V iaggio con mio padre - 18 - Lo spettacolare arrivo della Dea Ametra

di
genere
incesti

Il fatto che Ametra non fosse ancora arrivata a Milano e non avesse neanche telefonato,aveva reso un po nervoso mio padre e di conseguenza,anch'io ero un po inquieta.

Mio padre avrebbe dovuto trovare un valido pretesto per allontanarsi per tutta una settimana ed il fatto che non avesse notizie in merito,gli creava un certo imbarazzo e preoccupazione.

D'altra parte,era anche logico che l'affascinante araba non si facesse sentire.

Non poteva certo telefonare a casa o in ufficio ed a quel tempo mio padre era piuttosto restio a comperare uno dei primi telefoni portatili.

Erano oramai passate quasi 2 settimane del nostro rientro da Parigi quando una e-mail di una certa signora Anny Koltes di New York,preannunciava un suo viaggio a Milano e chiedeva un appuntamento per visionare il nostro campionario.

Quel nome non era nella lista dei nostri clienti e neanch'io e mio padre ne avevamo mai sentito parlare.

Francamente io avevo pensato ad un nuovo cliente mentre mio padre,più scaltramente,aveva intuito che potesse trattarsi di lei.

Aveva così telefonato al suo ufficio di Doha che gli aveva confermato che la signora e suo marito erano in viaggio.

A quel punto,mio padre si era inventato una settimana di "bagni" alle terme di Chianciano ed aveva persino fatto prenotare dalla sua segretaria.

Tutto era pronto dunque per l'arrivo di Ametra.

Puntualmente come da appuntamento che le avevamo confermato si era presentata nel nostro ufficio in compagnia di un giovane di colore piuttosto aitante e spigliato nelle sua lingua inglese e in italiano.

L'aveva presentato come il suo aiutante e consulente.

Quando si era aperta la porta dell'ufficio,le ragazze erano rimaste a bocca aperta di fronte alla sua figura statuaria e disinvolta.

Nel breve tempo di pochi minuti,tutti in azienda sapevano che era arrivata una cliente straordinaria e da quel momento,era iniziata una vera processione di maschi e femmine per poterla vedere.

La sua figura slanciata da scarpe di vernice rossa dai tacchi vertiginosi,sovrastava quella del suo accompagnatore che pure era piuttosto alto anche se più massiccio.

Le sue lunghe gambe e le sue cosce erano fasciate da pantaloni di leggerissima nappa nera che le aderivano come una seconda pelle.

Il suo pube,sotto la pancia piatta,era segnato dall'evidente gonfiore delle labbra del suo sesso e dallo spacco rimarcato da una leggera riga rientrante.

Le natiche gonfie e sode,erano rese ancora più evidenti dalla pelle che si intrufolava nel solco tra le chiappe.

Una vaporosa camicia di seta nera generosamente sbottonata in alto,metteva in mostra i suoi stupendi seni che si reggevano spavaldi sfidando ogni legge di fisica.

Nonostante la vaporosità dell'indumento,ad ogni movimento,i suoi capezzoli spingevano sulla seta come a volerla bucare.

I lungi capelli neri legati a coda di cavallo,le tumide labbra lucidare di rosso e vistosi occhiali neri,completavano l'immagine di quella signora che pareva appartenere ad un genere diverso da quello umano.

Più evoluto,più sensuale ed al di sopra delle regole che governano i rapporti sociali così come li viviamo quotidianamente.

Una scultura vivente,una dea...una principessa...come l'aveva descritta una volta mio padre ed io davvero non avrei saputo trovare parole diverse.

Era una figura assolutamente irriconoscibile da quell'araba informe "Lo scarafaggio" come la descrivevano le ragazze dell'ufficio quando veniva col marito,silenziosa e sottomessa nel suo Niqab nero e quel velo che le lasciava scoperti solo gli occhi.

Il timore di mio padre era giustappunto il fatto che la sua voce e gli stupendi occhi verdi ne potessero tradire la reale identità.

Quando io e mio padre siamo usciti dal nostro ufficio per andarle incontro,lei con fare molto professionale e con grinta "americana" ci era venuta incontro e porgendoci la mano si era tolta gli occhiali.

Un attimo di supence...un brivido aveva attraversato il mio corpo e quello di mio padre a quel gesto.

Quando finalmente il suo viso era stato liberato da quegli ingombranti fanali,sono apparsi due meravigliosi occhi neri-"Profondi come il mare" avrebbe detto Dalla-resi ancora più belli da un trucco leggero tempestato di rilessi dorati.

Uno spettacolo!

Uno spettacolo davvero anche con quelle pupille fittizie di lenti a contatto

Io non avevo saputo resistere a tanto splendore e facendo gli onori di casa,l'avevo abbracciata scambiando con lei un bacio di benvenuta e rimanendone inebriata dal profumo della sua pelle.

Segue
scritto il
2019-05-07
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