Lazlo. (3)

di
genere
pulp

Riparto la mattina per Siegendorf dopo aver comperato una culotte di seta pura “Paris gemacht” per Jana e per sovrappiù un reggicalze in sintonia, preso i soldi da dare a Petr, sigarette e liquore, caffè.
E il giorno dopo mi ritrovo a pedalare e raggiungere Sopron, i soldi in banconote da cento messi in una fascia stretta legata alla vita sotto le mutande, il resto assieme ad altri indumenti nello zaino. A sera raggiungo la casa di Jana e Petr.
Ceno con loro, luccioperca del lago, frutto del bottino di pesca di frodo di Petr, beviamo abbondantemente, Jana forse troppo. Ha il viso acceso e ad un certo punto:
-Petr... amore, ho chiesto a Lazlo di portarmi una cosa dall'Austria...-
Anche Petr ha ormai i freni inibitori allentati dall'alcol ingurgitato, annuisce.
-Lazlo... mi hai portato la culotte? Come mi hai promesso?-
-Certo che si... Jana, nera, di seta...-
-Dammela! Ti prego...-
La levo dallo zaino e gliela porgo, lei la prende con mani tremanti e ci immerge il viso con una espressione estatica.
-Ma cosa è...?
Chiede Petr piuttosto sfatto.
-Guarda amore... una culotte, mutandine da donna... di seta, parigine, non sono fantastiche?-
Ottiene di risposta uno sguardo attonito.
Intervengo...
-Non solo quella, Jena, guarda...-
-Dio! Anche il reggicalze!-
Ha ora una espressione sognante, di puro desiderio!
-Amore... Petr, posso provarle? Adesso? Qui?-
Lui annuisce distratto, lei si precipita in camera, per ritornare da noi poco dopo, indossando solo la culotte, calze e reggicalze.
Ora Petr ha uno sguardo fra il lubrico e una leggera disapprovazione, non sa come reagire alla mia presenza.
Io aspetto, li guardo, mi adeguo.
Lei si muove sinuosa, si accarezza i seni, si gira, gioca a vedi-non vedi abbassando l'indumento. So cosa vuole, è un pezzo che ci pensa, vuole essere guardata dal marito mentre scopiamo io e lei, ha questa fissa e la cosa la manda fuori di testa. Vuole che il marito mi accetti come amante, ma... come reagirà Petr?
Gli si porta vicino, ancheggia, muove il bacino, gli prende le mani e se le porta ai fianchi, abbassa la culotte, gli si siede sulle ginocchia e lo tocca.
-Sei duro... sei eccitato, quanto ti piaccio? Tanto da scoparmi in presenza di Lazlo?-
Io penso a quella sua grossa pistola e se a questo sballa il cervello e ci spara? Cazzo!
Questa puttana di Jana rischia di rovinare tutto.
Petr mi è necessario per il mio programma, ma so anche che il sesso potrebbe essere un ulteriore legame fra noi.
Mi alzo e esco, rinchiudo la porta e aspetto fumando. Lascio sfogare la loro voglia, la libidine che ha causato quell'indumento nella mente di Jana.
Sono alla terza sigaretta e rimpiango di non aver portato con me la bottiglia di liquore quando esce Petr ancora con i calzoni sbottonati, evidente che ha appena goduto.
-Jana... mi ha chiesto di farti entrare.-
-E tu... cosa ne pensi, Petr?-
-Lo so che la scopi e sai? La cosa mi fa uno strano effetto, mi ingelosisce un po' ma mi eccita di più...-
-Vuoi guardare? Mentre scopo tua moglie?-
-Si...-
-Va bene... entriamo.-
-In camera da letto... Lazlo.-
Lei è distesa, gambe larghe, indossa ancora culotte, reggicalze e calze, mi invita.
-Vieni Lazlo... scopami, prendimi... forte!
E sposta il fondo della culotte.

La mattina davanti a un caffè riprendiamo il discorso del passaggio del confine, è martedì, devo incontrare la donna e con lei raggiungere il capanno nascosto nel canneto nella palude e lì aspettarlo, sperando, mi dico, che non mi faccia scherzi, ma forse l'accaduto nella notte ha cementato qualcosa, nulla lega come il sesso.
Per finire mi chiede se ho i soldi, si... certo, li avrà a compimento.

Parto in bicicletta, il paese da raggiungere è a pochi chilometri, Fertőrákos, prende il nome dal lago, Fertő in magiaro, la locanda dell'appuntamento è l'unica esistente, Mazsola Büfé, vecchia costruzione a palafitta con il tetto a scandole.
Vado a conoscere Ljuba, la Dottoressa Ljuba Humkic, sposata Lukcek.
C'è una figura femminile sul pontile, se è lei... inizio ad apprezzarla già da adesso per come si è vestita, gonna, calze grosse, scarponcini, un giaccone di lana grezza e sulla testa un fazzoletto e un solo zaino.
Mi avvicino.
-Ljuba?-
di
scritto il
2019-06-04
2 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Lazlo. (2)

racconto sucessivo

Lazlo. Epilogo.
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.