivo senza difficoltà. Guaiva laida la sorcona. Godeva e mi implorava a gran voce facendo il mio nome, Mi chiese di sfondarla e io la sfondai. Lei grondava di umori ed era impazzita, si muoveva come una dannata, io con calma la possedetti possente ritmato. Mi fermai tutto ad un tratto e lei mise in aria sulle mie spalle le sue cosce in modo che il mio pene aderisca totalmente. Entro sempre più dentro. Dice si a me all’uomo con la pancetta che non sarebbe in grado di fare dieci chilometri ma che l’ha messa in ginocchio, le aveva arato la miciotta, come lei la chiamava. Io sono abituato a resistere, quindi la sottoposi ad un tour de force incredibile. Cinzia era cotta, anzi più che cotta. “Tutti sti muscoli, tutto sto fisico, e la resistenza sessuale..... le chiedo, che fine ha fatto?”. Le scavo la figa, io lavoro e lei subisce. Io sento il mio pene, la mia voglia ha centuplicato le mie forze, la gonfiai ancora e sapevo che prima di fiottare il mio orgasmo ci sarebbe voluto tempo: volevo che lei si ricordasse bene, molto bene di me e del mio cazzo. Cinzia si strinse a me, strinse le gambe e il mio cazzo entrò ed uscì con sempre maggiore difficoltà. Le infilai entrambe le mani fra le natiche, le aprii e iniziai un lungo massaggio perianale che mi portò ad inserirle prima un dito, poi un secondo e poi un terzo in ano. Cinzia reagì d’istinto, come una fiera, io infilai sempre più forte e lei cedette. Aumentai l’andatura, andai più profondo e via, via, via, mentre lei si inarcava come meglio poteva il suo bacino per agevolare la mia esplosione deliziandosi delle mie ciucciate al seno da cui le mie labbra non si erano quasi mai straccate come la lingua. Le sue mani erano ritte a stringere il mio culo duro e tondo. Ci guardammo negli occhi, io sopra lei sotto “allora, sei la mia troia e così dicendo la inondai mentre lei urlava il suo piacere. Adesso sentivamo ambedue l’esigenza di tirare un po’ di sollievo. Continuai a stare in figa fino all’ammosciamento che però non venne. Ero eccitato dal possedere i seni di Cinzia. Le chiesi: Dove ti scopa Vittorio, come ti scopa, alzati e mettiti di fronte al tavolo, ti voglio alla pecorina”. La sistemai a 90 gradi. Ero più tonico della prima volta. Lavorai bene con le dita la vagina, quindi il buchetto che avevo già esplorato. In questa posizione era magnifico le poppe scampanellavano all’impazzata e più io forzavo il ritmo più loro ondeggiavano erano dei campanacci per le vacche, scampanellavano e io giocavo a trattenerle pur sapendo che la loro grossezza debordava dalle mie mani. Godevo del loro sbattere, del loro scampanare. Cercai a questo punto di incularla senza avvertimento ma lei si ritorse nuovamente come una belva. La mia cappella svettò. Spinsi, lei fu rabbiosa io mi feci strada a forza e finalmente entrai: Mi senti Cinzia, mi senti troia, sono anche dentro il tuo culo. L’uomo con la pancetta ti prende anche il culo che fai chiamiamo Vittorio tuo? . Entrai in un culo sontuoso. Lei si limitava a degli urletti quando affondavo. La mia nerchia tutta dentro fino alle palle e lei cercava di liberare il buchino ma il gioco non funzionava così. Il culo mi inebria….mi fa impazzire: dai porca dai che abbiamo quasi finito, dai. .. La riempii, mi sentiva nell’intestino Le tette sobbalzavano: “donna bionica, allora…..” le chiedevo….. il suo culo era selvaggio ma selvaggio ero ancora di più io che gli e lo presi tutto...
di
scritto il
2019-03-13
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