Sottufficiale in congedo, cerca impiego.

di
genere
etero

Dopo anni di attività militare col grado d Maresciallo Maggiore, incarichi speciali, vado in congedo. Per voi "borghesi" specifico che congedo è simile a pensione. I primi giorni furono una goduria: mai più notti al freddo per servizio ma un letto che mi cullava fino a tarda mattinata, colazione gustata in pace, non più il suono della tromba che segnalava varie attività all'inizio dello svolgersi e di nuovo alla conclusione. Mai più mettermi sull'attenti davanti ad Ufficiali che potevano essere miei figli ed io dovevo obbedirgli. Passeggiate in campagna, incontrare gli amici, gite in moto con mia moglie ... però poi ... anche queto divenne monotono ed io volevo fare qualcosa e magari guadagnarci sopra. Troppo? Ecco perchè misi un'inserzione su un giornale! Neanche un giorno passò ed ebbi una telefonata: il proprietario di un albergo, mi propose di fare il portiere diurno ed anche notturno. Accettai subito. Andai lì e mi accettarono subito, spiegandomi poi cosa dovevo fare. Iniziai subito e accolsi i clienti che chiesero la finestra sulla piazza più bella, ( la città è Venezia! ), così, nel giro di una settimana, ricevetti laute mance che sommate tutte, somigliavano allo stipendio da militare. Quel periodo, Primavera, i turisti affluivano come i funghi dopo la pioggia e fu assunta una nuova cameriera: una stangona di ragazza, mora, prosperosissima, dal viso da fata, dalle cosce da infarto ed un culo che ci dovevo solo metterci le mani agguantandolo energicamente. Lei si chiamava Rosina, spesso la seguivo nelle camere, nei corridoi e mi preoccupavo che anche lì tutto procedesse bene e, nelle stanze più piccole, con spazi angusti, spesso ci si trovava che, per passare l'uno o l'altra, ci strusciavamo e, ad un certi punto, lei sentì contro il suo bel culo, il mio cazzo gonfio e duro come l'ansegnolo per stendere la pasta fresca. Mi fissò negli occhi e notai che si passava la lingua sulle labbra e, lo faceva apposta, si chinava poi, intenta a sistemare il letto. Io capii il suo segnale ben chiaro e, chiusa la porta a chiave, la presi per le spalle facendola girare verso me e la bacia in bocca mentre lei recitava la parte della sconvolta per la mia aggressione, però, dopo che le guidai la mano sulla mia patta, non protestò più e si dedicò a slacciarmi i calzoni che caddero a terra ed io la spinsi sul letto dove si stese e spalancò le cosce. Le sfilai le mutandine e mi chinai a leccarle la figa che subito sbrodolò umori, così le appoggiai il cazzo alle labbra gradi e lo infilai impetuosamente. Scopammo come ricci e, quando insieme raggiungemmo l'orgasmo, lei mi disse che usava la pillola così mi lasciai andare e la baciai in bocca appassionatamente. Da quel giorno Rosina trovava sempre un momento ed una stanza disponibile per fare sesso senza limiti. Oltre lei c'erano due donne sulla cinquantina a lavorare lì e notai chiaramente che una di loro due, quando incontrava Rosina, la seguiva con lo sguardo incollato al suo corpo, squadrandola dalla testa ai piedi. Che fosse stata una lesb...., bhò! Non mi riguardava! I giorni trascorrevano intensamente tra il lavorare e ... scopare Rosina ... che pacchia, ma non finisce qui.
scritto il
2019-05-01
4 K
visite
1
voti
valutazione
2
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.