Moglie. Madre. Predatrice.
di
Pat & Co
genere
sentimentali
Gloria non ha detto niente a suo padre... Almeno credo.
Il gelo da parte sua è palpabile: quasi quasi riaccendo i termosifoni... Dalla scenata in cucina dopo che mi ha sorpresa a letto con Giancarlo dopo essere uscita prima da scuola per l’assenza di alcuni insegnanti, praticamente non mi ha più rivolto la parola.
Suo padre non ci ha neanche fatto caso, ma io ci sto malissimo.
Avevo appena finalmente recuperato a fatica il rispetto e la confidenza di mia figlia dopo la classica crisi adolescenziale, e li ho persi di nuovo per un colpo di testa.
Non credo che rivedrò Giancarlo, ma ormai non ha più importanza.
Lui ha la sua sposina in dolce attesa, non ci farà neanche caso. Io volevo semplicemente distrarmi dalla mia storia (quella sì, pericolosamente seria) con Claudia, l’amica del cuore di Gloria. Ironia della sorte, credevo che la relazione con Claudia potesse mettere a rischio il mio rapporto con Gloria, e speravo di staccarmi da lei gettandomi fra le braccia di un uomo...
Invece adesso il mio rapporto con Gloria è rovinato, e la relazione con Claudia è proprio l’unica cosa che mi aiuta ad andare avanti...
Come dite, mio marito?
E lui che c’entra?
Ah, sì, certo: lui è quello che ho tradito, certo... Ma non lo sa. E comunque, con lui mi sento in colpa solo fino a un certo punto: in fondo, di scappatelle ne ho collezionate diverse da quando ci siamo sposati. Immagino che anche lui abbia qualche scheletro nell’armadio, per quel che me ne importa.
Con Mario siamo amici, colleghi, andiamo a letto insieme (di solito per dormire)... C’è simpatia, amicizia, un certo rispetto, e la consuetudine di un rapporto che ormai dura da oltre diciotto anni. Ma amore? Non direi...
Con Claudia è più difficile dirlo.
Lei pensa di essere innamorata. Io sono sicuramente infatuata... Se fosse maggiorenne potrei anche prendere in considerazione di lasciare mio marito per lei.
Forse.
Poi però c’è il dettaglio che mio marito è anche il mio socio: se ci lasciassimo sarebbe un disastro in termini economici... Siamo condannati a restare insieme.
Io, poi, non sono affatto lesbica.
La scopata con Giancarlo, per quanto mi sia costata cara, mi ha ricordato quanto mi piaccia essere presa da un uomo.
Insomma, è un casino.
La mia vita è un casino.
Mia figlia mi disprezza e la sua amica del cuore mi ama in segreto... Sarebbe molto meglio se fosse il contrario.
Mio marito, poi, non si accorge di niente: lui lavora e basta; poi, la notte, dorme.
Per fortuna.
La mia vita è un disastro.
Vorrei essere sola con Claudia su un’isola deserta, e non pensare più al resto dell’umanità, che non solo mi giudica, ma mi tiene anche costantemente d’occhio... Magari non sarà proprio così, ma questa è la sensazione che provo quando incontro lo sguardo di Gloria a cena (ti sei fatta sbattere da lui anche oggi?), oppure quello di Mario davanti al cappuccino del mattino (con chi mi tradirai la prossima volta?).
Fra l’altro, ora che mia figlia mi ha sgamata, lo stress di vedermi clandestinamente con Claudia è diventato insopportabile.
Lo so cosa state pensando: un’adultera seriale che improvvisamente si rende conto di cosa sta facendo?
Lo ripeto ancora una volta: quella con Claudia è la mia prima “storia” extraconiugale. Le altre erano solo scappatelle, compresa quella con Giancarlo: episodi isolati e privi di qualsiasi strascico emotivo... Isolati, non programmati e limitati al puro contesto fisico.
Ne abbiamo parlato. Claudia è dolcissima, quando le ho spiegato come mi sento, mi ha abbracciata stretta senza dire niente.
Essere consolata da una ragazzina per le mie pene d’amore è una sensazione strana, ma anche forte. Mi ha colpito che non provi nessuna rabbia per via di Giancarlo; quando glie l’ho detto, lei ha scosso le spalle sorridendo: “In fondo era solo un uomo, no?”
Sa bene che io sono sempre stata eterosessuale; non si aspetta che io cambi completamente e di colpo... Che ragazza matura e comprensiva! E così bella...
Abbiamo fatto l’amore con calma nel suo lettino (i genitori erano fuori), e poi siamo rimaste un po’ a coccolarci a vicenda.
Lo sa anche lei che fra noi non può durare.
Quale sarebbe la reazione di Gloria se scoprisse la nostra tresca?
Non posso perdere mia figlia...
Anche Claudia è preoccupata. Da lei sento che Gloria si è messa con un ripetente dell’ultimo anno: un ragazzaccio che ha già diciannove anni, e che sembra abbia già avuto problemi con la pula.
Vanno a letto insieme da un paio di settimane, e lei non ne fa mistero a scuola.
È già considerata un po’ la sgualdrina della classe.
Ci sto male: so che è colpa mia, del pessimo esempio che le ho dato.
- E fra di voi? – chiedo, delicatamente. È da un po’ che mi pongo la domanda su come vadano le cose fra loro.
In fondo sono legatissime da almeno due anni, e tutto è proprio cominciato dall’intimità in cui le ho colte poco più di un mese prima...
Lei arrossisce, come se si vergognasse un po’.
- Sai... È successo una volta sola. Subito prima che Gloria si mettesse con il suo ragazzo.
Dovrei essere gelosa? La mia amante lesbica è stata con un’altra...
No, non lo sono. Strano.
Forse perché l’”altra” è mia figlia?
Oppure perché voglio bene a Claudia, la desidero sessualmente, ma non sono veramente innamorata di lei e desidero che abbia semplicemente il meglio?
Lei e io stavamo insieme da neanche un paio di settimane, quando si sono viste proprio lì, a casa di Claudia, prima di una pizza fra amici il sabato sera.
Hanno chiacchierato, ripensato ai giochini della volta precedente... Claudia aveva fatto esperienza con me, e aveva guadagnato in confidenza: aveva allungato le mani per prima, e Gloria non si era sottratta. Anzi, ci stava...
Hanno fatto l’amore proprio lì, nello stesso letto in cui siamo adesso.
- È stato bello? – le chiedo, più intenerita che turbata.
Claudia arrossisce: il peperone che a me piace tanto...
- Molto. Ma anche diverso rispetto a te...
- Immagino sia sempre diverso, con un’altra persona.
- Sei arrabbiata?
Sorrido: - Perché hai fatto sesso con mia figlia mentre hai una relazione con me?
Un pensiero improvviso: altruista ed egoista allo stesso tempo... Se Claudia stesse con Gloria invece che con me, tutti i problemi si risolverebbero quasi d’incanto.
Sarebbe anche più giusto.
Lo dico, lentamente...
Gli occhi di Claudia si riempiono di lacrime silenziose.
- Non vuoi più stare non me?
Le bacio via le lacrime dagli occhioni nocciola.
- Io ti amo – sussurro con delicatezza, e sento dentro di me che non sto mentendo... Non del tutto.
- ...Ma?
- Ma ho oltre vent’anni più di te, ho una figlia della tua età che è anche la tua migliore amica e sono una donna sposata. Questa non può essere la storia della tua vita: è solo un episodio.
Claudia singhiozza piano.
Ci baciamo.
- Non so se è solo un episodio – sussurra piano, staccando le labbra dalle mie – So solo che è bellissimo...
- Ci saranno altri episodi bellissimi – le dico dolcemente – Sei giovane. Sei anche tanto dolce e graziosa: ti succederà tante volte, e alla fine capiterà con la persona che rimarrà con te per sempre.
Proprio io dico una cosa del genere... Io che so benissimo di non amare più mio marito; e che so anche che non lo lascerò perché non mi conviene.
Sono diventata cinica, oltre che lesbica?
Non mi merito una ragazza come Claudia.
La mia famiglia non si merita una troia come me.
Cinica, lesbica e senza più nessun rispetto per me stessa. Che disastro che sono...
Claudia mi abbraccia forte. Sento le sue braccia nude intorno al collo, i suoi seni caldi e sodi premuti sui miei.
- Non lasciarmi, ti prego – sussurra piano – Non ancora...
Mi sento scoppiare il cuore per lei.
Annuisco lentamente, stringendola a me.
Anche vigliacca.
***
Ci siamo viste altre due volte.
Mai a casa mia, ho il terrore di essere beccata e Claudia lo capisce benissimo. Così ci vediamo in collina, nel verde.
Anche lei si sente in colpa con Gloria; ha paura che se si è messa con quel tipaccio, sia anche colpa sua. Per non esserle stata abbastanza vicina in un momento difficile.
Già, ma il “momento difficile” è colpa mia...
Ci commiseriamo un po’ passeggiando nel Parco della Maddalena, poi troviamo un posticino riparato e ci baciamo.
Facciamo l’amore in un boschetto, nel mio Cherokee, con vista sull’arco alpino che incorona Torino illuminata dal sole di giugno.
- Non possiamo continuare così, tesoro.
- Lo so... – sospira Claudia – Vorrei che non finisse mai, ma capisco che non è possibile. Hai la tua famiglia.
- E tu la tua vita che ti aspetta.
- Non ti scorderò mai...
Ci lasciamo così. Con un ultimo bacio.
Quando torno a casa ho il cuore a pezzi, ma anche la sensazione di aver fatto la cosa giusta, per la prima volta dopo mesi.
Sono le due del pomeriggio, Mario è ancora in agenzia, ma Gloria dovrebbe essere a casa.
Le do una voce mentre mi sfilo le scarpe, ma non ricevo risposta.
Salgo le scale a piedi nudi e sento il rumore al piano di sopra. Colpi sordi e ritmici contro il muro. Lamenti cadenzati.
Mi batte forte il cuore quando sbirci nella cameretta di Gloria, ma so già quello che vedrò: così almeno la sorpresa non mi stende.
Gloria è a quattro zampe, nuda sul suo letto e con la faccia verso la porta.
Dietro di lei c’è un bel tipo sulla ventina. Nudo anche lui: moro, asciutto, un po’ tenebroso come va di moda adesso. La sta montando con forza, alla pecorina; il rumore che sentivo prima erano i colpi della testata del letto contro il muro e i grugniti di piacere di mia figlia ad ogni colpo che il suo ganzo le infligge nella pancia.
L’odore di sesso permea la cameretta: i due devono essere in azione già da un po’.
Sapevo che sarebbe successo; non cado dalle nuvole, Claudia è stata abbastanza chiara sulle attività della sua amica, e io sono consapevole di aver dato il cattivo esempio ad un’adolescente già in fregola per conto suo.
Però non posso fare a meno di rimanere a bocca aperta.
Gloria mi vede e sorride senza smettere di gemere di piacere: mi ha sentita arrivare, ma non le è nemmeno passata per la testa l’idea di smettere.
- Ciao mà – mi fa, irriverente – Già a casa?
Il suo ganzo si blocca di colpo: lui non si era ancora accorto di me, intento com’era a scoparsi mia figlia.
Lei si volta con la testa a guardarlo: - Non ti fermare, è solo mia madre. Non preoccuparti, va tutto bene: anche lei si porta gli uomini a casa, di tanto in tanto...
Se mi avesse schiaffeggiata in pubblico mi avrebbe fatto meno male: domani tutta la scuola saprà che sua madre è una puttana.
Me lo merito.
Il ragazzotto mi guarda, arrossendo un po’: - Er... Buongiorno, signora Ferraris.
Deglutisco e mi sforzo di darmi un contegno. Forse potrei giocare a fare la madre moderna?
- Ciao... Sì sono a casa, Gloria. Poco lavoro in agenzia, oggi. Se vi va, sono di sotto a preparare il caffè, va bene?
- Oh, non ti disturbare – mi fa lei, con tono canzonatorio – Noi ne abbiamo ancora per un po’... Vero, Dino?
Dino annuisce esitante, poi abbassa il capo, le serra i fianchi fra le mani e riprende a montarla come una cagna, strappandole un gridolino di gioia.
Io mi volto come in trance, e scendo lentamente le scale con il cuore in tumulto.
Invece che un caffè, mi preparo una tisana.
Di sopra, sento i tonfi della testata del letto di Gloria contro il muro, e so che Dino se la sta scopando alla grande. A tratti sento anche le grida di piacere di mia figlia, che gode sotto i suoi colpi incessanti.
Un maschio vigoroso, non c’è che dire...
***
Passo una settimana d’inferno.
La peggiore della mia vita, da quando sono morti i miei in quell’incidente automobilistico dieci anni prima.
Sono una troia; una lesbica e una pervertita. Ho il cuore infranto dalla perdita di Claudia, che sta soffrendo a sua volta. Ho perso il rispetto di mia figlia, e so di non meritare più quello di mio marito. Mi sento tremendamente sola nella mia stessa casa.
Mia figlia è una sgualdrina che si fa sbattere dal primo teppista che passa, e io non ci posso fare niente, anche perché è colpa mia.
Qualsiasi cosa io faccia, rischio di distruggere il mio matrimonio e la mia famiglia, per non parlare del mio lavoro.
Non ho più nessun rispetto di me stessa.
Che disastro.
Vago sotto i portici di via Roma per ripararmi dall’acquazzone tropicale che sta spazzando la città, e non posso fare a meno di scannerizzare le vetrine con sguardo concupiscente.
Come tante, quando sono giù mi sfogo buttando soldi nei negozi di abbigliamento. Non sarà molto originale, ma è l’unica cosa che so fare.
Ho parlato al telefono con una vecchia amica, cercando ispirazione. Non fa parte del mio giro abituale e abita abbastanza lontano da non rischiare che le mie sporche storie si sappiano in giro, ed è una ragazzaccia peggio di me, quindi magari ha qualche idea...
In effetti ne ha, ma sono del tipo che rischia di mandarti in galera. Oppure di dannarti l’anima ancora più di quanto io non abbia già fatto.
Pessima idea, chiamarla...
Così sono in giro in cerca di modi per prosciugare il mio conto in banca.
Un bel bikini provocante per le vacanze; una minigonna di pelle nera di quelle che piacciono alla mia famosa amica dalle abitudini sconce; sandali estivi con tacco dodici che probabilmente non metterò mai...
Esco dal negozio con la sacca sottobraccio e le mani nella borsetta mentre sto riponendo il portafogli, e sbatto inopinatamente contro qualcuno che passava proprio lì in quel momento.
La sacca con la spesa mi cade dalla spalla e finisce per terra mentre io cerco di riprendere l’equilibrio.
Il giovanotto contro cui ho sbattuto si piega a raccogliermi la sacca e io faccio per ringraziare-scusarmi quando me la porge, e mi blocco nel vederlo finalmente in faccia.
- Dino!
- Signora Ferraris!
Nella zona urbana di Torino ci saranno quasi due milioni di abitanti; quale sarà la probabilità di andare a sbattere – fra tutti – proprio contro il teppista che si scopa abitualmente tua figlia?
Beh, almeno è abbastanza gentile da ridarmi la sacca caduta in terra...
Vedo il suo sguardo scivolarmi lungo il corpo.
È sorpreso quanto e più di me, e dovrebbe istintivamente tenermi gli occhi sul viso mentre mi riconosce, ma li vedo andare su e giù come se...
Quando si è piegato a prendermi la sacca mi ha visto le gambe.
Indosso il solito tailleur con la gonna corta e lo spacco, disegnata apposta per slanciarmi le cosce. Gli uomini mi guardano le gambe da quando avevo l’età di Gloria, e ne nono sempre ben consapevole: sono la parte migliore di me...
Il ganzo di mia figlia mi sta guardando le gambe.
Le parole della mia amica al telefono mi tornano nella mente di colpo, con il loro tono irriverente e l’accento veneto pieno di autostima: “se il tipo che si sbatte la Gloria è un figo ed è anche maggiorenne, forse dovresti scopartelo tu” ...
Ho scartato il suggerimento come la battuta sconcia di un’amica sfacciata, ma all’improvviso mi rendo conto che in fondo non sarebbe una cattiva idea.
Dino è alto, ben piantato, con la pelle olivastra, lo sguardo acceso e la classica espressione del cattivo ragazzo che si fa la barba solo quando ne ha voglia...
Gloria sarà anche una sgualdrina, ma ha buon gusto.
- Ma guarda che combinazione... Cosa ci fai tu qui?
- Siamo usciti da scuola un’ora fa, e io dovevo fare un salto all’Apple Shop... Mi scusi per la botta, signora.
Storco il naso: - Lascia perdere il “signora”, Dino: visto come ci siamo conosciuti, mi sembra ridicolo. Mi chiamo Cinzia, lo saprai vero?
- Er... No, non lo sapevo.
È imbarazzato. Carino...
- Gloria non è con te?
- No, la sua classe usciva più tardi. Noi due non... Cioè...
È sulla difensiva: un ragazzo alle prese con una donna adulta che gli piace... O almeno, di cui gli piacciono le gambe.
Sento come un’iniezione improvvisa e potente di autostima scorrermi nel sangue, e mi rendo conto di essere di colpo già in caccia: i miei istinti di predatrice si sono risvegliati. Altro che shopping!
Io voglio scopare...
- Hmmm... Capisco. Senti, già che ci siamo: cosa ne diresti se ti offro un caffè e noi due facciamo due chiacchiere?
Forse la mia amica veneziana non aveva tutti i torti...
Mi sa che le darò retta.
Il gelo da parte sua è palpabile: quasi quasi riaccendo i termosifoni... Dalla scenata in cucina dopo che mi ha sorpresa a letto con Giancarlo dopo essere uscita prima da scuola per l’assenza di alcuni insegnanti, praticamente non mi ha più rivolto la parola.
Suo padre non ci ha neanche fatto caso, ma io ci sto malissimo.
Avevo appena finalmente recuperato a fatica il rispetto e la confidenza di mia figlia dopo la classica crisi adolescenziale, e li ho persi di nuovo per un colpo di testa.
Non credo che rivedrò Giancarlo, ma ormai non ha più importanza.
Lui ha la sua sposina in dolce attesa, non ci farà neanche caso. Io volevo semplicemente distrarmi dalla mia storia (quella sì, pericolosamente seria) con Claudia, l’amica del cuore di Gloria. Ironia della sorte, credevo che la relazione con Claudia potesse mettere a rischio il mio rapporto con Gloria, e speravo di staccarmi da lei gettandomi fra le braccia di un uomo...
Invece adesso il mio rapporto con Gloria è rovinato, e la relazione con Claudia è proprio l’unica cosa che mi aiuta ad andare avanti...
Come dite, mio marito?
E lui che c’entra?
Ah, sì, certo: lui è quello che ho tradito, certo... Ma non lo sa. E comunque, con lui mi sento in colpa solo fino a un certo punto: in fondo, di scappatelle ne ho collezionate diverse da quando ci siamo sposati. Immagino che anche lui abbia qualche scheletro nell’armadio, per quel che me ne importa.
Con Mario siamo amici, colleghi, andiamo a letto insieme (di solito per dormire)... C’è simpatia, amicizia, un certo rispetto, e la consuetudine di un rapporto che ormai dura da oltre diciotto anni. Ma amore? Non direi...
Con Claudia è più difficile dirlo.
Lei pensa di essere innamorata. Io sono sicuramente infatuata... Se fosse maggiorenne potrei anche prendere in considerazione di lasciare mio marito per lei.
Forse.
Poi però c’è il dettaglio che mio marito è anche il mio socio: se ci lasciassimo sarebbe un disastro in termini economici... Siamo condannati a restare insieme.
Io, poi, non sono affatto lesbica.
La scopata con Giancarlo, per quanto mi sia costata cara, mi ha ricordato quanto mi piaccia essere presa da un uomo.
Insomma, è un casino.
La mia vita è un casino.
Mia figlia mi disprezza e la sua amica del cuore mi ama in segreto... Sarebbe molto meglio se fosse il contrario.
Mio marito, poi, non si accorge di niente: lui lavora e basta; poi, la notte, dorme.
Per fortuna.
La mia vita è un disastro.
Vorrei essere sola con Claudia su un’isola deserta, e non pensare più al resto dell’umanità, che non solo mi giudica, ma mi tiene anche costantemente d’occhio... Magari non sarà proprio così, ma questa è la sensazione che provo quando incontro lo sguardo di Gloria a cena (ti sei fatta sbattere da lui anche oggi?), oppure quello di Mario davanti al cappuccino del mattino (con chi mi tradirai la prossima volta?).
Fra l’altro, ora che mia figlia mi ha sgamata, lo stress di vedermi clandestinamente con Claudia è diventato insopportabile.
Lo so cosa state pensando: un’adultera seriale che improvvisamente si rende conto di cosa sta facendo?
Lo ripeto ancora una volta: quella con Claudia è la mia prima “storia” extraconiugale. Le altre erano solo scappatelle, compresa quella con Giancarlo: episodi isolati e privi di qualsiasi strascico emotivo... Isolati, non programmati e limitati al puro contesto fisico.
Ne abbiamo parlato. Claudia è dolcissima, quando le ho spiegato come mi sento, mi ha abbracciata stretta senza dire niente.
Essere consolata da una ragazzina per le mie pene d’amore è una sensazione strana, ma anche forte. Mi ha colpito che non provi nessuna rabbia per via di Giancarlo; quando glie l’ho detto, lei ha scosso le spalle sorridendo: “In fondo era solo un uomo, no?”
Sa bene che io sono sempre stata eterosessuale; non si aspetta che io cambi completamente e di colpo... Che ragazza matura e comprensiva! E così bella...
Abbiamo fatto l’amore con calma nel suo lettino (i genitori erano fuori), e poi siamo rimaste un po’ a coccolarci a vicenda.
Lo sa anche lei che fra noi non può durare.
Quale sarebbe la reazione di Gloria se scoprisse la nostra tresca?
Non posso perdere mia figlia...
Anche Claudia è preoccupata. Da lei sento che Gloria si è messa con un ripetente dell’ultimo anno: un ragazzaccio che ha già diciannove anni, e che sembra abbia già avuto problemi con la pula.
Vanno a letto insieme da un paio di settimane, e lei non ne fa mistero a scuola.
È già considerata un po’ la sgualdrina della classe.
Ci sto male: so che è colpa mia, del pessimo esempio che le ho dato.
- E fra di voi? – chiedo, delicatamente. È da un po’ che mi pongo la domanda su come vadano le cose fra loro.
In fondo sono legatissime da almeno due anni, e tutto è proprio cominciato dall’intimità in cui le ho colte poco più di un mese prima...
Lei arrossisce, come se si vergognasse un po’.
- Sai... È successo una volta sola. Subito prima che Gloria si mettesse con il suo ragazzo.
Dovrei essere gelosa? La mia amante lesbica è stata con un’altra...
No, non lo sono. Strano.
Forse perché l’”altra” è mia figlia?
Oppure perché voglio bene a Claudia, la desidero sessualmente, ma non sono veramente innamorata di lei e desidero che abbia semplicemente il meglio?
Lei e io stavamo insieme da neanche un paio di settimane, quando si sono viste proprio lì, a casa di Claudia, prima di una pizza fra amici il sabato sera.
Hanno chiacchierato, ripensato ai giochini della volta precedente... Claudia aveva fatto esperienza con me, e aveva guadagnato in confidenza: aveva allungato le mani per prima, e Gloria non si era sottratta. Anzi, ci stava...
Hanno fatto l’amore proprio lì, nello stesso letto in cui siamo adesso.
- È stato bello? – le chiedo, più intenerita che turbata.
Claudia arrossisce: il peperone che a me piace tanto...
- Molto. Ma anche diverso rispetto a te...
- Immagino sia sempre diverso, con un’altra persona.
- Sei arrabbiata?
Sorrido: - Perché hai fatto sesso con mia figlia mentre hai una relazione con me?
Un pensiero improvviso: altruista ed egoista allo stesso tempo... Se Claudia stesse con Gloria invece che con me, tutti i problemi si risolverebbero quasi d’incanto.
Sarebbe anche più giusto.
Lo dico, lentamente...
Gli occhi di Claudia si riempiono di lacrime silenziose.
- Non vuoi più stare non me?
Le bacio via le lacrime dagli occhioni nocciola.
- Io ti amo – sussurro con delicatezza, e sento dentro di me che non sto mentendo... Non del tutto.
- ...Ma?
- Ma ho oltre vent’anni più di te, ho una figlia della tua età che è anche la tua migliore amica e sono una donna sposata. Questa non può essere la storia della tua vita: è solo un episodio.
Claudia singhiozza piano.
Ci baciamo.
- Non so se è solo un episodio – sussurra piano, staccando le labbra dalle mie – So solo che è bellissimo...
- Ci saranno altri episodi bellissimi – le dico dolcemente – Sei giovane. Sei anche tanto dolce e graziosa: ti succederà tante volte, e alla fine capiterà con la persona che rimarrà con te per sempre.
Proprio io dico una cosa del genere... Io che so benissimo di non amare più mio marito; e che so anche che non lo lascerò perché non mi conviene.
Sono diventata cinica, oltre che lesbica?
Non mi merito una ragazza come Claudia.
La mia famiglia non si merita una troia come me.
Cinica, lesbica e senza più nessun rispetto per me stessa. Che disastro che sono...
Claudia mi abbraccia forte. Sento le sue braccia nude intorno al collo, i suoi seni caldi e sodi premuti sui miei.
- Non lasciarmi, ti prego – sussurra piano – Non ancora...
Mi sento scoppiare il cuore per lei.
Annuisco lentamente, stringendola a me.
Anche vigliacca.
***
Ci siamo viste altre due volte.
Mai a casa mia, ho il terrore di essere beccata e Claudia lo capisce benissimo. Così ci vediamo in collina, nel verde.
Anche lei si sente in colpa con Gloria; ha paura che se si è messa con quel tipaccio, sia anche colpa sua. Per non esserle stata abbastanza vicina in un momento difficile.
Già, ma il “momento difficile” è colpa mia...
Ci commiseriamo un po’ passeggiando nel Parco della Maddalena, poi troviamo un posticino riparato e ci baciamo.
Facciamo l’amore in un boschetto, nel mio Cherokee, con vista sull’arco alpino che incorona Torino illuminata dal sole di giugno.
- Non possiamo continuare così, tesoro.
- Lo so... – sospira Claudia – Vorrei che non finisse mai, ma capisco che non è possibile. Hai la tua famiglia.
- E tu la tua vita che ti aspetta.
- Non ti scorderò mai...
Ci lasciamo così. Con un ultimo bacio.
Quando torno a casa ho il cuore a pezzi, ma anche la sensazione di aver fatto la cosa giusta, per la prima volta dopo mesi.
Sono le due del pomeriggio, Mario è ancora in agenzia, ma Gloria dovrebbe essere a casa.
Le do una voce mentre mi sfilo le scarpe, ma non ricevo risposta.
Salgo le scale a piedi nudi e sento il rumore al piano di sopra. Colpi sordi e ritmici contro il muro. Lamenti cadenzati.
Mi batte forte il cuore quando sbirci nella cameretta di Gloria, ma so già quello che vedrò: così almeno la sorpresa non mi stende.
Gloria è a quattro zampe, nuda sul suo letto e con la faccia verso la porta.
Dietro di lei c’è un bel tipo sulla ventina. Nudo anche lui: moro, asciutto, un po’ tenebroso come va di moda adesso. La sta montando con forza, alla pecorina; il rumore che sentivo prima erano i colpi della testata del letto contro il muro e i grugniti di piacere di mia figlia ad ogni colpo che il suo ganzo le infligge nella pancia.
L’odore di sesso permea la cameretta: i due devono essere in azione già da un po’.
Sapevo che sarebbe successo; non cado dalle nuvole, Claudia è stata abbastanza chiara sulle attività della sua amica, e io sono consapevole di aver dato il cattivo esempio ad un’adolescente già in fregola per conto suo.
Però non posso fare a meno di rimanere a bocca aperta.
Gloria mi vede e sorride senza smettere di gemere di piacere: mi ha sentita arrivare, ma non le è nemmeno passata per la testa l’idea di smettere.
- Ciao mà – mi fa, irriverente – Già a casa?
Il suo ganzo si blocca di colpo: lui non si era ancora accorto di me, intento com’era a scoparsi mia figlia.
Lei si volta con la testa a guardarlo: - Non ti fermare, è solo mia madre. Non preoccuparti, va tutto bene: anche lei si porta gli uomini a casa, di tanto in tanto...
Se mi avesse schiaffeggiata in pubblico mi avrebbe fatto meno male: domani tutta la scuola saprà che sua madre è una puttana.
Me lo merito.
Il ragazzotto mi guarda, arrossendo un po’: - Er... Buongiorno, signora Ferraris.
Deglutisco e mi sforzo di darmi un contegno. Forse potrei giocare a fare la madre moderna?
- Ciao... Sì sono a casa, Gloria. Poco lavoro in agenzia, oggi. Se vi va, sono di sotto a preparare il caffè, va bene?
- Oh, non ti disturbare – mi fa lei, con tono canzonatorio – Noi ne abbiamo ancora per un po’... Vero, Dino?
Dino annuisce esitante, poi abbassa il capo, le serra i fianchi fra le mani e riprende a montarla come una cagna, strappandole un gridolino di gioia.
Io mi volto come in trance, e scendo lentamente le scale con il cuore in tumulto.
Invece che un caffè, mi preparo una tisana.
Di sopra, sento i tonfi della testata del letto di Gloria contro il muro, e so che Dino se la sta scopando alla grande. A tratti sento anche le grida di piacere di mia figlia, che gode sotto i suoi colpi incessanti.
Un maschio vigoroso, non c’è che dire...
***
Passo una settimana d’inferno.
La peggiore della mia vita, da quando sono morti i miei in quell’incidente automobilistico dieci anni prima.
Sono una troia; una lesbica e una pervertita. Ho il cuore infranto dalla perdita di Claudia, che sta soffrendo a sua volta. Ho perso il rispetto di mia figlia, e so di non meritare più quello di mio marito. Mi sento tremendamente sola nella mia stessa casa.
Mia figlia è una sgualdrina che si fa sbattere dal primo teppista che passa, e io non ci posso fare niente, anche perché è colpa mia.
Qualsiasi cosa io faccia, rischio di distruggere il mio matrimonio e la mia famiglia, per non parlare del mio lavoro.
Non ho più nessun rispetto di me stessa.
Che disastro.
Vago sotto i portici di via Roma per ripararmi dall’acquazzone tropicale che sta spazzando la città, e non posso fare a meno di scannerizzare le vetrine con sguardo concupiscente.
Come tante, quando sono giù mi sfogo buttando soldi nei negozi di abbigliamento. Non sarà molto originale, ma è l’unica cosa che so fare.
Ho parlato al telefono con una vecchia amica, cercando ispirazione. Non fa parte del mio giro abituale e abita abbastanza lontano da non rischiare che le mie sporche storie si sappiano in giro, ed è una ragazzaccia peggio di me, quindi magari ha qualche idea...
In effetti ne ha, ma sono del tipo che rischia di mandarti in galera. Oppure di dannarti l’anima ancora più di quanto io non abbia già fatto.
Pessima idea, chiamarla...
Così sono in giro in cerca di modi per prosciugare il mio conto in banca.
Un bel bikini provocante per le vacanze; una minigonna di pelle nera di quelle che piacciono alla mia famosa amica dalle abitudini sconce; sandali estivi con tacco dodici che probabilmente non metterò mai...
Esco dal negozio con la sacca sottobraccio e le mani nella borsetta mentre sto riponendo il portafogli, e sbatto inopinatamente contro qualcuno che passava proprio lì in quel momento.
La sacca con la spesa mi cade dalla spalla e finisce per terra mentre io cerco di riprendere l’equilibrio.
Il giovanotto contro cui ho sbattuto si piega a raccogliermi la sacca e io faccio per ringraziare-scusarmi quando me la porge, e mi blocco nel vederlo finalmente in faccia.
- Dino!
- Signora Ferraris!
Nella zona urbana di Torino ci saranno quasi due milioni di abitanti; quale sarà la probabilità di andare a sbattere – fra tutti – proprio contro il teppista che si scopa abitualmente tua figlia?
Beh, almeno è abbastanza gentile da ridarmi la sacca caduta in terra...
Vedo il suo sguardo scivolarmi lungo il corpo.
È sorpreso quanto e più di me, e dovrebbe istintivamente tenermi gli occhi sul viso mentre mi riconosce, ma li vedo andare su e giù come se...
Quando si è piegato a prendermi la sacca mi ha visto le gambe.
Indosso il solito tailleur con la gonna corta e lo spacco, disegnata apposta per slanciarmi le cosce. Gli uomini mi guardano le gambe da quando avevo l’età di Gloria, e ne nono sempre ben consapevole: sono la parte migliore di me...
Il ganzo di mia figlia mi sta guardando le gambe.
Le parole della mia amica al telefono mi tornano nella mente di colpo, con il loro tono irriverente e l’accento veneto pieno di autostima: “se il tipo che si sbatte la Gloria è un figo ed è anche maggiorenne, forse dovresti scopartelo tu” ...
Ho scartato il suggerimento come la battuta sconcia di un’amica sfacciata, ma all’improvviso mi rendo conto che in fondo non sarebbe una cattiva idea.
Dino è alto, ben piantato, con la pelle olivastra, lo sguardo acceso e la classica espressione del cattivo ragazzo che si fa la barba solo quando ne ha voglia...
Gloria sarà anche una sgualdrina, ma ha buon gusto.
- Ma guarda che combinazione... Cosa ci fai tu qui?
- Siamo usciti da scuola un’ora fa, e io dovevo fare un salto all’Apple Shop... Mi scusi per la botta, signora.
Storco il naso: - Lascia perdere il “signora”, Dino: visto come ci siamo conosciuti, mi sembra ridicolo. Mi chiamo Cinzia, lo saprai vero?
- Er... No, non lo sapevo.
È imbarazzato. Carino...
- Gloria non è con te?
- No, la sua classe usciva più tardi. Noi due non... Cioè...
È sulla difensiva: un ragazzo alle prese con una donna adulta che gli piace... O almeno, di cui gli piacciono le gambe.
Sento come un’iniezione improvvisa e potente di autostima scorrermi nel sangue, e mi rendo conto di essere di colpo già in caccia: i miei istinti di predatrice si sono risvegliati. Altro che shopping!
Io voglio scopare...
- Hmmm... Capisco. Senti, già che ci siamo: cosa ne diresti se ti offro un caffè e noi due facciamo due chiacchiere?
Forse la mia amica veneziana non aveva tutti i torti...
Mi sa che le darò retta.
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